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    MotoGp, Marini: “A Jerez possiamo capire i valori in campo”

    ROMA – “Jerez de la Frontera è uno di quei tracciati dove possiamo capire esattamente i valori in campo per il campionato”. Luca Marini ha parlato così in vista del Gran Premio di Spagna, sesto appuntamento stagionale della MotoGp, dove dopo il dodicesimo posto ottenuto a Portimao. Il classe 1997 però guarda già avanti e punta la tappa di Jerez. “Notoriamente, i distacchi qui sono sempre minimi e sono curioso di capire quale può essere il nostro reale potenziale in questo 2022, dove il livello è altissimo, e quali saranno i tempi per centrare la Q2 che è il nostro obiettivo – ha aggiunto Marini -. Lavoriamo sodo anche per fare uno step in avanti sul passo gara”.
    Le parole di Bezzecchi
    Anche Marco Bezzecchi ha parlato in vista del weekend sul circuito Angel Nieto: “È sempre un piacere tornare a Jerez de la Frontera, e lo sarà anche in sella alla MotoGp. Fino ad ora, è l’unica pista dove ho già girato con la Ducati prima del Gp e questo sicuramente potrà essere d’aiuto. Abbiamo dei dati, dei riferimenti, da poter sfruttare al meglio per continuare il nostro percorso di crescita e avvicinare il gruppo. Speriamo nel meteo, a Portimao abbiamo affrontato la gara in una condizione totalmente diversa rispetto ai turni di prove”. LEGGI TUTTO

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    Harley-Davison Low rider ST e Nightster: la prova

    I test effettuati a Girona, in Spagna, hanno sprigionato tutto lo stile Harley Davidson con quel tocco “ribelle tipico degli ultimi modelli prodotti. La Low Riders St e della RH975 Nighster sono quindi pronte per la presentazione ufficiale: la prima mostra chiari rimandi allo stile tipico del marchio americano, la seconda conserva invece l’aspetto più “wild” della rivoluzione Harley-Davidson.
    Ibra passione Harley Davidson: eccolo in sella alla sua V-Rod
    Maggiori dettagli:
    Fascino, fascino, fascino. Descrivere le sensazioni di guida a bordo di una moto come la Low Rider ST non può prescindere da una consapevole presa di coscienza: mezzi come questo sfuggono alle normali logiche di giudizio, per approdare sulle impalpabili sponde delle emozioni. Il regno dell’irrazionale, della pancia, del trionfo della passione sulla ragione. Dove distribuzione dei pesi, quote ciclistiche da catamarano e badilate di newton metro sparse tra i cilindri smettono di essere argomento di discussione e si trasformano in tratti distintivi di personalità e carattere. Qui le concessioni alla modernità sono ancora un tira e molla che trasuda tradizione, nonostante i led delle luci e le vibrazioni mitigate dal doppio contralbero di bilanciamento del motore. Insomma, la Harley che ti aspetti quando compri una Harley, che però si è evoluta. Coerentemente con la sua storia, ma si è evoluta: il doppio disco anteriore frena bene, forte e deciso; il V-Twin Milwaukee-Eight 117 ti tira via dalle curve con una forza bruta, ma sempre controllabile. Senza strappi. Una moto che nel misto la senti nei bicipiti ad ogni cambio di direzione. Che dialoga col corpo di chi la guida in maniera sincera, prevedibile. Senza reazioni inattese. Un gioco gustoso fatto di complicità e sensazioni forti, reso galvanizzante dalle pedane che fatalmente incidono l’asfalto con circonferenze sempre più ardite (il consiglio è di comprarne subito un paio di riserva, si rischia di consumarle in fretta).In velocità, accucciati dietro alla carenatura, si possono coprire lunghe distanze in pieno comfort, con una stabilità eccellente, anche lanciandosi sui curvoni a tutto gas. Mentre un plauso va alle valigie laterali, molto ben concepite e praticissime da usare. E alla strumentazione, minimal ma con tutte le info a portata di sguardo. Bene anche il cambio; solo la leva della frizione, nell’uso più intenso, è risultata un po’ dura. Il prezzo parte da 22.100 euro.

    La RH975 Nightster, al contrario, è la Harley che non ti aspetti. Non solo per la dotazione innovativa, ma anche da un punto di vista dinamico. Innanzitutto è leggerissima (rispetto alla Low Rider sembra di guidare una bicicletta). E la manovrabilità è tale, che insieme alla sella a 700 mm di altezza la rende davvero un mezzo adatto a tutti, dai più esperti ai neofiti. Ma soprattutto, si tratta di una moto moderna, sia nell’impostazione di guida, che nella resa. Le pedane sono centrate, il manubrio, in posizione avanzata, porta a distendere il busto moderatamente in avanti, ma senza esasperare la postura. Tra le curve, la Nightster piega con la sola forza del pensiero. La luce a terra non è elevatissima ma comunque di tutto rispetto per una custom; e così si riescono a godere in scioltezza andature nel misto particolarmente disinvolte. Ottima agilità, ciclistica precisa e stabile, si scende in piega in maniera veloce e altrettanto veloci sono i cambi di direzione.A spiazzare è invece il motore. Che si allontana dalla tipica esplosività ai bassi regimi dei bicilindrici di Milwaukee, per abbracciare un’erogazione più omogenea, che non disdegna la parte alta del contagiri. In altre parole, c’è molto più allungo, anche nelle marce basse, e si usa meno il cambio. E alla fine, quel che si perde in termini di carattere, lo si guadagna in trattabilità.A convincere meno, invece, è la gestione elettronica dei riding mode: “Road” è sicuramente l’opzione più equilibrata ed efficace; “Sport”, diversamente, fa registrare un eccessivo effetto on-off nell’apri e chiudi del comando del gas, mentre “Rain” fiacca fin troppo l’erogazione. Bene, invece, il comportamento di traction control e sistema di controllo dello slittamento, che restituiscono feeling elevato e sensazione di sicurezza anche su fondi molto bagnati.Infine, una considerazione sul prezzo. Venduta a 15.400 euro, la Nightster si avvicina un po’ troppo ai 16.600 della più potente e raffinata Sportster S, che per molti, a questo punto, potrebbe rappresentare un’opzione più allettante. Senza contare poi, che a quella cifra, alcune finiture (posizionamento dei cavi, plastiche “leggerine” e cablaggi a vista) potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno.
    Harley-Davidson, il ladro ruba la moto ma lo ferma…una porta LEGGI TUTTO

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    Dott, che successo: in Italia è boom di monopattini elettrici

    Dott registra numeri positivi per il suo servizio di sharing. Il primo trimestre del 2022 si chiude con una crescita significativa nell’utilizzo del servizio. Si segnalano infatti il 400% di corse e il 250% di utenti in più in Italia, facendo il confronto con il 2021. Con più di 40.000 monopattini e 10.000 e-bike, la forte crescita del servizio si espande anche in tutta Europa, dove l’aumento delle corse è del 285%. 
    Dott: i numeri parlano
    Facendo un confronto fra gennaio, febbraio e marzo del 2022 è evidente un incremento degli utilizzi: le corse settimanali sono cresciute del 47% in Europa e del 22% in Italia, probabilmente anche per le temperature miti che hanno incoraggiato i cittadini a passare più tempo fuori. La crescita delle corse deriva anche da un considerevole aumento del numero delle persone che si sono approcciate per la prima volta al servizio: rispetto a gennaio, Dott registra un +85% di nuovi utenti in Europa e +48% in Italia. Durante i primi tre mesi dell’anno, la distanza media percorsa per viaggio è cresciuta di circa il 10% arrivando così ad oltre 2,1 km.
    La scelta della sostenibilità
    Andrea Giaretta, Regional General Manager Southern Europe di Dott afferma: “Le abitudini di viaggio si stanno evolvendo e le persone in Italia, così come nel resto d’Europa, stanno diventando sempre meno dipendenti dall’auto privata, realizzando quanto bici e monopattini elettrici in sharing rappresentino un’alternativa di trasporto efficiente, sostenibile e, allo stesso tempo, conveniente per contrastare i costi dovuti al caro carburante. Con un numero considerevole di nuovi utenti che stanno utilizzando i nostri servizi, speriamo di convincere sempre pi cittadini a scegliere Dott per i loro spostamenti, rendendo così le nostre città meno congestionate e più sostenibili.”
    Le fasce orarie in cui i mezzi Dott sono stati utilizzati maggiormente sono tra le 7 e le 9 e tra le 17 alle 19, a dimostrazione del fatto che sempre più persone preferiscano viaggiare su un mezzo sostenibile piuttosto che inquinare. Il costo medio per corsa è di meno di 2 euro, con un numero sempre maggiore di utenti che utilizza le offerte di abbonamenti per i viaggi abituali (il 45% di corse avviene tramite l’acquisto dei pass).
    Monopattini elettrici, fuori dai centri abitati scatta l’obbligo di circolazione sulle piste ciclabili LEGGI TUTTO

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    F1, Newey: “La Red Bull molto vicina alla Ferrari”

    ROMA – Il weekend di Imola non ha sorriso alla Ferrari, mentre a fare festa è la Red Bull. Nel Gran Premio dell’Emilia Romagna è il team di Milton Keynes ad avere la meglio con l’uno-due firmato Verstappen-Perez che rende ancora più amari il ritiro di Carlos Sainz e il sesto posto di Charles Leclerc. A commentare il weekend italiano è Adrian Newey, Chief Technical Officer della Red Bull: “Siamo vicinissimi alla Ferrari, ma i margini sono risicati. In ogni caso sappiamo di avere la vettura più veloce, anche se di poco – ha detto il britannico al podcast “F1 Nation” -. La gara a Imola? La pressione di correre in casa ed essere leader del mondiale non credo abbia fatto bene a Leclerc”.
    Il commento di Marko
    Il duello Red Bull-Ferrari però non si combatte solo in pista. Dopo le prime tappe è infatti già tempo di sviluppi e Newey afferma: “È un aspetto importante questo, ma il budget cap può essere un problema. Dobbiamo scegliere a cosa dare priorità e pensare bene a quale beneficio una determinata modifica possa portare prima di installarla”. Al capo tecnico della Red Bull fa eco il consulente speciale Helmut Marko che, intervistato da “Sky Sports News”, ha detto: “La sfida è bella ed entusiasmante, ma non credo che la Ferrari potrà tenere il nostro ritmo a livello di aggiornamenti”. Un timore confermato anche dallo stesso Leclerc qualche giorno fa. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Vinales: “Qualcosa non va, non sono soddisfatto della moto”

    ROMA – Il decimo posto conquistato a Portimao non ha soddisfatto Maverick Vinales. Anzi, il pilota dell’Aprilia vuole di più dalla sua moto, capace già di trionfare in Argentina, ma con Aleix Espargaro, suo compagno di scuderia. “Ci siamo addormentati e non siamo riusciti ad accedere alla Q2 – le parole dell’ex Yamaha riportate da “Motosan” -. Questo ha complicato tutto il fine settimana. Qualcosa non va e dobbiamo capire di cosa si tratta per lavorare meglio. Non sono contento della moto, non sono fiducioso. Sto andando forte anche se non ho buon feeling”.
    Le parole di Vinales
    “Espargaro ha uno stile di guida diverso: è inutile avere fare un confronto con lui, che riesce a ottenere il massimo dalla moto – ha aggiunto Vinales -. Io no, soprattutto con le gomme nuove. Quando avrò le giuste sensazioni andrò forte, non ho dubbi, ma non voglio cambiare il mio modo di guidare perché è quello che mi ha portato qui. Non sono nemmeno al 50% del mio reale potenziale e la moto deve venirmi incontro”. LEGGI TUTTO

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    BMW, suggestione R1300 GS e Serie M: pronte per il 2024?

    Se l’arrivo di una M 1300 GS è ormai certo, ipotizzare il debutto anche di una R1400 GS e una variante M è davvero una novità. Non c’è ancora niente di sicuro, ma l’entrata sul mercato in questo caso sarebbe destinata al 2024. Intanto la certezza è che i modelli avranno cilindrata tra i 1300 e i 1400 cc.
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    Lunga attesa
    Dalle foto che pubblichiamo ormai da tempo si nota come l’arrivo sul mercato di una nuova “Giessona” sia solo una questione di tempo. Quanto? Da ciò che ne sappiamo da alcune fonti, il lancio della rivista maxi-enduro non dovrebbe arrivare prima di un paio di stagioni. Per tutto il 2022 ed anche il 2023 non segnaliamo novità su questo fronte.
    La GS1300: i dettagli
    La nuova BMW R 1300 GS monterà ancora un motore bicilindrico con architettura boxer con potenza vociferata di 140-150 CV. e uno schema di sospensioni Telelever-Paralever (nelle foto si può vedere la molla al centro della forcella, tipico dello schema Telelever). Quello che cambierà, dunque, sarà la cilindrata, superiore agli attuali 1.254 cc e più vicina ai 1.300 cc. Questo è dovuto alla sempre più incombente normativa sulle emissioni, la Euro 5.2, che è facile immaginare sarà molto più severa dell’attuale. Curioso notare invece quanto lo scarico abbia dimensioni contenute, soprattutto se paragonato a quello attuale. Novità succosa la possiamo vedere a livello di sovrastrutture, con il becco che ora ingloba un gruppo ottico e le fiancate che appaiono molto pulite quanto avvolgenti.
    Per quel che rigurda la probabile serie M trova facile sponda un allestimento più votato all’off-road e che potrebbe soppiantare, per nomenclatura, l’attuale Adventure e che porterebbe in dote anche una cubatura maggiore (1400cc) per dare ulteriore grinta al noto boxer.
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    MotoGp, Gp Spagna: a Jerez le statistiche sorridono alla Honda

    ROMA – Il Gran Premio di Spagna è alle porte e lo storico circuito di Jerez si scalda per la sesta tappa della stagione. Vero e proprio fortino della Honda, la pista rappresenta per l’Ala dorata una speranza per rilanciarsi in classifica. Le statistiche raccontano infatti di un lungo dominio dell’Ala dorata: sempre a podio dal 1995 al 2019. Un continuità invidiabile che è durata 25 anni e che porta la prima firma di Alberto Puig. Fu infatti l’attuale team manager della Honda a trionfare nel 1995, poi Crivillé, Rossi, Gibernau, Pedrosa, Stoner e Marquez a dare costanza a una serie interrotta solo nell’ultimo biennio.
    Le ultime edizioni
    La striscia positiva della Honda si è infatti dovuta fermare nel 2020 (podio con Quartararo, Vinales e Dovizioso), con la Honda a secco anche nel 2021 (vincente Miller, poi Bagnaia e Morbidelli). Per questo c’è molta curiosità nel vedere come si comporteranno questo weekend Marc Marquez e Pol Espargaro, che in Portogallo hanno fatto fatica. Per il resto, le ultime 10 edizioni raccontano di sei vittorie per la Honda con Stoner, Pedrosa e Marquez. Il team manager, Alberto Puig, punta dunque su Jerez per andare oltre Portimao. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gp Spagna: le statistiche sul circuito di Jerez

    ROMA – La MotoGp mette in soffitta Portimao e fa rotta verso il Gran Premio di Spagna, che andrà in scena sullo storico circuito di Jerez. Vero e proprio fortino della Honda, che spera di rilanciarsi in quella che sarà la sesta tappa della stagione. Le statistiche raccontano infatti di un lungo dominio dell’Ala dorata: sempre a podio dal 1995 al 2019. Un continuità invidiabile che è durata 25 anni e che porta la prima firma di Alberto Puig. Fu infatti l’attuale team manager della Honda a trionfare nel 1995, poi Crivillé, Rossi, Gibernau, Pedrosa, Stoner e Marquez a dare costanza a una serie interrotta solo nell’ultimo biennio.
    Le ultime edizioni di Jerez
    La striscia positiva della Honda si è infatti dovuta fermare nel 2020 (podio con Quartararo, Vinales e Dovizioso), con la Honda a secco anche nel 2021 (vincente Miller, poi Bagnaia e Morbidelli). Per questo c’è molta curiosità nel vedere come si comporteranno questo weekend Marc Marquez e Pol Espargaro, che in Portogallo hanno fatto fatica. Per il resto nelle ultime 10 edizioni non c’è stata storia: sei vittorie per la Honda con Stoner, Pedrosa e Marquez. Il team manager, Alberto Puig, punta su Jerez per il riscatto dei suoi piloti. LEGGI TUTTO