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    MotoGp, Martin: “Senza una Ducati ufficiale mi guarderò attorno”

    ROMA – Jorge Martin, in un’intervista ai canali ufficiali dellaMotoGp, mette le cose in chiaro per il 2023: “Se non avrò una moto ufficiale Ducati il prossimo anno, allora cercherò un’altra moto ufficiale”. La storia dello spagnolo nella classe regina parte però dagli alti e bassi del 2021, forse troppa pressione per l’allora rookie di casa Pramac, che è ora maturato: “La scorsa stagione è stata fantastica, ero molto competitivo. L’obiettivo era essere in top 5 ma non lo abbiamo centrato. Stiamo puntando a ritrovare la nostra sicurezza. Dopo l’incidente di Portimao del 2021 ho subito lavorato per il recupero, era impossibile guidare”. Ora “Martinator” si è operato al tunnel carpale ed è pronto per tornare al top della forma fisica.
    La maturità di Martin
    “Il mio corpo ha però recuperato bene – aggiunge Martin – e se sono in forma posso sempre lottare per il podio come poi è successo dopo la pausa estiva. Dobbiamo capire bene dove dobbiamo essere il prossimo anno, dobbiamo gestire meglio la pressione e ho imparato a tralasciare le cose che sono fuori dal mio controllo”. Per la sella sulla Desmosedici, lasciata vacante da Jack Miller, Martin deve però fare i conti con Enea Bastianini: “Sta facendo bene in termini di risultati – ha detto il 23enne sul riminese – e ha una moto strepitosa, per quanto mi riguarda in Pramac ho il miglior team che potessi desiderare. Voglio concentrarmi su me stesso”. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton non molla: “In Canada a qualunque costo”

    ROMA – Le immagini di Lewis Hamilton che si tocca, dolorante, la schiena all’uscita dell’abitacolo della sua W13 hanno fatto il giro del web. Il porpoising – anche se Christian Horner, team principal Red Bull, non ci crede – ha lasciato il segno sul sette volte iridato, che però sui propri social rassicura tutti e scrive: “È stata dura e ho avuto difficoltà nel dormire, ma il giorno successivo alla gara mi sono svegliato con sensazioni positive. La mia schiena ne ha risentito, ma fortunatamente non è niente di serio”.
    Le parole di Hamilton
    Le frasi di Toto Wolff, che addirittura ipotizzava un possibile forfait del pilota britannico per il Gran Premio del Canada, nona tappa della Formula 1, sono dunque acqua passata. Hamilton infatti afferma: “Ho fatto agopuntura e fisioterapia e sto già lavorando con il team per migliorare. Dobbiamo continuare a lottare. Dobbiamo farlo ora o mai più. Sarò lì questo weekend e non me lo perderei per nulla al mondo”. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton stringe i denti: “In Canada ci sarò”

    ROMA – Hanno fatto impressione le mani di Lewis Hamilton sulla sua schiena malconcia al Gran Premio dell’Azerbaijan. Gli effetti del famoso porpoising – anche se Christian Horner, team principal Red Bull, è scettico – hanno compito pesantemente il sette volte iridato, che però sui propri social rassicura tutti e scrive: “È stata dura e ho avuto difficoltà nel dormire, ma il giorno successivo alla gara mi sono svegliato con sensazioni positive. La mia schiena ne ha risentito, ma fortunatamente non è niente di serio”.
    Destinazione Montreal
    Le frasi di Toto Wolff, che addirittura ipotizzava un possibile forfait del pilota britannico per il Gran Premio del Canada, nona tappa della Formula 1, sono dunque acqua passata. Hamilton infatti afferma: “Ho fatto agopuntura e fisioterapia e sto già lavorando con il team per migliorare. Dobbiamo lottare ancora, questo è il momento. Questo fine settimana sarò lì, niente al mondo potrà impedirmelo”. LEGGI TUTTO

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    Disastro Ferrari, adesso cambia tutto: cosa succederà

    Tocca togliere gli occhi dal film che ci eravamo fatti di una Ferrari superiore, ma frenata nelle ultime uscite da eventi anomali e difficilmente ripetibili. La realtà da mettere a fuoco sembra in effetti essere un’altra: una Rossa ottima ma ancora acerba, instabile, a fronte di una Red Bull comunque in strada nonostante tribolazioni minori. Le rotture alla pompa benzina avvenute nelle prime tre gare (due ritiri di Max Verstappen), mentre la Ferrari metteva in cascina una doppietta, una vittoria e complessivamente cinque podi tra Charles Leclerc e Carlos Sainz, sono state risolte a Milton Keynes, e il team dei bibitari s’è rimesso in carreggiata fronteggiando anche, non senza fortuna, altri problemi tecnici come quelli che affliggono l’ala mobile di Verstappen. Pertanto Houston abbiamo un problema, e anche bello grosso.Guarda la galleryLeclerc e Sainz si ritirano: la maledizione Ferrari scatena i social

    Ferrari, i rischi di Leclerc

    Leclerc in questo weekend in Canada dovrà già montare il terzo motore della stagione (l’ultimo utilizzabile senza penalità) e i tecnici stanno accertando se dovrà fare ricorso al quarto turbo: in questo caso pagherà già posizioni al via, perdendone cinque sulla griglia di domenica. La tabella relativa ai pezzi di motore finora in uso (la power unit è un puzzle composto di sette parti) è molto eloquente: se la Ferrari sarà al terzo V6 per Leclerc già in Canada (Sainz lo ha montato a Imola, quarto GP dell’anno), i team clienti Alfa e Haas sono in condizioni analoghe. Già giovedì scorso Günther Steiner, capo della Haas, se n’era uscito con una delle sue battute abrasive: «Mi credereste se dicessi che non ho alcuna preoccupazione? Beh, non dovreste crederci, dopo tutto quello che è successo». E il peggio doveva ancora arrivare.

    Red Bull in perfetta tabella di marcia

    Al contrario la Red Bull è in perfetta tabella di marcia e ha corso il primo terzo di stagione senza troppo spettinarsi: il motore con cui ha debuttato in Bahrain è stato usato fino a Montecarlo per entrambi i piloti – niente rotazioni tra circuiti veloci e lenti – il secondo è stato montato a Baku (ottavo weekend), ha fruttato la doppietta Verstappen-Perez e ora è pronto ad affrontare il filotto Montreal-Silverstone-Red Bull Ring, tutte piste severe con le power unit. Le rotture di Charles e dell’Alfa di Bottas, unitamente alla MGU-H saltata sempre sulla macchina di Leclerc in Spagna, impongono un passo indietro sia sulla parte termica sia su quella elettrica, per poi provare a farne due in avanti. A Maranello hanno già un’idea dopo aver studiato le telemetrie, ma le power unit rotte potranno essere aperte e analizzate da oggi.

    La Ferrari cambia i piani

    Cambiano i piani a questo punto, perché la priorità assoluta non è più presentare lo sviluppo aerodinamico previsto per Silverstone, ma mettere in sicurezza la tenuta dei motori. Non è escluso che in Canada la Ferrari, non avendo il tempo di rimediare con sviluppi di affidabilità, sia costretta a ridurre le potenze. Mattia Binotto ha invitato alla tranquillità per Montreal («Charles avrà un motore fresco e questo rassicura, semmai siamo preoccupati per le gare seguenti»), ma va osservato che neanche i motori nuovi danno garanzie: il V6 saltato domenica dietro la schiena di Leclerc non aveva neanche due GP e mezzo di vita (Miami, Spagna e venti giri a Baku). Ogni power unit dovrebbe invece reggerne in sicurezza otto, visto che l’originario calendario era di 23 gare (o in alternativa sei GP, nel caso Maranello abbia previsto già in origine l’uso di un quarto motore pagando penalità). Il fronte dei cedimenti idraulici occorsi a Sainz e sull’Alfa di Zhou non è meno caldo. In questo caso la Brembo, che fornisce tutte le squadre motorizzate da Maranello, ha voluto ribadire che le avarie sono avvenute a monte dei suoi sistemi frenanti e solo con i cali di pressione (i circuiti funzionano a 220 bar) questi sono andati in protezione, arrestandosi all’istante.

    Guarda la galleryFerrari, Gp Azerbaijan disastroso: si ritirano sia Leclerc che Sainz FOTO  LEGGI TUTTO

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    Johnny Depp vince il processo e la sua moto va all'asta: si parte da 250mila dollari

    In Cry Baby, Johnny Deep è forse diventato definitivamente il sex symbol che tutti conosciamo. A renderlo ancora più affascinante nella pellicola cult degli anni ‘90 è stata anche l’Harley Davidson del 1955 modello K su cui sfrecciava. L’esemplare rosso acceso sta per essere messo all’asta a seguito della causa per diffamazione vinta dall’attore nei confronti dell’ex moglie Amber Heard. 
    Noemi versione motociclista sportiva: il cambio look in sella alla Honda 
    Chi offre di più?
    Fascino ribelle ed eleganza da vendere. Non stiamo parlando di Johnny Depp, ma della moto utilizzata sul set di Cry Baby. L’esemplare unico andrà in vendita dal prossimo 25 giugno su Kruse GWX Auctions e il prezzo base è di 250mila dollari. Per chi non può permettersi questo modello da collezione, c’è comunque un modo per goderselo: attualmente infatti, l’Harley è in esposizione al museo di Branson, nello stato americano del Missouri, dove resterà fino al giorno dell’asta. 
    Annalisa, sexy centaura: l’estate si fa bollente  LEGGI TUTTO

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    Annalisa, sexy centaura: l'estate si fa bollente con Tropicana

    Non c’è estate senza tormentoni. E allora, mentre le temperature si scaldano e le discoteche tornano ad affollarsi, arriva l’ultimo singolo di Annalisa che questa volta duetta con i Boomdabash. La nuova canzone che ci terrà compagnia durante i prossimi mesi si chiama Tropicana ed è uscita il 10 giugno. E per annunciare l’arrivo su tutte le piattaforme del singolo, ci ha pensato la cantante ex Amici con alcuni scatti bollenti in sella a una Husqvarna.Guarda la galleryAnnalisa, con il suo fascino manda in tilt il web

    Il prossimo tormentone estivo?

    Qualche giorno fa è iniziato il conto alla rovescia per l’uscita del singolo e sul profilo Instagram di Annalisa sono iniziate a spuntare foto di lei e del gruppo salentino. E le moto sembrano essere proprio protagoniste, tra Husqvarna e Gilera. La foto che ha certamente riscosso più successo, tra centinaia di migliaia di like e commenti dei follower impazziti, è quella che ritrae la cantante in sella a una Husqvarna, in una posa da sexy centaura che mette in mostra tutta la sua delicata bellezza che si abbina alle linee più aggressive e in pieno stile offroad della moto svedese.

    E che dire della canzone? Vedendo gli ascolti di questi primi giorni sulle piattaforme, Tropicana si candida a essere uno dei grandi tormentoni dell’estate 2022.

    Noemi versione motociclista sportiva: il cambio look in sella alla Honda LEGGI TUTTO

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    Incentivi auto, già finiti quelli per benzina e diesel: ecco quanto resta

    Tre settimane fa è stata riattivata la piattaforma del Mise per prenotare i bonus di auto e moto. E non ci è voluto molto per far terminare i 170 milioni di euro destinati alle vetture con emissioni tra i 61 e i 135 g/km di CO2. Si tratta delle auto con motore endotermico, quindi a benzina e diesel. Ma restano ancora 187 milioni per le auto elettriche e più di 202 milioni per le ibride plug-in.
    85mila vetture vendute
    In queste tre settimane, grazie ai bonus, sono state acquistate 85mila vetture con motore tradizionale a bassa emissione, per le quali era prevista una riduzione di 2mila euro con rottamazione di un’auto Euro4 o precedenti. E adesso? Si deve aspettare il 2023, quando saranno a disposizione altri fondi per incentivare l’acquisto di veicoli a benzina e diesel che ammontano a 150 milioni (20 in meno rispetto a quest’anno).
    “Riequilibrare la situazione”
    Nel frattempo, sono intervenuti sull’argomento gli esponenti delle associazioni di settore, in particolare sul divario che si è creato con i soldi ancora disponibili per elettriche e ibride plug-in. “Forse il Governo dovrebbe adottare un sistema di vasi comunicanti tra le diverse motorizzazioni”, dichiara Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor. “È giusto che l’incentivo tenga conto della necessità di spingere verso l’elettrico e l’ibrido. Sacrosanto quindi che siano due motorizzazioni che abbiano il bonus più alto, fino a 5mila e fino a 4mila euro con rottamazione. Anzi. Io sarei anche per alzare questo tetto, ma non è giusto per il mercato che la fascia che tira di più le vendite sia penalizzata a livello di risorse. Ci dovrebbe essere un meccanismo di vasi comunicanti tra le diverse rottamazioni per compensare e favorire le vendite. Lo stanziamento di 650 milioni è unico”. A lui si accoda Plinio Vannini, vicepresidente di Federauto, associazione dei concessionari: “Noi non vogliamo gli incentivi a vita, piuttosto sarebbe meglio cambiare la politica fiscale legata all’auto per quanto riguarda le flotte aziendali. In questi tre anni, però, fino 2024, ci sono anche gli incentivi che hanno l’obiettivo di sostenere il mercato e promuovere un ricambio delle vetture vecchie. Forse sarebbe necessario un atteggiamento più pragmatico. Di sicuro le 85mila vetture vendute sono meno inquinanti di quelle rottamate. Perché allora fermarsi e non riequilibrare?”.
    La Polizia esaurisce i fondi, benzina troppo cara: “Guidate il meno possibile!” LEGGI TUTTO

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    Porpoising, saltellamenti e rimpalli: una questione da affrontare in fretta

    TORINO – E’ davvero possibile (come sostiene Toto Wolff) che Hamilton salti il GP del Canada? Oppure è solo un modo per lanciare un allarme e sottolineare un problema? Lo si vedrà a breve, anche se conoscendo il sette volte campione del mondo è difficile che voglia dare forfeit a Montreal. Resta un fatto: quello che sembrava un problema per il cronometro, sta diventando un problema per i piloti. Si parla del saltellamento (detto “porpoising” o anche “bottoming”) ossia di quell’effetto che subiscono le auto di quest’anno, che hanno rispolverato il condotto Venturi al fine di migliorare lo spettacolo in pista. Le auto saltellano, appunto, con movimenti che cambiano da auto ad auto, ma che si assomigliano tutti. Per spiegare, sia pure senza pretese ingegneristiche (sul web ci sono già tanti super esperti…), bastino le parole di Daniel Ricciardo: «Quando ho finito la gara di Baku, mi sentivo shakerato». Altri piloti sono stati più duri. E’ il caso di Seb Vettel («Si sta aspettando il botto e vedrete che botto quando arriverà») le cui parole si abbinano a quelle di George Russell: «Potrebbe accadere un grave incidente in queste condizioni».
    VOLONTA’ – E’ dunque evidente che la questione esiste e va risolta. Ma per farlo ci vogliono aggiustamenti regolamentari, che possono nascere solo dalla volontà delle squadre, a meno che la Fia non intervenga invocando questioni di sicurezza. Che è poi quello che vorrebbero i piloti. Ma non c’è solo un problema di “saltellamento”, ce n’è anche una di rimpallo, di responsabilità. Le squadre che vincono non vogliono cambi regolamentari, ad esempio. E la Fia (a voce e in via informale) ha fatto sapere che per loro il “porpoising” deve essere risolto dalle singole squadre. Insomma, o si trova un sentiero comune sul quale incamminarsi, o si andrà avanti tra polemiche e scambi di accuse. Non bellissimo. LEGGI TUTTO