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Ljubicic: “Quando i 1000 duravano una settimana, i giocatori potevano gestire meglio i tempi di recupero e di allenamento”

Ivan Ljubicic ritiene che lo status quo del tour maschile abbia raggiunto delle criticità importanti e che sia necessario intervenire. Il calendario troppo ravvicinato e “stressato” dell’estate sul cemento in Nord America ha presentato un conto salato, tra le importanti assenze in Canada e i troppi ritiri e infortuni a Cincinnati, il tutto con lamentele pressanti dei giocatori, big inclusi. Parlando a La Gazzetta dello Sport, Ljubicic ha affrontato alcuni temi di attualità, tra cui le condizioni di Sinner in vista di New York, la rivalità con Alcaraz e altro ancora. Questi alcuni estratti salienti del pensiero del croato, oggi alle dipendenze della Federtennis francese.

Quando i 1000 duravano una settimana, i giocatori potevano gestire meglio i tempi di recupero e di allenamento. Ora è molto più difficile” riflette Ljubicic sul calendario, clima torrido in America e problemi dei giocatori. “Quello che abbiamo visto a Cincinnati fa riflettere. Non riesco a capire perché si insista a far giocare con quel caldo e quella umidità. Gli atleti rischiano di farsi male, il pubblico non si diverte. Bisogna fare qualcosa”.

Questo il pensiero di Ivan sul recupero di Sinner, a pochi giorni dal debutto a US Open: “Avvicinamento a US Open complicato? Dipende da quanto dura. Se recupera in 2-3 giorni, non ci sarà nessun contraccolpo. Se invece deve stare a risposo per tutta questa settimana, allora diventa complicato ritrovare la forma necessaria per vincere uno Slam. Anche se nei primi turni Jannik avrà avversari più abbordabili, la distanza dei tre set su cinque, il caldo e l’umidità di Flushing Meadows potrebbero fargli perdere tante energie”.

Dopo Roland Garros e Wimbledon, il mondo del tennis c’ha preso gusto ad assistere a finali Slam tra Jannik e Carlos, è banalmente “la” partita, quella che tutti vogliono vedere per la carica emotiva e spettacolare che i due portano in campo. A New York andrà in scena la terza di fila? E chi sarebbe favorito? “Difficile fare un pronostico su una partita che, nell’eventualità, si giocherebbe tra quasi tre settimane” afferma Ljubicic. “Non contando giustamente Cincinnati, Alcaraz è avanti 5-2 negli scontri diretti sul cemento. Allo stesso tempo, il miglior Sinner si esprime su questa superficie. Tutto considerato, mi viene da dire che partirebbero alla pari, anche perché le loro sfide sono sempre molto combattute. Di certo sono nettamente davanti a tutti gli altri, mi sorprenderebbe se non arrivassero in fondo, col punto interrogativo della salute di Jannik. Cosa potrebbe fare la differenza a Us Open?  La superficie è molto importante. A Wimbledon, per esempio, Sinner ha spinto molto sul dritto di Alcaraz: sull’erba funziona, sulla terra no. Solitamente a New York i campi sono abbastanza veloci: le traiettorie alte non pagano, bisogna muoversi molto bene ed essere fisicamente al 110%. Questo è un torneo che richiede molto e che impone un tennis aggressivo. Lo praticano entrambi, nel caso di Alcaraz le varianti del top spin pronunciato e delle smorzate pagano un po’ meno. Bisognerà anche vedere il livello del servizio”.

“A Sinner non manca niente. È vero che il servizio è il suo colpo meno naturale, ma ogni campione ha una sorta di fissa sul colpo dove si sente meno preparato. Per Jannik è il servizio, sebbene sia migliorato tantissimo”.

L’esito di US Open sarà importantissimo, forse decisivo, anche per la corsa al n.1 di fine 2025. Così la vede Ivan: “Alcaraz è avanti di quasi 2000 punti nella Race. Se vince US Open e Sinner perde nei primi turni, diventa difficile per Jannik recuperare. Ma se l’italiano lascia per strada pochi punti a New York, allora lo vedo ancora favorito. Non dimentichiamo che il Masters di Parigi e le ATP Finals, terreni di caccia di Sinner, mettono in palio 2500 punti“.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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