Le lacrime di Holger Rune, scoppiate in campo dopo aver capito di essersi rotto il tendine d’Achille durante il torneo di Stoccolma, hanno scosso il mondo del tennis e riacceso il dibattito su un calendario sempre più insostenibile. Il giovane danese resterà fermo almeno otto mesi, e secondo molti – tra cui sua madre, Aneke Rune – si tratta dell’ennesima conseguenza di una stagione senza pause reali, che costringe i tennisti a giocare anche quando non sono in condizione.
In un’intervista concessa al quotidiano danese B.T., Aneke non ha nascosto la propria rabbia:
“Ci sono troppi tornei obbligatori. I giocatori sono penalizzati economicamente se decidono di saltarne qualcuno, anche se non sono fisicamente al 100%. Non hanno il tempo di recuperare adeguatamente durante la stagione.”
Secondo la madre del n.7 del mondo, il calendario attuale è diventato asfissiante, senza spazi per il recupero o la preparazione:
“Una settimana che avrebbe potuto essere di riposo e allenamenti leggeri si trasforma in un’altra settimana di partite, viaggi e impegni mediatici. Non c’è pausa, né fisica né mentale.”
Aneke Rune ha poi sottolineato la necessità di inserire settimane dedicate agli allenamenti, non solo ai tornei:
“Il corpo di un atleta, anche se sano e ben allenato, non può reggere un tale carico tutto l’anno. Serve tempo per lavorare fisicamente, ottimizzare il gioco e prevenire gli infortuni.”
Tra le critiche più forti, anche quella al sistema delle sanzioni economiche previsto dall’ATP per chi si ritira dai tornei:
“Le penalità per chi cancella la partecipazione sono irragionevoli. Bisognerebbe concentrarsi sulla qualità del gioco, non sulla quantità. I giocatori dovrebbero essere freschi e motivati, non spinti al limite da un sistema punitivo. Mio figlio è solo l’ultima vittima di un calendario che porta alla fatica e, di conseguenza, agli infortuni.”
Infine, Aneke ha toccato un punto spesso ignorato: la mancanza di tutela economica per chi si ferma a lungo.
“Holger resterà senza entrate per mesi. Per fortuna ha gestito bene la sua carriera e può permetterselo, ma molti tennisti non sono nella stessa situazione. Le riduzioni di bonus in caso di stop sono drastiche e ingiuste. L’ATP deve cambiare subito, perché la salute dei giocatori deve venire prima di tutto.”
Le parole della madre del talento danese si inseriscono in un coro sempre più ampio di proteste da parte di atleti e addetti ai lavori: il calendario del tennis professionistico, oggi, sembra non lasciare spazio né al recupero né alla prevenzione. E il caso Rune ne è la dolorosa conferma.
Francesco Paolo Villarico