Quando viene sorteggiato il tabellone di Wimbledon, la tentazione è sempre la stessa: tutti a controllare subito i nomi dei grandi favoriti. “Chi affronta Alcaraz al primo turno? Che percorso avrà Coco Gauff verso la finale? con chi giocherà Sinner? Siamo fatti così, semplici e prevedibili. Ma se il tennis seguisse sempre la logica delle teste di serie, non sarebbe lo sport che tanto amiamo: a rendere magica la prima settimana dello Slam londinese sono proprio i colpi di scena e le favole degli outsider che fanno tremare i big. E quest’anno le potenziali sorprese non mancano, sia tra gli uomini che tra le donne.
Partiamo dalla storia di Alexander Bublik, che fino a pochi mesi fa era a un passo dal ritiro, deluso e quasi rassegnato dopo un periodo senza vittorie e soddisfazioni. Invece, il kazako ha resistito, ha ritrovato fiducia e si è rilanciato con una splendido quarto di finale al Roland Garros e soprattutto il titolo a Halle, battendo Sinner e poi Medvedev. Con il suo servizio potentissimo, il tocco sopraffino e la genialità che lo rende imprevedibile, Bublik è oggi più pericoloso che mai. All’esordio sfiderà Jaume Munar, ma potrebbe incrociare Jack Draper già al terzo turno, in una rivincita del match vinto da Bublik a Parigi: Draper ammise di non avere armi contro di lui, e ora l’erba potrebbe esaltare ancora di più l’estro del kazako.
Capitolo a parte per Gael Monfils: a 38 anni e dopo mille battaglie in giro per il mondo, il francese continua a emozionare ogni volta che mette piede in campo. L’esordio contro il connazionale Humbert promette scintille e, con un po’ di fortuna, potrebbe arrivare a sfidare Ben Shelton. Monfils è più esperto, Shelton più giovane e potente: uno scontro generazionale in uno scenario che Gael adora.
Chi cerca la favola da lucky loser può seguire Arthur Rinderknech. Ripescato dopo le qualificazioni al Queen’s, il francese ha sfruttato al massimo l’opportunità, raggiungendo i quarti di finale. Se riuscisse a sorprendere Zverev già all’esordio, potrebbe sognare in grande anche a Londra.
Nel tabellone femminile, le potenziali sorprese sono forse ancora più intriganti, complice la presenza di grandi nomi come Naomi Osaka e Ons Jabeur senza testa di serie. Osaka, specialista del cemento e con tre Slam in bacheca, parte contro la qualificata australiana Talia Gibson, ma al secondo turno potrebbe incrociare subito la numero 5 del seeding, Qinwen Zheng, che a Wimbledon non vince un match dal 2022 e che affronterà Siniakova, sua bestia nera proprio su questi prati. Se quella parte di tabellone si dovesse aprire, potremmo assistere a diversi ribaltoni.
Nello stesso quarto c’è Ons Jabeur, finalista due volte a Wimbledon e perfettamente a suo agio sull’erba. La tunisina debutta contro Tomova e potrebbe incontrare Diana Shnaider al terzo turno: la giovane russa, già protagonista lo scorso anno, arriva da una bella semifinale al Queen’s.
E poi attenzione a Danielle Collins: grinta da vendere, gioco aggressivo, e una voglia matta di lasciare il segno anche sull’erba. Dopo il debutto con Osorio, la statunitense potrebbe affrontare Iga Swiatek al terzo turno. Swiatek, finora, a Wimbledon non ha mai brillato davvero: Collins potrebbe cogliere l’occasione, soprattutto in un’annata in cui la polacca sembra meno dominante del solito.
Ma l’attenzione degli appassionati italiani è naturalmente rivolta ai nostri azzurri, che arrivano a Londra con grandi sogni ma anche qualche punto interrogativo. Jannik Sinner, n.1 del mondo, sarà il riferimento, ma ci sono due nomi pronti a diventare protagonisti se le condizioni fisiche lo permetteranno: Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Musetti ha dimostrato più volte di potersi esaltare sull’erba, ma resta da capire come abbia recuperato dai problemi fisici accusati a Parigi; se sarà al top, il suo talento può davvero portarlo lontano. Per Berrettini, finalista qui nel 2021, Wimbledon rappresenta quasi un appuntamento con il destino: l’erba è la sua superficie preferita, ma anche lui dovrà gestire la solita incognita legata agli infortuni che troppo spesso hanno condizionato la sua carriera nelle ultime stagioni. Se il fisico regge, nessuno vorrà trovarselo davanti nelle prime settimane del torneo.
Wimbledon resta un torneo dove nulla è scontato. Che sia Bublik a tirare fuori il coniglio dal cilindro, Monfils a regalare l’ennesimo show, una Collins affamata o un’Osaka che si ritrova proprio sull’erba, senza dimenticare il possibile exploit degli italiani, c’è una sola certezza: ci aspetta una prima settimana da vivere con il fiato sospeso.
Francesco Paolo Villarico