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Cara Ferrari, che cosa ti sta succedendo?


Il Gran Premio di Russia ha rappresentato uno dei weekend peggiori della stagione per la Ferrari, in preda ad un’apparente involuzione tecnica che sembra proseguire dall’appuntamento di Monza. Se nel GP italiano erano emersi i primi dubbi su quelle che potevano essere alcune delle difficoltà della Rossa, dato l’elevato livello di blistering che si era presentato sulle gomme di Kimi Raikkonen, a Singapore quei timori si sono poi palesati e trasformati in una realtà ben più deludente e preoccupante, dove la Ferrari è stata protagonista probabilmente del suo peggior fine settimana della stagione.

Una Ferrari irriconoscibile, lontana parente di quella che aveva fatto sognare solo poche settimane prima tra le Ardenne, capace di imporre il suo ritmo e di sfruttare a pieno quelli che erano i punti di forza della SF71H, tra cui Power Unit e trazione. Invece pian piano qualcosa è andato via sgretolandosi, da quella domenica di Monza fino al tonfo di Singapore, quasi troppo assurdo per essere vero. Sotto i riflettori di Marina Bay le mancanze erano chiare, da una pessima gestione gomme, passando per una vettura nervosa fino alla scarsa trazione; cose che raramente si erano viste durante la stagione, forse solamente in Australia e Spagna, ma non a questi livelli. Su un circuito che in teoria avrebbe dovuto vedere la SF71H a proprio agio e Mercedes W09 in difficoltà, non solo per il layout ma anche per la tipologia di mescole scelte (molto tenere, come la hypersoft), la Rossa è affondata. Mentre dall’altra parte i tedeschi festeggiavano, consci di avere una vettura estremamente competitiva anche dove non lo sarebbe dovuto essere e consci di aver apparentemente risolto quei problemi di gestione gomma che l’avevano afflitta durante la prima parte di campionato.

Se si pensava, o meglio, si sperava che quello di Singapore fosse solo una caso anomalo, isolato ed inaspettato, la Russia ha dato esito contrario, decretando una piccola – ma importante – crisi tecnica in casa Ferrari. Sin dal venerdì la SF71H si era dimostrata nervosa e poco gentile sulle gomme, come un cavallo impazzito difficile da domare. Non solo mancava performance, ma sembravano anche essere spariti quei punti di forza che avevano reso questa monoposto vincente. Il terzo settore era quello in cui queste difficoltà si mostravano palesemente, fatto di curve lente, in cui la trazione e un buon anteriore fanno la differenza. Entrambe le monoposto continuavano a scivolare con le gomme posteriori, con conseguente surriscaldamento delle stesse e peggior usura. Per questo il team di Maranello aveva scelto di fare importanti modifiche al set-up e di passare ad una diversa configurazione aerodinamica, rinunciando all’ala a cucchiaio e a qualche km/h orario di velocità in più sul dritto per passare ad una ala posteriore ad alto carico che potesse garantire maggior stabilità al retrotreno. Durante la terza sessione di prove libere sono poi state testate ulteriori modifiche, le quali però non avevano dato i propri frutti, come confermato da Sebastian Vettel in un team radio verso fine sessione: la macchina si era rivelata estremamente difficile da guidare, in particolar modo nel terzo settore, dove non solo mancava trazione e stabilità del posteriore, ma anche precisione all’anteriore. Parlando di quest’ultimo, in Russia la Ferrari si era presentata in Russia un’interessante pacchetto di novità, tra cui una nuova ala anteriore e nuovi turning vanes. Un’ala anteriore che sembrava molto carica (magari troppo sbilanciando il posteriore?), ma che comunque è stata utilizzata per tutto il weekend nonostante si avesse a disposizione anche la vecchia specifica, segno che gli upgrade sono stati promossi.

Come è spesso accaduto durante questa stagione, le difficoltà si sono parzialmente marginate – o meglio, nascoste – in gara, considerano il passo più lento e la prospettiva di dover salvare le gomme. Come confermato dai piloti, la vettura non era male in assoluto, ma semplicemente mancava la velocità per competere davvero con la Mercedes. Diciamo davvero perché chiaramente le due Frecce d’Argento hanno giocato per tutta la gara, con un passo sufficiente per tenere la Ferrari a debita distanza ma senza strafare, come confermato tra l’altro dallo stesso Valtteri Bottas nel post gara. Ordinaria amministrazione dato il netto vantaggio tecnico. In Ferrari hanno fatto un buon lavoro lato strategia, permettendo a Sebastian Vettel di sopravanzare Lewis Hamilton grazie ad un undercut, forse insperato nel risultato finale ma che ha dato effettivamente i suoi frutti. Il tedesco del Cavallino ha chiaramente provato a tenere dietro di sé il rivale inglese, un’impresa ardua, che si è risolta nel tempo di un giro e mezzo quando il pilota della Mercedes si è reso protagonista di un bel sorpasso in curva 4. Era chiaro che, comunque, era solo una questione di tempo prima che Hamilton riuscisse a passare e a portarsi nuovamente al secondo posto. Si parla di un errore in curva 13 da parte di Vettel, che effettivamente c’è stato (per quanto dal suo onboard sia stato meno importante di quello che si pensi in un settore in cui Ferrari ha faticato tutto il weekend), ma la vera differenza sta nel come Hamilton sia riuscito ad approcciarsi a quella curva e a recuperare la maggior parte dello svantaggio che accusava da chi lo precedeva, segno di un anteriore preciso e di una grande sicurezza nella vettura, che gli permetteva di forzare. Anche senza l’errore del pilota del Cavallino la storia non sarebbe cambiata, perché era chiaro che nel terzo settore la Mercedes potesse fare quello che voleva, prendere ed andare via, come ha poi effettivamente fatto Hamilton (una volta sorpassato Vettel) con una facilità disarmante. Non fosse stato in quel giro, sarebbe stato quello dopo, la storia non sarebbe cambiata. Sicuramente non ha aiutato neanche l’uso di Valtteri Bottas da parte della Mercedes come “blocco stradale” per l’ennesima volta (la quarta volta nelle ultime settime gare), il quale ha spinto Sebastian nelle fauci di Hamilton su precisa richiesta dai box. Non ci sarebbe voluto nulla a Mercedes nel chiedere al finlandese di continuare a bloccare Vettel sino a quando il compagno di squadra non avesse avuto l’opportunità di effettuare il sorpasso. Sebastian ci ha provato in tutti i modi, anche con una difesa cattiva ma furba, ma contro questa Mercedes c’era ben poco da fare, era solo una questione di tempo. In particolare nell’uscita dell’ultima curva Ferrari continuava a perdere terreno, cosa che poi si ovviamente si ripercuoteva sul successivo lungo rettilineo. Quel che è certo è che in Russia la Mercedes sembra aver confermato il bel passo in avanti a livello globale che si era visto anche a Singapore, in termini di prestazioni, guidabilità ed usura gomme, rendendola un rivale ancora più difficile da battere, mentre in casa Ferrari sembra che ci sia stata una netta involuzione.

Ma come ha fatto una vettura così competitiva e così ben bilanciata a trasformarsi in modo così radicale in meno di un mese? Una scelta di assetto sbagliata? Una nuova via presa riguardo alcuni settaggi della monoposto che non hanno dato i loro frutti? Aggiornamenti che hanno fatto più male che bene? Oppure c’è qualcosa di più e qualcuno dai piani alti della Federazione è intervenuto tarpando le ali alla Rossa in un’abile gioco di potere argentato? Secondo quanto riportato da AMuS negli ultimi giorni, verificando con i dati del GPS, nelle ultime due corse Ferrari avrebbe perso parte di quella superiorità di motore che ha caratterizzato la SF71H fino a poche gare fa. Il problema è che da solo questo fatto non spiega tutte le altre difficoltà. Ci può stare che in Ferrari per recuperare tale perdita abbiano magari dovuto usare un approccio diverso, ma ciò da solo non spiega come le prestazioni in determinati aspetti possano aver subito un calo così repentino di performance (anche su tipologie di circuiti completamente differenti, in cui la potenza del motore conta in modo diverso), su una monoposto capace di regalare grandi soddisfazioni fino a poco più di qualche settimana fa. Tutto ciò nella speranza che a Maranello abbiano capito quale siano le giuste mosse da fare per riuscire a riportare la SF71H fuori da questa “crisi” tecnica.


Fonte: http://www.circusf1.com/2018/feed


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