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    F1, Grosjean: “Ho riguardato l'incidente in Bahrain con i miei figli”

    ROMA – “I miei figli mi hanno chiesto dell’incidente, hanno fatto tante domande. L’ho rivisto assieme a loro e a mia moglie. Posso parlarne apertamente. Ho lavorato con uno psicologo per evitare gli incubi”. Romain Grosjean, intervenuto al podcast della Formula 1 “Behind the grid”, è tornato sul bruttissimo incidente che l’ha visto protagonista in Bahrain circa sei mesi fa, in uno degli ultimi Gp della scorsa stagione. Ci è voluto tempo, come raccontato dal francese, per superare il trauma: “Ho avuto un paio di flashback: uno alle sei del mattino, con mio figlio che è venuto a svegliarmi, e uno quando dovevo operarmi alle mani ed ero sotto anestesia – ha raccontato -. Da allora non ho più avuto incubi”.
    Il valore della vita
    E’ un bellissimo messaggio, però, quello di Grosjean, che ha cercato di imparare dalle sue esperienze: “Sono un uomo più felice dopo l’incidente, ne sono sicuro al 100% – ha spiegato -. Ogni giorno da allora è come un bonus. Sono stato così vicino alla morte che ho capito quanto sia bella la vita. Ogni mattina mi sveglio, mi tolgo i guanti di silicone, mi metto la crema sulle mani e mi ricordo che sono vivo. Posso giocare con i miei figli, ho mia moglie accanto. Sono più felice nella vita, ho capito quanto è bella la vita anche con tutti i suoi problemi, e senza di questi sarebbe più noiosa”. LEGGI TUTTO

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    Ali flessibili: Hamilton sospetta, la FIA interviene

    Le ali flessibili non passano mai di moda. Se ne parla ormai da oltre un decennio, ma a evolvere finora è stata l’abilità dei tecnici nel nascondere il fenomeno, grazie soprattutto a materiali a memoria di forma sempre più evoluti.
       Il concetto è semplice e parte dal difficile compromesso che devono trovare le squadre nel progettare ali che garantiscano il massimo carico aerodinamico, ma penalizzino il meno possibile in rettilineo e nei tratti veloci, dove quelle caratteristiche si trasformano in “drag”, cioè resistenza all’avanzamento. Uno degli esempi più semplici da additare è la Ferrari SF1000 del 2020, perdente perché aveva sì un gran carico aerodinamico, ma risultava poi “ferma” nelle velocità di punta.
    Red Bull maestra nel campo   
    L’ideale sarebbe avere tanta ala nei tratti lenti dove serve carico aerodinamico, e poca nei tratti veloci… appunto, ecco perché da oltre dieci anni un po’ tutti i team hanno cercato di creare ali che rispettassero i test di flessibilità statici effettuati dalla FIA, ma poi con la macchina in movimento continuassero a flettere, tornando ovviamente alla forma originaria una volta ferme. Maestra in questo campo è stata la Red Bull ed evidentemente lo è ancora visto che Lewis Hamilton a Barcellona, seguendo la RB16B di Max Verstappen, ha notato una flessibilità a suo dire eccessiva dell’ala posteriore e l’ha segnalata.
       La FIA attraverso il suo responsabile aerodinamico Nick Tombazis ha deciso di intervenire e dal 15 giugno, quindi a partire dal GP di Francia (25-27 giugno), tutti i test di carico verranno resi più severi. Negli attuali test che prevedono carichi di 750 Nm verranno applicate forze anche di 1000 Nm, e la tolleranza alla flessibilità diminuirà (è evidente che un minimo di flessibilità strutturale vada ammessa: le parti sono sono certo in acciaio).
    In sei sotto osservazione
    La FIA ha sospetti su sei team, presumibilmente Red Bull, Mercedes, Ferrari, McLaren, Aston Martin e Alpha Tauri. La misura non sarà immediata per dare il tempo alle squadre di rifare i calcoli di progettazione e mandare in produzione i nuovi pezzi.
       «Faremo la massima attenzione a qualsiasi comportamento anomalo della deformazione dell’ala posteriore – ha detto Tombazis – La Federazione è consapevole che alcune ali posteriori, pur superando i test, sopportino flessioni eccessive con l’auto in movimento».
       Anche le varie camere-car a bordo verranno utilizzate dalla FIA per verificare l’osservanza delle norme. LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso: “Sto dando tutto, ma non è abbastanza per essere al livello di Ocon”

    ROMA – Fernando Alonso non ha mai peccato di umiltà e all’età di quasi 40 anni, con due titoli mondiali conquistati, ha ancora molto da imparare. Lo conferma lui stesso, spendendo parole di stima verso il compagno di box in Alpine, Esteban Ocon: “Credo che sia un buon pilota e lo sta dimostrando – dichiara lo spagnolo -. E’ in uno stato di forma ottimale ed è perfettamente integrato col team. Lo scorso anno è riuscito ad andare sul podio in Bahrain, dimostrandosi molto consistente nella parte finale della stagione ed adesso sta disputando dei weekend perfetti. Quello che sta ottenendo adesso è impressionante. Io sto dando il 100%, ma ovviamente non è abbastanza per essere al suo livello in questo momento. Devo migliorare”.
    I paragoni di Alonso
    L’ex ferrarista ha ammesso di aver bisogno di un ulteriore periodo di ambientamento, come accaduto anche per altri colleghi in passato: “Quando Sainz è passato in Renault non era veloce come Hulkeneberg e nelle prime gare ha faticato. Poi è tornato ai suoi livelli, al suo secondo anno col team – rivela come riportato da motorsport.com -. Anche Esteban ha sofferto la passata stagione contro Daniel, ed adesso, al suo secondo anno, è al vertice. Sembra un team un po’ diverso dagli altri e serve un periodo di adattamento. Io cercherò di riuscirci nel più breve tempo possibile, ma non sono preoccupato. Ad Imola abbiamo tagliato il traguardo insieme e lo stesso è accaduto a Portimao”. LEGGI TUTTO