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    Scandicci, il ds Paoletti: “Motivo di orgoglio avere quattro atlete alle Olimpiadi”

    Di Redazione La Savino Del Bene Volley è lieta di comunicare che saranno 4 le atlete tesserate per la prossima stagione che saranno impegnate alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020. Dopo la comunicazione odierna, ci saranno con la Nazionale Italiana di Davide Mazzanti sia la palleggiatrice Ofelia Malinov che la schiacciatrice livornese Elena Pietrini. Convocate invece con la nazionale del Brasile, agli ordini di Mister Ze Roberto, sia la schiacciatrice Natalia Zilio che la centrale Ana Beatriz Correa. Quattro atlete da seguire ai prossimi giochi olimpici che inizieranno il prossimo 23 luglio.“Siamo felici – dichiara Francesco Paoletti, direttore sportivo SDB Volley – di avere ben quattro atlete del nostro roster alle prossime Olimpiadi. Per la nostra società è motivo di grande orgoglio e dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto in questi anni. La convocazione di Malinov è la conferma della crescita personale e tecnica per una atleta determinante anche nella scorsa stagione, dove ha ricoperto il ruolo di capitano. Quella di Pietrini è una convocazione che rappresenta il giusto riconoscimento ad un percorso iniziato anni fa nelle giovanili del Volleyrò, passato per le stagioni nella massima serie e la partecipazione alle Coppe Europee e che vede Tokyo come un nuovo punto di inizio per un futuro radioso. Per quanto riguarda Natalia e Bia – conclude Paoletti – le loro convocazioni rappresentano un altro step di grande valore nelle rispettive carriere internazionali ed averle con noi per affrontare la prossima stagione sono certo sarà di grande stimolo per tutto il gruppo“. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’Italia verso Tokyo. Il dottor Benelli: “L’obiettivo della Nazionale? Una medaglia”

    Di Redazione La Nazionale Maschile Italiana continua la propria preparazione in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. A far parte della spedizione azzurra, il Dottor Piero Benelli alla sua quarta Olimpiadi. La sua bella intervista rilasciata la quotidiano Corriere Adriatico Pesaro. Dottor Piero Benelli, il 16 luglio partirà per Tokyo: un pesarese ai Giochi. «Con la Nazionale maschile di volley siamo insieme dal 26 aprile, io sono tornato ogni tanto a casa, poi siamo stati a Cavalese.11 23 c’è la cerimonia di apertura, il 24 giochiamo». Alla quarta Olimpiade la gioia più grande: l’argento olimpico di Rio nel 2016. «Si. E ci sono tanti ricordi, al Villaggio incontri atleti di tutte le discipline e nazioni, una volta Sasha Djordjevic mi disse: “Doc, che c… fai tu?”. Io ho risposto: “Cosa fai tu?” e ci siamo abbracciati. Ho visto Myers che era ambasciatore dello sport per il Coni e anche Kobe Bryant, nel 2008. Quando successa la disgrazia ho subito pensato a quel breve momento, in cui abbiamo parlato dopo la cerimonia di inaugurazione». L’incontro con Mauro Berruto è stato decisivo. «È diventato ct della Nazionale nel 2011, è stato fondamentale soprattutto nel team working e nella necessità di gestire squadre e staff con una visione nuova. Sono cresciuto anche grazie ai miei fisio Davide Lama che ha appena vinto lo scudetto con l’Inter di Conte e Sebastiano Cencini, che ha lavorato con il Siena del basket degli anni d’oro. Un concetto che ha trasmesso Berruto è stato quello della contaminazione positiva: prendere stimoli e spunti da altri ambienti». Quali le misure anti-Covid da adottare nel villaggio olimpico? «Tutti siamo vaccinati e facciamo tamponi ogni quattro giorni, siamo in una bolla. I ragazzi non possono uscire, ricevere visite, fortunatamente l’ambiente è molto aperto, è venuta pure l’Italia del calcio ad allenarsi, poi l’Ucraina. È un anno molto pesante e a Tokyo lo sarà ancora di più. Vivremo in una prigione dorata, non si potrà uscire dal villaggio, prendere souvenir, fare la spesa: avremo tamponi giornalieri, una app dedicata sul telefono per registrare i nostri spostamenti. Ci sarà una condizione di totale controllo e dipendenza da queste procedure, sarà un’Olimpiade difficile. Solitamente una delle situazioni più belle è lo scambio con altre persone, ti mischi, c’è un via vai di gente, capi di stato, attori famosi… Faremo una vita molto ritirata e reggimentata, e la capacità di giocatori e staff di adattarsi sarà uno dei fattori decisivi». L’obiettivo dell’Italvolley? «Una medaglia, ma altre cinque-sei squadre possono ambire allo stesso traguardo. A quel livello sono i particolari che fanno la differenza». LEGGI TUTTO