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    Djokovic: “Il silenzio dell’ATP sul tema delle palle è inammissibile”. I tennisti chiedono a gran voce un intervento

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    La parole al “veleno” di Pablo Carreno riportate ieri non hanno fatto altro che buttare benzina sul fuoco sulle accese polemiche per le palle adottate nei tornei del tour Pro. Per l’ex top10 iberico il suo infortunio al gomito è strettamente connesso alle palle utilizzate, cambiate di continuo e soprattutto troppo dure, pesanti e poco durevoli, tanto da costringere i giocatori a uno sforzo eccessivo per farle correre e sottoponendo così tendini e muscoli a stress eccessivi. Quella di Carreno è stata l’esternazione più dura, ma solo l’ultima di una lunghissima serie di lamentele, accese già nei primi mesi dell’anno e acuite di recente.
    “Queste palle fanno schifo” aveva detto più volte Medvedev, e pure Tsitsipas ha legato i propri problemi alla spalla ai difetti delle palle. Stan Wawrinka (uno dei più attenti a difendere le condizioni per i giocatori) aveva fatto da cassa di risonanza alla denuncia del belga Zizou Bergs, che, infortunatosi ai tendini, aveva detto: “Sono tanti i giocatori che soffrono di problemi al polso, che potrebbero essere prevenuti non cambiando palle continuamente e usando palle diverse”. Immediata la risposta di Taylor Fritz, che ha commentato stizzito: “Sto accusando dolori al polso dall’inizio della US Open series per colpa dei cambi di palle, 3 tipi diversi in 3 settimane”.

    Have been dealing w wrist issues since beginning of USO series cause of ball changes✌🏻we went 3 different balls in 3 weeks https://t.co/018jWjFPTC
    — Taylor Fritz (@Taylor_Fritz97) September 30, 2023

    Queste solo alcune delle lamentele, fino alle accuse vere e proprie. Il portoghese Gastao Elias è andato giù pesante: “Esigo che l’ATP paghi tutta la fisioterapia che mi servirà dopo aver giocato con queste palle con cui ci fanno giocare. Sono sul tour da molti anni e non ho mai visto niente del genere. QUESTO È IUMANO!“. Tennys Sandgren conferma, “Mai visto niente del genere” e pure le donne non se la passano affatto meglio. Lauren Davis scrive “Sono d’accordo, mi sono spezzata una spalla per colpa di queste palle” e Paula Badosa rincara la dose: “Non è problema solo dell’ATP, anche nei tornei WTA abbiamo gli stessi problemi, dobbiamo cambiare tutto e in entrambi i circuiti”.

    I demand @atptour to pay for all the physiotherapy I will need after playing with these balls they are making us play with. I’ve been on tour for many years and I’ve never seen anything like this.THIS IS INHUMANE!
    — Gastão Elias (@GastaoElias) October 9, 2023

    Una situazione pesante, che stiamo riportando da mesi ma per la quale al momento non si intravede una soluzione poiché dalla cabina di regia (ATP, Slam, ITF) niente trapela a proposito di qualche cambiamento. Proprio su questo punta il dito il più forte, il n.1 Novak Djokovic, che sposa in pieno la battaglia dei colleghi affermando in un’intervista al media Sporcle che il silenzio dell’ATP sulla questione è “inammissibile”.
    “C’è sicuramente una connessione tra i frequenti infortuni al polso, al gomito e alla spalla con i cambi di palla“, afferma Djokovic. “Sono assolutamente favorevole alla scelta di una palla con cui giocare tutti i tornei ATP. Dobbiamo semplicemente trovare un modo per unirci, in modo che in ogni evento dell’ATP Tour abbia una sola palla con cui giocare, a seconda della superficie. A volte il cambio di palle avviene tre volte in tre settimane a seconda di dove giochiamo, e influisce sulla salute dei giocatori e sulle articolazioni stesse”.
    Ecco la stoccata di Djokovic all’ATP su questo tema assai rilevante: “Sostengo i giocatori che si lamentano e chiedono all’ATP di trovare un modo per risolvere la questione. Devono trovare una soluzione. Non ho visto alcun comunicato dell’ATP in merito alle lamentele dei giocatori e queste sono cose per me incomprensibili. Non è ammissibile che non ci sia una sola parola. Quando i giocatori, anche quelli di alto livello che hanno più risonanza, cercano di contattarti in pubblico e ti dicono ‘Ehi, parliamo di quell’argomento’, devi fare una dichiarazione, rivolgerti a loro e dire ‘Ok, capiamo, sediamoci al tavolo, parliamo.’ Non capisco perché da parte loro c’è silenzio.“
    “Spero che capiscano che deve esserci semplicemente una comunicazione diretta. Allo stesso modo, bisognerebbe annunciare pubblicamente che hanno ricevuto queste informazioni e che ci stanno lavorando per trovare una soluzione accettabile. Il silenzio non cambierà nulla” conclude Djokovic.
    Tra i tanti tempi “caldi” sul tour, dal calendario alla Davis, passando per montepremi, stress mentale e quant’altro, quello della salute dei giocatori deve essere prioritario. E con la parola “salute” possiamo anche intendere in modo allargato “forma e condizione”. Se andiamo a guardare quest’annata 2023, sono pochissimi i giocatori che sono riusciti a brillare e dare il meglio del proprio gioco e prestazione per lunghi periodi di tempo. Djokovic, il più forte e vincente, ha centellinato – da campione – le proprie apparizioni trovando il picco nei Majors, dove ha raggiunto 4 finali vincendone 3. Top. Ma gli altri? Eccetto Medvedev nei primi mesi dell’anno, quando ha trovato una fantastica striscia vincente, tutti hanno sofferto di momenti di appannamento e pesanti alti e bassi dovuti quasi sempre ad acciacchi e problemi fisici. Anche giocatori di 24, 22, 20 anni. Moltissimi i problemi a tendini e articolazioni. Questo dovrebbe essere IL tema sul tavolo, perché la salute dei giocatori deve essere la priorità, e pure se vogliamo guardare la questione in modo più “freddo”, considerando il tutto a livello di “prodotto” inteso come entertainment. Che prodotto offre una disciplina quando i suoi interpreti più in vista sono spesso acciaccati, rotti o scontenti? In tutto questo le palle sono uno dei problemi, a detta dei giocatori uno dei più importanti.
    Chiunque ha disputato tornei quest’anno, ma potremmo dire da un bel po’ di tempo, conferma che il gioco è terribilmente duro e stressante, per colpa di condizioni generali che hanno rallentato eccessivamente la velocità media. Palle soprattutto, ma anche superfici. Devi spingere a tutta per trovare un punto vincente, a meno di non voler spostare la disciplina su maratone lentissime e infinite degne delle paludi del rosso anni ’70… Per spingere devi fare sforzi enormi perché ‘ste palle sono pesanti, dure, perdono tono ed elasticità. Non vanno. Ogni botta che tiri è un contraccolpo pesante a polso, gomito, braccio, spalla. E per dare spinta stressi al massimo tronco, anche, ginocchia. Kaput. Il giovane più forte al mondo, Carlos Alcaraz, è spesso vittima di problemi, eppure ha un fisico spaziale. Tutto questo dovrebbe far scattare non un campanello d’allarme ma una vera e propria sirena, all’attenzione di tutti coloro che governano la disciplina, ITF e Slam inclusi. È così difficile capire le richieste dei giocatori, intervenire sulle palle (e magari anche sulle superfici) per offrire un prodotto diverso? Creare delle condizioni differenti grazie alle quali i giocatori possono produrre un gioco più veloce e offensivo, meno duro e impattante sul fisico, con scambi più brevi e così stressare meno il corpo? Non sembra una via difficile da prendere. Se la si vuol prendere. 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La denuncia di Carreno: “Sono sicuro che il mio grave infortunio derivi dalle palle che usiamo”

    Pablo Carreno

    Pablo Carreno rientra sul tour Challenger dopo uno stop di 9 mesi e accusa chiaramente le condizioni di gioco e in particolare le palle adottate e il loro cambio continuo per il grave infortunio al gomito che l’ha tenuto fuori per tutta la stagione. Il nativo di Gijon infatti dopo un’estate 2022 super, sfociata con la splendida vittoria al Masters 1000 canadese, ha iniziato ad accusare seri problemi al gomito lo scorso novembre durante la Coppa Davis che l’hanno forzato prima a una preparazione invernale modesta, quindi a vero calvario nei primi tornei dell’anno. Una sola vittoria in tre tornei giocati, quindi la decisione di fermarsi dopo la brutta sconfitta rimediata al Challenger di Alicante da Pedro Martinez. È iniziato così per lui un anno nerissimo, che ha raccontato ai media spagnoli nel corso del Challenger di Malaga. Chiara la sua accusa: il suo grave infortunio dipende dalle palle, già aspramente criticate da quasi tutti i giocatori.
    “È un anno complicato, a parte questo, non sono rimasto mai del tutto fermo” racconta Carreno. “Ho continuato ad allenarmi, cercando di recuperare. A volte sono stato fermo, ma non per più di quattro settimane. Mi stavo riprendendo e sembrava che le cose si fossero messe nel verso giusto, ma poi il gomito è peggiorato e mi sono dovuto fermare di nuovo, quindi sono tornato di nuovo in campo in allenamento… È stata particolarmente dura a livello mentale perché più di una volta mi sentivo quasi pronto a tornare, e invece non ce l’ho fatta. Ho provato a tornare a Indian Wells, poi a Madrid, poi a Winston-Salem, e alla fine è stato la settimana scorsa (Challenger di Alicante, ndr)”.
    Pablo è tornato, ma il dolore continua a perseguitarlo, anche se meno intenso: “Sì, mi dà fastidio, soprattutto quando finisco di giocare, col riposo va meglio. Per ora sembra che il dolore sia sotto controllo. Dovrò convivere con il dolore almeno per un po’ e spero di gestirlo e che alla fine scompaia”.
    Ecco l’attacco diretto e senza mezzi termini alle palle usate nei tornei: “Sono sicuro che le palle siano la causa del mio infortunio. Ad esempio, prima del Roland Garros mi stavo allenando con alcune palline all’Accademia per riprendermi dall’infortunio e tutto stava andando bene, stavo giocando dei set e le cose erano ok. Quindi sono passato alle palline del Roland Garros per iniziare ad allenarmi con le condizioni da torneo e dopo 20 minuti mi sono dovuto fermare di nuovo perché il gomito era in fiamme. È chiaro che le palle sono molto diverse e il continuo cambio di palle ha un’influenza. La settimana scorsa abbiamo giocato con un marchio, questa settimana stiamo giocando con un altro… Nel circuito Challenger è ancora peggio, perché se ne cambiano di più, ma anche sull’ATP tour si cambiano troppe palle. Non facciamo nemmeno due tornei praticamente uguali. Nello stesso tour australiano o su terra battuta puoi cambiare la marca delle palline. Sia la palla adottata che il loro continuo cambio provocano infortuni“.
    Carreno non trova granché di positivo in quest’annata davvero sfortunata: “Aspetti positivi? Direi niente. Forse a livello personale ho avuto più tempo per me stesso, per stare con la mia famiglia, con mia moglie. La verità è che è stato un anno molto complicato con pochissime cose positive. Tanti anni fa ho avuto un infortunio molto grave alla schiena, prima di diventare un professionista, avevo solo 19 anni. Ora ne ho 32 ed è chiaro che non sono allo stesso punto della mia carriera. Forse ora ti aiuta un po’ a capire che il tennis non è l’unica cosa nella vita. Quando avevo 19 anni il mio unico obiettivo era tornare a gareggiare, giocare ancora ad ogni costo. Ora la visione che ho è diversa. La mia priorità è recuperare bene piuttosto di tornare il prima possibile”.
    Dopo Medvedev, Tsitsipas, Fritz e tantissimi altri giocatori che da mesi si lamentano per queste palle pesanti, che si “ingrossano” dopo pochi scambi e diventano difficili da controllare e dure da spingere, adesso anche Carreno passa all’attacco e lo fa con accuse chiare e dirette. Alcuni addetti ai lavori negli scorsi mesi si sono “divertiti” in alcuni tornei a postare sui social due palle da gara, una accanto all’altra, la prima appena tolta dal tubo, vergine; la seconda fuoriuscita dal campo dopo pochi minuti di palleggi. Beh, le condizioni della seconda erano impietose, come se fosse stata maltratta in ogni modo. L’aspetto più “grottesco” della situazione è che non si trovi il modo di porre un rimedio. Tutti si lamentano, il gioco è diventato troppo duro, imperano scambi di potenza che penalizzano non solo lo spettacolo ma soprattutto le articolazioni e muscoli degli atleti. È così complicato fare un passo indietro e tornare a palle più durevoli, meno dure e pesanti? 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Indian Wells, condizioni troppo lente? I giocatori parlano delle palle utilizzate quest’anno

    Indian Wells

    “La sera è difficilissimo fare un punto vincente”. Così Andrey Rublev tuonava l’altra sera, confermando le sensazioni di molti dei tennisti in gara nell’edizione autunnale di Indian Wells. Quest’anno tutto sembra diverso rispetto al classico torneo primaverile, ma in realtà, secondo i dati rilevati dal torneo attraverso l’indice CPI (Court Pace Index), le condizioni di umidità, calore e superfici sono pressoché identiche a quelle delle ultime edizioni disputate. Quello che quest’anno è differente, e sembra stia creando più di un malumore, è la palla utilizzata. In genere ad Indian Wells il caldo del deserto abbinato ad un’aria estremamente secca crea delle condizioni particolari, con un basso attrito della palla nell’aria ed un rimbalzo accentuato. Non è un caso che Rafa Nadal abbia trionfato spesso nel torneo negli ultimi anni, amando l’alto ribalzo e la possibilità di far ruotare molto la palla nell’aria. Quest’anno invece la palla è avvertita dai giocatori e giocatrici come molto più pesante. Ecco alcune dichiarazioni in merito rilasciate da alcuni tennisti in gara, però non tutti si lamentano, anzi…
    Stefanos Tsitsipas: “Noi giocatori non siamo abituati a giocare con questa palla, la trovo leggermente più pesante delle palle originali che giochiamo in torneo. È molto secco qui, sappiamo che quando veniamo qui, le condizioni sono queste. Devo adattare il mio gioco”.
    Stringato Bautista Agut: “Si fa fatica a chiudere il punto”. Gli fa eco Medvedev: “Le condizioni? Secco e molto lento”.
    Andy Murray: “Le condizioni sono cambiate quest’anno. Non nella velocità del campo, l’aria e tutto il resto, è rimasto lo stesso. Prima le palle che usavamo qui erano estremamente leggere e combinate con l’aria molto secca mi ha aiutato a fare delle belle partite ma ero costretto a giocare rapido. Adesso sentiamo le palle molto più pesanti, ma ammetto che mi piace molto, mi piace sempre giocare palle lente in condizioni veloci, quindi in realtà è abbastanza diverso. C’è chi si lamenta, io trovo molto più facile controllare la palla qui in confronto ad altri anni, sì, mi sarebbe piaciuto che fosse stato così negli anni precedenti”.
    Iga Swiatek: “Torno qua dall’Europa, non credo però di aver bisogno di molti aggiustamenti perché mi piace molto questa superficie, mi piacciono molto le palle. Non è come agli US Open dove perdevo il controllo perché le palle erano molto leggere. Qui le condizioni in campo mi piacciono”.
    Garibine Muguruza apprezza molto il torneo, ancor più in questa data 2021: “Sento che è molto interessante avere questo torneo ora. In altri momenti di solito dobbiamo avere swing più lunghe e viaggiare in posti diversi. Nel mio caso ho solo allungato la serie degli US Open fino a qui, e non dovendo tornare in Europa e volare in Asia, sono solo rimasta qui, non mi sembra vero ma sono contenta perché è ottimo avere questo torneo adesso nella stagione”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO