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Federer, Rossi e Buffon: quando il tempo presenta il conto

ROMA – I trionfi, tanti, in carriere leggendarie. E l’unica guerra che non si può vincere, ma solo rimandarne l’esito, con il Tempo. Gli ultimi dieci giorni, mentre Francesca Schiavone annunciava il ritiro a 38 anni, hanno quasi d’un tratto presentato il conto a un manipolo di fuoriclasse che sta osando da anni contro la carta d’identità.

Roger Federer, Valentino Rossi, per ultimo Gigi Buffon, che il Paris Saint Germain ha sfilato al ritiro un paio di mesi fa e che ora si vede piazzato in panchina dal tecnico dei parigini Tuchel, che lo definisce leggenda ma sceglie Areola per provare a vincere la Champions League, l’unico trofeo che manca nella vetrinetta dell’ex numero uno della nazionale italiana. Mentre i primi due sono finiti nell’anonimato allo Us Open (fuori agli ottavi di finale) e al Gp di San Marino, chiuso al settimo posto. Insomma, risultati da un po’ in calo, vicinanza ancora più calorosa dei tifosi, una specie di omaggio itinerante alla carriera, assieme all’invito implicito a non mollare. E quel Tempo che consuma la strada, accorcia il recupero, seleziona con cura avversari forti, non più motivati ma più giovani. Certo, è argomento da trattare con il bisturi. Si tratta di leggende, trattati di imprese sportive, candelotti di talento sempre pronti a riesplodere. Il colpo di coda è dietro l’angolo. Buffon può rimettersi la casacca da titolare e diventare indispensabile come la Torre Eiffel per i francesi, Federer allungare a 21 nella corsa ai titoli del Grand Slam per separarsi da Nadal e Djokovic, mentre Rossi piazzare un acuto tipo Assen 2017, tra le cinque gare più bella della carriera.

Federer, Rossi e Buffon: quando il tempo presenta il contoRoger Federer


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