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    Atp Miami 2025, anche Federico Cinà in tabellone: il 17enne ha ottenuto una wild card

    Un altro azzurro pronto a strabiliare. Federico Cinà, attualmente numero 557 al mondo ed ex numero 4 della categoria junior, debutterà nel circuito ATP. Il palermitano, 17enne, di cui si dice un gran bene, ha ottenuto una wild card per il Miami Open, il Masters 1000 in Florida che completerà il Sunshine Double. Un’occasione importante per lui, che ha iniziato la propria preparazione a fine dicembre, dopo alcuni giorni nella sua Palermo insieme a suo papà Francesco, anche coach e il preparatore Marco Salerno. La scorsa settimana, invece, ha debuttato vincendo il torneo ITF da 15mila dollari di montepremi, disputato a Sharm el Sheikh. Oltre a Cinà, all’open di Miami prenderanno parte, sempre nel tabellone maschile, anche il il 19enne Learner Tien, Christopher Eubanks, Eliot Spizzirri e Wu Yibing. Quanto al tabellone femminile, invece, wild card anche per Petra Kvitova e Sloane Stephens, campionesse proprio a Miami nel 2023 e 2018 oltre a Ajla Tomljanovic, Tyra Grant, Alexandra Eala, Victoria Mboko e Sayaka Ishii.

    INSIDER TENNIS
    Cinà: “Sogno Wimbledon e il n. 1 al mondo”

    Il 2024, un anno di grande crescita
    “È stato un anno di crescita, ho cercato di migliorarmi dopo un inizio non dei migliori – raccontava Cinà a Sky Sport Insider – Sono cresciuto come livello e a fine stagione mi sono sentito meglio”. Una stagione in cui il 17enne ha vinto il primo titolo ITF in carriera, in Romania, nel corso del 15.000 dollari di Buzau. Ma non solo: sono arrivati anche i primi successi nei match Challenger, in Giappone, scalando così più di 1300 posizioni nel ranking ATP. A Miami la prima occasione tra i “grandi”, ma già con le idee chiare sul proprio futuro, come confermato sempre a Sky Sport Insider: “Vorrei rivedermi in Djokovic, ci provo. L’ho incontrato poche volte, ma non ho mai avuto la possibilità di allenarmi con lui”. LEGGI TUTTO

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    Miami Open 2025: Annunciate le wild card, presenti le ex campionesse Kvitova e Stephens. Wild card per il Md al nostro Federico Cinà

    Federico Cinà – Foto Yuri Serafini

    Tra i beneficiari delle wild card per il Miami Open 2025 spicca un nome che rappresenta il futuro del tennis italiano: Federico Cinà. Il giovane talento siciliano, appena 17enne, si prepara a un momento storico della sua carriera con il debutto nel circuito ATP in uno dei tornei più prestigiosi al mondo.Le ex campionesse Petra Kvitova e Sloane Stephens, insieme alla giovane promessa americana Learner Tien, sono tra i primi beneficiari delle wild card per il Miami Open, che si svolgerà dal 16 al 30 marzo presso l’iconico Hard Rock Stadium.
    Il significato della wild card per Miami a Federico CinàRicevere una wild card per un torneo Masters 1000 come Miami rappresenta un’opportunità straordinaria per un giovane alle prime armi nel circuito maggiore. Questa chance permetterà a Cinà di misurarsi con alcuni dei migliori giocatori al mondo, acquisendo un’esperienza inestimabile per il suo futuro professionale.Il debutto a Miami avrà un valore formativo fondamentale, indipendentemente dal risultato sportivo. La capacità di gestire la pressione di un palcoscenico così importante, di adattarsi al ritmo del tennis professionistico e di confrontarsi con avversari di alto livello sarà cruciale per la sua crescita.
    Le wild card maschiliSul fronte maschile, il 19enne Tien, che ha ottenuto due vittorie in questa stagione contro avversari della Top 5, è affiancato da Christopher Eubanks, Eliot Spizzirri, Federico Cina e Wu Yibing.Tien ha raggiunto i quarti di finale in due dei suoi ultimi cinque eventi del Tour, oltre ad essere arrivato agli ottavi di finale agli Australian Open. Due volte campione degli US 18s su cemento, ha vinto sette titoli professionistici durante la stagione 2024.Sia Eubanks che Wu hanno conquistato il loro primo titolo ATP durante la stagione 2023. Per Eubanks, la vittoria a Maiorca è arrivata pochi mesi dopo aver raggiunto i quarti di finale al Miami Open. Wu, ex numero 1 juniores, ha conquistato il suo primo titolo ATP a Dallas e sta tornando in azione per la prima volta da settembre.Spizzirri è un 23enne ex stella universitaria dell’Università del Texas che ha raggiunto due finali Challenger nei suoi ultimi quattro eventi, inclusa la vittoria del titolo la scorsa settimana a San Diego.
    Le wild card femminiliKvitova, vincitrice dell’edizione 2023, e Stephens, campionessa nel 2018, sono affiancate da Ajla Tomljanovic, Tyra Grant, Alexandra Eala, Victoria Mboko e Sayaka Ishii nel ricevere gli inviti speciali per il tabellone femminile.Per Kvitova, il Miami Open sarà il terzo torneo dopo la nascita del figlio Petr, avvenuta sette mesi fa. La due volte campionessa di Wimbledon, che vanta 31 titoli in carriera, farà la sua 14ª apparizione a Miami. Stephens, che include tra i suoi otto titoli in carriera anche lo US Open 2017, parteciperà al Miami Open per la 13ª volta.Tomljanovic, tre volte quarterfinalist in tornei del Grande Slam, ha disputato cinque finali WTA in carriera e ha raggiunto le semifinali ad Austin la scorsa settimana. Questa sarà la sua 11ª apparizione al Miami Open.Le rimanenti wild card WTA sono state assegnate a giovani talenti. Eala, 19enne originaria delle Filippine, è stata la vincitrice juniores degli US Open 2022 e ha precedentemente vinto due titoli di doppio negli eventi junior del Grande Slam. Mboko, 18 anni, è una canadese che ha già conquistato sette titoli professionistici dopo aver raggiunto la posizione numero 6 nel ranking juniores. Grant, americana che compirà 17 anni la prossima settimana, è stata classificata fino al secondo posto nel ranking juniores mondiale e ha vinto tre titoli di doppio juniores negli eventi del Grande Slam. Infine, Ishii, giapponese di 19 anni, ha precedentemente occupato la quinta posizione nel ranking juniores.
    Un evento di prestigioTra i partecipanti già annunciati ci saranno ben sette ex campioni del Miami Open.Ancora una volta, durante la seconda settimana del torneo si terrà il Miami Open Wheelchair Invitational, mentre il padel farà il suo debutto con la Publix Padel Cup in associazione con RedPADEL.Noto per la sua esperienza culinaria di livello mondiale, il Miami Open presented by Itaú accoglierà quest’anno più di 40 ristoranti e bar, con l’obiettivo di fondere il tennis con l’iconica cultura di Miami. Tra le novità di quest’anno ci sono ristoranti popolari come Fabel e Miami Slice, insieme a ritorni di preferiti come Kiki on the River e OMAKAI. Il cocktail ufficiale del torneo, l’Ace Paloma, sarà disponibile presso il Dobel Tequila Club a Palm Court e in varie location in tutto il complesso.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Arrivano gli italiani alla Napoli Tennis Cup: tra i favoriti in gara Darderi, Passaro e Fognini. Sono sei i top 100 Atp nell’entry list

    Luciano Darderi ITA, 2002.02.14 – Foto Getty Images

    Sono tre gli azzurri che compaiono tra i nomi più importanti del Challenger 125 organizzato da Master Group Sport insieme al Tennis Club Napoli e in programma dal 23 al 30 marzo prossimo. Si tratta di Luciano Darderi, primo dell’entry list e numero 60 del mondo (ma già top 35 lo scorso anno) che ha difeso i colori dell’Italia alle Olimpiadi nel 2024; di Francesco Passaro, n. 90 del mondo e semifinalista a Napoli nell’edizione 2024; di Fabio Fognini oggi n. 95 del mondo, gloria del tennis italiano e top ten Atp nel 2019.I tre tennisti italiani, insieme con il bosniaco Damir Dzumhur (84), il belga Raphael Collignon (92) e Chun-Hsin Tseng di Taipei (100) compongono la sestina di giocatori top 100 iscritti alla Napoli Tennis Cup e che rendono l’entry list di assoluto valore mondiale.
    Tra i 21 giocatori entrati nel main draw del torneo c’è anche Stan Wawrinka, già numero 3 del mondo e vincitore di tre tornei del Grande Slam, che non avrà quindi bisogno di una wild card (invito speciale) per partecipare al torneo. Insieme a Wawrinka e ai sei top 100 Atp, spiccano nell’entry list alcuni nomi particolarmente interessanti per gli appassionati. Su tutti il talento croato Borna Coric, numero 12 del mondo nel 2018 e vincitore nel 2022 del Masters 1000 di Cincinnati. Ancora, lo slovacco Jozef Kovalik, vincitore al torneo di Napoli nel 2016, il ventenne talento francese Luca Van Assche, e lo stesso Tseng di Taipei che proprio a Napoli ha vinto nel 2019 la medaglia d’oro alle Universiadi.
    Primo degli esclusi dall’entry list del main draw è il francese Pierre-Hugues Herbert (180), finalista a Napoli lo scorso anno che, se non dovesse rientrare nel tabellone principale, sarà il favorito delle qualificazioni. Sempre nel torneo di qualificazione compaiono i nomi fi altri azzurri: Federico Arnaboldi (214), Matteo Gigante (217), Andrea Pellegrino (255), Francesco Maestrelli (266) e il napoletano Lorenzo Giustino (269).
    Il tabellone principale della Napoli Tennis Cup sarà composto, quindi, dai 21 giocatori dell’entry list, da sei giocatori provenienti dal torneo di qualificazione, da due special exempt (giocatori impegnati nelle fasi finali di tornei subito precedenti alla Napoli Tennis Cup e che non possono partecipare alle qualificazioni) e da tre wild card, gli inviti speciali che potranno essere utilizzati nelle prossime settimane per migliorare la già ottima partecipazione al torneo.
    PROGRAMMA E BIGLIETTIÈ aperta la prevendita per acquistare i biglietti della Napoli Tennis Cup 2025 presso tutti i punti vendita del circuito Vivaticket, sui siti Vivaticket.com e azzurroservice.net. Previsti sconti sul costo dei biglietti giornalieri dedicatì agli Under 14 e sulle Scuole Tennis dei circoli della Campania.
    (Clicca per vedere l’entry list) Challenger Napoli (MD) Inizio torneo: 24/03/2025 | Ultimo agg.: 04/03/2025 17:41Main Draw (cut off: 178 – Data entry list: 03/03/25 – Special Exempts: 0/0)

    Alternates LEGGI TUTTO

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    Arthur Bouquier minacciato via social da uno scommettitore prima del match odierno: “Ho puntato 2000 euro su di te. Se perdi ti darò la caccia”

    Arthur Bouquier, n.225 ATP

    Arthur Bouquier ha diffuso un gravissimo messaggio di minacce ricevuto via social da uno sconosciuto scommettitore, taggando anche la ITF per dare maggiore visibilità a una problematica che coinvolge molti giocatori, e da molto tempo. Il 24enne di Lons le saunier, attualmente al n.225 ATP (intorno al proprio best ranking) è impegnato questa settimana al Thionville Open, torneo Challenger che si disputa in Francia, con un match in programma per la giornata odierna contro il qualificato tedesco Florian Broska (n.522). Bouquier ha mostrato via social un bruttissimo e minaccioso messaggio ricevuto da un scommettitore, che lo intima a vincere l’incontro – sul quale questo personaggio ha effettuato una puntata “pesante” – pena doversela vedere con lui, o addirittura rischiare la morte.
    Non vale neanche la pena riportare la traduzione dell’intero messaggio, ma come riportato dal cronista de L’Equipe Quentin Moynet, questi i passaggi salienti e più gravi delle parole scritte dallo squilibrato e inviate al tennista: “Scommetto 2.000 euro su di te (…) Se perdi, darò la caccia a te o alla tua famiglia solo per farti del male, anche se questo significa andare in prigione (…) Ti ucciderò”.

    Arthur Bouquier menacé de mort par un parieur avant son match au Challenger de Thionville cet après-midi…
    “J’ai misé 2000 euros sur toi (…) Si tu perds, je te traquerai, toi ou ta famille juste pour te faire du mal, quitte à aller en prison (…) Je te ferai la peau.” pic.twitter.com/XSYeCk021A
    — Quentin Moynet (@QuentinMoynet) March 4, 2025

    Una situazione inaccettabile, che non può essere tollerata. Chissà con quale concentrazione e serenità il povero Arthur scenderà in campo per la sua partita dopo aver visto una porcheria del genere.
    L’ITF ha lanciato nei mesi scorsi “Threat Matrix”, un’azione a tutela dei giocatori contro abusi del genere, e ci auguriamo che questo soggetto possa essere individuato e punito come merita. La speranza è che quest’iniziativa promossa da alcuni dei più importanti soggetti nel mondo del tennis venga condivisa da tutti (al momento la ATP ne è fuori) e possa aiutare ad arginare il pericoloso fenomeno degli abusi via social e anche degli abusi provocati dalle scommesse, piaga sociale e non solo tennistica.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    McEnroe: “Il record più sottovalutato di Djokovic? Le otto stagioni chiuse da numero 1”

    John McEnroe nella foto – foto getty images

    Novak Djokovic è riuscito a conquistare praticamente tutti i record più importanti nel mondo del tennis, ma secondo John McEnroe ce n’è uno in particolare che non riceve la giusta attenzione mediatica: le otto stagioni concluse come numero 1 del ranking mondiale.In una recente intervista rilasciata all’ATP, l’ex campione americano ha condiviso la sua opinione su quale sia il primato più sottovalutato tra quelli detenuti dal serbo, considerato da molti il più grande di tutti i tempi.
    “Tutto dipende, naturalmente, dalle ambizioni e dalle priorità di ciascun giocatore, ma per me la cosa più importante è sempre stata chi finisce l’anno come numero 1”, ha spiegato McEnroe, le cui parole sono state riportate dal portale “Teniski svet”.Il record di Djokovic è davvero impressionante: ha concluso otto volte la stagione in vetta alla classifica mondiale. Al secondo posto di questa speciale graduatoria troviamo Pete Sampras con sei, mentre al terzo posto sono appaiati Roger Federer, Rafael Nadal e Jimmy Connors con cinque ciascuno. Seguono proprio McEnroe e Ivan Lendl con quattro.
    Questo primato rimane spesso in ombra rispetto ad altri traguardi più celebrati, come il numero di titoli del Grande Slam, il totale di settimane trascorse al vertice del ranking, i trofei nei Masters 1000 o le vittorie alle ATP Finals.“Per me, la cosa più importante era finire la stagione come numero 1”, ha aggiunto McEnroe, che ha raggiunto questo obiettivo per quattro anni consecutivi, dal 1981 al 1984. “I miei 12 mesi erano migliori di quelli di chiunque altro”.
    L’americano ricorda ancora con orgoglio il suo debutto in vetta alla classifica. Nel marzo 1980, dopo aver battuto Jimmy Connors a Memphis, superò Bjorn Borg diventando il numero 1 del mondo. In quell’occasione, McEnroe divenne anche il primo tennista a detenere contemporaneamente la prima posizione sia in singolare che in doppio.“Guardavo la classifica mondiale e pensavo: ‘Mio Dio, non c’è nessuno davanti a me’”, racconta “Big Mac”. “Non mi aspettavo di raggiungere questo traguardo mentre crescevo. Ero sorpreso io stesso nel vedere il mio nome davanti a quello di Connors o Borg”.
    McEnroe è salito al vertice del ranking per ben 14 volte durante la sua carriera. L’ultima volta che ha occupato la prima posizione è stato nel settembre 1985. Il suo periodo più lungo al comando è stato tra agosto 1981 e settembre 1982, per ben 58 settimane consecutive. Con un totale di 170 settimane, occupa il settimo posto nella classifica di tutti i tempi per permanenza al numero 1.Durante i quattro anni in cui ha concluso la stagione come leader del ranking, McEnroe ha conquistato tre titoli a Wimbledon e due agli US Open.
    Nonostante ciò, l’americano riconosce l’eccezionalità del record di Djokovic, sottolineando come la capacità di mantenere la prima posizione alla fine dell’anno per ben otto volte sia una dimostrazione straordinaria di costanza ai massimi livelli, forse non celebrata quanto meriterebbe.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Presentato l’Atkinsons Monza Open 25: otto giorni di grande tennis e intrattenimento in una cornice da favola

    Foto di gruppo della conferenza stampa di presentazione tenuta in mattinata nella Sala degli Specchi della Villa Reale di Monza (foto Francesco Panunzio)

    Per conoscere i nomi dei protagonisti della prima edizione dell’Atkinsons Monza Open 25 bisognerà attendere fino a lunedì 17 marzo, data della chiusura delle iscrizioni e della pubblicazione dell’entry list ufficiale, ma il nuovo torneo internazionale di categoria 100 dell’ATP Challenger Tour, in programma al Villa Reale Tennis da domenica 6 a domenica 13 aprile con 143.000 euro di montepremi, continua a prendere forma. Numerosi dettagli organizzativi sono stati svelati nella conferenza stampa di presentazione tenuta in mattinata in una location d’eccezione come la Sala degli Specchi della Villa Reale di Monza, nel celebre Parco cittadino. È stata l’occasione per iniziare il countdown verso un evento nato con grandi ambizioni e tanti punti di forza, a partire da una settimana nella quale la stagione europea del tennis sulla terra battuta entra nel vivo. Monza è pronta a fare la sua parte, con un evento che miscelerà sport, socialità e intrattenimento, esaltando le realtà del territorio all’interno del villaggio ospitalità, cuore pulsante del torneo dove tutti – giocatori, istituzioni, partner, staff e spettatori, giovani in primis – potranno sentirsi protagonisti di otto giorni da ricordare.
    “Moltiplicare i momenti dedicati al grande sport per la nostra città – spiega Paolo Pilotto, Sindaco di Monza e Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco – ha un duplice valore: da un lato si conferma la vivacità di Monza in molteplici discipline sportive, che contribuiscono ad accrescere l’attrattività del nostro capoluogo e le sue opportunità di visibilità. Dall’altro lato ritengo che sia importante offrire ai tantissimi giovani che si cimentano nello sport di base – che a Monza vede l’impegno di oltre 240 società sportive – atleti e riferimenti positivi cui ispirarsi, per trovare nuove motivazioni e gustare appieno i benefici della pratica sportiva”.
    “Per noi – dice Cristiano Crippa, presidente del Villa Reale Tennis – è un orgoglio poter organizzare un evento simile, che oltre all’elevata qualità sportiva permetterà di apprezzare la contiguità del sito in cui si svolge il torneo, con il complesso della Reggia di Monza. In particolare, la Villa Reale coi suoi Giardini rappresenta una location di inestimabile valore paesaggistico, storico, monumentale e architettonico. Auspichiamo che l’evento possa offrire una possibilità di svago, crescita culturale e socializzazione a tutti gli appassionati di tennis e non solo. Sono questi i valori che intendiamo perseguire con l’Atkinsons Monza Open 25”.
    “L’avvicinamento al torneo – dice il direttore del torneo, Giorgio Tarantola – prosegue a gonfie vele e con grande entusiasmo da parte di tutti gli organi coinvolti. Non conosciamo ancora i partecipanti, ma ci aspettiamo un ottimo livello, con giocatori abituati ai grandi palcoscenici. A Monza troveranno un evento curato nei minimi dettagli e con una rarità assoluta per il circuito Challenger, ossia il sistema di chiamata elettronico”. In sostanza, in virtù dell’accordo stretto con la società IMG Arena, ai lati dei tre campi di gara non saranno presenti i giudici di linea e tutte le chiamate avverranno in maniera computerizzata, come avviene nei più grandi tornei del mondo (in Italia solo agli Internazionali di Roma e alle Nitto ATP Finals).
    Un’altra chicca dell’Atkinsons Monza Open 25 sarà l’ingresso gratuito fino a venerdì 11 aprile compreso, mentre è prevista la vendita dei biglietti per semifinali e finale, con modalità che verranno comunicate nelle prossime settimane.
    Ulteriori informazioni sul sito web del torneo monzaopentennis.villarealetennis.it e sulle pagine Instagram @monzaopen e Facebook Atkinsons Monza Open 25. LEGGI TUTTO

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    Larry Ellison, il “guru” di Indian Wells

    Larry Ellison con Novak Djokovic

    Come è possibile passare in una manciata di anni dall’orlo della bancarotta e cancellazione dal calendario ATP (o almeno deciso declassamento) a torneo più ricco, meglio organizzato e pluripremiato della stagione tennistica? Beh, un colpo di genio, o di fortuna. O meglio ancora, la combinazione delle due cose. Ogni sogno è diventato realtà in quel di Indian Wells grazie alla visione e “billions” del proprietario del Masters 1000 californiano, Larry Ellison, uno degli uomini più ricchi del mondo e grandissimo appassionato di tennis. Il “guru” dell’informatica, da sempre amante del nostro sport, decise nel 2009 di rilevare il torneo californiano dopo averlo inizialmente sostenuto da lontano in una complessa operazione di salvataggio. Da lì in avanti qualche anno di consolidamento e quindi via a progetti faraonici di ampliamento e miglioramenti continui, fino all’attuale definizione di “Tennis Paradise” che è tanto marketing ma ha anche del vero, vista la straordinaria accoglienza e qualità dei servizi riservati a giocatori e pubblico, migliaia di appassionati che ogni fine inverno arrivano in quest’oasi nel deserto e si lasciano cullare da mille opportunità di svago e tennis di primissima qualità.

    Un po’ di storia
    Il torneo di Indian Wells nacque grazie agli sforzi di due ex Pro, Charlie Pasarell e Raymond Moore. Tra il 1974 e il 1976 non figurava nella stagione tennistica ufficiale, entrando nel Grand Prix Tennis Tour nel 1977. Il primo campione fu Brian Gottfried e il suo albo d’oro vanta quasi tutti i più grandi nella storia del gioco (eccetto Borg e McEnroe, fatto questo assai curioso). Ci furono anche degli spostamenti di sede, fino a stabilirsi nell’area attuale, la Coachella Valley nei pressi di Palm Springs (a 201 km da Los Angeles). Negli anni il torneo crebbe moltissimo come notorietà e valore, restando sempre appena dietro a Key Biscayne (all’epoca considerato il “quinto Slam”) e vivendo alti e bassi e livello economico. Nel 2000 si decise di costruire da zero l’Indian Wells Tennis Garden per rinnovare le strutture, con la visione di diventare un punto di riferimento del tennis nel nuovo millennio, forte anche dei finanziamenti di Mark McCormack. La creazione del primo stadio fu stupefacente, ma negli anni il peso degli investimenti e qualche problema con alcuni sponsor statunitensi dopo il boicottaggio delle sorelle Williams misero il torneo in grande difficoltà. Quella faccenda esplose su tutti i media nazionali e la immagine dell’evento non ne uscì all’epoca benissimo. Le due Williams avrebbero dovuto giocare una contro l’altra la semifinale nel 2001, ma Venus si ritirò a causa di un infortunio non meglio precisato. Uscirono pesanti speculazioni di una scelta di comodo, di papà Richard che avrebbe deciso per mandare avanti Serena; la folla nel corso della finale fischiò ripetutamente Serena, sia durate il gioco che nel corso della premiazione, dopo aver trionfato. Nove giorni dopo, mentre partecipava al torneo di Miami, Richard Williams dichiarò senza mezzi termini di esser stato assalito verbalmente mentre era sugli spalti con Venus ad assistere la finale, “qualcuno mi urlò che mi avrebbero scuoiato vivo”. Il direttore del torneo di Indian Wells Charlie Pasarell affermò molto amareggiato “Mi sono sentito in imbarazzo quando è successo tutto quello che è successo. È stato ingiusto che la folla facesse una cosa del genere”. Serena e Venus disertarono il torneo fino al 2015, quando il nuovo capo Ellison chiamò di persona le due, convincendole a tornare.
    Oltre a questo episodio il torneo visse un momento di gravissima crisi economica tra 2006 e 2007: alcuni importanti sponsor non rinnovarono il proprio contratto tanto che Indian Wells arrivò ad un passo dal perdere la data poiché non era assicurata la copertura finanziaria triennale necessaria al rinnovo con l’ATP. E c’era dell’altro a minacciare fortemente Indian Wells. Dall’altro lato del deserto c’era l’uomo più ricco del mondo all’epoca, il magnate della telefonia messicana Carlos Slim, che spingeva per portare l’allora Master Series nella incantevole baia di Acapulco, all’interno di un faraonico progetto di rilancio dello sport e dell’entertainment messicano insieme ad investimenti notevoli in un nuovo complesso sportivo – alberghiero di lusso. Numeri da capogiro, un progetto molto ben realizzato e la curiosità da parte dell’ATP di esplorare un mercato potenzialmente enorme, mentre il tennis a stelle e strisce iniziava la discesa con la chiusura dell’epopea di Sampras e Agassi. Nell’ambiente finanziario si parlava di accordo già fatto, la firma del passaggio di data come cosa fatta e Indian Wells declassato ad ATP 250 dal 2008. Quando le bottiglie di Champagne negli uffici della Telmex di Slim erano già pronte sul tavolo, Passarell con un colpo di coda ottenne una nuova copertura finanziaria che fece saltare in extremis l’accordo e il torneo restò ad Indian Wells, con grave smacco per i messicani che minacciarono anche le vie legali per vederci chiaro. Chi c’era dietro a questo rilancio?
    Non è mai stato chiarito, ma visto che nel 2009 Larry Ellison divenne ufficialmente il proprietario del torneo, è facile pensare che già all’epoca il suo intervento possa esser stato decisivo. Ma chi è questo signore sorridente che ogni anno non si perde un match di cartello sul centrale del suo torneo, dialogando spesso e volentieri nel suo box in primissima fila con gente come Federer, Agassi, Djokovic e via dicendo? Ellison non è noto al grande pubblico come i magnati della finanza o gli inventori delle nuove aziende hi-tech che oggi dominano il mercato, come Bill Gates e via dicendo, ma è da anni uno dei personaggi più influenti al mondo, grazie alla sua visione e prodotti rivoluzionari. La sua è la classica storia americana, di uno che si è fatto da solo partendo dai bassifondi.

    Ellison, la rivoluzione nella gestione di dati a database
    Nato nel 1944 nel Bronx, per Forbes nel 2024 è il quinto uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 141 miliardi di dollari. La sua creatura è Oracle, impresa con oltre 140mila dipendenti in tutto il mondo, meno visibile di Apple, Microsoft, Google, Amazon e tutte le varie big-tech che dominano il mercato, ma se pagate con una carta di credito, prenotate un volo o un hotel, o cercate qualche servizio di vario genere, al 99% anche se non lo sapete state usando un database o sistema creato, affinato e venduto proprio da Ellison. Ne ha fatta davvero tanta di strada questo genio della matematica, figlio di una ragazza madre e adottato da piccolo. E pensare che la sua famiglia lo considerava un sorta di perditempo, tanto da spingerlo a non insistere per lo studio; ma il giovane Larry non abbandonò mai la sua passione e clamorosa intuizione per la matematica ed i sistemi, diventando la sua fortuna.
    Lasciati gli studi universitari dopo un solo semestre, scommette su se stesso recandosi in California, ambiente più stimolante e non basato sull’industria ed economia tradizionale. Ellison non era interessato ad un lavoro tradizionale, una scrivania e una famiglia; lui vedeva avanti e voleva studiare il mondo, capire come poter applicare la sua intuizione e convinzione che con i numeri si potesse costruire un sistema per fare cose strabilianti. Per diversi anni passa da un’azienda all’altra lavorando come tecnico e facendo esperienza, i semi per la nascita di una impresa tutta sua. Rivoluzionaria. “I manager erano burocrati conformisti, riluttanti a prendere decisioni, paralizzati dalla paura di sbagliare. Con mia sorpresa mi resi conto che ero migliore di loro nello scegliere la strada giusta e risolvere problemi” racconta Ellison a Matthew Symonds, autore del libro Softwar. An Intimate Portrait of Larry Ellison and Oracle. La svolta arriva ne, 1977: Larry lavora per una azienda che raccoglie milioni di dati, ma non riesce a trovare un modo per organizzarli in modo efficace. Siamo all’alba dei computer, e qua Ellison prende la palla al balzo, convincendo due colleghi a seguirlo nella sua visione, quella di creare una nuova azienda per fare consulenza sull’archiviazione e gestione dei dati attraverso un software nuovo e mai visto prima.
    Ellison inizialmente aveva pensato ad una gestione dei dati, ma la mole di lavoro era impossibile da sopportare con mezzi tradizionali, quindi da una esigenza nasce la risposta, e la rivoluzione: creare una software che faccia lavorare di meno, e guadagnare di più. “Avevamo un sacco di richieste, ma per soddisfarle stavamo in ufficio 11 ore al giorno, 7 giorni su 7. Così ho deciso di lasciar perdere la consulenza per dedicarmi ai software, molto più vantaggioso perché un programma si crea e poi si continua a vendere” affermò Ellison. Spinse tutte le sue idee e risorse per creare un nuovo sistema per archiviare i dati dei database, più rapido e soprattutto con chiavi di ricerca e gestione più efficaci. A quell’epoca non esisteva un sistema soddisfacente e per questo l’avvento del suo nuovo software cambiò le regole del gioco, un sistema che memorizza i dati sia logicamente, sotto forma di tablespace, sia fisicamente, sotto forma di file (datafile). Era appena nato Oracle. “Il prodotto doveva avere velocità e affidabilità, questi i punti di forza. Puntammo a un mercato non appetibile per IBM (il gigante dell’epoca, ndr) e che fosse rischioso: così avremmo avuto meno competitor” continua Ellison. Rischio alto, ma altissimo il rendimento perché nessuno ha un prodotto così, tanto che tutti si interessano a questo sistema di archiviazione e gestione dati, addirittura la CIA. Quella collaborazione nacque per un colpo di genio e fortuna, visto che uno dei soci di Ellison era conosciuto dal responsabile acquisti dell’Agenzia dell’Intelligence degli USA.

    Dalla CIA al… mondo
    Aver suscitato l’interesse della CIA fu una mossa commerciale straordinaria, in brevissimo tempo il passaparola portò Oracle sulla bocca di tutti, grandi aziende comprese, ma c’era un enorme punto di domanda: lo sviluppo e vendita richiedevano cash, un flusso costante di denaro che… mancava, poiché per vendere il prodotto stesso i pagamenti all’inizio erano stati dilazionati nel tempo, in modo che i clienti potessero provare il sistema e assicurarsi della sua bontà. Casse vuote. La scommessa di Ellison fu lavorare senza guadagnare un dollaro, per diverso tempo, e con lui i migliori collaboratori, con l’impegno di premiarli in modo più che soddisfacente nel breve periodo. Altro scoglio per Oracle era garantire la massima compatibilità con i vari sistemi informatici: nel 1980 non eravamo come oggi adagiati su un paio di sistemi operativi, c’era un mercato in continua evoluzione. Ellison gira come un matto per tutte le case software in modo da studiare i vari prodotti e far sì che il suo gioiello possa funzionare senza intoppi. Alti e bassi, ma alla lunga possiamo affermare che ha vinto lui.
    Dopo l’enorme interesse iniziale, la crescita fu importante ma non così immediata come lo stesso Ellison si aspettava. Importanti aziende informatiche consideravano Lary e i suoi prodotti come “inutili”, forse temendolo… Infatti Oracle rispetto agli USA ebbe un impatto superiore in Europa, dove c’era un approccio al cliente meno basato sul guadagno a breve termine, e si cercava soprattutto un partner tecnologico affidabile nel lungo periodo, per non aver problemi. Quindi oltre alla forza di vendita, necessaria alla crescita, Larry investe molto nell’assistenza e formazione, andando a rastrellare sul mercato i migliori tecnici che, forti della loro competenza, erano in grado di spiegare ai clienti i vantaggi del sistema Oracle rispetto a tutti gli altri. Questo divenne altra sua mossa vincente. Dai 50 dipendenti del 1983, moltissimi puri venditori, nei primi anni ’90 la sua impresa diventa una realtà forte e consolidata in tutto il mondo. Con 131 milioni di dollari di fatturato, Oracle sbarca in borsa nel 1986. Il treno di Ellison, nonostante scontati alti e bassi quando si parla di hi-tech vista la volubilità del mercato, e qualche errore strategico prontamente rimediato con una fede incrollabile nella sua azienda, era partito e non si è più fermato.
    Con i guadagni mostruosi maturati, Ellison si è tolto molti sfizi. Dall’acquisto di una isola alle Hawaii ad alcuni giocattoli “discutibili” (addirittura degli aerei da combattimento ex sovietici, con più di qualche difficoltà per farseli consegnare negli States…), fino all’approdo nel mondo dello sport, prima la vela in American’s Cup dove arrivò secondo nel 2004 poi il tennis, una delle sue grandi passioni. 100 milioni per rilevare il torneo di Indian Wells nel 2009, altrettanti per un primo rilancio e poi moltissimi investimenti per costruire pezzo dopo pezzo il “Tennis Paradise”. Oggi il suo torneo è considerato il migliore al mondo dopo gli Slam. Sogna di arrivare al rango dei Major, ma intanto si gode la sua creatura con un motto che rilancia nelle poche interviste che concede: “Non mi interessa diventare l’uomo ricco del mondo, sarò felice quando con le mie azioni renderò il mondo un posto migliore. Ma non chiamatelo altruismo, il mio è egoismo. Anzi, chiamartelo egoismo illuminato”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Martina Trevisan annuncia: si opererà al piede dopo mesi di cure conservative senza risultati

    Martina Trevisan nella foto – Foto Getty Images

    La tennista italiana Martina Trevisan ha condiviso sui social network un importante aggiornamento sulla sua condizione fisica. Attraverso una storia pubblicata sul suo profilo Instagram, la giocatrice ha annunciato la decisione di sottoporsi a un intervento chirurgico per risolvere definitivamente i problemi al piede che la stanno tormentando da diversi mesi.
    “Ciao a tutti! Volevo darvi un piccolo update sulla mia situazione attuale”, ha scritto Trevisan nel suo messaggio ai fan. “Purtroppo le cure conservative per il mio infortunio al piede degli ultimi mesi non ha dato un esito positivo… Ho deciso quindi di sottopormi ad un intervento chirurgico per risolvere una volta per tutte questo problema.”
    La 31enne toscana, che in carriera ha raggiunto i quarti di finale al Roland Garros nel 2020 e le semifinali nel 2022, sta vivendo un periodo difficile a causa di questo infortunio che ha limitato significativamente le sue prestazioni negli ultimi tornei. Nonostante i tentativi di risolvere il problema con terapie conservative, la situazione non è migliorata, portandola alla difficile ma necessaria decisione di ricorrere alla chirurgia.
    Nel suo messaggio, Trevisan ha voluto anche ringraziare i suoi sostenitori per il continuo supporto ricevuto durante questo periodo complicato: “Vi ringrazio tantissimo per il vostro continuo supporto e non preoccupatevi…. tornerò più forte di prima! ❤️”
    Non sono stati forniti dettagli sulla data dell’intervento né sui tempi di recupero previsti, ma è chiaro che la tennista dovrà affrontare un periodo di stop forzato prima di poter tornare in campo. La speranza è che questa soluzione chirurgica possa finalmente permetterle di superare i problemi fisici e tornare a competere ai suoi livelli.Marco Rossi LEGGI TUTTO