Damir Dzumhur è pronto a vivere un nuovo capitolo della sua carriera. Dopo aver strappato un set a Carlos Alcaraz al Roland Garros di qualche mese fa, facendo alzare il pubblico in più occasioni, il tennista bosniaco si prepara ad affrontare di nuovo lo spagnolo al secondo turno dell’ATP Cincinnati 2025. Numero 59 del mondo e 33 anni compiuti, arriva alla sfida dopo aver battuto Mattia Bellucci in due tie-break, con l’obiettivo di ripetere un’altra prestazione di alto livello sul cemento dell’Ohio.
Prima di questa attesa partita, Dzumhur ha raccontato alla ATP un episodio drammatico della sua vita: la lotta contro una pancreatite acuta che nel 2022 lo aveva portato a un passo dalla morte.
La malattia e i giorni più difficili
«Il periodo successivo al Roland Garros 2022 è stato probabilmente il peggiore della mia vita. Dopo aver perso contro Fernando Verdasco nelle qualificazioni, ho iniziato ad avvertire un forte dolore allo stomaco. Dopo gli accertamenti, mi è stata diagnosticata una pancreatite acuta e sono stato trasferito immediatamente in terapia intensiva, dove sono rimasto per sei giorni. Il dolore era insopportabile e riuscivo a dormire solo grazie ad analgesici molto forti. Ho passato il mio trentesimo compleanno in un ospedale francese, lontano dalla mia famiglia e senza sapere cosa mi riservasse il futuro».
La forza della famiglia
«Volevo tornare a Belgrado, vicino ai miei cari. I medici di Parigi mi avevano sconsigliato di viaggiare, ma alla fine sono riuscito a trasferirmi. Ho trascorso altre due settimane e mezzo in ospedale, ma ho potuto vivere uno dei momenti più belli della mia vita: rivedere mio figlio Luka, nato nell’ottobre precedente. Sapere di vivere per qualcuno è diverso, ti dà un’energia unica. Una delle ragioni per cui continuo a giocare è proprio lui».
Il ritorno in campo
«Dopo oltre 20 giorni sono stato dimesso, ma avevo perso 11 chili e pesavo appena 55. In quel momento non pensavo al tennis, non sapevo se sarei mai tornato a competere. Nell’agosto 2022 ero sceso al numero 243 del ranking ATP, ma l’importante era essere vivo. In carriera ero arrivato fino alla posizione 23, ma tornare in Top 100 sembrava impossibile. Un anno fa ci sono riuscito e oggi sono vicino alla Top 50: è fantastico».
Una seconda occasione contro Alcaraz
«Il match di Parigi è stato speciale, giocare contro uno dei migliori al mondo su un palcoscenico così importante mi ha dato emozioni particolari. Alcaraz ha piani di gioco infiniti e sa metterli in pratica ad altissimo livello. Ora avrò l’occasione di affrontarlo di nuovo. Cercherò di dare il massimo e ritrovare il tennis che mi aveva permesso di metterlo in difficoltà qualche mese fa. Tre anni fa ero vicino alla morte, oggi sono qui a fare ciò che amo.
Francesco Paolo Villarico