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Giannelli: “Abbiamo scritto la storia del nostro Paese. Questo mi rende ancora più orgoglioso”

Simone Giannelli è il capitano della Nazionale che superando 3-1 (25-21, 25-17, 17-25, 25-10) la Bulgaria nella finale dei Campionati del Mondo si è laureata campione del Mondo. Alla premiazione si è presentato portando e mostrando con affetto la maglia di Daniele Lavia, infortunatosi alla mano durante un allenamento nel corso dell’avvicinamento alla rassegna iridata, confermando l’importanza di tutto il gruppo per gli Azzurri.

Le sue considerazioni al termine della finale della rassegna iridata sono importanti e molto significative:Tre anni dopo, ancora un oro mondiale, penso che abbiamo davvero scritto la storia del nostro Paese – spiega Simone Giannelli, considerando che in questo momento siamo campioni del mondo sia nella maschile che nella femminile. Questo mi rende ancora più orgoglioso, anche perché ho visto le imprese delle ragazze e mi hanno dato ancora più forza. Sono davvero felice, anche noi siamo riusciti a fare la nostra parte, a portare in campo la nostra energia, il nostro talento, sia le cose belle che quelle meno belle, e siamo riusciti a gestirle. Vincere due Mondiali di fila è qualcosa che, da piccolo, non avrei mai nemmeno immaginato potesse succedere a me. Sono profondamente grato per questa opportunità, per me e per tutta la mia squadra, e sono grato anche per la salute, che spesso diamo per scontata, ma che non è mai garantita. Un grazie enorme a tutti quelli che ci hanno sostenuto, anche a chi non l’ha fatto dopo le sconfitte. Sto imparando che ognuno ha il suo punto di vista, ed è importante restare nella domanda, non solo nella risposta. Lo sport è di tutti: ognuno ha diritto alla propria opinione. Noi, però sappiamo chi siamo e cosa abbiamo fatto. Siamo contenti di aver dimostrato prima di tutto a noi stessi quello che sappiamo fare. Siamo contenti di mantenere alto lo spirito, di voler continuare a migliorarci e di non guardare troppo indietro a ciò che è stato. Vogliamo fare bene per il nostro Paese, per la nostra nazione, per il nostro movimento. Sappiamo quanto sia grande e quanto, sotto di noi, ci siano tanti ragazzi che sognano di arrivare dove siamo noi oggi. Ogni anno qualcuno si aggiunge. Quando giocavo la finale olimpica, alcuni dei ragazzi che oggi sono con noi avevano solo pochi anni. Per me è un onore giocare con loro. Anche se ho solo 29 anni, sono ancora giovane, ma stare in campo con ragazzi ancora più giovani, pieni di entusiasmo, mi dà una spinta in più. Questo mi trasmette, energia, motivazione, sei costretto a dare sempre qualcosa in più. Sono davvero contento che abbiamo vissuto tutto questo insieme, in questo modo”.


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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