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    Nba, Westbrook rimane ai Lakers: esercitata l'opzione ad 47 milioni!

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Russell Westbrook giocherà anche nella prossima stagione ai Los Angeles Lakers malgrado un’annata 2021-22 da dimenticare. L’ex giocatore degli Oklahoma City Thunder ha esercitato la Player Option da $47 milioni. Westbrook è reduce da una stagione molto brutta da 18.5 punti, 7.4 rimbalzi e 7.1 assist dove non è mai stato un fattore tanto che in questa Free-Agency il suo futuro era in bilico: nei giorni scorsi il giocatore era stato proposto ai Brooklyn Nets (in un pacchetto con altri giocatori) ai Brooklyn Nets in cambio di Kyrie Irving. Brooklyn ha rifiutato e Irving poi ha deciso di rimanere esercitando la sua Player Option. LEGGI TUTTO

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    Nba, Irving resta ai Brooklyn Nets per un'altra stagione

    NEW YORK (STATI UNITI D’AMERICA) – Kyrie Irving, playmaker dei Brooklyn Nets, ha annunciato che resterà per un’altra stagione con la franchigia Nba. Il 30enne cestista di origine australiana ha avuto due giorni per esercitare l’opzione, che gli garantisce un contratto da 37 milioni di dollari (35 milioni di euro) per un quarto anno nelle file dei Nets. “Le persone normali fanno girare il mondo, ma coloro che osano essere diversi ci guidano verso il domani. Ho deciso di esercitare l’opzione. Ci vediamo in autunno”, ha detto a The Athletic.Guarda la galleryBanchero, look da urlo per il Draft Nba 2022
    Irving e le tre stagioni ai Brooklyn Nets
    Arrivato a New York nel 2019 dai Boston Celtics, il percorso di Irving ai Nets è stato costellato dagli infortuni che fino a questo momento lo hanno portato a giocare solo 103 match con Brooklyn, mettendo a referto una media punti di 27,1 punti e 6 assist a partita. L’ultima stagione è stata poi caratterizzata dal rifiuto a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Una decisione che lo ha costretto a non potersi allenare in palestra con i compagni a causa del protocollo sanitario in vigore a New York fino a marzo scorso e a rimanere fuori per gran parte della regular season. La decisione di Irving potrebbe influenzare il futuro dell’altra stella della squadra, Kevin Durant, che ha voluto aspettare il compagno prima di decidere se rimanere a Brooklyn. LEGGI TUTTO

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    Banchero sempre più in alto: applaude anche Lapo Elkann

    TORINO – Anche Lapo Elkann, grande tifoso della Juventus, della Ferrari e della pallacanestro made in Usa, applaude Paolo Banchero, numero 1 delle scelte Nba andato agli Orlando Magic. Scrive il nipote dell’Avvocato: «Sono davvero molto felice per @Pp_doesit prima scelta assoluta al #NBADraft 2022. Un esempio che con impegno e passione i sogni diventano realtà. Grande Paolo Complimenti». Il ragazzone, che ha passaporto italiano grazie a papà Mario, sarà il futuro dell’Italia del basket: una scelta che sa tanto di cuore, e che Paolo ha fatto in tempi non sospetti, con quel tricolore messo a fianco nel suo profilo Twitter e Instagram. LEGGI TUTTO

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    Banchero n.1 Nba fa sognare l'Italia. Applaude anche Mbappé

    TORINO – Ci sono tutti per l’incoronazione di Paolo Banchero a numero 1 delle scelte Nba, nuovo crac del basket professionistico americano che viene preso dagli Orlando Magic, vestito in modo un tantino eccentrico ma con una presenza di classe, eh. Con lui nel parterre la famiglia che se lo coccola: mamma Rhonda, papà Mario (grazie al quale ha il passaporto italiano e giocherà per la Nazionale azzurra), e il fratellino. Poco più in là dove sta concedendo l’ennesima intervista, spunta Kylian Mbappé, pure lui accerchiato dai microfoni e festeggiato da… Spike Lee, il regista da Oscar grandissimo tifoso di pallacanestro. Il francese del Psg guarda Banchero a pochi metri e l’allineamento stellare è fatto. I campioni moderni, meticci, figli del mondo globale sono lì, a pochi passi l’uno dall’altro. Giovani e con il futuro davanti a loro. Beh, Mbappé ha già vinto il Mondiale, Banchero sogna di guidare l’Italia lassù. Prossimamente…Guarda la galleryDraft Nba 2022: Banchero prima scelta, e che look! LEGGI TUTTO

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    Basket NBA: Warriors dynasty, Curry come Magic, Jordan e Duncan

    TORINO -Ci si inchina, appassionati e ammirati al cospetto della Warriors Dynasty che ormai ha assunto le dimensioni di un impero, assimilabile a quello dei Chicago Bulls Anni 90 (6 titoli), dei San Antonio Spurs  90-2000 (5 titoli), dei Lakers Anni 80, capaci di 5 titoli su 9 finali in 12 anni. Un po’ diverso il discorso per i Lakers di Kobe Bryant, perché all’inizio non erano di Kobe, pur determinante nel titolo 2000. Ma è soprattutto questione di caratterizzazione del gioco e di avere una guida. Le quattro dinastie avevano e hanno un giocatore di estremo riferimento che ha cambiato il gioco o la percezione dello stesso. E avevano un allenatore-guida. Poi certo, c’erano anche altre superstar, un secondo violino e a volte un terzo. Ma due nomi accomunano le 4 storie, in ordine cronologico. Magic Johnson e coach Pat Riley, lo showtime. Michael Jordan e Phil Jackson a Chicago, Tim Duncan e Gregg Popovich a San Antonio. Infine Steph Curry e Steve Kerr a Golden State, appunto. Prendendo spunto da una pubblicità varrebbe la pena di dire No Stph, No party. Perché è vero che il gioco di condivisione e di occupazione di spazi prima di Curry e Klay Thompson e del loro tiro da tre da distanza superiore ha cambiato tutto, ma è altrettanto che proprio l’avvento di Curry, la sua bidimensionalità e la crescita costante, l’etica del lavoro, la sfrontatezza nel mostrarsi, hanno dato una dimensione diversa al fenomeno. Il quarto titolo in 8 anni su 6 finali, è però il capolavoro. Perché nel frattempo Golden State ha visto partire Kevin Durant e ha dovuto attendere 940 giorni Klay Thompson, frantumatosi prima il crociato e poi il tendine d’Achille. Al secondo infortunio altre franchigie avrebbero desistito, cominciato la ricostruzione, Golden State ha creduto nel gruppo, nella crescita di altri giovani (nonostante l’infortunio a Wiseman, seconda scelta assoluto 2020 e fuori tutta questa stagione e un pezzo dell’altra), nel magnifico terzetto, forse il trio più forte della storia: Curry, Thompson e Draymond Green. Due anni di attesa e sconfitte. E poi il ritorno, con protagonisti nuovi, rilanciati come Andre Wiggins, cresciuti come Jordan Poole e Kevon Looney, pure lui tornato da infortuni. Così il 103-90 di gara-6 a Boston è l’apoteosi perché, finalmente, il premio di miglior giocatore è andato al capo, che già aveva due trofeo da Mvp stagionale, ma mai delle finali. E Steph alla fine ha detto: “Abbiamo ancora tanto da re”.. una promessa per i compagni e per gli appassionati che arrivano due ore prima in ogni arena per vedere il suo riscaldamento ormai mitico, con tiri da ogni posizione, palleggi, movimenti mai visti prima. E una minaccia per gli avversari. Con la sfrontatezza di chi in partita dopo una canestro ha indicato il dito per il nuovo anello e poi ha mandato tutti a nanna, con il gesto che si fa ai bambini per portarli a dormire. Steph è tra gli eletti. il miglior playmaker della storia. Non lo diciamo noi, ma i suoi compagni Iguodala e Green LEGGI TUTTO

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    Nba Finals, Warriors straripanti: Celtics ko e serie sull'1-1

    SAN FRANCISCO (USA) – La reazione tanto attesa è arrivata e Golden State torna in parità nella finale dei playoff Nba contro Boston, a cui non bastano i 28 punti messi a referto da Jayson Tatum per spuntarla nel secondo round della sfida.
    Curry il miglior marcatore
    Trascinati da un Steph Curry in gran serata (top scorer del match con 29 punti) gli Warriors non ripetono infatti gli errori del primo match (quando si erano fatti rimontare dai Celtics nell’ultima frazione) e grazie soprattutto a uno straordinario terzo periodo (35-14 il parziale) vincono la gara 2 con il risultato di 107-88. Con le due squadre ora sull’1-1, la serie si sposterà adesso in sul parquet del TD Garden in Massachusetts, dove è in programma gara 3 nella notte tra mercoledì 8 e giovedì 9 giugno. LEGGI TUTTO

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    Nba Finals, Golden State travolge Boston e torna in parità

    Curry top scorer del match
    Trascinati da un Steph Curry in gran serata (top scorer del match con 29 punti) gli Warriors non ripetono infatti gli errori del primo match (quando si erano fatti rimontare dai Celtics nell’ultima frazione) e grazie soprattutto a uno straordinario terzo periodo (35-14 il parziale) vincono la gara 2 con il risultato di 107-88. Con le due squadre ora sull’1-1, la serie si sposterà adesso in sul parquet del TD Garden in Massachusetts, dove è in programma gara 3 nella notte tra mercoledì 8 e giovedì 9 giugno. LEGGI TUTTO