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    AutomotiveLab Plug, a Milano alla scoperta della nuova mobilità elettrica

    L’auto elettrica, ma anche altri mezzi elettrificati, saranno quindi il futuro della mobilità e non solamente nelle città. Ma l’approccio al mondo dei mezzi alla spina non è semplice e né immediato per tutti e i prodotti sul mercato sono diversi, soprattutto in questa fase di transizione verso il 2035. Sulle nostre strade circolano due tipologie di vetture con la spina, le elettriche pure, le BEV, e le hybrid plug-in, le PHEV. Ecco quindi che con questo evento vogliamo aiutare le persone a capire come fare la scelta giusta in funzione delle proprie esigenze.
    Tre giorni dedicati alla mobilità elettrificata
    L’evento, che si articola su tre giornate, a Milano in Piazza Tre Torri a CityLife, è interamente dedicato al futuro della mobilità con un convegno il venerdì e una parte di educational ed esposizione di vetture con la possibilità di effettuare test drive iscrivendosi direttamente al desk al centro dell’esposizione oppure prenotandosi nei giorni precedentei all’evento sul sito www.auto.it. I test drive delle vetture avverranno con il supporto degli istruttori di guida sicura della scuola X-Leader – X-Driving School. I visitatori oltre a poter provare le vetture elettriche e plug-in hybrid, avranno a disposizione l’intera redazione di Auto e i tester del magazine che risponderanno a tutti i quesiti sul futuro della mobilita? a zero emissioni.
    Oltre alle vetture, saranno coinvolti anche altri attori fondamentali di questa transizione della mobilità come ad esempio le società energetiche o i produttori di pneumatici, ma anche quelle Case automotive che si occupano del trasporto pesante. Infatti l’evento AutomotiveLab Plug ha l’obiettivo di essere una manifestazione con uno scopo educational per raccontare in modo chiaro il futuro della mobilità e permettere ai cittadini di capire come orientarsi in questo cambiamento che stiamo affrontando.
    Alla scoperta della nuova mobilità a zero emissioni
    In tutte le tre giornate i visitatori potranno avere una completa visione di come sta mutando la mobilità rispetto a come l’abbiamo vissuta negli ultimi cento anni, analizzando diversi temi. Guidare un’auto elettrica non è così diverso da come siamo abituati con quelle a motore endotermico, ci sono però una serie di differenze che vanno oltre al tema della ricarica come l’autonomia, il consumo che è espresso in kWh/km e non in litri/km, il sistema di recupero dell’energia con la funzione brake, la guida con il sistema one pedal, gli spazi di frenata maggiori perché il peso della vettura è maggiore.
    Tante novità che vanno spiegate e provate durante i test drive. L’uso di una vettura elettrica comporta, oltre a come fare fisicamente una ricarica, che è la cosa piu? intuitiva, anche tante altre situazioni da affrontare per passare alla transizione elettrica della mobilità. È fondamentale capire l’erogazione della potenza dell’energia con colonnine in AC, DC e HDC, i tempi di ricarica, le norme che regolano la permanenza negli spazi delle colonnine di ricarica, le app per individuare i punti di ricarica, i contratti che permettono di risparmiare sulla ricarica, come comportarsi all’estero. Le società energetiche presenti e i giornalisti di Auto daranno risposte a tutti questi quesiti.
    Le vetture elettriche e plug-in hybrid inoltre pesano molto di più di una vettura con motore endotermico, e la potenza che viene trasferita è immediata. Questi fattori, insieme ad altri come il fatto che molte BEV per ottimizzare l’autonomia hanno sempre ruote di diametri maggiori, comporta che gli pneumatici di queste vetture non sono identici a quelli delle auto endotermiche. Ecco che con le aziende di pneumatici andremo a spiegare agli interessati la differenza nella costruzione e nella progettazione di questi pneumatici e perche? vengano utilizzate mescole più dure e anche materiali piu? green.
    In ultimo coinvolgeremo anche produttori di veicoli commerciali leggeri, perché il futuro della mobilità per abbattere le emissioni nocive passa anche per i mezzi dell’ultimo miglio, ovvero quelli che fanno le consegne nei centri cittadini e non solo. Sempre piu? brand stanno presentando veicoli elettrici anche per queste necessità. Così, l’esposizione di veicoli (van e mezzi commerciali leggeri) può far capire che la mobilita? elettrica coinvolge tutti i mezzi a 360°.
    Appuntamento a Milano
    Il venerdì mattina si svolgerà un convegno che coinvolgera? un parterre di esperti sul futuro della mobilità e sarà possibile seguirlo in streaming anche direttamente dall’installazione nella Piazza Tre Torri e dal sito www.auto.it. AutomotiveLab Plug e? un evento che vi porterà nel futuro della mobilità ma con i piedi per terra.
    Due italiani su tre sono pronti ad acquistare auto ecologiche LEGGI TUTTO

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    I prezzi troppo alti fermano la svolta green: le auto elettriche costano troppo

    Sono potenti, tecnologiche, belle e rispettose dell’ambiente, ma sono ancora troppo costose. Le automobili elettriche rappresentano il futuro della mobilità ma il loro prezzo è decisamente troppo alto, fattore che scoraggia notevolmente i guidatori ad acquistarle. Secondo un’indagine condotta da Areté, tali vetture dovrebbero costare almeno il 30% in meno rispetto al prezzo attuale.
    Stop ai motori endotermici nel 2035: il ministro dell’Ambiente tedesco approva il piano
    Percentuali alla mano
    Lo studio parte dall’analisi delle modalità di spostamento degli italiani: ben il 64% si serve dell’auto privata per i propri trasferimenti abituali, solo il 6% usa i mezzi pubblici, che dalla pandemia sembrano non essersi ancora ripresi. Quasi il 20%, e il trend è in decisa crescita, si affida ai servizi di mobilità condivisa (sharing o pooling), formule che consentono di abbattere i costi del viaggio, le emissioni inquinanti e contribuiscono a decongestionare le città.
    Ibrido o elettrico?
    L’analisi evidenzia come 4 italiani su 10 hanno già guidato, anche occasionalmente, una vettura elettrica. Chi lo ha fatto ne ha apprezzato la silenziosità (indicata dal 43% del campione), il relax di guida (19%) e i consumi ridotti (19%); le stesse caratteristiche che si aspetta dalla vettura alla spina anche chi non ha ancora avuto occasione di salirci a bordo.
    Continua a crescere la propensione verso le vetture elettrificate nel nostro Paese. Anche grazie ai cospicui investimenti in comunicazione promossi dalle Case automobilistiche negli ultimi anni. Alla domanda “Se dovessi acquistare un’auto nuova quale alimentazione sceglieresti?”, ormai 1 italiano su 2 indica una vettura ibrida e ben il 38% (era il 23% solo 3 mesi fa nella precedente survey) si dichiara pronto per l’elettrico. Tra i principali motivi che guidano questa transizione figura in primis la ragione ambientale (“per non inquinare”, indicata dal 50% del campione). Seguita dalle opportunità di risparmio su consumi e costi di manutenzione (42%).
    Per acquistarla 3 su 4 sono pronti a servirsi di finanziamenti, noleggio a lungo termine e leasing. Mentre il restante 25% intende farlo con pagamento in contanti. Tra i fattori che potranno migliorare il feeling con questa motorizzazione vengono indicati in primis il pricing (ancora troppo alto e indicato da un italiano su due come ostacolo all’acquisto) e quelli collegati all’autonomia del veicolo: il 25% sarebbe spinto ad acquistare una vettura elettrica da punti di ricarica più veloci, servizi di ricarica a domicilio, minori costi di ricarica.
    Prezzi esagerati
    Una cosa è certa. Il problema centrale per la diffusione massiva dell’elettrico resta oggi il prezzo, ben oltre le capacità di spesa degli italiani.
    Il 56% degli intervistati sarebbe disposto a pagare meno di 30.000 euro per averne una. Meno di 20.000 euro, per una Citycar e tra i 30.000 e i 40.000 per una berlina piccola Premium. 
    L’analisi di Areté
    Massimo Ghenzer, presidente di Areté, ha commentato così i risultati dell’analisi effettuata: “Lo studio evidenzia come in Italia l’interesse per le auto elettriche sia ulteriormente cresciuto negli ultimi mesi. Quasi tutti valutano ormai con attenzione le motorizzazioni ibride ed elettriche per il futuro acquisto dell’auto. Resta però un ostacolo decisivo per una più ampia diffusione di questi veicoli: il prezzo. Va colmato almeno un 30% di gap tra l’attuale prezzo di mercato e le disponibilità di spesa degli italiani. Un disallineamento che sarà solo parzialmente e temporaneamente colmato dagli incentivi in arrivo. Senza un riduzione di questo gap appare oggi poco realistica un’immediata significativa crescita della quota dell’elettrico sul mercato”. 
    Una Ferrari Testarossa elettrica? Il progetto “eretico” arriva dalla Gran Bretagna LEGGI TUTTO

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    Italia, stop alla vendita di auto endotermiche entro il 2035

    Le tappe del phase out
    A renderlo noto è stato il Ministero della Transizione Ecologica al termine della quarta riunione del Cite, il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica. Nella nota diramata dai ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, sono state infatti fissate le tempistiche per la sostituzione dei veicoli spinti dal tradizionale motore a scoppio: “Il phase out delle automobili nuove con motore a combustione interna – si legge nel comunicato – dovrà avvenire entro il 2035, mentre per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri entro il 2040”.
    Biocarburanti e idrogeno sono della partita
    Un percorso, però, che non prevede di puntare solo sull’elettrico, ma che coinvolge anche idrogeno e biocarburanti come strumenti necessari alla decarbonizzazione: “In tale percorso – prosegue il comunicato – occorre mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di ‘neutralità tecnologica’, valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici, ma anche le potenzialità dell’idrogeno, nonché riconoscendo – per la transizione – il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia”.
    Come salvare la Motor Valley
    Resta, comunque, una rivoluzione epocale che coinvolge una delle eccellenze italiane. La Motor Valley è il fiore all’occhiello dell’industria automobilistica nazionale e rischia di essere travolta dai vincoli stretti della transizione ecologica.
    La Terra dei Motori è un’icona che va salvaguardata, infatti:“Per quanto riguarda i costruttori di nicchia – conclude il comunicato – misure specifiche potranno essere eventualmente valutate con la Commissione europea all’interno delle regole comunitarie”.
    Stop auto termiche, Porsche: Europa, no a eccezioni per le supercar italiane  LEGGI TUTTO

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    Renault, De Meo: “Elettrificazione è l'inizio di una nuova era”

    Non si smentisce mai. Istrionico, disponibile, vulcanico, mai banale, assolutamente diretto. Luca de Meo, il bocconiano milanese di orgogliose origini pugliesi che governa con il sorriso il volto scoperto della luna francese dell’auto, quello di Renault, si può definire lo specialista dei grandi rilanci. Richiamato a gran voce sul luogo dell’esordio, porta in dote il suo tocco magico, visto che ha partecipato ai trionfi di Toyota Yaris, Lancia Yspilon e soprattutto Fiat 500, quando venne nominato a capo della squadra marketing del Lingotto dal compianto Sergio Marchionne, prima di accettare la corte del gruppo Volkswagen dove ha posto le basi del definitivo decollo dell’Audi e poi della rinascita di Seat, prima della “genialata” Cupra. A Renault non poteva dire di no, nonostante la situazione difficile in cui si trovava il costruttore della Losanga dopo la fuga di Carlos Ghosn, il difficile rapporto con i giapponesi di Nissan e i fragili equilibri con il Governo francese che aveva appena restituito al mittente l’ipotesi di accordo con FCA.
    Così, a poco più di un anno di lavoro – ha preso il potere l’1 luglio del 2020 – con l’annuncio di un piano ambizioso come il Renaulution a metà gennaio, eccolo lì, pronto a mettere in atto le sue mosse. Lo abbiamo incontrato al Salone di Monaco, davanti alla prima pietra del suo nuovo edificio, rigorosamente sostenibile: la Renaul Mégane E-TECH Electric. “Per noi è l’inizio di una nuova èra basata su un tema complesso come quello dell’elettrificazione e dopo un periodo molto difficile. Abbiamo studiato e capito esattamente dove siamo rispetto alle scelte dei nostri competitor. Non mi va di fare classifiche, noi non spariamo cifre, ma vi posso dire che siamo molto avanti, perchè i soldi possono comprare molte cose, non l’esperienza. E Renault ne ha accumulata tanta in questi 10 anni”.
    Ma come fate a competere con una concorrenza che sembra scatenata?«Anche se non abbiamo le risorse per sparare 46 nuovi modelli (per caso si riferiva al Gruppo Volkswagen? ndr), riteniamo di disporre di tutto l’ecosistema necessario per essere competitivi in questa rivoluzione. Non si può valutare la bontà dei numeri e dei volumi dalle macchine che si lanciano. Perché se poi non creano valore… Piuttosto, possiamo contare sulla partnership con NIssan e godiamo di un grande vantaggio su scala usando lo stesso modulo di batteria e la stessa piattaforma, la CMF-EV, molto flessibile, sulla quale riusciremo a costruire modelli più piccoli come nuova Renault 5 e anche più grandi, tipo Suv di segmento C e D, tipo Nissan Ariya”.
    Intanto, la prima pietra della Renaulution, l’avete messa.”Semplicemente, la Mégane elettrica è una nuova partenza, stiamo uscendo dalla rianimazione, ma è una vettura che parla al cuore del mercato europeo, è nativa digitale, dotata di 26 sistemi di ausilio alla guida, ha l’autonomia giusta – 300 o 480 km, ndr – si ricarica in 30 minuti e grazie alla grande collaborazione con Google siamo riusciti anche a tenere conto dell’aspetto più importante, la connettività, evitando la discontinuità tra smartphone e macchina. Sì, penso che nuova Mégane possa diventare una prima auto. E lo dico senza problemi: con questo prodotto siamo sicuri di offrire la migliore tecnologia sul mercato in rapporto al prezzo e vogliamo giocare nella major league del segmento elettrico per dimostrare che queste vetture sanno essere emozionanti e divertenti”.
    Ma secondo il vostro business plan quando comincerete a fare profitti all’altezza delle vetture con motori termici?”Per l’investimento che abbiamo fatto sull’elettrificazione serviranno più di 10 anni, ma già oggi su una Zoe elettrica guadagnamo più che su una Clio normale. Diciamo che le curve di rendimento si dovrebbero incrociare intorno al 2025-26, anche perché entro quel periodo prevediamo che le vetture con motori a combustione vedranno raddoppiare i prezzi”.
    Il futuro sarà solo elettrico?”No. Non a caso abbiamo convinto il Governo francese di sostenere in ambito Unione Europea la necessità di mantenere la tecnologia ibrida e l’uso dei carburanti alternativi oltre il 2035″.
    Com’è nato il lancio della nuova Renault 5 ora solo Prototype?”È stato frutto del caso. Dopo pochi giorni che ero in Renault, avevo già bocciato metà dei progetti di design. Poi, passando per i corridoi vidi un modello messo da parte in una teca di vetro. Era una Renault 5, da tutti valutata retrò. La presi e dissi “dovete fare questa elettrica….” e siamo finiti su tutti i giornali. Non ho reinventato nulla, ma guardarsi dietro non significa essere a corto di idee perchè la gente ha buona memoria. E ora, visto che funziona, pensiamo di fare la stessa operazione con la Renault 4″.
    Lei crede ancora nella funzione dei Saloni?”Rispondo così: quando abbiamo deciso di andare a Monaco perdevamo 8 miliardi di euro. Spero che le altre Case facciano lo stesso l’anno prossimo a Parigi. Quella dell’automobile è una bella industria perché ha sempre saputo condividere ricchezza, ora forse è troppo business e meno show, ma i ragazzi si fanno ancora le foto con le Lambo”.
    Dacia, Mobilze, Alpine sono gli altri pilastri della strategia del Gruppo: a che punto sono?”L’offerta adesso è completa. Dacia si concentra sulle soluzioni più accessibili. E più Dacia vendo più ci guadagno, sarà l’assicurazione sulla nostra profittabilità, con i motori termici finchè si potrà, anche bifuel, poi dal 2023 l’ibrido. Ma c’è anche la Spring elettrica. Con Mobilize offriamo mobilità a pacchetti flessibili, come Sky, per rendere la mobilità più efficiente. Alpine si è posizionata più in alto grazie all’effetto F.1 che funziona, regala sempre più emozioni e questo ci spinge a riflettere su altre situazione come Le Mans, dove aspettiamo di conoscere l’evoluzione dei regolamenti prima di decidere e sul Mondiale Rally elettrico”.
    Quanto peserà l’emergenza figlia della crisi dei chip?”Su di noi tanto, perchè eravamo riusciti a scendere a -2,8 miliardi nel primo semestre, un salto enorme rispetto agli 8 miliardi a cui accennavo prima. E ora è dura. All’automotive è successo di tutto, manca solo l’invasione delle cavallette. Scherzi a parte, è un problema serio che non si risolverà prima del 2022, almeno completamente. È una situazione complessa perché complessa è la catena di lavoro che li produce. Catena che passa da un fornitore all’altro, magari in Paesi diversi. Per fare un esempio, dalla fusione del silicio alla sistemazione dei circuiti possono trscorrere dai 3 ai 5 nesi e rimettere in funzione il meccanismo interrotto dalla pandemia e da altre situazioni non è facile. Per evitare che riaccada qualcosa del genere bisognerà una rilocalizzazione della produzione. meglio se ce li produciamo in casa”. LEGGI TUTTO

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    Mercedes EQS, tutto il lusso in elettrico

    Niente ansia da ricarica
    Della EQS si è già detto molto. Il dato che sicuramente ha lasciato tutti (o quasi) basiti è l’autonomia dichiarata: 770 km. L’ansia da ricarica con un range di tale portata dovrebbe definitivamente sparire. Il valore, che fa riferimento al ciclo combinato omologato secondo lo standard WLTP, è relativo alla versione 450+ di EQS. Ovvero quella equipaggiata di un solo motore elettrico e dell’accumulatore più capace, da 107,8 kWh. In realtà di EQS c’è pure la versione 580 4MATIC che, come si evince dal nome è provvista di trazione integrale – perché i motori sono due – e c’è pure un altro pacco batterie da 90 kWh. Gli accumulatori così come i layout della trazione sono perfettamente interscambiabili, nel senso che la 450+ potrà essere provvista pure di batteria da 90 kWh.
    Viaggiare nel silenzio dell’elettrico
    Ma prima di entrare nel dettaglio tecnico, è doveroso soffermarsi su quello estetico. L’ammiraglia tedesca supera abbondantemente i 5 metri di lunghezza (5,22 per l’esattezza), ma la linea così slanciata e il baricentro basso le hanno consentito di realizzare un nuovo record per la categoria: un Cx di appena 0,20. Il frontale definito dall’abituale black panel dei modelli EQ può essere corredato di gruppi ottici anteriori con tecnologia Digital Light con risoluzione di 2.6 milioni di pixel. La vista laterale si completa con cerchi da 19 a 22 pollici. L’efficienza aerodinamica va di pari passo con la riduzione del rumore. Non sono un derivato dello stile, ma di una serie di innovazioni tecniche che di fatto “isolano” l’ammiraglia EQS dal resto del mondo.
    Interni all’avanguardia
    Per avere un sentore di cosa ci attende in futuro bisogna dare uno sguardo agli interni. Il maxi schermo da 144 cm, è in realtà formato da tre display distinti. Il primo, quello fronte guidatore, è adibito sostanzialmente alla strumentazione (12,3 pollici). Il secondo, al centro, fa riferimento all’apparato multimediale e ai comandi secondari (17,7 pollici Oled). E poi c’è il terzo dinanzi al passeggero (12,3 pollici Oled). In opzione è disponibile un Head-Up Display dalla diagonale record di 77 pollici, integrato pienamente con le specifiche della realtà aumentata. E se in tempo di pandemia la purificazione dell’aria è un mantra condiviso e necessario, la nuova EQS mette sul piatto il filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air). Ha un livello di filtrazione tale da intrappolare anche l’anidride solforosa e gli ossidi di azoto e ha pure la certificazione “OFI CERT” ZG 250-1 per quanto concerne virus e batteri.
    Tanta tecnologia che si traduce in tanto peso. E per contrastare i chili di troppo, oltre a soluzioni come le sospensioni pneumatiche, la nuova EQS è provvista di serie di retrotreno autosterzante. Di serie l’angolo di sterzata arriva sino a 4,5 gradi. Ma in alternativa, è possibile ordinare l’asse posteriore sterzante con un angolo di sterzata fino a dieci gradi. La cosa interessante, nel caso in un primo momento tale accessorio non venga ordinato, è che è possibile farlo successivamente. Ma non serve intervenire fisicamente per modificare l’asse, ma basta un aggiornamento via web (OTA, over the air) per cambiare le specifiche dell’assetto. Così la connettività non è solo funzionale alle attività legate all’infotainment o alla ricarica, ma in grado di mutare un aspetto tecnico dell’auto.
    Tre livelli di recupero energia in frenata
    Dicevamo poc’anzi degli accumulatori e, in ultima battuta della connettività. L’innovativo software di gestione della batteria, sviluppato internamente, consente aggiornamenti via etere (OTA). In questo modo il sistema di gestione dell’energia rimane aggiornato per tutto il ciclo di vita.
    L’EQS può essere caricata fino a 200 kW nelle stazioni di ricarica rapida con corrente continua. Mentre dalle colonnine (o wallbox) in corrente alternata, può assorbire sino a 22 kW. Il sistema Mercedes me Charge da accesso ad una rete con 500.000 punti in 31 paesi, di cui oltre 200.000 in Europa. Con IONITY Unlimited, tutti i clienti europei Mercedes me Charge possono utilizzare gratuitamente la rete di ricarica rapida per un anno.
    Ma una volta in ricarica quanto ci vuole? Se è plausibile avere accesso a colonnine che consentano alla batteria (da 107,8 kWh) di assorbire 200 kW, 38 minuiti dovrebbero essere sufficienti per una ricarica completa. In corrente alternata la potenza assorbita scende a 22 kW. Il modello 450+ sviluppa 245 kW di potenza, mentre la 580 4Matic arriva a quota 385. Nel prossimo futuro arriverà una variante sportiva AMG da 761 CV.
    L’attenzione al risparmio energetico è dettata anche dal sistema di recupero di energia in frenata. Raggiunge un picco massimo di 290 kW sulla versione a quattro ruote motrici e di 186 kW sulla trazione posteriore. Chi siede al volante può impostare tre livelli di recupero di energia e le modalità della funzione di “veleggiamento” tramite le leve del cambio al volante. LEGGI TUTTO

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    Stellantis, l’offensiva elettrica è sempre più vicina

    “Il 2020 – ha detto – è stato anche un anno di contrasti, che ha visto insieme momenti di crisi e creatività. Nello stesso periodo in cui abbiamo affrontato le numerose sfide che ci si presentavano per salvaguardare le nostra attività, abbiamo anche compiuto enormi progressi nella creazione di qualcosa di nuovo e di molto speciale: Stellantis. Non dobbiamo dimenticare che FCA e PSA hanno dato vita a questa unione ambiziosa ed entusiasmante raggiungendo risultati straordinari e dimostrando una grande resilienza contro ogni tipo di avversità. Dopo la nomina del top management a gennaio, stiamo ultimando le nomine per le posizioni di leadership, al fine di creare un team ben equilibrato, e sono lieto di annunciare che un quarto di questi ruoli saranno ricoperti da donne. Stiamo lavorando affinché Stellantis abbia la migliore organizzazione possibile, con leader capaci e talentuosi che sappiano portare punti di vista differenti e siano accomunati dalla stessa apertura al cambiamento. Le esperienze di queste prime fasi mi rendono molto fiducioso verso il futuro e i risultati straordinari che potremo raggiungere insieme”.
    Ferrari elettrica, 2025 nel mirino: la conferma di Elkann
    I rapporti con Tavares
    Anche in materia di “convivenza” e divisione dei ruoli, Elkaan sembra decisamente soddisfatto.
    “Carlos Tavares condivide con me la stessa ambizione per Stellantis. Entrambi vediamo la sua nascita non come un punto di arrivo, quanto come l’inizio di un nuovo viaggio entusiasmante. Lavorare insieme in questi primi mesi è stato molto arricchente sia professionalmente che personalmente, possiamo dire di avere iniziato nel migliore dei modi”.
    In primo piano, appunto, la sostenibilità “Come azienda, faremo inoltre il possibile per integrare gli ambiziosi impegni nella nostra strategia di rendere i nostri obiettivi di crescita compatibili con le pratiche di sviluppo sostenibile. Questo approccio scaturisce dalla nostra volontà di sostenere l’ambiente, di favorire un’economia decarbonizzata, impegnando la nostra organizzazione a perseguire l’azzeramento del carbonio nei nostri prodotti e nel nostro impatto ambientale. Sul piano della nostra attenzione al sociale, crediamo fermamente nell’importanza dell’istruzione, un’area in cui supportiamo e promuoviamo numerose iniziative nelle nostre comunità. Tra queste, l’ambizioso e innovativo progetto dello “Science Gateway” avviato insieme al Cern di Ginevra, che ogni anno accoglierà oltre 300.000 persone interessate a studiare e scoprire le meraviglie della scienza in ogni suo aspetto, dall’universo alla fisica delle particelle”.
    Le sfide di una nuova era
    Non solo una dichiarazione di principio, come ci ha tenuto a sottolineare Elkann.
    “Stellantis ha un’offerta elettrificata all’avanguardia con la più ampia gamma in Europa di veicoli full electric nel segmento B, che esprime alla perfezione la nostra idea di mobilità elettrica di massa per il prossimo futuro. La Citroën Ami a trazione interamente elettrica, ad esempio, è una soluzione di mobilità urbana molto economica che non richiede neppure la patente. Allo stesso tempo, la Maserati MC20, è una vettura super sportiva realizzata quasi interamente in fibra di carbonio, sviluppata con le tecniche più avanzate e tecnologie d’avanguardia derivate dalla Formula 1. Il nostro settore sta attraversando un’epoca di cambiamenti profondi e sempre più veloci, che nel prossimo decennio saranno ancora più intensi e ci costringeranno a ripensare al concetto di mobilità così come lo conosciamo. È proprio questo il motivo alla base della decisione di creare Stellantis, un’azienda che oggi possiede le dimensioni, la tecnologia e l’ambizione non solo per rispondere alle sfide di una nuova era, ma anche e soprattutto per dare forma al futuro della mobilità con prodotti e servizi innovativi e sostenibili”.
    Obiettivo 2021: triplicare le vendite
    Ad entrare nel merito, ci ha pensato Carlos Tavares, l’ad di Stellantis, che sta approntando il piano strategico di lungo periodo che sarà presentato nel Capital Markets Day tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. “Sarà un piano offensivo, in grado di sviluppare una strategia vincente anche per il mercato cinese. Sarà un piano con rotture significative. Abbiamo molte opportunità eccitanti e altrettanti valori da esprimere e serve una chiara governance”.
    L’ad di Stellantis ha spiegato che è stato creato un ufficio per le sinergie per procedere all’integrazione: “Siamo sulla buone strada per raggiungere il livello previsto nel 2021. Vogliamo andare avanti con scelte radicali. E in termini di sinergie, abbiamo iniziato con il piede giusto”.
    Nello specifico, l’ad ha annunciato che l’8 luglio si terrà lo “Stellantis Electrification Day”, una gioranta storica, nella quale saranno annuciate strategie e piattaforme condivise. I pilastri del piano strategico saranno le 4 nuove architetture sulle quali sorgeranno elettriche di segmento A-B da 500 km di autonomia, un’altra per le vetture C-D e 600 km di percorrenza, quella per le vetture di segmento D-E da 800 km di autonomia e infine una dedicata a SUV e pick-up.
    L’obiettivo del 2021? Triplicare le vendite delle elettriche ottenute nel 2020, raggiungendo le 400 mila unità. “Nel 2021, il 14% delle auto vendute in Europa da Stellantis – ha affermato Tavares – sarà elettrificato, con l’obiettivo di arrivare al 38% nel 2025 e al 70% nel 2030. Nel 2025 in Europa il 98% dei modelli del gruppo sarà disponibile anche in versione elettrificata”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari elettrica, 2025 nel mirino: la conferma di Elkann

    “Continuiamo a mettere in atto la nostra strategia di elettrificazione in modo estremamente rigoroso – ha spiegato -. E la nostra interpretazione e applicazione di queste tecnologie sia nel motorsport, sia nelle auto stradali è una grande opportunità per trasmettere l’unicità e la passione del Cavallino Rampante alle nuove generazioni. Siamo molto entusiasti della nostra prima Ferrari completamente elettrica, che abbiamo in programma di presentare nel 2025 e potete esserne certi. Tutto quello che nel vostro immaginario gli ingegneri e i designer di Maranello sono in grado concepire per un simile punto di riferimento della nostra storia, verrà realizzato”.
    I tre modelli del 2020
    Elkann ha ricordato che “Nonostante tutte le difficoltà nel 2020 sono stati presentati con grande successo tre nuovi modelli in modalità digitale: la Ferrari Portofino M, la SF90 Spider e la 488 GT Modificata. Questo significa che oggi abbiamo la gamma di prodotti più bella, innovativa e ampia di tutta la nostra storia”, ha sottolineato. I risultati del 2020 sono stati conseguiti grazie a una performance molto forte nel quarto trimestre. Questo è stato possibile grazie alla solidità del nostro core business, al miglioramento dei ricavi della Formula 1, alle azioni di contenimento dei costi messe in atto nel corso dell’anno e a un andamento dei cambi favorevole rispetto alle nostre proiezioni. Grazie alla solida performance del 2020, il CdA ha proposto agli azionisti una distribuzione di dividendi di circa 160 milioni di euro e ha inoltre approvato il riavvio del nostro programma pluriennale di riacquisto di azioni”.
    Nuovo CEO
    Elkann ha aggiornato tutti anche sulla ricerca del nuovo CEO: “Stiamo facendo progressi, e presto avremo la figura con le competenze giuste per guidarci in questo decennio. Siamo vicini ad una short list di candidati molto forti che hanno tutte le qualità, in particolare le capacità tecnologiche, per guidare la società. Il nuovo CEO e il senior management team condividerà con voi il futuro entusiasmante di Ferrari nel Capital Markets Day nel 2022, anno importante per i lanci di nuove vetture e del Purosangue, il nostro Suv in particolare, qualcosa di davvero speciale”
    A fine giornata, gli azionisti della Ferrari hanno approvato con il 99,98% dei voti a favore, il bilancio 2020, che presenta ricavi netti del Gruppo pari a 3,460 miliardi di euro, in calo dell’8,1% rispetto all’esercizio precedente, a seguito di minori consegne e minori ricavi di Formula 1 e del marchio. L’ebitda si attesta a 1,143 miliardi di euro, in calo del 10% con un margine del 33%, l’ebit è stato di 716 milioni di euro, in calo del 21,9%. L’assemblea ha approvato la distribuzione di un dividendo di 0,867 euro per azione, per un importo complessivo di 160 milioni di euro”.
    Ambizioni sportive
    E Ferrari non abdica al suo storico ruolo nello sport. Anzi, rilancia. “Stiamo intensificando le nostre ambizioni nello sport automobilistico, e non solo in Formula Uno, dove la nostra formazione di giovani eccezionalmente talentuosi ha già portato una nuova grande e positiva energia al team. A febbraio abbiamo annunciato il nostro ritorno a Le Mans nel 2023, una gara in cui si sono giocati tanti grandi capitoli nella nostra storia delle corse automobilistiche. Questo ci offre un’altra opportunità per competere ai massimi livelli, testando i confini della tecnologia in pista e poi trasferendo le nostre conoscenze all’ineguagliabile pedigree e all’esperienza di guida di una nuova generazione di auto da strada Ferrari”. LEGGI TUTTO