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    Rai Play, Giorgio Terruzzi ricorda Ayrton Senna

    Il primo maggio del 1994 non è una data qualunque. Ciruito di Imola, GP di San Marino. Ayrton Senna sichianta a 300 all’ora, con la sua Williams, al Tamburello, perdendo la vita nel tragico incidente che è rimasto nella memoria di tutti, sconvolgendo la vita anche di chi non è mai stato un appassionato della F1.
    A ricordare il pilota nella diciassettesima puntata di “Ossi di Seppia. Il rumore della memoria”, dal 4 maggio in esclusiva su RaiPlay,  è Giorgio Terruzzi, il giornalista sportivo che ha seguito Senna in tutti i GP che  lo hanno visto protagonista.
    “Una vigilia ad altissima tensione. Una partenza rimandata. Una gara stranissima. Impensabile. Qualcosa che si rompe e poi l’incidente violentissimo. La fine di Ayrton Senna teletrasmessa, drammatica, indimenticabile perché era il pilota più forte in pista e per molti  immortale.”
    Il racconto intimo e commosso di Terruzzi ricorda quel campione unico per professionalità e umanità,  morto a 34 anni  per una serie di fratture multiple alla base del cranio,  mentre  cercava di vincere il GP di San Marino  per raddrizzare il mondiale. LEGGI TUTTO

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    F1: 27 anni fa ci lasciava la leggenda Ayrton Senna

    ROMA – Il 1° maggio sarà sempre una data triste per la Formula 1, che ventisette anni fa piangeva la scomparsa del mitico Ayrton Senna. Nel 1994, in questo stesso giorno, l’iconico pilota brasiliano perdeva la vita in un tragico incidente sul circuito di Imola. Un giorno prima, a essere vittima di un altro evento del genere era stato l’austriaco Roland Ratzenberger, schiantatosi a oltre 300 km/h alla curva intitolata a Villeneuve. Non avrebbe voluto correre il tre volte campione del mondo, ancora scosso da quanto accaduto il giorno precedente in pista, ma nessuno sfugge al propri destino. E così, il 1° maggio 1994, la vita di Ayrton Senna si spense durante il 7° giro della gara di Imola quando la sua Williams, a causa del cedimento del piantone dello sterzo, sbattè violentemente alla curva del Tamburello.Una tragedia capace di colpire e scuotere il mondo della Formula 1, quella di Roland Ratzenberger e di Ayrton Senna, che dopo quel terribile weekend si trovò ad interrogarsi sulla pericolosità del motorsport. Il brasiliano aveva 34 anni e tre mondiali già vinti, nel suo abitacolo venne trovata una bandiera austriaca: avrebbe voluto rendere omaggio al collega, ma il destino è stato più forte.
    Un’icona in F1
    A Senna, però, sono legate alcune delle immagini più iconiche della Formula 1: l’esordio nel GP di casa con la Toleman e la sua abilità sul bagnato, un rapporto di odio e amore con la McLaren e una rivalità con Alain Prost destinata a fare la storia, poi il passaggio alla Williams per quella prima e unica maledetta stagione durata appena 3 gare. Più dei successi in pista, dei numeri e dei record, però, il segno lasciato da Senna sta tutto nel suo funerale quando, a San Paolo del Brasile, un milione di persone deciseor di accompagnare il feretro in processione per 17 chilometri, la distanza che separa il palazzo del Parlamento dove era stata allestita la camera ardente, fino al cimitero di Morumbi, dove Senna è stato seppellito. Un gesto che testimonia l’impronta lasciata non solo dal pilota, ma anche dall’uomo, nella storia del motorsport. LEGGI TUTTO

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    F1: il primo maggio di 27 anni fa la scomparsa di Ayrton Senna

    ROMA – Il 1° maggio, per gli amanti del mondo dei motori, rappresenta una data triste, un giorno che ha lasciato un vuoto nella Formula 1 e che, a distanza di 27 anni, si fa ancora fatica a colmare. Il 1° maggio 1994, infatti, Ayrton Senna perdeva la vita a Imola, vittima di un terribile incidente neanche 24 ore dopo la morte di un altro pilota, l’austriaco Roland Ratzenberger, schiantatosi a oltre 300 km/h alla curva intitolata a Villeneuve. Non avrebbe voluto correre il tre volte campione del mondo, ancora scosso da quanto accaduto il giorno precedente in pista, ma nessuno sfugge al propri destino. E così, il 1° maggio 1994, la vita di Ayrton Senna si spense durante il 7° giro della gara di Imola quando la sua Williams, a causa del cedimento del piantone dello sterzo, sbattè violentemente alla curva del Tamburello.Una tragedia capace di colpire e scuotere il mondo della Formula 1, quella di Roland Ratzenberger e di Ayrton Senna, che dopo quel terribile weekend si trovò ad interrogarsi sulla pericolosità del motorsport. Il brasiliano aveva 34 anni e tre mondiali già vinti, nel suo abitacolo venne trovata una bandiera austriaca: avrebbe voluto rendere omaggio al collega, ma il destino è stato più forte.
    Un’icona in F1
    A Senna, però, sono legate alcune delle immagini più iconiche della Formula 1: l’esordio nel GP di casa con la Toleman e la sua abilità sul bagnato, un rapporto di odio e amore con la McLaren e una rivalità con Alain Prost destinata a fare la storia, poi il passaggio alla Williams per quella prima e unica maledetta stagione durata appena 3 gare. Più dei successi in pista, dei numeri e dei record, però, il segno lasciato da Senna sta tutto nel suo funerale quando, a San Paolo del Brasile, un milione di persone deciseor di accompagnare il feretro in processione per 17 chilometri, la distanza che separa il palazzo del Parlamento dove era stata allestita la camera ardente, fino al cimitero di Morumbi, dove Senna è stato seppellito. Un gesto che testimonia l’impronta lasciata non solo dal pilota, ma anche dall’uomo, nella storia del motorsport. LEGGI TUTTO