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Alex de Minaur crolla in conferenza stampa: “Queste sconfitte mi stanno uccidendo. Se voglio fare un salto di qualità, devo smettere di perderle”

Una sconfitta che brucia, forse più di tutte quelle rimediate durante l’anno. Alex de Minaur ha lasciato la press conference delle Nitto ATP Finals visibilmente scosso dopo la battaglia persa contro Lorenzo Musetti per 7-5, 3-6, 7-5, un match che l’australiano sente di aver lasciato scappare dalle proprie mani.
Il tono delle sue parole fotografa perfettamente lo stato d’animo.

“Meglio non dire cosa provo: sono sentimenti molto oscuri”
Alla domanda iniziale su frustrazione e delusione, de Minaur non si nasconde:
«È probabilmente meglio se non esprimo quello che sento. Sono emozioni molto oscure. È stato quel tipo di anno in cui ho perso tantissime partite che avrei dovuto vincere, e non so come sia possibile».
Un’ammissione rara, che mostra quanto questa stagione lo abbia segnato a livello mentale.

“La folla non c’entra. Questo l’ho perso io”
Gli viene chiesto se il pubblico di Torino, acceso in favore di Musetti, abbia influito nei giochi finali. La risposta è limpida:
«Niente. Era sulla mia racchetta. Non è colpa del pubblico. È colpa mia».

“Se voglio fare il salto di qualità, queste partite non posso perderle”
De Minaur è consapevole che match del genere rappresentano la differenza tra un buon giocatore e un top assoluto:
«Se voglio davvero fare un passo avanti nella mia carriera, queste partite non posso perderle. Non posso. E invece quest’anno ne ho perse troppe così. Mentalmente mi sta uccidendo».
Una frase pesante, che testimonia il livello di frustrazione accumulato.

Serve una svolta mentale: “Non so quante altre sconfitte così posso sopportare”
Il processo di analisi con il suo team sarà fondamentale:
«Parlerò con il mio team per risolvere questi problemi. Se non li risolvo, continueranno a mangiarmi vivo. Non so quante altre sconfitte così posso sopportare».

Un finale che richiede una risposta
La stagione di de Minaur resta ottima sul piano dei risultati, ma il peso delle sconfitte strette — e ora questa, alle Finals — ha scavato un solco difficile da ignorare. L’australiano sa che il 2026 passerà inevitabilmente da qui: imparare a chiudere le partite importanti e trasformare il rimpianto in crescita.

Per ora, resta l’immagine di un giocatore ferito, ma incredibilmente lucido nel riconoscere il nodo da sciogliere.

Marco Rossi


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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