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WNBA – I numeri del 2019, Delle Donne da leggenda, Indiana e Dallas verso il futuro

WNBA - I numeri del 2019, Delle Donne da leggenda, Indiana e Dallas verso il futuro

La pausa di tre giorni prima che inizino i playoff (prima palla a due questa notte all 2.00) ci dà l’occasione di stilare una top 5 di statistiche e fatti riguardanti la stagione regolare 2019 della WNBA. Chi sono state le migliori realizzatrici? Chi ha registrato percentuali surreali? Quali sono state le sorprese?

5. Una torre per Indianapolis

In un’annata decisamente migliore rispetto alla scorsa (ben 7 vittorie in più), le Indiana Fever hanno individuato nella rookie Teaira McCowan un buon punto di riferimento per il futuro. La lunga uscita da Mississippi State, una volta consegnatole un posto in quintetto, si è dimostrata all’altezza e ha prodotto ottimi numeri: 143 punti e 94 rimbalzi in 8 incontri, con ben 4 “ventelli” e 5 doppie-doppie. McCowan è una giocatrice ancora da sviluppare, ma con il ritorno di Vivians, gli ulteriori progressi di Kelsey Mitchell e l’esperienza di Dupree le Fever nel 2020 potranno tornare a giocare le partite che contano dopo i 3 anni di ricostruzione dovuti al ritiro della stella Tamika Catchings. Il tutto, però, con un nuovo allenatore: Pokey Chatman è stata licenziata poche ore dopo l’ultima sirena della stagione.

4. Il mese di Arike

Arike Ogunbowale, rookie 22enne delle Wings, si candida a diventare una delle guardie più prolifiche di sempre. Trentuno giorni esatti, dall’8 agosto all’8 settembre, in cui ha realizzato 27.4 punti di media, con un high di 35 registrato in due occasioni. Dallas era ormai fuori dai giochi per l’accesso ai playoff, vero, e ha potuto giocare senza guardare troppo ai risultati, ma le caratteristiche fisiche e caratteriali dell’ex Notre Dame (non si dimenticano i due buzzer-beater alle Final Four NCAA del 2018) rendono assolutamente alte le aspettative per il futuro. Prossimo banco di prova l’EuroCup, con la maglia dell’OGM Ormanspor.

3. Si può fermare Washington?

89.3 punti e 21.9 assist, 87.5% dalla lunetta, 46.9% dal campo e 316 triple realizzate (Sun, seconde, a quota 254): non esiste un’altra formazione in grado di eguagliare le Mystics in tutte queste voci. Las Vegas fa meglio a rimbalzo e con le percentuali dall’arco, Chicago è seconda per punti e assist, ma sia Aces che Sky sono nettamente inferiori in altre classifiche in cui le ragazze di coach Thibault primeggiano. Facile concludere che per provare a fermare le capitoline in una serie al meglio delle cinque partite sarà necessario sviluppare qualcosa di veramente speciale a livello difensivo o dal punto di vista del ritmo della partita, poiché sarà quasi impossibile batterle per tre volte giocando a “chi ne fa di più”.

2. Tre volte Sloot

Courtney Vandersloot si è laureata per il terzo anno consecutivo (e quarto negli ultimi cinque) miglior assist-woman della stagione e il divario con le rivali è addirittura più che raddoppiato. Nel 2017, la play delle Sky distribuì 8.1 assist a partita, saliti a 8.6 nel 2018, ben 1.5 in più della seconda classificata. Quest’anno, “Sloot” ha alzato ulteriormente il proprio computo, arrivando a 9.1, staccando Chelsea Gray di 3.2. La parola “playmaker”, prima di tutto, fa rima con Vandersloot.

1. Delle Donne, la macchina

Novantaquattro-virgola-uno: non esiste cestista in grado di produrre una percentuale dalla lunetta simile a quella registrata da Elena Delle Donne nel corso della sua carriera su oltre 1100 tentativi. La scorsa stagione fu per lei “deludente”: appena, si fa per dire, il 91% dalla linea della carità tra playoff e RS, percentuale più bassa di sempre per la ex Chicago, ma quest’anno, in attesa della corsa al titolo WNBA, Delle Donne ha realizzato 114 su 117 tiri liberi, che significa 97.4%, inferiore solo al 98.1% dell’ex playmaker dei Raptors Jose Calderon nel 2008/09. Aggiungete il 51.5% complessivo dal campo e il 43% dall’arco e il risultato è il primo 50/40/90 su base stagionale nella storia WNBA.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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