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    Da Costa trionfa nel primo ePrix di Misano: Rowland e Dennis a podio

    Poi, 8 giri nei quali gara-1 prende la fisionomia che porterà sotto la bandiera a scacchi.
    Da Costa di rincorsa
    Vince Porsche, lo fa con Da Costa, partito 14°, mentre Wehrlein, terzo in griglia, finisce in fondo dopo un pit-stop per sostituire l’ala danneggiata. Le fasi di avvio sono convulse, i piloti seguono le consegne di una gara al risparmio di energia e il gruppone corre sul passo dell’1’30”-1’31”, contro giri veloci in realtà da 1’24”. Capita che al secondo giro ci sia Buemi in testa, partito nono. Che al quinto sia Da Costa davanti a tutti. poi che tocchi a Vandoorne, al giro 10, lui che è partito 18°. 

    NIGHTMARE for Championship leader @PWehrlein The @PorscheFormulaE man makes contact with the rear of @JeanEricVergne’s car and has to pit as a result.#MisanoEPrix pic.twitter.com/tAEwyrbZNK
    — Formula E (@FIAFormulaE) April 13, 2024

    Cassidy ancora in serie negativa
    Oltre a Wehrlein, leader di campionato, l’ePrix di Misano gara-1 ha un esito negativo per Cassidy, secondo in campionato. Ancora una volta è costretto a fermarsi per cambiare l’ala danneggiata e una corsa conclusa nelle retrovie. Per l’episodio alla variante del Curvone è stato penalizzato Vergne, co-protagonista della collisione tra Jaguar e DS. Il marchio di casa Stellantis ha le velocità per stare sul podio ma i 5″ comminati dalla direzione gara a Vergne lo retrocedono all’ottavo posto, dal terzo ottenuto in pista. 
    Porsche e Nissan svettano per gestione energetica e passo

    FOR THE LEAD ??@afelixdacosta takes the lead of the race from @oliverrowland1 with two laps to go! #MisanoEPrix pic.twitter.com/SHLYDtAnC5
    — Formula E (@FIAFormulaE) April 13, 2024

    Dal giro 21 in poi è un confronto tra Da Costa e Rowland. La Nissan si conferma in un’eccellente stato di forma ma Da Costa può contare su più energia da parte: il 2% su Rowland gli consentirà di prendere la testa dell’ePrix al giro 26 e tenerla fino al termine. Il portoghese è finito nel mirino dei rumours, per un possibile taglio in Porsche dal prossimo campionato. La risposta arriva con un gran risultato, però dopo una qualifica ancora difficile.
    “Che caos! È stata una gara folle, è stato più importante correre con la testa, essere furbi. Ci siamo riusciti in termini di energia, di gestione della gara. Bello. 
    La vita va così, ci sono alti e bassi, nessuno è perfetto, dobbiamo essere un team quando le cose vanno male, spero che questa vittoria sia la prima della stagione e di molte altre”, il commento di Da Costa.
    Rowland, podio e testa del mondiale
    Ancora un piazzamento per Nissan, che conferma Rowland al secondo posto, dopo quello ottenuto a Tokyo. “Incredibile, stiamo correndo una partenza di campionato straordinaria. Sono piacevolmente sorpreso della macchina, avevamo uno dei passi gara migliori e abbiamo gestito bene l’energia. Ho dovuto adeguarmi, all’inizio tanti piloti erano aggressivi, ho deciso di tornare nelle posizioni davanti, tra quinta e sesta posizione, poi quando mi hanno detto che l’energia era a posto ho riguadagnato terreno fino al terzo. Secondo, oggi, è un buon risultato”.

    CASSIDY AND VERGNE MAKE CONTACT! The @JaguarRacing driver sustains damage as a result of the clash and is forced to return to the pits.#MisanoEPrix pic.twitter.com/Sz4V81pPGf
    — Formula E (@FIAFormulaE) April 13, 2024

    Dietro il duo Da Costa-Rowland, un gap si è aperto tra giro 21 e 28, lasciando Vergne a battagliare con Dennis. Sotto la bandiera transita la DS Penske, però i 5″ di penalità scalano Vergne in ottava posizione. Dennis è terzo, seguito dalla Maserati di Guenther in quarta, poi a sorpresa la Ert di Ticktum, la Jaguar di Evans (poleman di gara-1), Sette Camara con la seconda Ert. Vergne, Nato e Vandoorne chiudono la top ten.
    Domenica si replica a Misano, con gara-2 alle 15:03 su una distanza ridotta (26 giri) rispetto a gara-1 e, probabilmente, strategie meno estreme di gestione energetica. La classifica del mondiale Piloti, dopo l’ePrix numero 6, vede Rowland a 73 punti, Dennis a 68 e Wehrlein a 63. LEGGI TUTTO

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    Wehrlein vince l’ePrix Messico: ma un’investigazione potrebbe stravolgere tutto

    A Città del Messico servono 10 giri per registrare i primi ritiri della stagione e la prima Safety Car (Frijns a muro, in uscita dal Foro Sol: 2 giri di neutralizzazione, recuperati sul totale della distanza dell’ePrix). I successivi 13 delineano un gruppetto di piloti con velleità di vittoria e podio. Sono Wehrlein, Buemi, Cassidy, Guenther, Evans nell’ordine. Cinque protagonisti corrono racchiusi in 3 secondi. Poco dietro la DS di Vergne. 
    Gli ultimi 14 passaggi sono quelli dell’allungo, del gruppetto che si sgrana e lascia un uomo solo in testa alla corsa. Senza rivali.

    Crossing the line as a WINNER in Mexico City!A dominant drive from @PWehrlein in the first race of Season 10 ??@Hankook_Sport #MexicoCityEPrix pic.twitter.com/GUq8JLrHjn
    — Formula E (@FIAFormulaE) January 13, 2024

    Dal giro 23 una corsa in controllo
    Pascal Wehrlein e Porsche vincono l’ePrix di Città del Messico, prima gara della Stagione 10 di Formula E. Un successo mai in discussione, perché Seb Buemi ed Envision respirano brevemente l’aria della testa della corsa in avvio di ePrix, complice il gioco di attivazioni dell’Attack Mode.

    POV: you’re driving through the Foro Sol @Hankook_Sport #MexicoCityEPrix pic.twitter.com/nDld6ElK04
    — Formula E (@FIAFormulaE) January 13, 2024

    Quando Wehrlein spinge sull’acceleratore, al giro 23 e complice un errore di Buemi, costruisce in un giro un divario di oltre 2″5, che verrà poi ridimensionato dall’elvetico di Envision verso il traguardo, giro 37, ma senza essere un’alternativa per la vittoria.
    “È stata una gara dura, abbiamo comandato per gran parte dei giri e questo non è molto efficiente. Ogni giro è stato quasi come un giro di qualifica. 
    Ho visto Seb alle spalle fare un piccolo errore, che mi ha permesso di aprire il gap e da lì è stato più semplice.
    Sicuramente è una grande partenza, la scorsa stagione, specialmente la seconda metà è stata frustrante. Abbiamo lavorato tutti per provare a migliore i punti deboli, ora dovremo continuare a spingere e assicurarci di non soffrire gli stessi punti deboli dello scorso anno”, racconta Wehrlein a caldo.
    Wehrlein, l’infrazione tecnica e la scelta di Buemi
    Un risultato sul quale pende un’investigazione della direzione gara, per infrazione tecnica. La posizione di Wehrlein e quella di Dennis verranno esaminate dopo la corsa.
    Un occhio interessato alla vicenda lo conserva Buemi, che spiega come “la qualifica è stato il momento chiave, su questa pista è difficile sorpassare. Pascal era veloce, sapevo che era sotto investigazione e non volevo spingere, sono contento della seconda posizione, vedremo se arriverà altro.
    Penso che avrei potuto avvicinare di più Pascal ma sorpassarlo sarebbe stato rischioso”.
    Sul podio conclude Jaguar con Cassidy, in scia a Buemi visto il gap di 8 decimi. Bene anche Maserati, con Guenther. Tiene il ritmo dei primi ma senza lo spunto per attaccare Cassidy. Sotto il traguardo è quarto a 5″7 dal leader. 
    Evans difende il quinto posto
    Dalla quinta posizione alla tredicesima di Edoardo Mortara c’è un’altra corsa da raccontare. Evans perde il treno dei primi quattro al giro 20 e la sua corsa diventa un controllare Vergne, ma anche Hughes e Vandoorne. Poi, Dennis, Nato, Fenestraz. Un gruppo sempre più folto, per le difficoltà di ritmo vissute da Evans, che arriva a 13″ da Wehrlein e difende il piazzamento da Vergne, Hughes, Vandoorne, Dennis, Nato. Questa la top ten del primo ePrix stagionale.
    Prossimo appuntamento il 26 e 27 gennaio, con i due ePrix di Ad Diriah. LEGGI TUTTO

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    Clamoroso dalla Francia: “Possibile addio Audi-F1. Arriva Porsche?”

    ROMA – La Formula 1 continua a viaggiare a vele spiegate verso la conclusione del Mondiale 2023, che è già stato vinto con largo anticipo dal tre volte campione del mondo Max Verstappen, ma il circus guarda sempre al futuro. Nel 2026, infatti, dovrebbe arrivare una nuova squadra come l’Audi ad aggiungersi al già ricco parterre di team che si daranno battaglia per il titolo. Ma dopo l’annuncio dell’arrivo del marchio di Ingolstadt, all’interno del gruppo VAG sono cominciati i guai con la prematura estromissione del CEO dell’Audi Markus Duesmann che aveva permesso che il progetto F1 giungesse a buon fine.
    Porsche in F1?
    Il suo successore, Gernot Döllner, invece, sarebbe molto meno entusiasta della Formula 1 e, come ogni amministratore delegato di una grande azienda, si diverte molto a svelare tutto ciò che il suo predecessore ha realizzato per lasciare meglio il segno. Stando a quanto riportato dai francesi di Auto-Journal, Döllner sarebbe pronto a ritirare il suo marchio dal campionato, ma ciò non significherebbe che non vedremo il gruppo Volkswagen in Formula 1 tra due anni e mezzo. Il progetto Audi F1, infatti, potrebbe essere rilevato da Porsche. L’altra ammiraglia del colosso VW non partirebbe però da zero e utilizzerebbe il lavoro impiegato dal collega per una sorta di rebranding. LEGGI TUTTO

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    ePrix Jakarta, in gara 1 torna vince Wehrlein

    Sono i tre piloti che arrivano a giocarsi le posizioni sul podio, dove Wehrlein precede Dennis e Guenther. Maserati conquista un altro piazzamento tra i primi dopo quello di Berlino e la novità, a Jakarta, è l’aver conquistato la prima pole position in Formula E.
    Bird-Evans, Jaguar ci risiamo
    Corre via senza grandi colpi di scena né battaglie decisive, il primo dei due appuntamenti della Formula E in Indonesia. Gara-1 è amara per i motorizzati Jaguar ufficiali. A 3 giri dalla conclusione, infatti, Evans perde anche i pochi punti iridati dell’ottavo posto. In staccata di curva 1 il neozelandese viene tamponato da Sam Bird, in un ripetersi dei fatti di Hyderabad. Addio ai punti, fondamentali in chiave iridata, per Evans.
    Il leader di campionato Cassidy, invece, limita i danni con un settimo posto che gli consegna 6 punti. Il bottino di Wehrlein, 25 punti, lo riporta in scia del leader a 6 ePrix dal termine: 126 punti contro i 128 di Cassidy.

    Not again Here’s the moment Sam Bird took out teammate Mitch Evans… Gulavit #JakartaEPrix pic.twitter.com/cVQ0vFMQd6
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) June 3, 2023

    Risolti i problemi in qualifica
    “E’ fantastico, è stata un’ottima gara. Già la qualifica è andata molto meglio che in passato. Ho mantenuto la testa di  quasi tutta la gara, non è stata facile la gestione dell’energia però mi sono difeso bene e sono felice di essere tornato alla vittoria. Adesso aspettiamo domani.
    Nelle ultime gare non eravamo dove avremmo voluto e la qualifica era un grosso problema”, commenta Wehrlein. “Abbiamo attuato una grande svolta nelle ultime settimane, grazie a tutto il team per il duro lavoro”.
    La partenza rimescola le posizioni in testa
    La cronaca dell’ePrix vede Guenther partire dalla pole e conservarla nei primi giri. Wehrlein dalla seconda fila, terzo, salta Dennis e prova l’attacco sulla Maserati, che non riesce. Dennis, secondo in griglia, scala quarto, superato anche dalla DS di Vandoorne. Così fino al giro 4, quando Wehrlein prende la testa della corsa. Cambio di posizione con Guenther, in difficoltà con l’obiettivo di consumo e costretto a ridurre il ritmo. 
    Come da tradizione, l’ePrix di Jakarta si è corso in condizioni di gran caldo e umidità, con 34° C nell’aria. Le scelte strategiche dei primi, di Wehrlein, Guenther e Vandoorne li hanno portati a esaurire le due attivazioni dell’Attack Mode nel primo terzo di gara. 
    Dennis polemico per la manovra di Wehrlein
    Dal gruppetto di sette macchine, sufficientemente vicine da contendersi le posizioni sul podio (Wehrlein, Guenther, Dennis, Vandoorne, Vergne, Cassidy, Mortara), ne restano tre, quelle che finiranno sotto la bandiera a scacchi. L’unico momento di reale minaccia per la leadership di Wehrlein è arrivato al giro 24, con il tentativo di attacco di Dennis in staccata di curva 1. Wehrlein chiude la porta e, nel dopogara, Dennis commenta così la manovra: “E’ irritante finire secondo. La partenza mi è costata la gara, ho avuto troppo pattinamento sulla parte sporca.
    Pascal è stato assurdo quando ho attaccato, non possiamo certo protestare: siamo due motorizzati Porsche ma è stato ridicolo. Abbiamo una macchina velocissima in qualifica, vedremo come andrà domani in gara”. Il coasting anticipato di Wehrlein ha dato spazio al tentativo d’attacco di Dennis che, però, si è trovato la porta chiusa dal pilota Porsche. Per Dennis, secondo posto a Jakarta e terzo nel mondiale Piloti, con 114 punti. 

    OH MY GOODNESS Our Championship leader Nick Cassidy collides with JEV and SOMEHOW escapes with no damage!Gulavit #JakartaEPrix pic.twitter.com/EieM3vPmQN
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) June 3, 2023

    Maserati ottiene il massimo possibile
    Uno-due dei motorizzati Porsche, poi la prima delle due Maserati, quella di Guenther: “Sono contento, partendo dalla pole vuoi vincere, ma non abbiamo avuto abbastanza ritmo per battere le due Porsche davanti. La macchina non è stata perfetta come il resto del week end ma è fantastico essere di nuovo sul podio, oggi era il massimo possibile”.
    Dietro i primi tre, completano la top ten Vandoorne e Vergne con le due DS, poi Mortara, Cassidy, Da Costa, Frijns su ABT Cupra e Hughes su McLaren. 
    A Jakarta si replica domenica, con gara-2 al via alle 10:00 ora italiana. LEGGI TUTTO

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    Porsche, che festa! 75 anni vissuti di corsa

    La storia non si ferma, avanza nel tempo fino a farsi presente e anche futuro, se ha radici solide. E quelle di Porsche sono così profonde che dopo 75 anni brillano fino alla superficie, anche perchè vanno oltre le date. E se è vero che le lancette dell’orologio del Marchio di Zuffenhausen si mossero per la prima volta, ufficialmente, l’8 giugno del 1948, la realtà è che l’idea, il concetto – canterebbe Gaber – di Porsche che all’epoca si sposò con la stessa idea di auto, nacque molto tempo prima.
    Porsche e l'”auto del popolo”
    Era l’aprile del 1931 quando il padre di tutti i bolidi di Stoccarda (Zuffenhausen è un quartiere di Stoccarda) Ferdinand Porsche fondò uno studio di progettazione e ingegneria in Austria che iniziò a collaborare con alcune aziende per la realizzazione – udite udite – di auto elettriche e ibride. Fino ad entare nelle grazie del Governo tedesco dell’epoca, guidato da un certo Adolf Hitler, col quale mr. Porsche studiò, era il 1934, la prima “auto del popolo”, la Volks (popolo) wagen (auto). E pare sia stato lo stesso Führer che 4 anni dopo chiese sempre a Porsche le specifiche per una vettura, un po’ meno del… popolo e ad alte prestazioni. Quello che successe subito dopo, purtroppo, lo sappiamo tutti, quindi c’è poco da meravigliarsi che quell’auto venne realizzata per entrare in produzione a distanza di 10 anni, a Gmünd in Kärnten, di nuovo in Austria dove nel 1944 era stata spostata la sede e fondata la Porsche-Werk Gmünd.
    356 Roadster, la prima stradale
    Era proprio l’8 giugno del 1948 quando Porsche, padre e figlio, Ferdinand entrambe, “Ferry” per tutti l’erede, vennero fotografati con la prima Porsche omologata per l’impiego su strada: cioè una 356 Roadster. La meccanica ricalcava nello schema di base l’impostazione della Volkswagen, cioè motore boxer quattro cilindri, raffreddato ad aria, posizione longitudinale posteriore a sbalzo ovvero con il monoblocco oltre l’asse posteriore e il cambio verso l’abitacolo. In due anni arrivarono a produrne 53, per poi nel 1951 trasferirsi appunto nel distretto di Zuffenhausen, mentre cresceva l’attenzione del pubblico per un modello offerto cabrio e coupé, per l’America anche Speedster. Come primo step si arrivò a produrne 10.000, per poi toccare le 50.000 nel 1962.
    Da Le Mans alla Boxster
    Nel frattempo, Porsche cominciò a correre nelle gare in pista e il primo successo alla 24 Ore di Le Mans arrivò nel 1951, anno in cui scomparve il patriarca. Due anni dopo vide la luce la 550 Spyder, una barchetta appositamente realizzata per le competizioni (110 cv con motore boxer 4 cilindri da 1.498 cc), l’auto tanto amata da Jameas Dean (e a bordo della quale ebbe il suo incidente mortale). I successi in parallelo tra prodotto e sport si tradussero in svolta reale nel 1963 quando Ferdinand Alexander Porsche, detto Butzi, lanciò la 911, ancora oggi autentico pilastro dei trionfi della Casa tedesca, appiglio vitale al quale Porsche si aggrappò anche durante la crisi di fine anni ’80, quando rischiò la bancarotta fraudolenta, sfornando nel 1996 la più abbordabile Boxster con cui si toccò quota 1 milione di Porsche nel luglio 1997 (fu una 911 per la polizia tedesca).
    Una gamma di successo
    L’elenco dei modelli e delle serie Porsche sarebbe infinito – dal primo turbo della 930 del 1975, alle storiche 917 (l’auto amata da Steve McQueen) e 959, fino alla più recente 992, passando per 924, 928, 968, 944, 964, 993, 996, 997 e 991 – ma è indubbio che il debutto della Cayenne nel 2002, bissato dalla Carrera GT l’anno successivo, poi dalla Panamera e soprattutto da Macan (2013), 918 Spyder (2013) e infine l’elettrica Taycan (2019) hanno regalato a Porsche una dimensione industriale di assoluto livello – culinata con la quotazione in Borsa del settembre dello scorso anno – con 40.000 dipendenti, capaci di produrre oltre 300.000 vetture all’anno, compreso il prototipo elettrico di hypercar Mission X che ha esaltato la cerimonia dei festeggiamenti per il compleanno n. 75 e inaugurato la mostra dedicata al Museo Porsche di Zuffenhausen per la gioia di tutta la dinastia.
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    Porsche presenta Mission X, la nuova hypercar totalmente elettrica

    Come sarà
    Il sistema propulsivo è quello della Taycan Turbo S, con un rapporto tra peso e potenza vicino a 1. Questo vuol dire che dati i 560 kW (762 cavalli) del modello di serie, il peso è certamente inferiore alla tonnellata. Agilissima per via della leggerezza, dovrebbe essere anche molto maneggevole dato che il pacco batterie è in basso e in posizione centrale, dietro i sedili di guidatore e passeggero. La configurazione aerodinamica è stata studiata in ogni minimo particolare, con valori di deportanza superiori a quelli della 911 GT3 RS. Con un sistema elettrico a 900 Volt, promette tempi di ricarica dimezzati rispetto a quelli, già da record per la Porsche, della citata Taycan Turbo S. La linea è a dir poco spettacolare, con richiami alle 904 e 906 del passato per via dei gruppi ottici anteriori sviluppati in verticale. Le porte si aprono verso l’alto, proprio come su un prototipo da corsa, e danno accesso ad interni curatissimi e realizzati con materiali superleggeri. Il posto di guida è quasi da fantascienza, con il volante che ha la forma della cloche di un aereo, per un’altra similitudine con i mezzi da corsa. La strumentazione e ovviamente tutta digitale, con il passeggero che può utilizzare un cronometro sulla plancia davanti a lui. Le dimensioni indicano un’altezza inferiore ai 120 cm, con una lunghezza di circa 4 metri e mezzo. Le possibilità che sia prodotta in una serie, ovviamente limitata, non sono state escluse, anche se per ora i responsabili della Porsche non si sbilanciano in materia.
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    Porsche, prima “bara” e poi risarcisce: ecco perché ha dato 75 milioni ai suoi clienti

    Sono circa 500mila i modelli, a benzina, immatricolati tra il 2005 e il 2020 coinvolti nell’indagine che riguarda Porsche. La Casa negli Usa potrebbe dover risarcire i suoi clienti con l’accusa di aver distorto i dati su consumi ed emissioni. I querelanti hanno affermato: “Il risarcimento del risparmio del carburante pagherà a tutti i membri una percentuale molto alta dei loro potenziali danni (e alla stragrande maggioranza di loro il 100% dei danni)”. A quanto ammonta il risarcimento? Potrebbe variare da 250 a 1.109 dollari (da circa 236 a 1.048 euro). 
    Il risarcimento
    Porsche, dicevamo, sarebbe accusata di aver distorto i dati su consumi ed emissioni, ciò sarebbe avvenuto effettuando dei test e delle verifiche su modelli che risultavano meno inquinanti rispetto a quello che poi succedeva nelle auto messe in vendita. I proprietari hanno quindi organizzato una class-action che costretto il Gruppo VW a trovare un accordo economico, per un totale di 80 milioni di dollari (all’incirca 75,6 milioni di euro). Tuttavia, manca ancora l’ok definitivo da parte del giudice federale della corte di San Francisco.
    Non è la prima volta che il Gruppo Volkswagen si trova coinvolto in problemi del genere, come lo scandalo del Dieselgate per cui ha dovuto versare ben 15,3 miliardi di dollari (circa 14,5 miliardi di euro).
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    Chi paga le tasse fa un giro in Porsche: la trovata di una città giapponese

    “Più tasse” dovrebbe significare “più servizi” e infatti in Giappone sembra essere proprio così. Chi è disposto a corrispondere una piccola cifra volontaria chiamata “tassa sulla città natale” si possono ottenere vantaggi tra cui un’esperienza di pura adrenalina: un giro gratis in Porsche con tanto di istruttore su un circuito mozzafiato.
    Sfonda la vetrina del centro Porsche: nonnetto in Yaris semina il caos! 
    Piccolo contributo, grandi emozioni
    A Kisarazu, città dell’est del Giappone, è stato aperto un fondo al quale i cittadini possono versare somme di denaro volontariamente per ottenere in cambio agevolazioni fiscali o vantaggi personali. Tra le esperienze che si possono fare c’è la possibilità di passare 90 minuti insieme ad un istruttore qualificato al Porsche Experience Center Tokyo, un circuito lungo più di 2 chilometri con un tracciato appositamente studiato per sviluppare le capacità di guida a tutti i livelli. Al fine di incentivare i cittadini ad aderire, l’amministrazione locale ha previsto degli scaglioni di pagamento che variano da 170mila yen (intorno a 1.220 euro) fino ad un massimo di 350mila yen (circa 2.500 euro). 
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