Da tempo riconosciuto come una delle voci più lucide e rispettate del circuito, Casper Ruud non ha esitato a dire la sua su uno dei temi più discussi del momento: l’allungamento a due settimane della maggior parte dei tornei Masters 1000. Intervenuto durante il torneo ATP 250 di Stoccolma 2025, il norvegese ha espresso con franchezza il proprio disaccordo nei confronti di una riforma che, a suo avviso, non tiene sufficientemente conto delle esigenze dei giocatori.
“Personalmente non sono un grande fan del fatto che quasi tutti i Masters 1000 durino ora due settimane”, ha spiegato Ruud in conferenza stampa. “Questo implica stare più tempo lontano da casa. Capisco che, in teoria, questo formato dovrebbe far crescere il nostro sport, aumentare i guadagni degli eventi, attirare più pubblico e incrementare il montepremi per i tennisti. Capisco la logica, ma dopo aver vissuto sia la vittoria che le sconfitte precoci, posso dire che questi tornei mi sembrano semplicemente troppo lunghi.”
Il tre volte finalista Slam ha poi sottolineato come la vecchia formula di una sola settimana rendesse i tornei più intensi e coinvolgenti anche per gli spettatori:
“Monte Carlo e Parigi sono esempi perfetti di quanto possano essere divertenti e spettacolari i Masters 1000 in formato più compatto. Da appassionato, mi piacciono di più: le partite sono subito di alto livello, il ritmo è serrato e il torneo è più dinamico. Ora, invece, mi sembra che l’ATP e i giocatori vadano in direzioni diverse.”
Ruud ha anche messo in evidenza le difficoltà logistiche ed economiche che questa nuova struttura comporta per i tennisti, in particolare per chi non resta a lungo in tabellone:
“Se perdi al primo turno di Indian Wells, devi aspettare due settimane prima di giocare a Miami. Sono giorni di spese importanti, perché vitto e alloggio non sono coperti, e nel frattempo bisogna comunque pagare il team di lavoro. È vero che a fine stagione ci sono dei bonus economici, ma per riceverli bisogna disputare un certo numero di tornei, quindi non puoi permetterti di saltare troppo.”
Le parole del norvegese, condivise da molti altri giocatori del circuito, mettono ancora una volta in luce la spaccatura crescente tra la ATP e i tennisti. Ruud, da sempre uno degli atleti più equilibrati e rispettosi, invita a una riflessione: il tennis, per crescere davvero, deve trovare un equilibrio tra spettacolo, sostenibilità economica e benessere degli atleti.
Francesco Paolo Villarico