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João Fonseca, il talento brasiliano che sogna di unirsi a Sinner e Alcaraz

Da quando ha impugnato per la prima volta una racchetta, João Fonseca ha mostrato una naturale inclinazione per la potenza.
“Ero il tipo di bambino che distruggeva la palla,” racconta. “A volte finiva contro la rete, a volte sul fondo campo, e qualche volta era un vincente.”
Quell’approccio istintivo e aggressivo lo accompagna ancora oggi nel circuito professionistico, dove il suo dritto esplosivo è già considerato uno dei colpi più spettacolari del tennis mondiale. A soli 19 anni, il brasiliano si è distinto come uno dei giocatori più potenti in circolazione, con un dritto che in media viaggia a 130 km/h (81 mph), ben al di sopra della media dei migliori tennisti (circa 120 km/h).

Un 2025 da protagonista
Nel 2025 Fonseca ha conquistato due titoli ATP, l’ultimo dei quali a Basilea, dove ha superato Alejandro Davidovich Fokina con 29 vincenti in finale. Con questo successo è diventato il terzo più giovane vincitore di un torneo ATP 500 da quando il formato è stato introdotto nel 2009, e il più giovane campione a Basilea dai tempi di Jim Courier (1989).
Il suo allenatore lo ha incoraggiato a mantenere la sua natura offensiva, ma con maggiore controllo:
“Il mio coach è stato il primo a dirmi di restare aggressivo, ma anche di lavorare sulla solidità. Ho capito che non puoi colpire sempre forte. A volte è una follia, ma in altri momenti serve coraggio e fiducia per essere aggressivi.”

Una crescita costante
Fonseca, già vincitore delle Next Gen Finals 2024, ha attirato l’attenzione a inizio stagione sconfiggendo Andrey Rublev al primo turno degli Australian Open, per poi vincere l’Argentina Open, diventando il secondo sudamericano più giovane a conquistare un titolo ATP nell’Era Open.
Il suo percorso, però, non è stato lineare: non ha mai superato il terzo turno in uno Slam nel 2025, ma la vittoria a Basilea lo ha riportato in evidenza, facendolo salire fino al numero 28 del ranking mondiale, con l’obiettivo dichiarato di diventare testa di serie nei tornei del Grande Slam nel 2026.

Tra modelli e ambizioni
Appassionato di tennis sin da piccolo, Fonseca è cresciuto guardando il Big Three. Tifoso dichiarato di Roger Federer, confessa che la finale di Wimbledon 2019 – vinta da Novak Djokovic – lo segnò profondamente. Anni dopo, ha potuto incontrare il suo idolo alla Laver Cup, descrivendolo come “una persona semplice e gentile, un momento che non dimenticherò mai.”
Fonseca è anche ambassador del marchio On, di cui Federer è investitore, e fu messo sotto contratto a soli 16 anni come talento emergente.

Dalle radici al pubblico
Cresciuto a Rio de Janeiro, Fonseca inizialmente si divideva tra calcio e tennis, ma un infortunio lo convinse a dedicarsi solo alla racchetta. “Giocavo bene, ero mancino, ma non sarei mai diventato un professionista. Fortunatamente ho scelto il tennis,” ha raccontato.
Abituatosi al calore e al rumore del pubblico brasiliano, oggi ama giocare davanti a platee rumorose e coinvolgenti:
“All’inizio ero nervoso, sentivo la pressione, ma ora adoro l’energia della folla. Mi spinge anche nei momenti difficili.”

Il futuro
Fonseca non ha ancora affrontato Djokovic, Alcaraz o Sinner, ma spera di farlo presto:
“Quello che stanno facendo è incredibile. Vincono ovunque, motivano tutti noi a lavorare di più. Spero di essere lì con loro, a giocare finali e competere ai massimi livelli. Ma un passo alla volta.”

Con la sua potenza naturale, la personalità carismatica e una determinazione in crescita, João Fonseca rappresenta la nuova generazione del tennis brasiliano, pronta, forse, a inserirsi tra i protagonisti dell’élite mondiale insieme a Sinner e Alcaraz.

Francesco Paolo Villarico


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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