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La conferenza stampa di Aryna Sabalenka: “Si, fa male. Fa davvero male”

D: Aryna, ovviamente non è il risultato che chiunque avrebbe voluto oggi, ma guardando alle ultime due settimane, quanto sei orgogliosa di te stessa per aver raggiunto la finale?

ARYNA SABALENKA: Sì, devo dire che in queste due settimane ho giocato partite davvero dure, contro avversarie incredibili. Ho sicuramente giocato a un livello migliore rispetto a quello espresso in finale. Onestamente, è stato il peggior tennis che io abbia giocato negli ultimi… non so neanche da quanti mesi.
Le condizioni erano terribili, e lei è semplicemente stata più brava di me in queste condizioni. Credo sia stata la peggior finale che io abbia mai giocato.

D: Mi chiedevo come mai, secondo te, non sei riuscita a gestire le condizioni mentre lei ci è riuscita meglio?

SABALENKA: A volte succede, sai? Ti svegli e non ti senti al meglio, e l’altra va per tutto e le riesce, mentre a te non riesce nulla.
Ho fatto davvero tanta fatica, ho provato in tutti i modi a trovare una soluzione per giocare in queste condizioni, ma oggi, evidentemente, non era giornata.

D: Secondo te quanto di questa sconfitta dipende solo da te, da come hai giocato? Oppure è stata lei a metterti in difficoltà? E in che modo lo ha fatto?

SABALENKA: Correndo e giocando palle altissime col telaio (ride, ndr). Si muoveva molto bene.
In queste condizioni difficili, non sono riuscita a variare come avrei voluto. Era complicato, in queste condizioni, fare le cose che so di dover fare contro di lei per vincere – come a Madrid, ad esempio.
Oggi, a tratti, sembrava che colpisse col telaio e la palla, per magia, finiva dentro. E ti trovavi subito sulla difensiva.
Sembrava uno scherzo, onestamente. Come se qualcuno dall’alto si stesse divertendo a guardare se ce l’avrei fatta.
E oggi non ce l’ho fatta. Spero davvero che la prossima volta che giochiamo – se ci saranno le stesse condizioni – io riesca a giocare con più intelligenza, senza forzare troppo e restando più lì, a lottare.

D: Sei molto severa con te stessa, ma pensi che ci sia stato un momento chiave nel primo set? Perché eri partita benissimo, conducevi 4-1. Cosa è successo da lì in poi? È migliorata Coco o sono peggiorate le condizioni?

SABALENKA: Sì, credo che il vento sia aumentato. E anche io sono diventata troppo emotiva.
Penso che oggi non mi sia gestita bene mentalmente, onestamente.
Tutto lì. Ho iniziato a commettere errori gratuiti. Dovrei controllare le statistiche, ma penso che abbia vinto non perché abbia giocato in modo incredibile, ma perché io ho fatto un sacco di errori – da palle che da fuori sembravano facili.

D: Nella tua carriera hai già affrontato momenti difficili e sconfitte dure, che poi ti hanno portato al successo. Cosa porterai via da questa sconfitta per migliorare?

SABALENKA: È un’altra finale Slam persa contro Coco.
Un’altra prestazione terribile da parte mia in una finale contro di lei.
Devo fare un passo indietro, guardare la situazione con lucidità e cercare di imparare la lezione, finalmente.
Perché non posso continuare ad affrontarla nelle finali Slam e giocare un tennis così brutto, regalando – non dico facilmente – ma sì, emotivamente parlando, quasi…

D: Ovviamente tra poco ci sarà un altro Slam. Questo forse aiuta un po’ a dimenticare. Ma quando hai una delusione così, ti riguardi il match o preferisci dimenticarlo del tutto?

SABALENKA: No, no. Ho già prenotato un volo per Mykonos.
Alcol, zuccheri.
Ho bisogno di qualche giorno per dimenticare completamente questo mondo folle e questa follia – se potessi dire una parolaccia, lo farei – che è successa oggi.
Penso che tutti capiscano. Sto solo cercando di essere educata in questo momento, ma non ci sono altre parole per descrivere ciò che è successo oggi in campo.
Quindi sì: tequila, orsetti gommosi e, non so, qualche nuotata, fare la turista per qualche giorno (sorride).

D: Quanto paragoni questa sconfitta a quella subita agli Australian Open a gennaio? Pensi siano confrontabili o due partite del tutto diverse?

SABALENKA: Per certi versi, vedo delle somiglianze.
Lì il livello è stato molto più alto nel terzo set contro Keys, lei ha semplicemente tirato dei colpi pazzi e le sono entrati. Mi ha sovrastato negli ultimi giochi.
Oggi invece lei ha solo messo una palla in più dall’altra parte.
Sì, devo davvero fare un passo indietro e imparare qualcosa, perché non posso continuare a commettere sempre lo stesso errore.

D: Ci spieghi meglio cosa rendevano queste condizioni così difficili? Il vento? Il freddo? O un mix?

SABALENKA: Era quasi divertente, perché il vento andava fortissimo, come dire… dritto, diretto.
A volte sembrava calmarsi, ma durante lo scambio partiva all’improvviso e la palla volava via all’improvviso. E io arrivavo sempre in ritardo.
Più la terra battuta, più qualche rimbalzo strano…
Forse avrei dovuto arretrare tantissimo e iniziare a palleggiare più in sicurezza, magari quello mi avrebbe aiutata.
Ma non ero nelle condizioni mentali giuste per pensare in modo intelligente.

D: Il tennis è uno sport durissimo. Anche quando vinci, perdi quasi metà dei punti. Vorresti migliorare nell’essere più gentile con te stessa o nell’accettare l’imperfezione? È qualcosa su cui stai lavorando?

SABALENKA: Negli ultimi anni ci sono riuscita abbastanza bene.
Solo che a volte, sai, torni in quelle vecchie abitudini.
E succede. Penso che ancora una volta bisogna fare un passo indietro, imparare, e tornare là fuori a fare meglio.
Ma adesso, onestamente, non riesco a essere indulgente con me stessa, perché davvero, ragazzi, è stata la peggior partita che ho giocato negli ultimi mesi.
È una barzelletta. Non posso più permettermelo in finale.
Se fosse stato un ottavo o un quarto, non mi sarebbe importato tanto.
Ma una finale Slam… è diverso. Non va bene.

D: È più dura perché era la finale di uno Slam? Perché questi eventi sono più grandi di tutti gli altri?

SABALENKA: Sì, fa male.
Soprattutto perché ho giocato un gran tennis tutta la settimana. Ho battuto avversarie toste, anche una campionessa olimpica, Iga…
E poi esci e giochi malissimo.
Cioè, penso che se l’altro giorno avesse vinto Iga contro di me, oggi sarebbe andata in campo e avrebbe vinto lei.
Sì, fa male. Fa davvero male.
Ho giocato davvero bene, e poi nell’ultima partita scendo in campo e gioco così…
Fa male.

Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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