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Vasamì esalta, tre teenagers in semifinale (Con il programma di domani)

Ci sarà un finalista italiano all’ASPRIA Harbour Club: a sfidare Marco Cecchinato sarà il baby Jacopo Vasamì, fantastico nel battere in rimonta Luka Mikrut. Il romano è uscito con classe da diverse situazioni delicate, senza mai perdere la calma: la stellina del torneo è lui. L’altra semifinale vedrà Rafael Jodar contro il concentratissimo Dino Prizmic, imbattuto da 13 partite.

Per battere Jacopo Vasamì non bisogna vincere. Bisogna stra-vincere. Per adesso, nessuno ci è riuscito. Ed è suggestivo vedere un giovane azzurro, ancora minorenne, con una tale solidità mentale. Sembra proprio che il tempo trascorso presso la Rafa Nadal Academy sia davvero servito a sviluppare una mentalità simile a quella della leggenda spagnola. Il quarto di finale contro Luka Mikrut all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.250€, terra battuta) aveva grandi complessità, anche perché l’avversario esprime un tennis molto diverso rispetto a quello fronteggiato il giorno prima. Vasamì, evidentemente, ha preso gusto nel battere i croati: dopo Mili Poljicak, ha superato Mikrut col punteggio di 3-6 7-6 6-2. Il 21enne di Spalato è alto, longilineo e possiede un rovescio bimane molto potente. All’inizio ha sorpreso l’azzurro, aggiudicandosi il primo set grazie a un break al sesto game. Il piccolo capolavoro, Vasamì, l’ha centrato nel secondo: mentre Mikrut teneva piuttosto agevolmente i suoi turni di servizio, lui arrancava. Palla break annullata sul 2-2, rimonta dallo 0-30 sul 4-4 e miracoloso game ricucito sul 5-5, dal 15-40. Il tutto mantenendo calma, concentrazione e compostezza, caratteristiche che avevano già colpito nei giorni scorsi. Come nel tie-break, quando sul 4-3 in suo favore gli è stato chiamato un fallo di piede (in effetti, il movimento del suo servizio lo espone a questo rischio). Altri si sarebbero disuniti, lui ha continuato a giocare come se niente fosse e ha chiuso il parziale con una bella discesa a rete. Il terzo set è stato accademia, in cui Vasamì ha raccolto i cocci di un avversario mentalmente esausto. Per lui è la prima semifinale Challenger e sembra proprio che la Lombardia gli porti bene: quarti a Monza, vittoria al Bonfiglio e adesso un risultato di rilievo che gli permetterà di giocare una vera e propria sfida generazionale contro Marco Cecchinato, quindici anni più grande di lui.

LA PRECOCITÀ DI JACOPO
L’Italia è certa di avere un finalista all’ASPRIA Harbour Club: l’ultimo era stato Matteo Gigante nel 2023, mentre per trovare un vincitore bisogna andare al 2021 di Gian Marco Moroni. Da parte sua, Vasamì punta a diventare il più giovane vincitore di un Challenger nel 2025: il primato appartiene a Joao Fonseca, che aveva 18 anni e 4 mesi quando vinse a Canberra (il record assoluto di Michael Chang rimane inarrivabile: “Michelino” aveva 15 anni e 7 mesi quando vinse a Las Vegas nel 1987). Dovesse alzare il trofeo milanese, avrebbe clamorosamente la stessa età che aveva Jannik Sinner quando vinse il suo primo Challenger (Bergamo 2019): 17 anni e 6 mesi. Numeri che lasciano il tempo che trovano, ma che giustificano l’entusiasmo attorno a Vasamì. Proverà a interrompere la sua favola Marco Cecchinato, che in questi giorni ha ritrovato un buon rendimento e ha superato due teste di serie: dopo Frederico Ferreira Silva, ha battuto il numero 3 del tabellone Max Houkes con un convincente 6-4 6-2. Nonostante la classifica sorrida all’olandese, Cecchinato ha mostrato una superiorità piuttosto evidente. Nel primo set gli è bastato un break al settimo game, mentre nel secondo lo “strappo” è arrivato già in apertura. Per il vincitore nel 2016 è la seconda semifinale in stagione dopo quella raggiunta a Kigali, in Ruanda, lo scorso marzo. Da circa un anno, Cecchinato oscilla in una classifica intorno al numero 400. Nella singola partita, tuttavia, può ancora essere molto pericoloso. E a Milano ha una motivazione in più, poiché punta a diventare il secondo giocatore a vincere per due volte il trofeo, eguagliando Albert Ramos (vincitore nel 2011 e nel 2014).

DINO PRIZMIC HA FATTO TREDICI
Era considerato un possibile protagonista della generazione che dovrebbe dare filo da torcere a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. L’investitura più grande, per Dino Prizmic, l’aveva data Novak Djokovic dopo averlo affrontato all’Australian Open. “Mi è sembrato di trovare me stesso allo specchio”. Da allora si erano un po’ perse le tracce del 19enne croato, fisico scolpito da due ore quotidiane in palestra. Il 2024 è stata una stagione complicatissima a causa di un infortunio che lo ha tristemente accompagnato per otto mesi. Si è ripreso, è risalito al numero 173 ATP e un successo all’Aspria Harbour Club gli permetterebbe di migliorare il best ranking (n.155, risalente all’ottobre 2023). Soltanto due mesi fa era ancora fuori dai top-300, poi sono arrivate tredici vittorie di fila: prima i titoli Challenger a Zagabria e Bratislava, adesso i tre successi che lo hanno proiettato in semifinale a Milano, laddove sarà protagonista di una baby-sfida contro Rafael Jodar. Per arrivarci ha battuto il tedesco Christoph Negritu col punteggio di 6-4 6-3, ma dopo essere stato per due volte in svantaggio di un break nel primo set. “È stata una partita solida, ma quando ci si avvicina alla fine di un torneo devo migliorare – dice Prizmic, con quello sguardo serio che non lo abbandona mai – avrei dovuto giocare meglio, ma la cosa importante era vincere. Domani dovrò farmi trovare pronto”. Giocare contro un avversario pressoché sconosciuto può nascondere qualche insidia, e Prizmic è d’accordo. “Probabilmente è la ragione per cui ho giocato un po’ peggio – racconta – per me è più difficile prepararmi e concentrarmi quando affronto avversari meno conosciuti. Ma è qualcosa che devo cambiare nel corso della mia carriera, avere la mentalità giusta e giocare meglio di oggi. Per fortuna, alla fine, ho trovato il mio gioco”. Prizmic non possiede uno stile troppo spettacolare e sembra non avere un colpo-killer, per questo è stato frettolosamente snobbato come possibile stella del futuro. Ma pochi sapevano cosa è successo veramente nel suo 2024: “È stato un anno molto difficile perché ho dovuto convivere per otto mesi con un infortunio – racconta – ho provato a giocare alcuni tornei con il dolore, ma non ero in grado di competere. Avevo un problema al polso destro: abbiamo provato a risolverlo in un mese, ma il dolore era troppo grande. Ho ripreso dopo quattro mesi e, giorno dopo giorno, ho effettuato alcuni cambiamenti con il mio fisioterapista. Adesso il polso è OK e spero di non avere più problemi di questo tipo”.

Center Court – ore 13:30
Matthew Christopher Romios / Ryan Seggerman vs Blake Bayldon / Mats Hermans
Marco Cecchinato vs Jacopo Vasami (Non prima 15:30)
Dino Prizmic vs Rafael Jodar

Court 10 – ore 13:30
George Goldhoff / Ray Ho vs Gonzalo Escobar / Marcelo Zormann


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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