Andrey Rublev ha salutato i quarti di finale del Masters 1000 di Cincinnati 2025 con sentimenti contrastanti: la delusione per la sconfitta contro Carlos Alcaraz, ma anche la soddisfazione di aver mostrato un livello competitivo superiore rispetto a quello visto un mese fa a Wimbledon.
Il russo ha ceduto al numero due del mondo in tre set intensi, nei quali la differenza è arrivata solo nei momenti decisivi. “Credo sia stata una buona settimana, un buon torneo in generale. Ho giocato ad alto livello e oggi meglio che a Wimbledon”, ha spiegato Rublev a *Championnat*. “Mi sento già molto meglio in campo, soprattutto contro i migliori. L’importante adesso è continuare a lavorare sui dettagli”.
A Londra Rublev aveva sorpreso portandosi avanti dopo un primo set vinto al tie-break, salvo poi cedere alla distanza. Stavolta la sensazione è stata diversa: più solidità, più consapevolezza, ma ancora qualche errore nei momenti chiave.
“Ho concesso troppe opportunità a Carlos. Devo migliorare nella chiusura dei punti a rete, nell’attaccare meglio le palle corte. Sono cose che a questo livello fanno la differenza”, ha ammesso il moscovita. “Quando in un momento decisivo ti concedi un pensiero di troppo, arriva un istante di dubbio nella testa e la partita può scappare via. È quello che è successo nell’ultimo game, con qualche doppio fallo e scelte affrettate. A questo livello sono dettagli che pesano”.
Rublev, però, non lascia Cincinnati con sensazioni negative: “Gioco meglio, mi sento più pronto. La strada è quella giusta: credere in me stesso, non irritarmi e continuare a lavorare. So che posso crescere ancora”.
Con il prossimo US Open ormai alle porte, la versione “2.0” di Rublev potrebbe presto mettere alla prova i limiti del suo tennis. Flushing Meadows sarà il banco di prova ideale per capire se questo progresso potrà tradursi in un ritorno stabile nell’élite del circuito.
Francesco Paolo Villarico