A Bologna forse è tornato il Matteo Berrettini dei giorni migliori. L’azzurro ha sconfitto il belga Raphaël Collignon per 6-3 6-4, firmando una prestazione che ricorda da vicino il campione capace, negli anni passati, di trascinare l’Italia e arrivare fino alla finale di Wimbledon. Una partita intensa, con momenti complicati, ma dominata nei passaggi chiave da un Berrettini finalmente brillante, carico e trascinato dallo spirito della Coppa Davis.
Il punto che ha cambiato tutto
Nel primo set Matteo ha piazzato il break decisivo nel secondo gioco e senza concedere nulla portava a casa la frazione per 6 a 3.
Il momento decisivo è arrivato sul 2-3 nel secondo set, quando Berrettini si è trovato a fronteggiare una pericolosissima palla break. In una situazione quasi compromessa, Matteo ha tirato fuori dal cilindro il colpo più bello della partita: un passante di diritto incrociato in corsa, di fattura semplicemente perfetta. Uno di quei colpi che solo i campioni sanno produrre quando il peso della partita si fa sentire.
Da lì Berrettini ha ritrovato fiducia, solidità e coraggio. È stato il punto che ha letteralmente girato la partita, spegnendo l’entusiasmo del belga e rilanciando l’azzurro verso la parte finale del match.
Una metamorfosi targata Coppa Davis
Lo si era già visto nel 2024, ma a Bologna 2025 Berrettini lo ha confermato: la Davis lo trasforma.
L’atmosfera, la squadra, il pubblico, l’energia collettiva: tutto questo lo fa rendere come pochi altri. E anche oggi lo si è visto chiaramente. Dopo mesi difficili, tra stop, sconfitte e cali di fiducia, Matteo ha mostrato un repertorio da fuoriclasse: servizio incisivo, diritto devastante, discese a rete ben costruite, gestione dei momenti delicati da giocatore vero.
Una metamorfosi che lo staff azzurro conosce bene, e che il pubblico bolognese ha accolto con un entusiasmo travolgente.
Il finale è un monologo azzurro
Sul 5-4 nel secondo set, Berrettini ha servito per il match con una tranquillità da grande giocatore.
Prima esterna, seconda vincente al centro, dritti pesanti e tanta lucidità: in pochi minuti ha chiuso con autorità, firmando un 6-4 che certifica la sua superiorità.
Gli ultimi punti sono stati un manifesto del suo tennis: servizio dominante, colpi puliti, zero esitazioni.
Se questo è il Berrettini che l’Italia ritrova in Davis, nessun altro numero 2 al mondo può dirsi davvero al sicuro.
Una vittoria che vale molto più di un punto
Il successo contro Collignon non è solo un punto nella serie contro il Belgio: è un segnale forte per tutto il team. Berrettini ha dimostrato di poter essere una colonna portante della squadra, un leader tecnico e emotivo in grado di spostare gli equilibri.
E soprattutto ha dimostrato a sé stesso che il campione c’è ancora. Che il talento non se n’è mai andato.
E che la Davis, come sempre, sa accendere in lui la scintilla.
A Bologna, oggi, quella scintilla, forse, è diventata una fiamma.
Francesco Paolo Villarico
