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    Gallinari sconfitto dai Lakers: super James. Vince Chicago, Brooklyn ko

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Quarta vittoria nelle ultime quattro, prima volta in stagione, per i Lakers, che affondano Atlanta 134-118 con 32 punti, 23 nel solo secondo tempo, di un super LeBron James coadiuvato da un ottimo Malis Monk che chiude con 29 centri. Negli Hawks, al quinto ko nelle ultime sette uscite, 25 punti e 14 assist di Young, buona la prova anche di Danilo Gallinari che chiude con 13 punti (4/6 dal campo con 3/5 da tre e 2/2 ai liberi), 5 rimbalzi e due assist in 18 minuti. Nono successo di fila per i Bulls: era dalla stagione 2010-11 che Chicago non inanellava così tante vittorie consecutive. Merito di LaVine (27 punti) e White (21 punti), decisivi nel 130-122 su Washington. Gli uomini di coach Donovan allungano così su Brooklyn, battuta 121-109 da Milwaukee: i Bucks ritrovano Giannis Antetokounmpo e il greco risponde presente con 31 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, 20 punti per Khris Middleton, 25 per Bobby Portis. Quinto ko interno nelle ultime cinque gare per i Nets, a cui non bastano le prove di Durant (29 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) e Harden (16+9+7).
    Vincono Philadelphia, Cleveland e Denver
    Fra le squadre più in forma c’è sicuramente Philadelphia, in serie positiva da sei partite, l’ultima conquistata a spese di San Antonio per 119-100 col solito Embiid nelle vesti di trascinatore (31 punti e 12 rimbalzi). Bene anche Cleveland, dove l’ultimo arrivato Rajon Rondo sembra essersi subito ambientato: 11 punti al suo esordio con i Cavs nel 114-101 su Portland. Il migliore è Garland con 26 punti, 18 per Mobley: è la 22esima vittoria stagionale per Cleveland, tanto quante nell’intera passata regular season. Dopo 10 successi esterni consecutivi, Utah sbatte contro Toronto (122-108) e la prima tripla doppia in carriera di Fred VanVleet (37 punti di cui 24 nel terzo quarto, 10 rimbalzi e 10 assist), con i Raptors capaci di risalire da -17. Il derby texano fra Dallas e Houston va ai Mavericks per 130-106, al quinto successo consecutivo e dove, assenti Doncic e Porzingis, sale in cattedra Tim Hardaway Jr (19 punti e 7 assist).  Il solito Jokic si prende sulle spalle Denver con 33 punti e 10 rimbalzi nel 121-111 su Sacramento, terza vittoria di fila per Minnesota 135-105 su Oklahoma con 27 punti e 12 assist di Russell. LEGGI TUTTO

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    James trascina i Lakers, Antetokounmpo i Bucks: Atlanta e Brooklyn ko

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Un ottimo momento per i Lakers, che affondano Atlanta 134-118 trovando la quarta vittoria nelle ultime quattro, prima volta in stagione. Assoluto protagonista con 32 punti, 23 nel solo secondo tempo, è LeBron James affiancato da un ottimo Malis Monk da 29 centri. Negli Hawks, al quinto ko nelle ultime sette uscite, 25 punti e 14 assist di Young, buona la prova anche di Danilo Gallinari che chiude con 13 punti (4/6 dal campo con 3/5 da tre e 2/2 ai liberi), 5 rimbalzi e due assist in 18 minuti. Si ferma invece Brooklyn, battuta 121-109 da Milwaukee: i Bucks ritrovano Giannis Antetokounmpo e il greco risponde presente con 31 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, 20 punti per Khris Middleton, 25 per Bobby Portis. Quinto ko interno nelle ultime cinque gare per i Nets, a cui non bastano le prove di Durant (29 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) e Harden (16+9+7). Nono successo di fila per i Bulls: era dalla stagione 2010-11 che Chicago non inanellava così tante vittorie consecutive. Merito di LaVine (27 punti) e White (21 punti), decisivi nel 130-122 su Washington. 
    Vincono Philadelphia, Cleveland e Denver
    Fra le squadre più in forma c’è sicuramente Philadelphia, in serie positiva da sei partite, l’ultima conquistata a spese di San Antonio per 119-100 col solito Embiid nelle vesti di trascinatore (31 punti e 12 rimbalzi). Bene anche Cleveland, dove l’ultimo arrivato Rajon Rondo sembra essersi subito ambientato: 11 punti al suo esordio con i Cavs nel 114-101 su Portland. Il migliore è Garland con 26 punti, 18 per Mobley: è la 22esima vittoria stagionale per Cleveland, tanto quante nell’intera passata regular season. Dopo 10 successi esterni consecutivi, Utah sbatte contro Toronto (122-108) e la prima tripla doppia in carriera di Fred VanVleet (37 punti di cui 24 nel terzo quarto, 10 rimbalzi e 10 assist), con i Raptors capaci di risalire da -17. Il derby texano fra Dallas e Houston va ai Mavericks per 130-106, al quinto successo consecutivo e dove, assenti Doncic e Porzingis, sale in cattedra Tim Hardaway Jr (19 punti e 7 assist).  Il solito Jokic si prende sulle spalle Denver con 33 punti e 10 rimbalzi nel 121-111 su Sacramento, terza vittoria di fila per Minnesota 135-105 su Oklahoma con 27 punti e 12 assist di Russell. LEGGI TUTTO

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    Nba, dure regole anti-Covid: ecco il protocollo per i non vaccinati

    L’Nba è alle porte e si mobilita per essere pronta ad affrontare e contrastare i cestisti che non hanno intenzione di sottoporsi al ciclo vaccinale. Il massimo campionato statunitense si annuncia già particolarmente vincolante e, secondo i media statunitensi in possesso della memoria del procedimento, si sta cercando di finalizzare un protocollo sanitario molto rigido, in accordo anche con i sindacati dei giocatori. I giocatori che non vogliono immunizzarsi rappresentano circa il 10% del totale e saranno soggetti alle stesse restrizioni in vigore per gran parte della passata stagione, prima che il vaccino anti Covid-19 fosse disponibile.

    Le dure regole per i non vaccinati

    Il tema vaccinazione è al centro del dibattito in Nba e riguarda una cinquantina di giocatori tra cui le stelle Kyrie Irving (Brooklyn) e Bradley Beal (Washington). A lungo scettico, LeBron James, superstar dei Lakers, ha rivelato di essere stato vaccinato rifiutandosi però di incoraggiare le persone a fare lo stesso perché crede che “non sia (il suo) lavoro”. I giocatori che non hanno quindi aderito al ciclo vaccinale dovranno sottoporsi a test quotidiani durante le giornate di allenamento, di viaggio e delle partite, a differenza del personale vaccinato e cosiddetto di ‘livello 1’, cioè allenatori e staff che lavorano regolarmente a meno di 4,5 metri di giocatori e arbitri e che sono, inoltre, obbligati a vaccinarsi. Alle persone non vaccinate sarà vietato mangiare nella stessa stanza di un altro giocatore o membro dello staff di ‘livello 1’ e dovranno stare ad almeno due metri da qualsiasi altra person. In aggiunta, verrà assegnato loro un armadietto il più lontano possibile da quelli degli altri compagni di squadra.     LEGGI TUTTO

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    Nba rigida con i non vaccinati: si annunciano dure regole anti Covid 

    La Regular Season dell’Nba non è ancora iniziata ma si annuncia già particolarmente vincolante per i cestisti non vaccinati. Secondo i media statunitensi in possesso della memoria del procedimento, nel massimo campionato americano si sta cercando di finalizzare un protocollo sanitario molto rigido, in accordo anche con i sindacati dei giocatori. I giocatori che non vogliono immunizzarsi rappresentano circa il 10% del totale e saranno soggetti alle stesse restrizioni in vigore per gran parte della passata stagione, prima che il vaccino anti Covid-19 fosse disponibile.

    Le regole stringenti per i non vaccinati

    Il tema vaccinazione è al centro del dibattito in Nba e riguarda una cinquantina di giocatori tra cui le stelle Kyrie Irving (Brooklyn) e Bradley Beal (Washington). A lungo scettico, LeBron James, superstar dei Lakers, ha rivelato di essere stato vaccinato rifiutandosi però di incoraggiare le persone a fare lo stesso perché crede che “non sia (il suo) lavoro”. I giocatori che non hanno quindi aderito al ciclo vaccinale dovranno sottoporsi a test quotidiani durante le giornate di allenamento, di viaggio e delle partite, a differenza del personale vaccinato e cosiddetto di ‘livello 1’, cioè allenatori e staff che lavorano regolarmente a meno di 4,5 metri di giocatori e arbitri e che sono, inoltre, obbligati a vaccinarsi. Alle persone non vaccinate sarà vietato mangiare nella stessa stanza di un altro giocatore o membro dello staff di ‘livello 1’ e dovranno stare ad almeno due metri da qualsiasi altra person. In aggiunta, verrà assegnato loro un armadietto il più lontano possibile da quelli degli altri compagni di squadra.     LEGGI TUTTO

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    Clamoroso LeBron James: rifiutate due offerte per andare in Nfl

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – LeBron James è atleta completo, una vera e propria macchina per lo sport e limitarlo solo al basket potrebbe essere un errore. A pensarla in questo modo sono state alcune franchigie della Nfl che durante il lockout del 2011 in Nba, hanno pensato di proporre a King James un contratto nel football americano. La star dei Lakers nel programma “Monday Night Football” di ESPN, durante un confronto con Peyton Manning ed Eli Manning, ha confermato la notizia facendo i nomi dei Dallas Cowboys e dei Seattle Seahawks che lo hanno contattato direttamente per ingaggiarlo.Guarda la galleryAtleti più pagati nel 2020, ecco i primi 10 in classifica
    Clamoroso LeBron James: “Ho rifiutato la Nfl”
    “Jerry Jones, proprietario dei Cowboys, mi ha offerto un contratto e così ha fatto Pete Carroll, allenatore dei Seahawks, durante il periodo del lockout. Ci ho pensato, anche se ho pensato più su come ottenere un contratto buono nella Nba. Non sapevamo quando avremmo giocato di nuovo, quindi ho riflettuto sulle proposte”, ha detto LeBron. Il giocatore americano ha rivelato che le due squadre gli hanno persino inviato delle maglie per cercare di convincerlo. “Le ho ancora”, ha detto. Entrambe le franchigie hanno offerto a LeBron la possibilità di giocare: “Volevo essere uno specialista della zona rossa, come Rob Gronkowski”, ha aggiunto. Tuttavia, la Nba raggiunse un accordo per iniziare nel dicembre 2011 e LeBron rimase nei Miami Heat, con i quali poi vinse quella stagione collezionando il primo dei quattro anelli. LEGGI TUTTO

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    LeBron James ha rifiutato due offerte in Nfl: ecco il retroscena

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – LeBron James nel football americano? Un sogno proibito che ha rischiato di diventare realtà. Si perchè la star del basket mondiale ha rilasciato una dichiarazione clamorosa. Alcune franchigie della Nfl, durante il lockout del 2011 in Nba, hanno pensato di proporre a King James un contratto duarante il periodo di stop del baskt. La star dei Lakers nel programma “Monday Night Football” di ESPN, durante un confronto con Peyton Manning ed Eli Manning, ha approfondito quanto accaduto i nomi dei Dallas Cowboys e dei Seattle Seahawks che lo hanno contattato direttamente per ingaggiarlo.Guarda la galleryForbes, la top 10 degli sportivi più pagati nel 2020
    LeBron James: “Ho rifiutato la Nfl”
    “Jerry Jones, proprietario dei Cowboys, mi ha offerto un contratto e così ha fatto Pete Carroll, allenatore dei Seahawks, durante il periodo del lockout. Ci ho pensato, anche se ho pensato più su come ottenere un contratto buono nella Nba. Non sapevamo quando avremmo giocato di nuovo, quindi ho riflettuto sulle proposte”, ha detto LeBron. Il giocatore americano ha rivelato che le due squadre gli hanno persino inviato delle maglie per cercare di convincerlo. “Le ho ancora”, ha detto. Entrambe le franchigie hanno offerto a LeBron la possibilità di giocare: “Volevo essere uno specialista della zona rossa, come Rob Gronkowski”, ha aggiunto. Tuttavia, la Nba raggiunse un accordo per iniziare nel dicembre 2011 e LeBron rimase nei Miami Heat, con i quali poi vinse quella stagione collezionando il primo dei quattro anelli. LEGGI TUTTO

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    LeBron risponde ad Ibrahimovic: “Anche tu lottavi contro il razzismo”

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – L’intervista rilasciata da Zlatan Ibrahimovic alla Uefa dove parlava anche di LeBron James ha fatto il giro del mondo e nella notte la stella dei Lakers ha risposto allo svedese. Nell’intervista Ibrahimovic esprimeva il suo dissenso nel vedere atleti impegnati anche nella politica, James da anni è tra le superstar più attive nel sociale e ha voluto rispondere così: “Non starò mai zitto contro qualcosa di sbagliato”, aggiungendo: “Predico sulla mia gente e predico su uguaglianza, ingiustizia sociale, razzismo, soppressione sistematica degli elettori, cose che accadono nella nostra comunità”. James che ha proseguito sull’importanza di dare voce a chi non l’ha scoccando a sua volta uan frecciata allo svedese: “Lui Svezia parlava delle stesse cose, perché il suo cognome non era un cognome tradizionale, si sentiva come se ci fosse del razzismo in corso quando era in campo. Parlo da una mente molto istruita. Sono il tipo sbagliato in cui andare, perché faccio i compiti”. LEGGI TUTTO

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    LeBron replica a Ibrahimovic: “Anche tu parlavi di politica”

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Nella notte LeBron James ha risposto alle affermazioni di Zlatan Ibrahimovic in merito al coinvolgimento degli atleti in faccende inerenti alla politica. James da anni è impegnato nel sociale nella lotte per l’eguaglianza e al razzismo, questa è stata la sua risposta in conferenza stampa dopo il successo nella notte contro Portland: “Non starò mai zitto contro qualcosa che è sbagliato – aggiunge – Userò la mia piattaforma per continuare a far luce su tutto ciò che sta succedendo in questo paese e in tutto il mondo. Non potrei mai limitarmi allo sport, perché capisco quanto sia potente questa piattaforma e la mia voce”. Infine scocca lui a sua volta una frecciata all’attaccante del Milan riferendosi al suo passato: “In Svezia parlava delle stesse cose perché il suo cognome non era un cognome tradizionale, sentiva come se ci fosse del razzismo quando era in campo. Parlo da una mente molto istruita. Sono il tipo sbagliato in cui andare, perché faccio i compiti”. LEGGI TUTTO