More stories

  • in

    Cahill e Vagnozzi lodano Sinner: “Un Campione in Crescita”

    Darren Cahill e Simone Vagnozzi nella foto

    Nel dopo partita della semifinale degli Australian Open 2024, i coach Darren Cahill e Simone Vagnozzi hanno condiviso le loro impressioni sulla prestazione di Jannik Sinner, sottolineando il suo incredibile percorso e la maturità mostrata sul campo.
    Darren Cahill: Un Ruolo di SupervisioneCahill, con un ruolo più di supervisione rispetto al passato, ha attribuito il merito principale a Vagnozzi per il lavoro svolto con Sinner. Ha evidenziato l’importanza del ruolo di Vagnozzi nella crescita tecnica e tattica di Jannik, lodando la sua capacità di assorbire le informazioni e trasformarle in miglioramenti concreti sul campo. Cahill ha messo in risalto la resilienza di Sinner, in particolare nel match contro Djokovic a Wimbledon, dove ha appreso molto nonostante la sconfitta.Il 99% del merito va a Simone, sta facendo un ottimo lavoro con Jannik. Il mio ruolo è invece un po’ diverso, io più che altro ho una supervisione del lavoro complessivo. Ovviamente parliamo di tattica e di aspetti tecnici, ma Simone è ‘la voce’.Ha lavorato molto sulla parte fisica, credo che il lavoro di Umberto negli ultimi due anni sia stato cruciale. Il suo modo di muoversi e la capacità di mantenere il livello più alto più a lungo nel match, soprattutto sui 5 set lo dimostrano.Sinner ha etica del lavoro, voglia di imparare, desiderio, obiettivo e un quoziente intellettivo tennistico fantastico. Jannik è tutto questo, e ha anche un gran senso dell’umorismo e lo dimostra sempre in campo nelle interviste post match. E’ un ragazzo delizioso che ama stare in compagnia e ama passare del tempo con il suo team.
    Simone Vagnozzi: Un Approccio Tecnico e MentaleVagnozzi, da parte sua, ha sottolineato l’importanza dell’atteggiamento di Sinner, soprattutto nel gestire i momenti critici del match. Ha elogiato la capacità di Jannik di adattarsi al livello di gioco di Djokovic e di rimanere concentrato, in particolare durante il quarto set. Vagnozzi ha anche evidenziato il miglioramento nel servizio di Sinner, un elemento cruciale per il suo successo.E’ un piacere poter avere nel nostro gruppo un coach di grande esperienza come Darren, dice sempre la parola giusta prima della partita e sa fare una analisi perfetta del match alla fine. Nelle fasi finali di un grande torneo è fondamentale avere un supporto del genere.Quando abbiamo iniziato a lavorare con Jannik il suo gioco era più ‘monotono’. Spingeva solo molto forte, ma senza una vera e propria tattica. Ora utilizza tutta la sua velocità ma la alterna a dropshot e slice. Inoltre ha migliorato molto il servizio e oggi contro Novak lo ha dimostrato. Non concedere neanche una palla break a Novak credo sia accaduto una volta in dieci anni.
    Il Team di Sinner: Una Sinergia PerfettaEntrambi gli allenatori hanno riconosciuto l’importanza di un approccio olistico, che include il lavoro fisico e mentale, oltre alla tecnica e tattica. Cahill ha parlato della sua esperienza e della capacità di comunicare efficacemente con Sinner, mentre Vagnozzi ha messo in luce il suo contributo tecnico e tattico. Hanno entrambi enfatizzato l’importanza del lavoro di squadra, del supporto fisico e mentale, e dell’approccio tecnologico moderno.
    Sfide e Successi: La Crescita di SinnerCahill e Vagnozzi hanno discusso delle sfide di integrarsi in un team tutto italiano, con Cahill che ha scherzato sull’imparare a bestemmiare con l’accento giusto. Hanno parlato della personalità multiculturale di Sinner, del suo umorismo e della sua serietà in campo, sottolineando come queste qualità contribuiscano alla sua crescita come giocatore.
    Verso la Finale: Lavoro Continuo e AspettativeGuardando verso la finale, Cahill e Vagnozzi hanno espresso ottimismo e realismo. Hanno riconosciuto che ogni partita è un passo in più nel percorso di Sinner, sottolineando l’importanza di godersi il viaggio e continuare a lavorare sodo. Con fiducia e determinazione, Sinner si prepara a affrontare la sua prossima grande sfida, sostenuto da un team che crede fermamente nel suo potenziale e nella sua capacità di diventare uno dei grandi del tennis mondiale.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Vagnozzi e Cahill vincono l’ATP Award come coach dell’anno 2023

    La infografica dell’ATP sul coach 2023

    Dopo lo straordinario riconoscimento assegnato a Jannik Sinner dall’ATP come tennista più apprezzato dai fan di tutto il mondo (succedendo alle 19 volte consecutive di Federer e poi Nadal), ecco un altro altrettanto prestigioso premio per il “team Sinner”. I suoi due coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill infatti hanno vinto l’ATP Award come miglior allenatore della stagione 2023, un premio ancor più importante perché a votare sono stati i loro stessi colleghi che hanno così premiato il lavoro eccellente svolto con Jannik.
    Sinner ha chiuso il 2023 con 64 vittorie e 15 sconfitte, il n.4 nel ranking ATP di fine stagione, un Masters 1000 vinto in Canada, la finale alle ATP Finals, la vittoria in Coppa Davis nella quale è stato leader e trascinatore. Jannik sta letteralmente abbattendo uno dopo l’altro tutti i record per un tennista italiano, e siamo solo all’inizio della sua carriera. L’azzurro aveva iniziato l’anno da n.15, terminando il 2023 con un +11 e 4 titoli vinti. Nella parte finale di stagione ha battuto tutti i migliori al mondo, due volte Djokovic e Medvedev, Alcaraz, Tsitsipas, Rune. Una crescita importantissima, che ha finito per premiare i suoi due allenatori.

    Congratulations to Simone Vagnozzi & Darren Cahill on receiving the honor of 2023 Coach of the Year in the #ATPAwards 👏
    Read more 👇
    — ATP Tour (@atptour) December 13, 2023

    Vagnozzi lavora con Sinner dal febbraio 2022, ma lo conosce da molti anni ed era perfettamente consapevole del suo potenziale.  “Conosco Jannik da quando aveva 14 anni. Ha giocato contro uno dei miei giocatori junior, quindi l’ho visto per la prima volta lì”, ha dichiarato Vagnozzi ad atptour.com all’inizio di questa stagione. “È davvero bello allenarlo perché è un ragazzo divertente, ha un bel carattere. È facile allenare Jannik perché vuole migliorare tanto e va in campo sempre con il sorriso, quindi per un allenatore è davvero bello lavorare con uno come lui”.
    Darren Cahill è uno dei coach più stimati, ha allenato ex numeri 1 come Andre Agassi e Lleyton Hewitt. Il suo ingresso nel team Sinner nel giugno 2022 è stato il completamento di una squadra di altissimo profilo. Il ruolo dell’australiano è soprattutto quello di apportare esperienza di alto livello, mentalità vincente, lavorare sulla concentrazione e mentalità di Jannik.  “Il mio ruolo riguarda più l’esperienza e come aiutarlo mentalmente in questi grandi momenti, assicurarci che stiamo lavorando sulle cose giuste che alla fine lo porteranno dove vogliamo essere”, ha detto Cahill all’inizio di questa stagione. Sia Simone che Darren sono stati abili profeti: Sinner ha lavorato con qualità, ha imparato molto e in autunno novità tecniche e grande condizione psicofisica hanno “chiuso il cerchio”, alzando al massimo la prestazione del suo tennis. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
    Cahill e Vagnozzi hanno vinto l’ATP Award 2023 come coach superando gli altri canditati, Craig Boynton (coach di Hubert Hurkacz), il vincitore del premio 2022 Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz), Goran Ivanisevic (Novak Djokovic) e Bryan Shelton (Ben Shelton).
    Sinner è ancora in lizza per altri due ATP Award, votati dai giocatori: Most Improved Player of the Year e Stefan Edberg Sportsmanship Award. Che Jannik e il suo team possano terminare il 2023 con un poker di ATP Award?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Simone Vagnozzi parla di Jannik Sinner: “Il sogno è vincere uno Slam nel 2024”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha condiviso interessanti riflessioni durante un’intervista con Sky Sport nell’ambito dello speciale “Io e Jannik – Storia di un coach”. Il tecnico ha fornito un’analisi approfondita sulla crescita di Sinner, enfatizzando sia gli aspetti tecnici che quelli personali del giovane tennista altoatesino.
    Vagnozzi ha iniziato evidenziando un tratto distintivo della personalità di Sinner: la sua testardaggine e tendenza ad arrabbiarsi durante gli allenamenti. Tuttavia, ha sottolineato la capacità di Sinner di riconoscere e correggere gli errori post allenamento, un aspetto che si è manifestato chiaramente nei tornei di Roma e Parigi quest’anno.
    Il coach ha poi parlato della stagione 2023 di Sinner, descrivendola come il frutto del lavoro svolto nell’anno precedente. Nonostante alcune difficoltà fisiche, il duro lavoro ha portato a risultati positivi. Ha messo in evidenza tre momenti chiave: la semifinale a Wimbledon, la prima in un Grande Slam, che ha dato tranquillità a Sinner; la vittoria del Masters 1000 di Toronto, che ha fornito sicurezza; e il trionfo a Pechino, dove ha sconfitto Dimitrov, Alcaraz e Medvedev, rivelando a Sinner la sua capacità di competere al massimo livello.
    Vagnozzi ha poi discusso le variazioni nel gioco di Sinner, sottolineando come queste siano state cruciali per affrontare avversari complessi come Medvedev, Djokovic e Alcaraz. Ha evidenziato che l’obiettivo non è stato rendere Sinner un giocatore di serve&volley o di back, ma piuttosto ridurre la sua vulnerabilità ai colpi migliori degli avversari.
    Sul fronte dei miglioramenti, l’allenatore ha evidenziato la crescente capacità di Sinner di leggere gli scambi e variare i colpi, oltre a un miglioramento nel servizio, particolarmente evidente dopo il torneo di Pechino. Vagnozzi ha rivelato che attualmente stanno lavorando su piccoli dettagli per migliorare ulteriormente, notando un incremento significativo nella percentuale di prime di servizio di Sinner negli ultimi tre mesi.
    Guardando al futuro, Vagnozzi ha espresso l’ambizione di Sinner per il 2024: vincere uno Slam e stabilizzarsi tra i primi quattro giocatori al mondo, con l’obiettivo di competere fino in fondo nei tornei più importanti. Questa visione, unita al costante lavoro e miglioramento, lascia presagire grandi cose per Sinner nel prossimo anno.Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    La Fine dell’Anno Tennistico porta con sé i Premi ATP: Le Nomination del 2023. Grande presenza italiana. Jannik Sinner vanta più nomination di tutti. Arnaldi, Cobolli e Vagnozzi-Cahill anche loro nominati

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    Con la conclusione della stagione tennistica, arriva il momento più atteso: la consegna dei Premi ATP ai migliori della stagione. Nei prossimi giorni scopriremo il giocatore preferito dai fan, il giocatore maggiormente migliorato dell’anno e il miglior allenatore, tra le altre categorie. Jannik Sinner è in testa con il maggior numero di nomination, mentre Carlos Alcaraz è in lizza per il premio sportività come il nostro Sinner.
    Come già annunciato dalla WTA alcuni giorni fa, l’ATP ha svelato le categorie e i nominati ai Premi ATP del 2023. Come ogni anno, il circuito maschile chiude la stagione premiando i giocatori per il lavoro svolto durante l’anno. Le categorie riconoscono non solo i meriti dei tennisti, ma anche il lavoro degli allenatori che hanno portato i loro allievi ai vertici del successo. Inoltre, questi riconoscimenti puntano anche sul fair play e sulla sportività, aspetti cruciali in ogni sport, con una categoria dedicata. La settimana del 11 dicembre verranno annunciati i vincitori, così come il giocatore preferito dai fan, sia in singolare che in doppio.
    Jannik Sinner accumula il maggior numero di nomination, due in totale. Da una parte, grazie ai suoi risultati che lo hanno portato a vincere il suo primo Masters 1000 e la Coppa Davis, il nome dell’italiano compare tra i giocatori più migliorati dell’anno, insieme a Ben Shelton, Christopher Eubanks e Matteo Arnaldi. Inoltre, è tra i nominati per il premio alla sportività, categoria in cui figura anche Carlos Alcaraz. Dall’altra, i suoi allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, concorrono per il premio di miglior allenatore dell’anno, categoria in cui troviamo anche Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz), vincitore nel 2022, Goran Ivanisevic (Novak Djokovic), Bryan Shelton (Ben Shelton) e Craig Boynton (Hubert Hurkacz).
    Per quanto riguarda i giovani, Arthur Fils, Flavio Cobolli, Alex Michelsen, Dominic Stricker e Luca Van Assche si contenderanno il premio per la rivelazione dell’anno, avendo raggiunto per la prima volta la top 100 nel 2023 e attualmente impegnati nella Next Gen ATP Finals. Inoltre, la categoria del ritorno dell’anno, che premia lo sforzo dei nominati nel ritornare ai massimi livelli dopo gravi infortuni, vede in lizza Dominik Koepfer, Gael Monfils, Jan-Lennard Struff e Alexander Zverev.
    Ci resta quindi solo da scoprire, nei prossimi giorni, chi sarà riconosciuto come il migliore in ciascuna categoria. Quali sono le vostre scommesse? Ecco l’elenco completo delle nomination.
    RITORNO DELL’ANNO– Dominik Koepfer 🇩🇪– Gael Monfils 🇫🇷– Jan-Lennard Struff 🇩🇪– Alexander Zverev 🇩🇪
    GIOCATORE MAGGIORMENTE MIGLIORATO DELL’ANNO– Matteo Arnaldi 🇮🇹– Christopher Eubanks 🇺🇸– Ben Shelton 🇺🇸– Jannik Sinner 🇮🇹
    RIVELAZIONE DELL’ANNO– Flavio Cobolli 🇮🇹– Arthur Fils 🇫🇷– Alex Michelsen 🇺🇸– Dominic Stricker 🇨🇭– Luca Van Assche 🇫🇷
    PREMIO SPORTIVITÀ– Carlos Alcaraz 🇪🇸– Grigor Dimitrov 🇧🇬– Hubert Hurkacz 🇵🇱– Jannik Sinner 🇮🇹
    ALLENATORE DELL’ANNO– Craig Boynton (Hubert Hurkacz) 🇺🇸– Darren Cahill e Simone Vagnozzi (Jannik Sinner) 🇦🇺/🇮🇹– Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz) 🇪🇸– Goran Ivanisevic (Novak Djokovic) 🇭🇷– Bryan Shelton (Ben Shelton) 🇺🇸Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Vagnozzi: “Il successo a Pechino concretizza il lavoro con Sinner”

    Simone Vagnozzi (foto FITP, Adelchi Fioriti)

    Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato un’interessante intervista a SuperTennis dalla Cina all’indomani del bellissimo successo all’ATP 500 di Pechino del suo assistito. Una vittoria storica che porta Jannik al n.4 ATP e infrange il tabù Medvedev, superato per la prima volta dopo sei sconfitte in altrettanti precedenti. L’allenatore del miglior tennista italiano parla della soddisfazione per i risultati raggiunti nei quasi due anni di collaborazione, di come sta cambiando il gioco di Jannik e anche delle prossime finals di Davis, alle quali il suo assistito pensa di partecipare concludendo così il 2023. Ecco il pensiero di Vagnozzi espresso nell’intervista.
    “Siamo molto contenti di come è andata tutta la settimana. È dallo scorso febbraio, quando abbiamo iniziato insieme, che abbiamo in mente questo tipo di Jannik, questo tipo di gioco, migliorare certe cose in funzione di battere giocatori come Medvedev, che erano la sua “bestia nera”. Quindi con la vittoria di ieri si è concretizzato il lavoro di questi 17 mesi assieme”.
    “Nelle partite con Alcaraz e Medvedev sono contento di come ha gestito i momenti, ha capito quando rischiare di più e quando invece sfidarlo sullo scambio restando più solido. Questa è sempre stata la parte in cui ha fatto più fatica, invece in queste due partite è stato molto bravo”.
    “Penso che da quando sono entrato a lavorare con lui lo scorso febbraio ho sempre avuto le idee piuttosto chiare di quello di cui ha bisogno per fare un ulteriore salto di qualità. Stiamo lavorando bene con tutto il team, si sta evolvendo sulla parte tecnica, sulla gestione tattica della partita. Ora bisogna continuare a lavorare, il percorso non è terminato”.
    “In Darren ho trovato una persona fantastica, un grande professionista, ci sentiamo tutti i giorni e condividiamo il lavoro da fare. La pensiamo allo stesso modo sulle cose più importanti da migliorare. Abbiamo un ottimo rapporto che spero continui per tanto tempo”.
    “Dopo New York abbiamo parlato con Volandri, ha finito il torneo non in ottime condizioni fisiche, aveva bisogno di staccare, di prendersi del tempo per poi poter concludere bene tutta la fase finale della stagione che terminerà con le Finali di Davis a Malaga. Sapevamo di avere un’ottima squadra e quindi che le possibilità di arrivare in finale erano alte”.
    “Rigiocare due giorni dopo aver vinto un torneo non è facile, dobbiamo cercare di adattarci nel più breve tempo possibile alle nuove condizioni. Oggi si è preso un giorno di riposo, domani ci si allena all’impianto. L’importante è che scenda in campo con la migliore attitudine possibile”. LEGGI TUTTO

  • in

    Cahill e Vagnozzi: Gli architetti dietro l’ascesa di Jannik Sinner

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    È possibile raggiungere la vetta solo con un ambiente solido e un’etica del lavoro impeccabile. Questo sembra essere il mantra che guida Jannik Sinner, il giovane tennista italiano. Le riflessioni dei suoi due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, offrono una visione approfondita di come sia allenare questo promettente atleta, con particolare attenzione alle parole dell’esperto tecnico australiano.
    Nonostante durante l’adolescenza non sembrasse destinato alle vette che ha raggiunto oggi, con molti coetanei apparentemente più dotati e promettenti, la crescita di Sinner è stata esponenziale. Questo sviluppo, frutto del suo impegno quotidiano, ha permesso al nativo di San Candido di stabilirsi tra i migliori giovani tennisti al mondo. Con già un Masters 1000 nel suo palmarès, sembra solo questione di tempo prima che vinca un Grand Slam e si posizioni come una delle principali rivali di Carlos Alcaraz per gli anni a venire.
    Riferendosi a Sinner, Vagnozzi ha dichiarato ad atptour.com: “La prima volta che ho visto Jannik aveva 14 anni e stava giocando contro alcuni ragazzi che allenavo. È molto facile lavorare con lui grazie al suo carattere. È sempre desideroso di migliorare e, quando è in campo, lo fa spesso con un sorriso, mostrando un impegno serio. Abbiamo posto molta enfasi sulla sua forma fisica, ma nel pomeriggio dedicavamo sempre un’ora agli aspetti tecnici, come la volée, il rovescio tagliato e il servizio”. Vagnozzi ha poi raccontato, ridendo, di come una volta abbiano scommesso 20 euro con Jannik che non avrebbe centrato alcuni obiettivi sul campo con il suo servizio al primo tentativo, facendo perdere loro la somma.
    D’altro canto, Cahill, con la sua vasta esperienza e conoscenza profonda del gioco, svolge un ruolo cruciale nella squadra di Sinner, focalizzandosi principalmente sull’aspetto mentale. “È incredibile vedere quanto duramente lavori ogni giorno. È un privilegio far parte del suo entorno. È rispettoso, intelligente e la sua famiglia è meravigliosa. Sinner è sempre pronto ad alzare l’asticella perché crede nel suo potenziale, ma sa che può realizzare i suoi sogni solo con un’etica del lavoro impeccabile”, afferma Cahill.
    E conclude: “Sono i dettagli a fare la differenza tra i buoni giocatori e i migliori. Il mio ruolo è aiutarlo a padroneggiare questi dettagli. Mi focalizzo molto sul dargli fiducia, specialmente quando affronta momenti critici in campo. È davvero un piacere lavorare con lui”.Con questa solida squadra alle spalle e mantenendo l’attuale etica del lavoro, sembra inevitabile che per Jannik Sinner le ricompense arriveranno molto presto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner in esclusiva su Eurosport Players Voice – “Vorrei essere Federer per un giorno. Sul rosso cambia tutto: tirare sempre forte non serve”. Vagnozzi “Sinner potrebbe diventare anche più forte di Alcaraz”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    A soli vent’anni, Jannik Sinner ha già conquistato 5 titoli ATP, giocato due quarti di finale Slam e un epilogo Masters 1000, raggiungendo lo scorso autunno le Finals di Torino. Intervistato in esclusiva da Simone Eterno di Eurosport Italia, il giovane Jannik si racconta a Players Voice, dai suoi prossimi obiettivi sul rosso a un sogno chiamato Federer:
    «Non penso al ranking (oggi è numero 13 della classifica ATP, ndr), non l’ho mai fatto e credo che non lo farò mai. Mi piace invece pormi degli obiettivi in senso più ampio: vedermi per esempio cresciuto fisicamente, dove so di avere tanto margine. E poi mentalmente, perché a vent’anni non puoi essere completo. Se poi penso al gioco, ecco, vorrei svegliarmi ed essere un altro tennista per un giorno: vorrei essere Roger Federer. Un’utopia, ma credo che ci si possa lavorare con l’obiettivo più realistico di diventare un giocatore un po’ diverso, più completo. Non vuol dire che mi vedrete fare il serve&volley o giocare solo slice, però forse un giorno, in partita, se ce ne fosse bisogno, vorrei sentirmi pronto, affidandomi anche a soluzioni del genere. Insomma, il vero obiettivo è diventare un giocatore migliore, più completo, nella mia ottica di crescita».
    Com’è cambiata la vita di Sinner da quando, nel 2019, ha fatto il suo ingresso nel circuito ATP? «Oggi è tutto diverso e ho maturato il pensiero di potermela giocare con tutti. So anche che questo comporta delle pressioni, soprattutto in Italia, dove c’è grande attesa su di me. La pressione però è un privilegio. Sono io il primo a voler vincere e a “voler arrivare”, quindi per quanto tutti parlino e tutti scrivano, non lo vivo come un problema, ma come parte del gioco. Lo accetto, mi sta bene.
    Come persona invece non mi sento cambiato. Sono lo stesso ragazzo di sempre, rimasto me stesso. Guardo la vita con la stessa prospettiva, ovvero aver la fortuna di poter fare ciò che mi piace, “selezionando” le persone che davvero contano per me e limitando l’uso dei social, che eppure sono parte integrante della vita di uno sportivo, per risparmiare ogni energia mentale necessaria per il tennis».
    Sinner parla delle esigenze che richiede il gioco sul rosso, impegnato in questi giorni agli Internazionali di Roma verso il grande appuntamento con il Roland Garros, che Eurosport e discovery+ trasmetteranno in diretta integrale ed esclusiva: da domenica 22 maggio alla finale maschile del 5 giugno, su Eurosport 1 le partite di cartello, su Eurosport 2 i match italiani, con Roberta Vinci volto nostrano di una grande squadra di ex-campioni e oggi analisti di Warner Bros. Discovery come John McEnroe, Mats Wilander, Barbara Schett e Justine Henin.
    «Sulla terra cambiano molte cose. Anzi, cambia un po’ tutto: devi giocare in modo diverso, cercare più rotazioni, più angoli, e anche servire diversamente, perché tirare sempre forte non serve. Sento che su questa superficie posso ancora imparare tante cose. Monte Carlo è stato subito un bel banco di prova e spero di ritrovare a Roma quell’atmosfera che avevo trovato anche a Torino, perché quel tifo lì è davvero speciale. Il pubblico un’arma e se hai la possibilità, la devi usare. Mi aspettano grandi giornate di tennis e non vedo l’ora!».
    Parla anche Simone Vagnozzi dal sito degli Internazionali D’Italia: “Ho un ‘materiale’ tra i migliori del mondo. Ha un tennis molto efficiente, deve completarsi in diverse aree del suo gioco, come a rete, deve aggiungere variazioni. Sono contento della sua disponibilità e del suo approccio al lavoro.Siamo contentissimi di essere qui, c’è grande euforia su Jannik. Il clima è ottimo, il pubblico lo aiuterà. Riccardo Piatti è il miglior coach in Italia a livello di risultati. Non mi posso confrontare con lui: io ho iniziato la mia carriera da sei anniSe avessi paura di tutti i commenti e le reazioni non avrei preso questo incarico. Sicuramente per me è un’occasione importantissima, spero di poterlo aiutare.Jannik però gioca sempre per vincere, e questo rende il lavoro più facile. Per un allenatore, sapere che il giocatore dà sempre e comunque il 100% è speciale.I coach bravi sono importanti, devo difendere anche la categoria. Anche perché tra i giocatori si sta riscoprendo un po’ di varietà. Basta vedere un giocatore come Alcaraz, che si è lanciato, è ancora più precoce di Jannik. Ma questo non significa che Jannik non possa diventare ancora più forte”. LEGGI TUTTO

  • in

    Lunga intervista a Simone Vagnozzi che parta di tanti argomenti: “”Jannik non deve essere la brutta copia di Nadal, di Medvedev, di Djokovic o di nessun altro. deve essere la versione migliore di se stesso. Per ora non entrerà nessun altro nel team”

    Simone Vagnozzi è il coach di Jannik Sinner

    Su Supertennis è andata in onda quest’oggi una lunga intervista a Simone Vagnozzi.
    Dichiara il coach di Sinner: “Se non mi sentissi pronto non sarei qua. So che è un ruolo di responsabilità, perché parliamo di un ragazzo che a vent’anni è tra i primi dieci del mondo e ci sono tante aspettative. Mi sento pronto, altrimenti non avrei accettato”.“Ho ricevuto la chiamata del suo entourage il mercoledì. Mi chiedevano se potessi andare a dargli una mano a Montecarlo. Poi la storia la sapete tutti come è andata, ma è stato tutto molto veloce”.Ho sempre avuto massimo rispetto di Riccardo Piatti, è l’allenatore con più esperienza e con i maggiori risultati in Italia. Ha fatto un grandissimo lavoro con Jannik e prima con altri giocatori. E’ un motivo di orgoglio per me subentrare a un grande come Riccardo”.
    SINNER? IL GIOCO CHE VORREI“L’obiettivo è cercare di migliorare aspetti del suo gioco e cercare di battere i top player nei tornei importanti. Lui è già pronto per vincere partite importanti, ma non dobbiamo dimenticare che ci vuole tempo per costruire qualcosa. Ci siamo detti di non stare attenti troppo al ranking ma a migliorarsi tennisticamentePuò migliorare il servizio, la sicurezza nella discesa a rete, la tecnica nell’esecuzione della volée. Può migliorare lo slice di rovescio, che lo potrà aiutare anche se non sarà un colpo che giocherà tantissimo. Tatticamente può migliorare tanto, penso che aggiungere un piano B e un piano C possa essere importante perché quando affronti volpi del circuito come Djokovic o Nadal devi essere pronto a cambiare le carte in tavolaSono molto contento di come sia andato il torneo di Dubai. Dopo l’Australia non si era allenato per due settimane. Abbiamo iniziato a lavorare il giovedì, quindi prima di Dubai abbiamo fatto dieci giorni di allenamento in una situazione evidentemente non facilissima. La risposta mentale che lui ha dato il primo giorno per me è stata incredibile: battere Davidovich Fokina dopo essersi trovato un set e un break sotto, e aver salvato tre match point al tiebreak, fa capire quanto sia forte mentalmente. Ha interpretato molto bene la partita con Murray, con Hurkacz certo non è stato il suo miglior match. Magari mancavano un po’ di energie, perché l’ultimo mese è stato particolare per lui. L’abbiamo preso come un periodo di rodaggio, dobbiamo conoscerci meglio. Fra due-tre mesi si vedrà la strada che stiamo prendendo”.
    LE PRIME IMPRESSIONI SU JANNIK“Jannik è un ragazzo solare, che si diverte. Ci siamo trovati molto bene per il momento. Ci dobbiamo conoscere, dire qualcosa ora è affrettato.L’ho visto la prima volta quando allenavo Gianluca Quinzi, il fratello di Gianluigi. Era il primo giocatore che seguivo dopo aver smesso. Giocarono contro, e vinse Jannik 7-6 al terzo, quindi mi ha già battuto. Era un ragazzo molto serio, che capiva bene il gioco con un ottimo timing. Non mi ha fatto la stessa impressione di un Alcaraz che a 14 anni passava turni nei Futures. Ma ha fatto un percorso velocissimo dai 14 ai 20 anni, e in questi dieci giorni ho iniziato a capire perché. E’ totalmente immerso nel suo lavoro, vuole fare sempre qualcosa in più e non qualcosa in meno ed è sempre pronto a confrontarsi”.
    IL SUPER-COACH“Jannik non deve essere la brutta copia di Nadal, di Medvedev, di Djokovic o di nessun altro. deve essere la versione migliore di se stesso”.Per ora non entrerà nessun altro nel team. In America andremo io, il preparatore atletico Davide Cassinello e il fisioterapista Paolo Cadamuro. Ma siamo qui per fare il bene di Jannik, e se ci troveremo ad aver bisogno di altre persone che ci diano qualcosa in più restiamo aperti a questa eventualità”. LEGGI TUTTO