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Ravenna: Figlia d’arte, Rebecchi Piva è la bomber dell’Olimpia Teodora che sogna

di Marco Ortolani

RAVENNA – La stagione deve ancora concludersi, ma la “copertina” se l’è presa già lei: Rebecca Piva, miglior marcatrice della squadra Olimpia Teodora Ravenna, quinta fra le giocatrici dei due gironi di A2, lavoro importante in ricezione, battuta in salto devastante. Il tutto con il traguardo dei vent’anni ancora da tagliare (accadrà in maggio), atteggiamenti sereni in campo e idee chiare fuori.

Dopo l’infortunio di Grigolo sei stata spostata nel ruolo di “S1”, la schiacciatrice più vicina al palleggiatore, che ha più responsabilità in attacco. Come ti sei adeguata?
“L’infortunio di Laura è stato molto traumatico, perché avevo trovato una grande intesa con lei durante le settimane di preparazione. Il disagio non è venuto tanto dal cambio di ruolo, quando dall’aver perso il suo riferimento in campo”.

Quest’anno hai segnato oltre 300 punti, quasi 19 a partita… “Ah sì? Non lo sapevo e non mi interessa. Sono focalizzata soltanto sui risultati della squadra”.

Dove può ancora arrivare la Conad, quest’anno? “In spogliatoio abbiamo fissato chiaramente l’obiettivo del primo posto nella poule. Partiamo davanti, possiamo farcela e rientrare nei playoff; obiettivi personali non ne ho, se non quello di contribuire a questo risultato”.

Qual è il consiglio più frequente di papà e mamma (Alberto, schiacciatore a Bologna e Brunella Filippini, indomabile avversaria della grande Teodora)? “La mamma dice che ci sono poche schiacciatrici forti in ricezione e mi spinge a curare quel fondamentale; papà si concentra sugli aspetti mentali del contributo alla squadra”.

Cosa non ti piace del volley? “Beh, la parte fisica è la più noiosa. Per il resto il mio ruolo è completo e mi piace in ogni suo aspetto. Ho provato anche con il beach volley: il mio secondo tocco in palleggio non è così disastroso”.

Hai un idolo sportivo? “Nel volley Paola Egonu, perché è una giocatrice mostruosa nel fisico e nella tecnica. Ma sono appassionata di NBA e dico Kobe Bryant”.

Cosa ti è pesato di più durante questa lunga crisi sanitaria? “Quello che è pesato a tutti: non poter incontrare liberamente le persone, anche per la responsabilità che ognuna di noi porta anche verso le compagne di squadra”.

Studi ingegneria energetica, è una scelta impegnativa. “Studio quando posso; nel semestre ho dato tre esami. Forse non finirò nei tempi più brevi, ma non ho fretta”.

Preferisci Bologna o Ravenna? “Bologna è la mia città di nascita e del cuore, favolosa, spettacolare! A Ravenna sto bene, ma è presto per sapere se rimarrò. Deciderò più avanti con genitori e procuratore”.

L’ultima domanda è “Come ti definiresti in una sola parola?”, ma l’allenamento incombe e la N.4 è sbrigativa: “Scrivi solo: Rebecca”. 


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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