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Sinner dice “no” alla Davis: una scelta che divide

Jannik Sinner ha annunciato che non giocherà le Finali di Coppa Davis a Bologna il 18-23 novembre. Questa scelta ha fatto discutere, a quanto pare il numero 2 del mondo preferisce prepararsi per la nuova stagione dopo le ATP Finals di Torino. In pochi minuti tutto l’ecosistema ha accusato il colpo, dai social alle scommesse sportive fino alla TV. Vediamo cosa si nasconde dietro questa decisione.

Cosa è successo e cosa c’è in gioco
Partiamo dai fatti. L’Italia difenderà il titolo senza il suo leader. Al suo posto, il capitano Volandri ha convocato Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Matteo Berrettini e i doppisti Simone Bolelli e Andrea Vavassori. La decisione di Sinner arriva a ridosso delle ATP Finals, con dei tempi stretti per il recupero fisico e mentale prima dell’off-season. Lo stesso Volandri ha parlato di “scelta rispettabile” e di un gruppo pronto a lottare. I media internazionali, invece, hanno sottolineato come i top player rivali, come Carlos Alcaraz per la Spagna e Alexander Zverev per la Germania, abbiano confermato la presenza (Zverev ha perà un palmares di rifiuti lunghissimo in Davis ed anche in parte Alcaraz). Sinner ha motivato l’assenza con la necessità di prepararsi al meglio per il 2026, vuole ripartire forte già dall’Australian Open.

Le reazioni: tra critiche forti e difese autorevoli
Le reazioni non si sono fatte attendere. Alcune voci illustri, come Nicola Pietrangeli, hanno parlato di “schiaffo allo sport italiano”, dall’altra parte alcuni ex azzurri hanno ricordato che Sinner, negli ultimi due anni, è stato decisivo nei trionfi e che la priorità di un atleta di vertice è anche preservare il corpo e la carriera. La stagione di Sinner è stata segnata da una pausa forzata e da una gestione attenta del rientro, con l’obiettivo di allungare la finestra competitiva ai massimi livelli. Da qui, la scelta di rinunciare a un’ultima settimana agonistica in novembre per guadagnare qualità nella preparazione invernale.

Calendario, priorità e percezione pubblica
Questa vicenda racconta molto del tennis di oggi. Il calendario è compresso, il margine d’errore è minimo e le decisioni strategiche sono parte del mestiere. Sinner ha scelto la strada della pianificazione: chi lo critica invoca l’eccezionalità della Davis in casa, chi lo difende ricorda che i picchi di rendimento si costruiscono nei dettagli della preparazione, non solo in campo. C’è poi il tema della percezione perché l’assenza di una star modifica le aspettative, lo storytelling e perfino i numeri TV. Anche il mercato delle scommesse tennis registra delle oscillazioni quando mancano i big, infatti cambiano le quote, si ridisegnano i favoriti, si aprono degli scenari inattesi per gli outsider.

Conseguenze per l’Italia: sentiremo la sua mancanza?
Senza Sinner, cresce il peso del singolare e del doppio. Il valore aggiunto può essere la chimica di squadra, la Davis premia spesso chi interpreta bene i momenti, non solo chi ha la classifica migliore. Se Musetti trova continuità, la difesa del titolo resta possibile. Non sarà semplice, ma non è impossibile. Nel tennis di vertice, dire no a volte è un investimento. Si può non condividere, ma ha una sua logica, soprattutto dopo stagioni ad altissima intensità e con l’obiettivo di restare competitivo su quattro Slam e Masters 1000. Sarà il campo, e solo il campo, a dirci se l’Italia saprà trasformare l’assenza in un’occasione e se Sinner, a gennaio, presenterà il conto delle sue scelte con risultati all’altezza.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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