Dopo una battaglia di altissimo livello, Ben Shelton ha dovuto arrendersi a Felix Auger-Aliassime per 4-6, 7-6, 7-5, vedendo sfumare la possibilità di centrare la sua prima vittoria alle Nitto ATP Finals. Una partita intensa, nella quale l’americano ha avuto il controllo per buona parte dell’incontro, prima di cedere nel finale a causa dei dettagli e dell’esperienza del canadese.
“È stata una partita dura, che sentivo di avere in mano,” ha spiegato Shelton in conferenza stampa. “Non ho giocato in modo perfetto, ma stavo competendo bene. Devo dare merito a Felix: ha servito in modo eccezionale, è stato aggressivo, è venuto spesso a rete e nei momenti importanti ha eseguito meglio di me.”
Nessun problema per il ginocchio
Durante il secondo set, Shelton ha spaventato i tifosi toccandosi il ginocchio sinistro dopo una caduta, ma ha rassicurato tutti:
“Sta bene. Ho colpito forte il terreno e mi ha fatto male per 10-15 minuti, ma poi non ho sentito più nulla. Non avevo intenzione di fermarmi per chiamare il fisioterapista, volevo solo continuare a giocare. Forse l’adrenalina ha fatto il resto.”
Un momento speciale con i più piccoli
Interrogato sull’emozionante ingresso in campo con un giovane raccattapalle nei giorni scorsi, Shelton ha sorriso:
“Penso che avrebbe ballato con chiunque (ride). Ma è stato un bel momento. Amo ispirare le nuove generazioni. Vedere bambini entusiasti per il tennis è una delle cose più belle. Ogni volta che ho contatti con i più piccoli, mi riempie di felicità.”
Un 2025 da 8 su 10
Facendo un bilancio della stagione, il 22enne americano si è dato un voto alto:
“Direi un 7 o 8 su 10. Ho fatto grandi progressi rispetto all’anno scorso. Dopo lo US Open non sono stato contento del mio rendimento, ma nei primi tre quarti dell’anno ho trovato ritmo e chiarezza sul mio gioco. Ultimamente mi è mancato un po’ quel feeling, soprattutto con il dritto, che di solito è il mio colpo migliore. Ma ci sono tante cose positive da portare con me.”
La filosofia del servizio
Shelton ha confermato la sua natura offensiva anche sul secondo servizio, spesso letale:
“Ho sempre avuto una mentalità aggressiva. Fin da giovane cercavo punti diretti anche con la seconda, accettando qualche doppio fallo. Penso che sempre più giocatori stiano seguendo questa tendenza: servire forte, anche sulla seconda, per prendere subito l’iniziativa. Fa parte del mio DNA tennistico.”
Tornare a casa con nuove motivazioni
Con due sconfitte in altrettanti match, Shelton saluterà Torino con un pizzico di delusione ma anche tanta consapevolezza:
“Non è stata la settimana che speravo, ma sono felice di aver vissuto questa esperienza. È un formato nuovo, con i migliori del mondo, e serve tempo per adattarsi. Voglio tornare a lavorare, essere orgoglioso di ciò che ho fatto e usare la delusione come motivazione per il prossimo anno.”
Francesco Paolo Villarico

