Carlos Alcaraz ha confermato di essere il giocatore del momento. Con un tennis aggressivo, vario e soprattutto continuo, lo spagnolo ha conquistato lo US Open 2025 firmando il suo sesto titolo dello Slam e ritornando sul trono del ranking mondiale. Due settimane perfette sul cemento di New York, chiuse con la vittoria su Jannik Sinner in finale e con la sensazione di aver raggiunto la versione più completa della sua carriera.
Il murciano ha parlato a diversi media spagnoli (RNE, Movistar+ ed El País) per analizzare la finale, il confronto con Sinner e i prossimi obiettivi.
Alcaraz non ha nascosto la soddisfazione per il “double” stagionale: due Major e il numero uno del mondo. “È difficile scegliere, perché erano entrambi obiettivi a inizio stagione. Riuscire a vincere due Slam e tornare in vetta è incredibile. Non potevo chiedere di più”, ha detto.
La finale contro Sinner, rispetto a Wimbledon, ha avuto un punto chiave: il servizio. “La differenza principale è stata quella. Servire bene ti dà tranquillità e fiducia, ti permette di gestire meglio anche i turni in risposta. A Londra non ci ero riuscito, qui invece ho fatto un passo avanti enorme”, ha spiegato.
Il match point ha regalato un déjà-vu: lo stesso schema di servizio con cui batté Casper Ruud nella finale del 2022. “Sì, ci ho pensato. Ho voluto provare la stessa giocata e mi stava dando fiducia. Sono un po’ friki in questo (ride)”, ha confessato.
Alcaraz ha anche sottolineato come viva queste grandi sfide: “Ho cercato di essere tranquillo. Prima della partita sentivo i nervi, ma una volta in campo era come se fosse un match qualsiasi. Ho sentito subito buone sensazioni nelle gambe, ed è stato fondamentale per partire forte”.
Non sono mancate domande sul futuro della rivalità con Sinner, che ha ammesso di dover cambiare qualcosa dopo la sconfitta. Carlitos non si sente al sicuro: “Non credo che la palla sia solo nel suo campo. Anch’io devo migliorare e prepararmi a quello che potrà fare di diverso. È questo che rende speciale la nostra rivalità: ci obblighiamo a vicenda a spingerci oltre i limiti. Sicuramente Jannik modificherà qualcosa, ma io sarò pronto. E, credetemi, non avete ancora visto il miglior Carlos”.
Alcaraz si concederà ora qualche giorno di riposo dopo un’estate logorante, prima di tuffarsi nei prossimi appuntamenti della stagione, tra Laver Cup e tournée asiatica. Ma il messaggio lanciato da New York è chiaro: a 22 anni, con sei Slam e il numero uno in tasca, Carlitos non è ancora sazio.