Michele Ferrario
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F1, Steiner sul team radio di Wolff in Spagna: “Voleva un po' di pubblicità”
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Gli sportivi più pagati del 2020: Lewis Hamilton è ottavo
ROMA – Lewis Hamilton è fuori dal podio, addirittura out dalla top-5, nella classifica dei ‘Paperoni’ sportivi del 2020: un elenco in cui il britannico della Mercedes si piazza all’ottavo posto. Secondo il magazine Forbes, infatti, il sette volte campione del mondo ha guadanto 82 milioni di dollari, di cui 12 fuori dalla pista. ‘Solamente’ per la seconda volta Hamilton riesce a entrare nei primi 10 della speciale graduatoria in seguito al decimo posto ottenuto nel 2017 (46 milioni di dollari guadagnati).
La graduatoria di Forbes
Al comando della graduatoria c’è Conor McGregor, campione irlandese dell’UFC, con 180 milioni di dollari totali. Alle sue spalle ci sono ben due calciatori, uno del Barcellona e l’altro della Juventus: si tratta ovviamente di Lionel Messi (130) e Cristiano Ronaldo (120). Ai piedi del podio si assesta il giocatore di football americano, Dak Prescott (107,5), seguito da LeBron James (96,5), Neymar (95) e Roger Federer, nonostante quest’ultimo abbia ottenuto dei compensi quasi solamente dalle attività fuori dal campo. LEGGI TUTTO - in Motori
I guadagni degli sportivi nel 2020: Lewis Hamilton all'ottavo posto
ROMA – C’è una classifica in cui Lewis Hamilton è fuori dal podio, addirittura out dalla top-5. Si tratta della classifica dei ‘Paperoni’ sportivi del 2020, dove il britannico della Mercedes si piazza all’ottavo posto. Secondo il magazine Forbes, infatti, il sette volte campione del mondo ha guadanto 82 milioni di dollari, di cui 12 fuori dalla pista. ‘Solamente’ per la seconda volta Hamilton riesce a entrare nei primi 10 della speciale graduatoria in seguito al decimo posto ottenuto nel 2017, con 46 milioni di dollari guadagnati.
La classifica di Forbes
Al comando della classifica c’è Conor McGregor, campione irlandese dell’UFC, con 180 milioni di dollari totali. Alle sue spalle ci sono ben due calciatori, uno del Barcellona e l’altro della Juventus: si tratta ovviamente di Lionel Messi (130) e Cristiano Ronaldo (120). Ai piedi del podio si assesta il giocatore di football americano, Dak Prescott (107,5), seguito da LeBron James (96,5), Neymar (95) e Roger Federer, nonostante quest’ultimo abbia ottenuto dei compensi quasi solamente dalle attività fuori dal campo, tra sponsor e pubblicità. LEGGI TUTTO - in Motori
F1, Grosjean: “Sono più felice ora che prima dell'incidente”
ROMA – Per Romain Grosjean la vita non sarà più la stessa. L’incidente in Bahrain di circa sei mesi fa, durante la sua ultima gara in Formula 1, lo ha visto uscire vivo per miracolo, ma reduce da un’esperienza paurosa che non si scorderà mai. Durante il podcast Behind The Grid, il pilota francese ha raccontato del percorso per superare il trauma: “I miei figli mi hanno chiesto dell’incidente, hanno fatto tante domande. L’ho rivisto assieme a loro e a mia moglie. Posso parlarne apertamente. Ho lavorato con uno psicologo per evitare gli incubi. Ne ho avuti un paio: uno alle sei del mattino, con mio figlio che è venuto a svegliarmi, e uno quando dovevo operarmi alle mani ed ero sotto anestesia. Da allora non ho più avuto incubi”.
Il messaggio di Grosjean
E’ un bellissimo messaggio, però, quello di Grosjean, che ha cercato di imparare dalle sue esperienze: “Sono un uomo più felice dopo l’incidente, ne sono sicuro al 100% – ha spiegato -. Ogni giorno da allora è come un bonus. Sono stato così vicino alla morte che ho capito quanto sia bella la vita. Ogni mattina mi sveglio, mi tolgo i guanti di silicone, mi metto la crema sulle mani e mi ricordo che sono vivo. Posso giocare con i miei figli, ho mia moglie accanto. Sono più felice nella vita, ho capito quanto è bella la vita anche con tutti i suoi problemi, e senza di questi sarebbe più noiosa”. LEGGI TUTTO - in Motori
F1, Grosjean: “Ho riguardato l'incidente in Bahrain con i miei figli”
ROMA – “I miei figli mi hanno chiesto dell’incidente, hanno fatto tante domande. L’ho rivisto assieme a loro e a mia moglie. Posso parlarne apertamente. Ho lavorato con uno psicologo per evitare gli incubi”. Romain Grosjean, intervenuto al podcast della Formula 1 “Behind the grid”, è tornato sul bruttissimo incidente che l’ha visto protagonista in Bahrain circa sei mesi fa, in uno degli ultimi Gp della scorsa stagione. Ci è voluto tempo, come raccontato dal francese, per superare il trauma: “Ho avuto un paio di flashback: uno alle sei del mattino, con mio figlio che è venuto a svegliarmi, e uno quando dovevo operarmi alle mani ed ero sotto anestesia – ha raccontato -. Da allora non ho più avuto incubi”.
Il valore della vita
E’ un bellissimo messaggio, però, quello di Grosjean, che ha cercato di imparare dalle sue esperienze: “Sono un uomo più felice dopo l’incidente, ne sono sicuro al 100% – ha spiegato -. Ogni giorno da allora è come un bonus. Sono stato così vicino alla morte che ho capito quanto sia bella la vita. Ogni mattina mi sveglio, mi tolgo i guanti di silicone, mi metto la crema sulle mani e mi ricordo che sono vivo. Posso giocare con i miei figli, ho mia moglie accanto. Sono più felice nella vita, ho capito quanto è bella la vita anche con tutti i suoi problemi, e senza di questi sarebbe più noiosa”. LEGGI TUTTO - in Motori
Ali flessibili: Hamilton sospetta, la FIA interviene
Le ali flessibili non passano mai di moda. Se ne parla ormai da oltre un decennio, ma a evolvere finora è stata l’abilità dei tecnici nel nascondere il fenomeno, grazie soprattutto a materiali a memoria di forma sempre più evoluti.
Il concetto è semplice e parte dal difficile compromesso che devono trovare le squadre nel progettare ali che garantiscano il massimo carico aerodinamico, ma penalizzino il meno possibile in rettilineo e nei tratti veloci, dove quelle caratteristiche si trasformano in “drag”, cioè resistenza all’avanzamento. Uno degli esempi più semplici da additare è la Ferrari SF1000 del 2020, perdente perché aveva sì un gran carico aerodinamico, ma risultava poi “ferma” nelle velocità di punta.
Red Bull maestra nel campo
L’ideale sarebbe avere tanta ala nei tratti lenti dove serve carico aerodinamico, e poca nei tratti veloci… appunto, ecco perché da oltre dieci anni un po’ tutti i team hanno cercato di creare ali che rispettassero i test di flessibilità statici effettuati dalla FIA, ma poi con la macchina in movimento continuassero a flettere, tornando ovviamente alla forma originaria una volta ferme. Maestra in questo campo è stata la Red Bull ed evidentemente lo è ancora visto che Lewis Hamilton a Barcellona, seguendo la RB16B di Max Verstappen, ha notato una flessibilità a suo dire eccessiva dell’ala posteriore e l’ha segnalata.
La FIA attraverso il suo responsabile aerodinamico Nick Tombazis ha deciso di intervenire e dal 15 giugno, quindi a partire dal GP di Francia (25-27 giugno), tutti i test di carico verranno resi più severi. Negli attuali test che prevedono carichi di 750 Nm verranno applicate forze anche di 1000 Nm, e la tolleranza alla flessibilità diminuirà (è evidente che un minimo di flessibilità strutturale vada ammessa: le parti sono sono certo in acciaio).
In sei sotto osservazione
La FIA ha sospetti su sei team, presumibilmente Red Bull, Mercedes, Ferrari, McLaren, Aston Martin e Alpha Tauri. La misura non sarà immediata per dare il tempo alle squadre di rifare i calcoli di progettazione e mandare in produzione i nuovi pezzi.
«Faremo la massima attenzione a qualsiasi comportamento anomalo della deformazione dell’ala posteriore – ha detto Tombazis – La Federazione è consapevole che alcune ali posteriori, pur superando i test, sopportino flessioni eccessive con l’auto in movimento».
Anche le varie camere-car a bordo verranno utilizzate dalla FIA per verificare l’osservanza delle norme. LEGGI TUTTO