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    Ferrari, il teaser anticipa la 296 Spider?

    Mentre la versione da corsa, Ferrari 296 GT3, ha iniziato il percorso di sviluppo partendo da Fiorano, direzione gare endurance nel 2023, c’è una novità Ferrari 296 GTS di imminente presentazione.
    Un teaser diffuso sui social rappresenta i passaruota posteriore della 296 GTB, dalle forme riconoscibilissime per le spalle ondulate sulla presa d’aria laterale. La particolarità del dettaglio è la lettura della linea di cintura e del montante, diversissimo rispetto alla GTB.
    Guarda la galleryFerrari 296 GTB, la supercar ibrida alla prova
    Verso la presentazione della 296 Spider
    Appuntamento al 19 aprile per scoprire quella che sarà una Ferrari 296 Spider o, in modo assai più logico, 296 GTS. La sigla segue la logica del battezzare la GTB – Gran Turismo Berlinetta, dove le declinazioni spider spessissimo in Ferrari hanno sostituito la lettera finale della sigla Berlinetta, anziché adottare la denominazione Spider.
    Soluzioni tecniche invariate, dalla 296 GTS si attende una configurazione targa, con tetto rigido asportabile. Il motore è il V6 3 litri ibrido plug-in, sistema da 830 cavalli – 663 cavalli dalla componente termica – e con la peculiarità di un angolo tra le due bancate molto aperto, 120°. LEGGI TUTTO

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    Mitsubishi Colt torna nel 2023, grazie a Renault

    Si muove in scia di nuova ASX, alla quale seguirà nel debutto, nel 2023. Appuntamento in primavera per il Suv urbano, poi nel corso dell’autunno spazio a nuova Mitsubishi Colt. Modello storico per il Marchio, torna sulla scena e nel segmento che le è appartenuto nelle più recenti edizioni.
    Particolarissima fu la proposta sul mercato fino al 2013, la serie Z30 presentata nel 2002 tre e cinque porte, prima di un restyling che ne snaturò parecchio l’originalità. Negli anni Novanta fu modello su base Mirage, dei mercati asiatico e australiano, declinando una gamma con motori anche di cubatura importante.
    Nuova Colt, sarà compatta e ibrida
    Il futuro le riserverà una produzione su base Renault Clio. Stessa architettura CMF-B, stessi contenuti tecnologici e stesse motorizzazioni. Avrà un sistema ibrido, tra le proposte con le quali andrà sul mercato. L’E-Tech è formula collaudata nell’abbinata tra motore 1.6 litri aspirato e motori elettrici. 
    Le sinergie interne all’Alleanza permetteranno a Mitsubishi di strutturare una gamma di prodotti, in Europa, con i quali presidiare il segmento A e B. Da un lato la citycar Mirage, poi il passaggio Colt tra le utilitarie e, con nuova ASX, un Suv urbano. Colt e ASX sono progetti speculari a Clio e Captur, guardando in casa Renault.
    Inizia a svelare il design
    Il primo teaser mostra chiarissime le basi Clio, tuttavia c’è un apprezzabile lavoro dei designer Mitsubishi nel personalizzare il frontale. Piacevoli le linee che richiamano il Dynamic Shield già dei suv del Marchio, cromature della calandra che si estendono e integrano i gruppi ottici. È il nuovo volto di famiglia che ritroveremo su Colt e ASX 2023.  LEGGI TUTTO

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    Nissan Qashqai, il sistema e-Power debutta in Italia in estate

    Manca davvero poco al debutto sul mercato europeo di Nissan Qashqai e-Power, con arrivo in Italia previsto per l’estate 2022. Di cosa si tratta? Lo abbiamo definito un’idea parecchio alternativa di motore ibrido, anche se in realtà di ibrido, per come lo conosciamo, non ha nulla, se non una necessaria quota di emissioni di Co2 dal motore turbo benzina.
    Primo elemento dell’equazione, il turbo 1.5 litri da 158 cavalli (leggi il test di Qashqai 1.3 turbo). Ha la peculiarità di operare con un sistema di rapporto di compressione variabile, tra 8:1 e 14:1, a seconda che sia richiesta la massima prestazione o l’assoluta efficienza.
    Guarda la galleryNissan Qashqai 2021, ecco la terza generazione
    Come funziona
    È un’unità di origine Infiniti, brand di Nissan uscito di scena dal mercato europeo negli ultimi anni. Fece in tempo a presentare tale soluzione di rapporto di compressione variabile, filosofia che torna utile con l’ePower Qashqai. Non è però collegato in alcun modo alla linea di trazione, il motore benzina.
    Serve unicamente quale generatore d’energia, destinata dall’inverter alla batteria o direttamente al motore elettrico, se necessaria per la massima spinta. Avviene tutto secondo modelli di funzionamento gestiti dall’elettronica, dal recupero energetico alla quota di apporto dell’energia prodotta dal motore termico e quella presente nella batteria.
    Alternativa al diesel
    I “numeri” del motore che contano se considerati in termini convenzionali, sono i 190 cavalli del motore elettrico, insieme ai 330 Nm di coppia. Sono i valori trasmessi alle ruote, poiché la trazione è sempre e solo elettrica.
    Chiaro perché è un ibrido insolito? I riscontri in termini di consumo ed emissioni di Co2 sono apprezzabili, visti i 5,3 lt/100 km nel ciclo WLTP e i 119 g/km di emissioni.
    Qual è il vantaggio nello scegliere Qashqai ePower rispetto a un ibrido ordinario? Nissan promette un utilizzo nella guida urbana con il ricorso al motore termico ben il 65% inferiore rispetto ad altri sistemi ibridi classici. Si “accende” meno di frequente il turbo benzina per generare energia destinata alla trazione.
    È una alternativa piuttosto interessante alle proposte turbodiesel, per elevato valore di coppia (330 Nm), per i consumi molto bassi e per la caratteristica tutta propria dell’elettrico di una spinta sempre presente e molto corposa.
    C’è ancora un dettaglio che i tecnici Nissan hanno curato e, per quanto possa sembrare marginale, la messa a punto non è così scontata: il Linear Tune fa sì che vi sia una corrispondenza tra aumento del regime di rotazione del motore termico e incremento di velocità del suv, sebbene non vi sia nessun legame tra motore benzina e trazione alle ruote.
    Nissan Qashqai, atto terzo: la prova della versione ibrida LEGGI TUTTO

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    Ghenzer: “La transizione deve tutelare tutta la società”

    I consumatori e le realtà di mercato a leggerle con attenzione e senza preconcetti forniscono delle indicazioni molto interessanti. Le automobili elettrificate sono una realtà importante del mercato. In gennaio più dell’11% del mercato totale. Soltanto poco tempo fa erano molto meno della metà dei volumi attuali. Per il momento la stragrande maggioranza delle vetture elettrificate sono le ibride, ma le elettriche stanno crescendo anche se i volumi sono ancora limitati.
    Il Ministro Cingolani: “L’Italia può diventare leader nelle rinnovabili”
    L’ibrido si fa in tre
    Parlando di ibride e cercando di dare delle indicazioni semplici e fruibili ai consumatori, dobbiamo distinguere tre livelli distinti fra di loro. Le mild hybrid, sono le più semplici, con il motore elettrico meno potente, comunque efficiente per ridurre emissioni e consumi seppure in quantità limitata.
    Le full hybrid arrivate ormai alla quarta generazione, che a pieno titolo sono sul mercato con il motore elettrico più potente ed in grado di ridurre in maniera rilevante consumi ed emissioni.
    Per ultimo ci sono le plug-in hybrid, efficenti come le full hybrid ed in più, con la spina per la ricarica delle batterie, così che la mattina l’auto diventa per alcune decine di chilometri una vettura elettrica ed emissioni zero a tutti gli effetti. Ovviamente i prezzi di questi tre livelli di ibrido sono diversi e le plug-in sono le più care e se ne vendono di meno. Il mercato però, a differenza di quello che qualche volta si legge, non esclude nessun prodotto e continua ad acquistare ke vetture tradizionali, benzina e Diesel, le vetture a gas e le elettrificate (ibride ed elettriche).
    Incentivi ma non per tutti
    La vera discriminante è rappresentata dal prezzo delle vetture elettrificate che solo con l’aiuto degli incentivi cominciano ad essere accessibili, anche se non tutte, ad una fascia sempre più ampia di consumatori. Così, ci ha sorpreso l’emendamento con il quale si è abbassata la soglia di accesso agli stessi incentivi da 70 a 60 gr di CO2 che va a “tagliare fuori” dal sostegno statale proprio le ibride che pure tanto hanno fatto per la sostenibilità ambientale in questi anni.
    Il buon senso e il realismo del mercato si dovrebbero sempre “sposare” con chiarezza. Basta leggerlo correttamente e dargli le risposte con modelli di auto sempre migliori, più pulite ed economicamente accessibili, senza danneggiare nessuno, soprattutto i consumatori che devono trovare equilibrio tra sostenibilità e portafoglio. LEGGI TUTTO

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    Lamborghini Aventador ibrida plug-in, ecco per quando è previsto l'esordio

    Ecco, nuova Lamborghini Aventador, indicazione di comodo per dire del futuro modello V12 in arrivo a Sant’Agata Bolognese, si discosterà necessariamente da quella formula tecnica. Le stringenti normative europee sulla CO2 impongono soluzioni elettrificate (leggi il piano industriale Lamborghini Cor Tauri) in grado di produrre ben altra autonomia in modalità esclusivamente elettrica. 
    Guarda la galleryLamborghini Sian al Salone di Francoforte, le immagini
    Aventador, in arrivo l’ibrida plug-in
    Così, Lamborghini percorrerà la via dell’ibrido plug-in, salvaguardando il frazionamento V12. Stephan Winkelmann conferma la direzione tecnica e indica i tempi perché la Avantador ibrida plug-in diventi realtà: sarà nel 2023.
    Leggi anche – Aventador Ultimae, addio V12
    Anche la casa del Toro è chiamata a fare i conti con la rivoluzione in atto nel mondo dell’auto, che non fa sconti nella linea imposta verso l’abbattimento delle emissioni e la spinta sulla mobilità elettrica. “Abbiamo attraversato un processo evolutivo nel mondo dell’automobile e adesso assistiamo alla rivoluzione”, dice intervistato da Autocar.
    “Si tratta di un cambiamento importante in termini di emissioni di CO2, però siamo convinti che funzionerà. Il progetto ibrido plug-in che seguirà la Aventador avrà un motore V12 e resterà viva la storia (guarda il rendering della Countach in chiave moderna)”.
    Guarda la galleryLamborghini Aventador Ultimae, l’ultima col V12
    Nel 2024 toccherà alla Huracán
    Del progetto Sian vedremo, quest’anno, una nuova riproposizione dell’abbinata tra motore termico e supercondensatori; è una delle novità che Lamborghini presenterà nel 2021, insieme a un’Huracan speciale. Se il futuro di Aventador è chiaro, per scrivere quello della Huracan ci sarà ancora un po’ di tempo, vista l’introduzione della nuova generazione prevista nel 2024. Verrà preservato il motore V10 con l’elettrificazione o si andrà a un frazionamento inferiore, magari un V6? Winkelmann non ha escluso alcuna strada.
    Verso il 2023 dell’ibrido plug-in V12 si andrà assistendo, ancora, a due fasi di sviluppo ulteriore: Urus nel 2022 sarà oggetto di un aggiornamento (i muletti sono stati avvistati nei mesi scorsi in test di sviluppo): sarà estetico e tecnico, vista l’attesa per l’introduzione dell’ibrido plug-in sul suv.
    Sviluppo della nuova Aventador
    Parlare di ibrido plug-in come di elettrico, per costruttori di supercar e hypercar, chiama inevitabilmente in causa un fattore essenziale della prestazione dinamica: il peso. L’aggravio dettato dalla batteria, dal motore elettrico, dall’inverter, dall’elettronica di potenza, vale circa 100 kg nelle migliori interpretazioni. Tanto maggiore è l’autonomia in elettrico che vuoi raggiungere, inoltre, tanto più pesante sarà il pacco batteria. Al netto di sviluppi tecnologici che portino a maggior densità energetica per singola cella. 
    Leggi anche – Aston Valhalla contro Ferrari SF90 Stradale, numeri a confronto
    “Se parliamo del peso dobbiamo parlare del rapporto peso-potenza, questo è l’elemento chiave”, difende il concetto Winkelmann. Se la leva del peso è vincolata da un incremento dettato da batteria e parte elettrica, allora va compensata con maggior potenza e affinata attraverso la gestione elettronica dell’assetto. Al netto del rapporto peso-potenza, in termini di pura guida, in pista certamente, le sensazioni di auto con 100 e più kg di differenza, in meno, sono apprezzabilissime ed evidenti. 
    “Se il rapporto peso potenza è più alto, allora va adeguato il comportamento della macchina e siamo certi che funzionerà in modo molto positivo e lineare”. LEGGI TUTTO

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    Aston Martin Valhalla, il debutto della supercar ibrida

    Quella di Aston Martin è una sfida a Ferrari, McLaren, Lamborghini, Porsche. Lo fa attraverso Valhalla, andando a inserirsi nella gara delle supercar a motore posteriore centrale. Il marchio rilevato da Lawrence Stroll e affidato alle cure dell’ex a.d. Mercedes-AMG, Tobias Moers, si lancia con un progetto ibrido plug-in, da concept a definito modello pronto per un futuro su strada.Guarda la galleryAston Martin Valhalla
    La novità è il motore
    La notizia più attesa, quella intorno alla quale nei mesi scorsi sono circolati i rumours più disparati, interessa il motore. Aston Martin, nel 2020, annunciava l’avvio dello sviluppo del suo primo motore V6 3 litri, interamente realizzato in casa. Quell’unità, attesa su Valhalla, non andrà sotto il cofano. Sarà il V8 4 litri biturbo, di origine Mercedes-AMG e personalizzato per Aston Martin, a rappresentare la componente endotermica della supercar. Rientra nelle logiche dell’accordo di collaborazione tecnica, ampliato, tra Aston e Mercedes.
    Un motore da 750 cavalli, con albero motore a perni di manovella a 180 gradi, abbinato a due motori elettrici, uno sull’asse posteriore e uno all’avantreno, per una potenza elettrica complessiva di 204 cavalli. Lo schema di trazione è completato da un cambio doppia frizione 8 marce (Aston ha detto addio all’opzione manuale), con differenziale a controllo elettronico e retromarcia attuata dal motore elettrico anteriore.
    La potenza di sistema della Aston Martin Valhalla è di 950 cavalli e 1000 Nm di coppia motrice, numeri che permetteranno prestazioni nell’ordine dei 330 km/h di velocità massima e un’accelerazione in 2″5 da 0 a 100 km/h.
    I motori elettric
    L’ibridizzazione – a 400 volt – opera strettamente in chiave prestazionale, supportando il motore termico e con un impianto frenante del tipo brake-by-wire con dischi carboceramici. È anche in grado di muovere la supercar per 15 chilometri in modalità puramente elettrica, utilizzando il motogeneratore anteriore: modalità dalla velocità limitata a 130 km/h.
    Aerodinamica
    Poche sorprese dalla tecnica, dove invece il design e la veste aerodinamica sono apprezzabili. Le portiere si aprono ad ali di gabbiano, il frontale ingloba la storica calandra Aston Martin, reinterpretata nelle doppie ali rovesciate.
    Il lavoro avviato su Valkyrie si ritrova in alcuni dettagli aerodinamici anche su Valhalla,tra deviatori di flusso dietro le ruote anteriori e una coda dove gli scarichi – il taglio a “fetta di salame” è distintivo – soffiano sull’ala posteriore per aumentare la deportanza, dal lavoro congiunto con un elaborato diffusore.
    Il progetto dichiara una massa a secco di 1.550 kg a fronte di un carico aerodinamico di 600 kg a 240 km/h. Il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio, mentre l’assetto ricorre a sospensioni a controllo elettronico. LEGGI TUTTO

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    Nuova Opel Astra, presentata la sesta generazione

    Ha fatto il suo debutto la nuova Opel Astra 2021, la sesta generazione della berlina se nella forma potrebbe segnare il passaggio generazionale numero 6, nella sostanza, apre un capitolo diversissimo, soprattutto per lo stile. Astra infatti riscrive gli stilemi su un corpo vettura di fatto sovrapponibile al passato per dimensioni. L’architettura EMP2 rimane invariata o quasi, dal passo 13 mm più ampio per raggiungere i 2,67 metri, la lunghezza a quota 4,37 metri e un bagagliaio da 422 litri. 
    Volumi scolpiti
    Ecco, di queste proporzioni, sfoggia volumi scolpiti da linee nette, spigoli vivi, spesso tanto semplici e funzionali da farla sembrare un oggetto da Bauhaus.
    Non c’è dubbio che nel panorama delle berline compatte scriva un’originalità spinta, sebbene indirizzata da Opel Mokka. Accade per la calandra, l’Opel Vizor con fari a led del tipo IntelliLux Pixel Light. Uno schema adattivo, mediante la regolazione dell’intensità e direzione del fascio di luce prodotto da 168 singoli led sui due proiettori.
    Uno sguardo agli interni
    Assonanze con il mondo Mokka (leggi il test del crossover urbano, benzina ed elettrico) anche all’interno, stavolta nell’infotainment da 10 pollici affiancato dalla strumentazione da 10 pollici. Insieme sono il Pure Vision, doppio pannello orientato verso il guidatore. Pulizia delle superfici ed essenzialità che portano a ridurre i tasti fisici, trasformare la leva del cambio automatico in selettore shift-by-wire. Anche a bordo si ripetono le linee spezzate e nette, in plancia come sui pannelli porta. Tutto molto moderno, un ambiente che conferma i sedili dall’ergonomia certificata dall’ente AGR, declinati anche in rivestimenti pelle e Alcantara.
    Tornando al design, la fiancata esprime al meglio il nuovo dinamismo, evidenziato dalla possibilità di optare per il tetto con una colorazione a contrasto.
    L’uscita sul mercato di nuova Opel Astra è fissata nel corso del prossimo autunno, quando partirà la produzione e si apriranno gli ordini – tutti da definire, ancora, i prezzi. Sarà, però, solo a inizio 2022 che avverranno le prime consegne.
    Anche plug-in
    Una Astra con motori benzina turbo PureTech e diesel, livelli di potenza che si posizionano tra i 110 e 130 cavalli, con soluzioni di trasmissione a scelta tra il cambio manuale 6 marce e l’automatico 8 marce.
    Un parco motori collaudato e “noto”, sul quale debutta l’offerta di due versioni ibride plug-in. Avremo una Opel Astra Hybrid anche da 225 cavalli, verosimilmente abbinata tra il motore 1.6 litri turbo benzina e il motore elettrico tra termico e cambio.
    Astra conferma lo schema di sospensioni MacPherson più ponte torcente, diverse sono, invece, le regolazioni d’assetto, per ottenere un miglior controllo degli scuotimenti della cassa alle velocità più sostenute.
    Adas di Livello 2 avanzato
    Affinamenti ai quali si sostituiscono importanti sviluppi in materia di Adas, con l’introduzione dell’Intelli-Vision 360 e, soprattutto, l’assistenza alla guida di Livello 2 avanzato, Intelli-Drive 2.0. Il dato centrale è nella possibilità di cambio semi-autonomo della corsia di marcia, oltre ai già noti contenuti di mantenimento del centro corsia, della velocità in modo adattivo. La presenza del cruise control adattivo, se presente il cambio automatico 8 marce, diventa un sistema del tipo stop&go, in grado di fermare l’auto e ripartire in autonomia entro un certo periodo di tempo. LEGGI TUTTO