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    Alcaraz sarà agli Australian Open 2024 senza JC Ferrero

    Ferrero con Alcaraz

    Carlos Alcaraz affronterà il primo Slam del 2024 senza il suo mentore e coach Juan Carlos Ferrero. Secondo quanto riporta il quotidiano iberico Marca, l’ex campione a Roland Garros e oggi coach del più giovane n.1 della storia si è appena sottoposto ad un intervento chirurgico (in artroscopia) al ginocchio sinistro, e sarà costretto a rinunciare alla trasferta australiana. Sembra quasi certo che Ferrero sia costretto anche a saltare i due eventi sul rosso in America Latina (Buenos Aires e Rio) inseriti nel programma 2024 di Alcaraz, quindi lo rivedremo con il suo pupillo per il primo 1000 dell’anno, Indian Wells.
    Alcaraz viaggerà con il suo agente Alberto Molina all’esibizione del 27 dicembre che si terrà a Riad (Arabia Saudita) e quindi sarà Samuel Lopez a seguirne in prima persona gli allenamenti e l’Australian Open. Lopez è attualmente il coach di Pablo Carreno, ma il giocatore è ancora alle prese con i seri problemi al gomito – a suo dire provocati dalle palle e i loro continui cambiamenti – e visto che fa parte dell’Accademia di Ferrero gli è stato chiesto di seguire il n.2 al mondo a Melbourne, in attesa del rientro di Ferrero.
    Non è la prima volta che Lopez ha guidato Alcaraz in torneo: è già accaduto quest’anno al Queen’s, con Carlos poi vittorioso nello storico appuntamento pre Wimbledon. Dovrebbe poi essere Antonio Martinez Cascales ad accompagnare Alcaraz in America Latina.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Qual è la miglior superficie per Alcaraz, terra o sintetico?

    Carlos Alcaraz

    Nel mondo della racchetta non si spegne l’eco fortissima della vittoria di Alcaraz a Miami. Tanto che sul web ieri è scattato un curioso e interessante dibattito tra ex campioni su quale sia la miglior superficie per il giovane fenomeno iberico. È stato il noto “twittatore seriale” Brad Gilbert a parlare di una possibile grande stagione di Carlos sul rosso, con Kafelnikov a confermare ma anche porre qualche dubbio, fino ad Andy Roddick che ha incendiato il dibattito, affermando “Ma siete proprio sicuri che Alcaraz sia meglio su terra invece che sul sintetico?”. La sua carriera è ancora molto giovane, ma attualmente la sua (straordinaria) percentuale complessiva di vittoria su terra battuta è del 72% dei match giocati, sul sintetico del 72,7%, praticamente identica. 
    Continua Roddick: “So che gli stiamo lasciando il beneficio del dubbio perché è spagnolo. Tuttavia, stiamo solo facendo un’ipotesi. Potrebbe essere “una bestia” sul rosso. Probabilmente lo sarà. MA, gioca in modo più aggressivo della maggior parte degli spagnoli. Gli piace andare avanti, ecc”.
    In effetti Andy ha ragione, e personalmente, credo che si debba andare oltre. Lo stereotipo dello spagnolo “ferraiolo, arrotino”, ecc, è ormai più che superato. Se prendiamo Bautista Agut, per esempio, è uno dei giocatori che colpisce la palla più piatta e pulita del tour… e lo stesso Carreno Busta è un forte colpitole con risultati migliori sul sintetico rispetto alla terra. Va anche sottolineato come oggi la differenza tra sintetico è terra è assai meno marcata di un tempo – sintetico più lento, terra più veloce. Ormai i metodi di allenamento e l’evoluzione della tecnica fa sì che il giocatore aggressivo da fondo campo sia molto competitivo sia sulla terra che sul sintetico, è più una questione di atteggiamento in campo e di posizione più che di tecnica esecutiva. Si tende a tirare piuttosto forte ovunque, con schemi di gioco discretamente omologati eccetto poche eccezioni. La differenza viene soprattutto dal mix tra tempi di gioco, posizione, anticipo, con i colpi di inizio gioco che sono diventati ancor più decisivi per prendere il comando delle operazioni.
    Per questo una delle risposte di Kafelnikov al dibattito è particolarmente interessante: “Ci sono cose che Alcaraz non farà sulla terra battuta con la stessa efficacia ottenuta in questi tornei sul sintetico, come l’accelerazione piatta di diritto inside out sul rovescio dell’avversario, colpo con il quale ha ricavato moltissimi punti“.
    Interessante la risposta di Juan Carlos Ferrero in merito. In pratica, non ne ha idea! “Non siamo sicuri quale sia la sua superficie migliore”, afferma Ferrero con un sorriso. “A volte parliamo di questo e lui mi dice al momento non ne è sicuro, perché abbiamo iniziato ad allenarci sul cemento al massimo poco più di un anno fa, quindi ancora non ha gareggiato quanto necessario in queste condizioni per esprimere il suo massimo”.
    “Il suo gioco, la sua propensione ad andare avanti tante volte, chiudere sulla rete e giocare sempre aggressivo, mi rendeva consapevole che il suo gioco potesse adattarsi a meraviglia a questo tipo di campi e anche all’erba . Quindi penso che quando è allenato al 100%, forse può dare un po’ di più sulla terra battuta perché è dove è nato. Ma teniamo la porta aperta che forse in futuro sarà migliore sul sintetico” chiude Ferrero.
    Personalmente condivido le parole di JC Ferrero. Quando nasci e cresci su di una superficie, e plasmi il suo tennis con quelle condizioni, qualcosa ti resta dentro. La sua forza atletica e mentale lo rendono un agonista formidabile, condizione perfetta per eccellere sul rosso. Tuttavia Alcaraz è un giocatore che rappresenta un’ulteriore evoluzione, poiché il suo modo di stare in campo, la sua ricerca continua di colpi aggressivi senza fasi d’attesa, e l’abilità nell’accelerare da ogni posizione di campo e con ogni colpo, lo rendono un attaccante a tutto campo sbocciato su di un difensore nato, un modello di giocatore come poche volte abbiamo visto in passato. Con i campi sintetici (e palle) rapidissime dei ’90s, le cose sarebbero state diverse. Soprattutto col diritto la sua apertura sarebbe stata un po’ troppo ampia; ma con le condizioni attuali, non così rapide, è un idealtipo perfetto per un tennis aggressivo, potente e vincente anche sul “duro”. Del resto, l’abilità di un giocatore è di eccellere con le condizioni del momento. In questo Alcaraz è davvero impressionante.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ferrero: “Alcaraz incide in ogni momento della partita, è incredibile”

    Carlos Alcaraz alle NextGen ATP Finals

    Juan Carlos Ferrero ha parlato del suo giovane pupillo Carlos Alcaraz al media greco Gazzeta, esaltando le qualità del classe 2003, soprattutto la sua capacità di essere incisivo in ogni fase del match e contro ogni tipo di avversario. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
    “Obiettivo per il 2022? Mantenere il livello di gioco che ha raggiunto nell’ultima parte della stagione, essere competitivo contro i migliori tennisti, quindi lavorare sulla sua prestazione. Con questo, potrà avvicinarsi ai primi 15 della classifica mondiale”.
    “Il suo diritto è il colpo che i suoi avversari temono di più. Tuttavia, penso che abbia anche molta varietà nel modo in cui colpisce la palla, questa è un’altra delle sue grandi armi. Può passare da un colpo in spinta molto potente a un back o una variazione in modo incredibilmente naturale. Ha imparato a incidere in ogni momento della partita, è qualcosa di straordinario”.
    “Non vedo all’orizzonte una nuova epoca come quella dei Big 3, anche se penso che i tennisti di oggi siano più equilibrati di prima. È difficile avere tre giocatori che vincono tutto per così tanto tempo, non credo che lo rivedremo. Vedremo tennisti ai vertici per anni, come Medvedev, Zverev o Tsitsipas, ma anche giovani come Sinner o Korda. Speriamo che anche Carlos possa raggiungere quel livello”.
    “Oggi il tennis va molto più veloce di prima, la condizione fisica è fondamentale e i social hanno decisamente stravolto questo sport, è un grattacapo in più. Ai miei tempi non ci preoccupavamo delle pubbliche relazioni, avevamo molti meno contatti, ma la nostra quotidianità ci dava la possibilità di pensare molto di più al tennis. Oggi i ragazzi sono coinvolti in più fattori e la gestione complessiva non è facile”.
    “Confronto con Nadal? È inevitabile ma diciamo sempre che Carlos è Carlos, ha il suo percorso, il suo lavoro e il suo livello. Ovviamente Rafa è uno dei suoi idoli e ha imparato molto guardandolo giocare. È molto competitivo, ha quella mentalità e sa come comportarsi in campo. Se ricorda Rafa in qualcosa non è nel suo tennis, semmai nel linguaggio del corpo. E la passione li accomuna, è fondamentale per il resto della sua carriera”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ferrero su Alcaraz: “Non abbiamo fretta, ma ci divertiremo molto”

    Carlos Alcaraz

    Carlos Alcaraz ha avuto sul mondo del tennis un impatto dirompente. In pochi mesi il 18enne iberico è passato da promessa a realtà del circuito. Il suo mix di potenza, profondità di palla, intensità, “cattiveria agonistica” l’ha reso già un tennista forte, potenzialmente fortissimo. Stasera si giocherà il titolo 2021 delle NextGen Finals a Milano. Nei giorni del torneo, l’ATP ha parlato col suo coach, l’ex n.1 al mondo Juan Carlos Ferrero. Riportiamo alcuni passaggi del suo pensiero, molto interessante sul presente e futuro del suo giovane pupillo.

    Qualche giorno fa Carlos ha affermato: “Ho superato le mie aspettative quest’anno”. Ha superato le tue?Sì, mi aspetto che oggi potesse essere in classifica intorno al numero 50. In termini si posizione nel ranking, ha superato le mie aspettative. Potremmo anche sottolineare che ha giocato contro alcuni dei migliori giocatori al mondo ed è stato in grado di competere al loro livello – e persino di batterli, come è stato il caso di Tsitsipas e Berrettini, anche Sinner, che è un altro dei i giovani più promettenti. È vero che ha superato quelle aspettative e ha dimostrato che il suo gioco raggiunge dei picchi altissimi che ora deve cercare di mantenere, in modo che possa giocare così bene costantemente. Carlos continuerà a salire. In questo momento, è un po’ come Son Goku [da Dragonball Z], quando ha iniziato a trasformarsi e poi ha perso potere. È un piccolo scherzo che porto avanti insieme a lui. Ma è vero che riesce a toccare dei picchi così alti perché è un giocatore molto dinamico che può fare molte cose in campo e su qualsiasi superficie.
    Molti dei suoi coetanei dicono che è “maturo” per la sua età. Che cos’è la maturità?Saper riconoscere cosa sta succedendo in campo, sapere quando stai facendo le cose bene o male. Spesso i giocatori si ossessionano in un aspetto specifico e non si rendono conto cosa stanno sbagliando e perché. Carlos ha iniziato a rendersi conto sempre più velocemente di cosa stava sbagliando, e su cosa di deve concentrare, soprattutto a livello mentale.Fin da piccolo è stato un giocatore incostante: potrebbe giocare molto bene, ma poi finisce per giocare male. Gli succede ancora talvolta, ma ora è diventato assai più stabile. Diamo particolarmente importanza a lavorare in modo continuo e intenso sul lato mentale. È una cosa che gli ho sempre detto in questi tre anni, che era molto importante progredire poco a poco. Ha anche incrementato il suo lavoro con la sua psicologa Isabel Balaguer. Lei è perfettamente consapevole che quest’aspetto è il più importante, perché in termini di forma fisica e tennis, i suoi progressi sono stati incredibilmente veloci in questa fase.Penso che l’aspetto più importante nell’attuale fase della sua crescita sia maturare a livello mentale per diventare sempre più forte e riuscire a gestire situazioni come quelle che ha già vissuto o quelle che sperimenterà in futuro.
    Di cosa sei più orgoglioso quando pensi a Carlos?È molto fedele alle persone che ama. Le persone che lavorano con lui lo riconoscono davvero, per quello che è ora e non per quello che diventerà. Apprezzo davvero il fatto che è un bravo ragazzo. Abbiamo avuto un buon feeling fin dall’inizio della nostra collaborazione. Apprezzo molto che sia un rapporto sereno, semplice, e che il lavoro quotidiano tra di noi sia facile. In definitiva, quando viaggi molto e passi tanto tempo insieme è indispensabile che ci sia un rapporto sereno. Apprezzo molto la sua lealtà e fiducia.Poi arriviamo alla domanda se sia o meno un gran lavoratore. Sono una persona molto severa quando si tratta di lavoro e gradualmente ha dovuto incorporare cose che non considerava e che gli ho detto essere estremamente importanti. All’inizio ha trovato difficoltà, ma poi ha capito che alla fine è uno stile di vita. Ha imparato gradualmente queste cose e gli va riconosciuto il merito, non era così all’inizio del nostro rapporto.
    Qual è la singola cosa più importante che hai cercato di instillare in lui?Umiltà e impegno costante. Penso che sia molto importante. Poi ci sono molti altri dettagli. Era una persona che, quando era stanco, abbassava troppo il suo livello di allenamento e sono sempre stato coerente nel dirgli che bisogna lavorare proprio quei momenti. L’importanza dell’intensità in campo… tante sono le piccole cose, ma sottolineo l’umiltà e l’essere un gran lavoratore in campo. È qualcosa che doveva assolutamente avere.
    Sei stato numero 1 al mondo in passato. Ti ricordi com’eri alla sua età?Siamo simili in quanto siamo entrambi molto emotivi in campo. Questo è positivo, perché significa che non perdi la tua identità o il tuo stile di gioco. Se sei veramente bravo, riesci a tenere il focus nei momenti difficili, nelle partite dure, nei momenti di tensione. Un giocatore con carattere spingerà sempre in avanti. Un giocatore che si sottrae a queste situazioni non riuscirà a vincere grandi tornei. Sotto questo aspetto è molto bravo.Fare confronti è difficile. Un’altra cosa di Carlos è che vuole sempre migliorare. Questo è molto importante. Gli ho parlato molto del desiderio di essere migliore ogni giorno. Non puoi allenarti per il gusto di farlo, è una perdita di tempo. Devi fare un allenamento di qualità, sapere cosa allenare, devi sapere cosa deve migliorare, dove sono i tuoi punti deboli, in quali momenti devi migliorare e in quali momenti devi capire il gioco. Sta migliorando in tutti questi aspetti.In alcuni tornei abbiamo scherzato, ‘Ora devi dirmi cosa stai facendo di sbagliato in questa partita’ per spiegarmi esattamente cosa avrebbe dovuto fare di diverso scambiandoci il ruolo. Potrebbe sembrare bizzarro, ma invece lo aiuta davvero molto.
    È bravo in quelle analisi degli errori?Si, parliamo di quello che è successo. Non tanto sulle statistiche, o su cosa avrebbe dovuto fare, parliamo degli aspetti mentali in campo più che della tattica. È aperto su questi aspetti, vuole migliorare costantemente questa è la cosa più importante. LEGGI TUTTO

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    Juan Carlos Ferrero fermato dall’antidoping per questioni di protocollo. Non giocherà ad Umago in doppio

    Juan Carlos Ferrero – Foto Marta Magni/MEF Tennis Events

    Juan Carlos Ferrero, ex numero uno del mondo, aveva pianificato di giocare il doppio nell’ATP 250 di Umago insieme al suo connazionale Carlos Alcaraz, ma gli è stato impedito di farlo a causa di questioni relative all’Agenzia mondiale antidoping (WADA).
    La WADA richiede a coloro che vogliano partecipare a tornei internazionali di notificare la volonta di giocare ai tornei con sei mesi di anticipo – da allora in poi rispettando tutte le regole per eventuali controlli in quel periodo – ma Ferrero non ha soddisfatto tali requisiti, quindi non poteva competere.
    Alcaraz è quindi a Umago solo per competere in singolo, con il suo debutto questo martedì, alle 20.30, contro il francese Lucas Pouille, ex top 10 ATP. LEGGI TUTTO

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    Dal Challenger di Gran Canaria: Il resoconto di giornata. Ferrero su Alcaraz: “Obiettivo top 50 entro il 2021”

    Juan Carlos Ferrero – Foto Marta Magni/MEF Tennis Events

    Juan Carlos Ferrero si prende la scena del Gran Canaria Challenger 2 targato MEF Tennis Events. L’ex numero 1 del mondo, oggi allenatore di Carlos Alcaraz Garfia, ha fatto il punto sulla crescita del diciassettenne spagnolo, soffermandosi anche sulla situazione del tennis iberico e sui possibili eredi di Rafael Nadal e Novak Djokovic in cima alla classifica ATP.
    Ferrero: “Prossimo numero 1 del mondo? Vedo bene Medvedev” – Innanzitutto l’impatto di Ferrero con El Cortijo Club de Campo: “Siamo in una location meravigliosa e il clima è ideale per praticare sport. Credo ci siano davvero le migliori condizioni per assistere ad un grande torneo. È sempre complicato organizzare la prima edizione di una manifestazione, ma in questo caso bisogna davvero complimentarsi con coloro che hanno contribuito a realizzarla”. I progressi di Alcaraz Garfia, testa di serie numero 1 del Gran Canaria Challenger 2, sono evidenti: “Sta crescendo nel modo giusto. Il nostro obiettivo è che quest’anno entri tra i primi 50 giocatori del mondo. Già sfondare il muro dei 100 sarà un ottimo risultato che cambierà la sua programmazione: Carlos (oggi numero 131 ATP, ndr), potrà giocare molti dei migliori tornei del circuito. Saranno di certo esperienze importanti per la sua formazione come atleta e come uomo”. Poi l’analisi sul tennis spagnolo: “La nostra accademia (Juan Carlos Ferrero – Equelite Sport Academy, ndr) è ricca di giovani molto interessanti che si allenano per raggiungere i vertici del circuito professionistico. Non sarà facile per il nostro Paese sfornare i nuovi Nadal, Ferrer, Moya, Ferrero, ma questi possono fungere da esempio per i ragazzi. Di sicuro il bilancio è positivo”. In conclusione l’opinione dell’iberico sui prossimi leader del ranking ATP: “Medvedev ha grosse chance di diventare numero 1 del mondo, ma anche Thiem mi piace tanto per la sua capacità di adattarsi alla grande ad ogni tipo di superficie”.

    Kavcic: “Circuito ATP ricco di giocatori esperti” – Vola ai quarti di finale del Gran Canaria Challenger 2 Blaz Kavcic, che ha battuto l’azzurro Riccardo Bonadio con il punteggio di 6-2 6-4 in un’ora e 40 minuti di gioco: “Sono contento, non è stato un match facile. Nel secondo set il mio avversario ha alzato il livello, ma ho contenuto la sua reazione e ho portato a casa l’incontro”. Il trentatreenne sloveno è stato numero 68 del mondo e ha vinto ben 17 titoli Challenger in carriera: “Purtroppo nel corso della mia carriera ho subito tanti infortuni che hanno limitato la mia ascesa. Nel circuito maggiore ci sono sempre più giocatori d’esperienza, quindi credo di avere le mie chance per togliermi soddisfazioni a livello ATP. Lavoro tutti i giorni per migliorare ancora e non ho alcuna intenzione di mollare”. Avanti anche l’azzurro Alessandro Giannessi, che si è imposto sulla wild card spagnola Nikolas Sanchez Izquierdo con lo score di 7-6(9) 7-5, e lo slovacco Alex Molcan, giustiziere del francese Enzo Couacaud (6-2 6-4).
    I risultati di mercoledì 3 marzo
    Secondo turnoAlessandro Giannessi b. Nikolas Sanchez Izquierdo 7-6(9) 7-5Blaz Kavcic b. Riccardo Bonadio 6-2 6-4Alex Molcan b. Enzo Couacaud 6-2 6-4 LEGGI TUTTO