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    Isabelle Haak insignita del Premio Victoria dalla Principessa Ereditaria di Svezia

    L’ascesa di Isabelle Haak nell’olimpo del volley mondiale non si ferma. Dopo la stagione perfetta in Italia con la Prosecco DOC Imoco Volley Conegliano, culminata con la conquista della Champions League, e la medaglia d’oro all’ultima edizione di Golden League con la sua nazionale, nel suo già ricco palmares dalla giornata di domenica 14 luglio si conta un premio (in questo caso individuale) in più.

    Durante il Concerto Victoria, la cerimonia in onore del compleanno della Principessa Ereditaria di Svezia Victoria, la giocatrice di Conegliano ha ricevuto il Premio Victoria.

    Questo riconoscimento viene assegnato dal 1979 ad un atleta svedese per meriti sportivi e a premiare Bella è stata proprio la Principessa Ereditaria in persona, nella splendida cornice del Castello di Borgholms, nell’isola di Öland.

    (fonte: Federazione Svedese Pallavolo) LEGGI TUTTO

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    Modena Volley piange la scomparsa di Andrea Parenti

    Con enorme tristezza Modena Volley tutta ha appreso la terribile notizia dell’improvvisa morte di Andrea Parenti.
    Da oltre dieci anni Andrea era una colonna della nostra società, una persona che amava profondamente Modena Volley e chi ne faceva parte, una persona cui era impossibile non volere bene.
    Andrea era un grande commerciale, innamorato del suo lavoro, una persona che aveva nel cuore Modena Volley e le persone che con lui lavoravano al PalaPanini. Andrea aveva qui una seconda famiglia, a tutti gli effetti.
    Andrea Parenti lascia un enorme vuoto in tutti noi, che in questi anni gli abbiamo voluto profondamente bene.
    Alla madre Maria, al padre Renato a tutti i famigliari e alle tantissime persone che gli volevano bene vanno le più sentite condoglianze e un enorme abbraccio.
    Ci mancherai tanto Andrea, niente sarà più lo stesso senza di te LEGGI TUTTO

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    Confermati fisioterapisti e osteopata della Volley Banca Macerata

    La squadra biancorossa è pronta a lavorare in vista della stagione 2024/2025 con diverse novità che riguardano il roster ma con il valore aggiunto dato da uno staff consolidato e affiatato. Anche per quanto riguarda il reparto medico sono arrivate conferme importanti: lo scorso anno si è poi formato un gruppo di qualità con tre giovani professionisti, “Affronteremo la nuova stagione con tanta sicurezza in più”, racconta il fisioterapista Francesco Maccari, “I successi ottenuti lo scorso campionato hanno certamente aiutato anche lo staff a consolidarsi ed oggi è importante per la squadra poter trovare uno staff coeso, che si conosce e comunica bene tra i vari reparti. La passata stagione è stata la prima per me tra i professionisti e non poteva esserci esperienza migliore”.
    Anche il fisioterapista Marco Cicellini conferma, “È stata una bellissima esperienza. Si è creato un bel rapporto tra noi e con il resto dello staff biancorosso: ci confrontiamo spesso con il preparatore Paolorosso e con coach Castellano e i suoi assistenti. Ora ci prepariamo al salto di categoria in A2, sappiamo che anche noi dovremo dimostrarci all’altezza di questa nuova avventura; si alzerà l’intensità del lavoro fisico per la squadra e noi dovremo porre maggiore attenzione nel seguire gli atleti”.
    La Volley Banca Macerata può inoltre fare affidamento sull’osteopata Federico Ascenzi, “Come fatto lo scorso anno, siamo impegnati nel lavoro preventivo per quanto riguarda la condizione degli atleti; quest’anno sarà richiesta ancora più attenzione da parte nostra proprio per rispondere ad un livello di stress fisico maggiore al quale sarà sottoposta la squadra e che può aumentare il rischio di infortuni. Il mio lavoro va in sinergia con quello dei colleghi per offrire il miglior supporto ai giocatori. Siamo un gruppo affiatato e non vediamo l’ora di cominciare il lavoro in vista di questa nuova stagione in A2”. LEGGI TUTTO

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    Longo Borghini: “Giro, non potevo chiedere di più. Olimpiadi? So di essere in forma”

    Dopo la vittoria del Giro d’Italia Women, la piemontese racconta sensazioni e progetti futuri a Sky: “Quando c’è in palio qualcosa di importante si riesce ad andare oltre ciò che si pensava di poter fare, ed è quello che mi è successo. Volevo vincere, ma non solo per un secondo”. Sulle Olimpiadi: “Saranno gare particolari e dure, ma sono consapevole della mia ottima forma fisica” LEGGI TUTTO

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    Pogacar, il record al Tour de France 2024 a Plateau de Beille spiegato bene

    1998: Pantani in maglia gialla bissava il giro della rosa, celebrato come mito e con simil doppietta raggiungeva Coppi, Merckx, Indurain, Anquetil, Hinault e Roche. 1998 è l’anno del Panta ma è anche l’anno di nascita di Tadej Pogacar. Sembra un gioco del destino perché i tempi record da battere (Plateau de Beille) sono proprio quelli del Pirata e Tadej, Taddeo, Pogi, Ciuffettino o semplicemente fenomeno, lo frantuma, lo liofilizza, lo annienta: 39 e 42 contro 43 e 12. Disumano o inumano, mostruoso. Fino a dopo il traguardo sì, perché le braccia le alza al cielo solo dopo l’ultima botta, colpo di reni, quasi a voler suggellare il suo primo posto, il suo record, il suo primato giallo, il suo impero pirenaico del momento. Prevedibile e di enorme modernità. È il modo di correre attuale che ti stravolge. Pantani 1998-Pogacar 2024, 26 anni di cambiamento radicale che determinano i tempi e tempistiche, a questo devi aggiungere il tipo di tattica che si è sviluppato subito sulla salita finale. Innanzitutto, parliamo di fuoriclasse. In questo Tour sono 3: Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel, i primi due con due squadre fortissime, micidiali. Ritmo impressionante all’attacco degli ultimi 15 chilometri in salita, soprattutto in considerazione che erano già passate 4 montagne di prima categoria, insomma una passeggiata di salute. La corsa la fa la Visma di Vingegaard, il danese sta bene e deve recuperare sulla maglia gialla e questa è la tappa giusta. Per Pogacar è la situazione perfetta, lui si mette dietro Vingegaard con qualche scudiero e attende, rilassato e neppure preoccupato. Rispetto alle tappe precedenti è assai più concentrato e sente la corsa come non mai. Prestissimo il gruppo dei migliori è ridotto al lumicino, sono in pochi. Ai -10 km l’ultimo vagone della Visma si fa da parte e il capitano si muove aumentando il ritmo con la speranza di stroncare l’avversario. Non si volta, testa bassa e gambe che frullano veloci. Dietro, sembra senza far fatica, l’ombra gialla dello sloveno. Ecco la prima analisi, i tempi e la velocità espressa prima dalla squadra e poi da Vingegaard sono stratosferici e tutto è partito assai presto. Evenepoel è già dietro e va su del suo passo, gli altri di classifica dispersi. Vingegaard continua senza scattare, allenta la tensione dei reni, della schiena, alzandosi qualche volta sui pedali. La sua faccia è una maschera, fa fatica, e le braccia che attanagliano il manubrio, inquadrate da vicino, sono sudatissime. Fila via e i tempi di salita sono da record totale. I raffronti sono imparagonabili, anche l’asfalto è migliorato più fluido e le ruote scorrono quasi senza resistenza, piccole variazioni di percorso agevolano i miglioramenti. Una sola volta si gira il danese, una sola ma quel volto, quello sguardo al suo avversario dietro di lui è una radiografia precisa dello stato fisico del momento. È un attimo e Pogacar scatta, uno scatto in faccia a chi aveva dettato ritmo e esaurito la squadra. Quindi, nonostante gli sforzi, Pogacar si è risparmiato nella prima parte, tirava la Visma, ed anche dal nono al quinto chilometro stando alle spalle e coprendosi dall’aria aperta da Vingegaard. Guadagna subito metri preziosi per l’agilità messa nelle pedalate, rapporti non durissimi e più gambe che girano, oltre al colpo psicologico a chi doveva fare sfracelli. Vola “Pogastar” senza problemi fino a sotto il traguardo tagliato come detto.

    Confronti difficili da fare: il ciclismo è cambiato
    Record e distacchi notevoli a tutti, nessun escluso, un Tour quasi messo in cassaforte. All’arrivo è una mesta processione tanto da far aumentare anche il tempo massimo per non cancellare la buona parte dei corridori, l’ultimo Demare (un vincitore di Milano- Sanremo) arriva ad un’ora. Sbriciola il record ma, come detto, è stata il tipo di corsa che ha permesso in primis di poterlo sbriciolare, poi consideriamo tutta la tecnologia espressa sulla bicicletta, dalla posizione, messa in sella, al cambio elettronico più rapido nei passaggi, ampia scelta di rapporti tanto da decidere fino all’ultimo anche con un cambio di bici, materiali di enorme leggerezza e addomesticabilità, ti alzi sui pedali e la bici ti segue come una frustata dandoti maggiore elasticità. I nuovi disegni e la ricerca della aerodinamicità permettono ampie differenze. Una ricerca continua. Froome verso il 2010 dava frullate e aveva cambiato il modo di pedalare ora la frullata è più regolare e si lavoro molto sul ritmo e meno sulla forza e i corridori seguono come la bibbia i dettami dei watt, la potenza e le istruzioni dei loro preparatori. Come anche la nutrizione e la perdita di peso per aumentare la leggerezza sui pedali e diminuire lo sforzo, Pogacar è altro un metro e 77 e pesa dopo due settimane di Tour circa 64 chili. Copertoni più scorrevoli e più larghi danno maggiore scorrevolezza in salita e sicurezza in discesa. Da non tralasciare l’abbigliamento studiato nei minimi dettagli per dare quasi una seconda pelle, più leggera della prima. Tutto è cambiato da quel 1998 di Pantani, era rimasto questo record come ve ne sono altri su altre cime ma prima di tutto è la tattica fatta dai campioni e poi tutto il resto. Sono confronti inconfrontabili, la modernità e la ricerca di ogni minimo dettagli permettono il radicale cambiamento non tanto verso il record ma verso chi deve staccare l’altro per poter vincere, come in salita o come in volata. Pogacar ha vinto 14 volte al Tour e 80 volte in carriera,  2 Tour e un Giro come corse a tappe e ora potrebbe entrare nel ristretto, lotto dei fenomeni dove l’ultimo è stato Pantani: Giro-Tour. Pantani certamente è il riferimento anche per i campioni attuali come Nibali lo è per l’ultima vittoria di tappa italiana alla Grande Boucle, 27 luglio 2019, 100 tappe fa, tanto tempo fa, troppo tempo che un italiano non passa primo sotto il traguardo del Tour. Ci consoliamo con le vittorie e i record altrui. Peccato.  LEGGI TUTTO

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    Verso Italia-Argentina, Galassi: “Avversario giusto, hanno talento e carattere. Anzani? Duro colpo per tutti”

    Lasciata definitivamente Cavalese e la Val di Fiemme, la Nazionale Maschile ha raggiunto oggi Firenze dove domani sera alle ore 21 affronterà l’Argentina nel primo dei due test match in programma (si replica giovedì al Pala Dozza di Bologna sempre alle 21) prima della partenza per i Giochi fissata per martedì 23 luglio. 

    Le due gare saranno trasmesse in diretta TV su Rai Sport e in diretta streaming su RaiNews.it

    Giannelli e compagni, dopo le notti magiche di EuroVolley 2023, sono pronti a ricevere nuovamente il calore dei tifosi italiani – oltre 3mila i tagliandi venduti al PalaWanny – a qualche giorno dalla partenza per quello che rappresenterà l’evento clou della stagione 2024. Dall’altre parte della rete, dunque, l’albiceleste di Marcelo Mendez, formazione che gli azzurri conoscono perfettamente e che in più di un’occasione ha dimostrato di essere una squadra di primissimo livello. 

    A presentare il doppio confronto con i sudamericani è stato Gianluca Galassi: “Come è consuetudine la stagione in corso è lunga e impegnativa, ma su questo ormai siamo abituati; personalmente faccio parte del gruppo che ha disputato le prime due week di VNL, quindi mentre i nostri compagni sono stati poi impegnati nelle Finals, noi abbiamo proseguito il lavoro fisico e tattico a Cavalese. Ora però i due gruppi, chiamiamoli così, si sono riuniti e stiamo lavorando duramente in vista dei Giochi. Chiaramente anche da parte nostra c’è molta curiosità per capire lo stato di forma, si tratterà di due step importanti in vista di Parigi. L’Argentina è una squadra di talento e di carattere che gioca una buona pallavolo; ritengo sia l’avversario giusto da affrontare in questo momento della stagione”. 

    Il centrale, trasferitosi nel frattempo da Monza a Piacenza, prosegue: “Quella che si vedrà a Firenze e Bologna sarà un’Italia con tanta voglia di fare, giovane, ma anche con consapevolezza dei propri mezzi; un giusto mix di atleti d’esperienza e altri esordienti, ma dotati di un talento cristallino. C’è la giusta voglia di rivalsa rispetto all’ultima edizione dei Giochi disputata. Fino a ora la nostra è stata una stagione positiva; nei primi due turni di Volleyball Nations League abbiamo fatto vedere davvero una buona pallavolo e alle Finals i ragazzi hanno sfiorato l’impresa; noi ovviamente abbiamo tifato dall’Italia e caduta l’ultima palla ci siamo attaccati ai telefoni per mandare messaggi nei quali abbiamo scritto quanto fossimo orgogliosi di loro”.

    Galassi rivolge poi un pensiero a Simone Anzani: “E’ stato un duro colpo per tutti noi, un fulmine a ciel sereno; siamo consapevoli di quanto sarebbe stato importante per lui vivere quest’esperienza; andremo a Parigi con lui e per lui. Sappiamo che Anza è sempre con noi”.Ultima riflessione è sulla giovane età del gruppo azzurro: “Far parte di questo gruppo è una sensazione meravigliosa, ma lo è ancora di più sapere di essere tra i veterani, questo significa che il movimento italiano è in salute e offre opportunità sempre nuove. Qui ci sono ragazzi dal talento incredibile, atleti molto giovani che hanno tutti i numeri per stare in pianta stabile in nazionale maggiore. E’ una situazione molto simile a quando Michieletto venne con noi a Tokyo, vuol dire che il suo non è stato un caso isolato. Io non mi abituerò mai a sentirmi uno dei vecchi, ma è una sensazione davvero bellissima (ride, ndr)”. 

    Gli azzurri per il doppio Test Match Palleggiatori: Simone Giannelli (Capitano) e Riccardo Sbertoli.Schiacciatori: Alessandro Michieletto, Daniele Lavia, Luca Porro, Mattia Bottolo.Centrali: Gianluca Galassi, Roberto Russo, Giovanni Sanguinetti.Opposti: Yuri Romanò, Alessandro Bovolenta.Liberi: Fabio Balaso e Gabriele Laurenzano.Gli avversariPalleggiatori: Sanchez Pages (n.1), De Cecco (n.15)Schiacciatori: Martinez Franchi (n.3); Facundo Conte (n.7), Vicentin (n.17), Palonsky (n.21), Palacios (n.13)**Centrali: Loser (n.8), Ramos (n.18), Zerba (n.22), Gallego (n.4)*Libero: Danani (n. 9)Opposti: Lima (n.12), Koukartsev (n.16)

    *Non in lista per i Giochi**giocatore di riserva ai Giochi 

    I precedenti tra Italia e ArgentinaPartite totali: 59, Vinte Italia 42, Vinte Argentina 17

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Aurispa Lecce, ufficiale l’ingaggio dello schiacciatore salentino classe 2007 Raffaele Colaci

    Aurispa Lecce annuncia l’ingaggio del giovane schiacciatore salentino Raffaele Colaci. Il classe 2007 è alto 197 cm ed è reduce da due stagioni di Serie B con la Materdomini Castellana Grotte.

    Colaci, originario di Monteroni di Lecce, è un prodotto del vivaio di Castellana Grotte, con cui ha militato nelle varie categorie giovanili, vincendo titoli provinciali e regionali under 15, under 17 e under 19. Ha disputato sette finali nazionali, ottenendo tre podi e due terzi posti. Ha partecipato, inoltre, a due Trofei delle Regioni, con la selezione regionale della Puglia, per poi essere convocato dalla Nazionale under 17.

    Con gli azzurrini, Colaci ha vinto il trofeo Wevza a gennaio 2023 e i campionati europei di categoria nel luglio dello stesso anno. A gennaio scorso, infine, il giovane schiacciatore è stato premiato con il titolo di “Miglior Atleta Salentino per la stagione 2022/23” dal comitato territoriale della FIPAV Lecce ed ha ottenuto la chiamata della Nazionale Under 18 per partecipare ad un collegiale.

    Giovani ed esperti vanno, dunque, a comporre il puzzle di atleti che faranno parte del roster di Aurispa Lecce per la stagione sportiva 2024/25. Le scelte apportate dal Ds Antonio Scarascia, con la supervisione di coach Tonino Cavalera, rispondono all’esigenza di creare una squadra eterogenea, intercambiabile ma portata a ben amalgamarsi, sfruttando le diverse caratteristiche di ciascun elemento.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Coach Mario Di Pietro argento con la nazionale U22

    Coach Mario Di Pietro rientra dall’Olanda con una medaglia d’argento al collo. Il neo allenatore della Serie A2 Tinet ha conquistato il secondo posto agli Europei U22 sedendo sulla panchina azzurra nelle vesti di assistente di Vincenzo Fanizza. Tra gli azzurri d’argento i complimenti vanno anche all’ex Passerotto Mattia Boninfante.
    Per la nazionale un risultato eccellente considerando che nel roster mancavano tre pezzi da novanta per la categoria come Luca Porro, Laurenzano e Bovolenta, tutti impegnati con la nazionale maggiore per preparare le Olimpiadi di Parigi.
    Nonostante questo gli azzurri hanno passato un girone tosto e battuto in semifinale una candidata alla vittoria finale come la Polonia.
    La finalissima con la Francia è stata un autentico giro sulle montagne russe con i transalpini che si sono portati avanti sul 2-0 e hanno avuto a disposizione anche un match point nel quarto set.
    Non adatto ai deboli di cuore il tie break. Italia avanti 2-0. Poi una palla a terra, difesa dal libero francese fa esprimere civili rimostranze a Fanizza che però prende un rosso. Dal 3-0 si passa la 2-2. Nonostante questo gli Azzurri hanno ben 5 match point.Uno, sulla battuta di Orioli sarebbe anche trasformato, ma l’arbitro slovacco valuta fuori la palla e l’urlo della vittoria resta strozzato in gola. Alla fine a festeggiare per 22-20 è la Francia.

    “Ritengo comunque il percorso estremamente positivo – racconta Coach Di Pietro – a inizio manifestazione avremo messo la firma per raggiungere questo risultato, considerando anche le defezioni in squadra. Nonostante questo la squadra si è compattata, è cresciuta nel corso della manifestazione e ha dimostrato gran carattere perchè non era per niente facile battere la Polonia e neanche reagire in quel modo con la Francia. Ovviamente c’è molto rammarico per non aver concretizzato i 5 match point, anche se l’arbitraggio in questo senso non ci ha favorito. Ma sono anche convinto che quando metabolizzeremo la delusione ci renderemo conto di aver fatto veramente un’impresa sportiva e saremo soddisfatti ed orgogliosi di noi stessi” LEGGI TUTTO