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Nuoto, Doping; Magnini contro la Nado: “Indagine vergognosa”

ROMA – “È un’evidente ingiustizia, l’indagine della Nado è vergognosa”. Filippo Magnini passa al contrattacco dopo aver incassato la pesante richiesta di squalifica (8 anni) da parte della Procura antidoping: “Dopo tutta la collaborazione prestata in questi otto mesi di strazio per me, leggo il mio nome ancora sbattuto in prima pagina accostato alla parola doping nonostante, ripeto, la Procura della Repubblica di Pesaro abbia già chiuso il caso dichiarandomi totalmente estraneo ai fatti”, sottolinea l’ex nuotatore azzurro.

UN’INDAGINE FARSA – “Oggi la mia anima ribolle perché la conclusione, che la Procura antidoping ha fatto propria su fatti che ho circostanziatamente smentito e ri-smentito, è l’essenza dell’ingiustizia più evidente”. “Al momento opportuno e nelle sedi preposte – fa sapere Magnini – tramite i miei legali, porterò alla luce le gravi manomissioni e il tentativo di muovere a mio carico accuse prive di fondamento che hanno caratterizzato questa indagine-farsa a mio danno. Ora posso tornare sereno nel mio silenzio ‘giudiziariò per rispettare, ancora una volta la funzione del Tribunale che giudicherà simili richieste di squalifica. Ma soprattutto posso, invece, continuare orgogliosamente e coraggiosamente, come continuerò anche a dispetto di chi vorrebbe farmi tacere, ad alzare la mia voce e il mio ventennale esempio agonistico contro il doping”.

TRATTATO PER 8 MESI COME UN MOSTRO – Magnini ricostruisce così la sua vicenda: “Il 2 ottobre scorso (8 mesi fa!) c’è stata la prima convocazione della Procura antidoping. Mai prima d’ora, in 20 anni di carriera sportiva ai massimi livelli, era mai comparso il binomio Magnini-doping se non per, e nelle, mille battaglie contro il doping alle quali ho prestato la mia immagine e la mia anima”, aggiunge l’ex azzurro ricordando che nella “prima audizione il 30 ottobre ho dato puntuale e totale riscontro ai Procuratori Antidoping sui fatti rilevati dalla Giustizia ordinaria penale per la quale non sono mai stato indagato e che comunque ha prosciolto la mia posizione non avendo mai indicato il mio nome nelle sue richieste di giudizio. Poi una seconda audizione (sei mesi dopo la prima) nella quale la Procura antidoping mi ha interrogato sugli stessi identici fatti di 6 mesi prima. Anche in questo caso ho risposto e ribattuto punto-per-punto ogni pretesa contestazione. Otto mesi da mostro in prima pagina, che ho affrontato nella consegna del più serrato silenzio per il rispetto innato che ho dell’attività e della funzione degli inquirenti sportivi. Oggi la richiesta della Procura antidoping di 8 anni di squalifica. Ora parlo io!”.

MALAGO’: 8 ANNI? È SOLO UNA RICHIESTA? – Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: “È importante specificare che questa è una richiesta, ben lungi dall’essere un giudizio definitivo sulla questione. Commentare sarebbe un errore da parte mia visto che Nado Italia è indipendente dal Coni. Nel leggere questa notizia io sono spettatore, anche se super interessato”, ha concluso.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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