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A giugno sarà presa una decisione sugli US Open: alto il rischio cancellazione

Più passano i giorni, più la situazione Coronavirus negli Stati Uniti assume dimensioni sempre maggiori (678.210 i casi di positività accertati, 34.641 le vittime): sembra ancora molto lontano il cosiddetto “picco”, che in Italia per fortuna sembra ormai passato, e dunque i tempi per un ritorno alla normalità, negli USA, si allungheranno notevolmente.

Flushing Meadows, sede degli US Open, è stato allestito un centro per far fronte alla situazione COVID-19: il torneo, che dovrebbe cominciare il prossimo 24 agosto per concludersi il 13 settembre con la finale maschile, potrebbe svolgersi a porte chiuse, dunque senza la presenza del pubblico sugli spalti, anche se questa ipotesi non sembra essere molto gradita dall’USTA, la United States Tennis Association, perché comporterebbe disagi dal punto di vista economico e, soprattutto, con gli sponsors. “Giocare senza spettatori potrebbe essere una possibilità, anche se sarebbe uno scenario spiacevole per il mondo del tennis. Il nostro obiettivo è quello di far disputare la manifestazione nelle date prefissate e con i tifosi sugli spalti, ma sul tavolo ci sono tutte le ipotesi possibili“, ha comunicato Mike Dowse, Chief Executive della USTA.

“La priorità, però, non è il tennis ma la salute collettiva, dunque nel nostro caso quella di giocatori, addetti ai lavori e spettatori. Prenderemo la decisione definitiva nel mese di giugno dopo esserci consultati con un team di 5-6 medici specializzati. Vedremo se ci saranno le condizioni di sicurezza per giocare”, ha concluso.


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