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    Nuoto, Settecolli; Pellegrini terza nei 50 sl: “Non vedevo l'ora di tornare”

    ROMA – La mascherina rosa con su dipinta una bocca rossa che ride: “Non vedevo l’ora”. Anche questo cloro aspettava, da troppo tempo, la sua Fede: nella piscina del Foro Italico di Roma che è “la più bella al mondo anche se è strano vederla senza pubblico”, Pellegrini torna in gara a 8 mesi di distanza dall’ultima volta. Scende nella vasca dei suoi record e rompe l’assenza per un 50 stile libero (3ª in 25″18, dietro alla francese Melanie Henique (25″11), vince la specialista Silvia Di Pietro in 24″91). Nuoterà nei prossimi giorni anche nei 100 e nei suoi 200 stile. “Volevo tornare a sentire l’adrenalina, tornare a combattere che per me è fondamentale, che sia con altri che con me stessa. La pausa è stata lunga e ricominciare non è stato facile. Non era scontato dopo due tre mesi a casa, poteva partirmi la brocca e dire che questa non era più la mia strada. C’è stato anche il dubbio, dico la verità, ma poi quando ho rimesso i piedi in acqua ho capito che non era ancora tempo di mollare”.Perché la pandemia non l’ha solo lasciata a secco, come tutti. Ma l’ha costretta anche a rimandare la fine della sua carriera, che aveva previsto dopo i Giochi di Tokyo rimandati al prossimo anno. “Speriamo che si facciano, dopo tutto lo sforzo che stato facendo per allungare la mia corsa. Quando ho preso la decisione di tirare fino al 2021 l’ho presa cosciente che o mi sarei spaccata ogni giorno in allenamento, o non avrei continuato per niente. So che dovrò allenarmi forte, senza tregua, ma d’altra parte questa è sempre stata la mia chiave e la mia natura e anche l’unica che conosco”.Sì, Fede non si tira indietro. “La decisione di lasciare di Tania Cagnotto? Era ripartita con il progetto di andare alle Olimpiadi dopo essersi ritirata, ma forse non era convinta al 100% e la botta del lockdown evidentemente è stata fatale, poi il destino di una nuova maternità l’ha aiutata a fare il passo. Le faccio i miei migliori auguri”. Li fa anche ad Andrea Pirlo, lei juventina: “Si prende una bella responsabilità, ma penso abbia le carte in regola per fare bene. Gli faccio il mio in bocca al lupo”. Magari anche Fede, un giorno, allenerà? “Non lo escludo, dipende dal tipo di impegno, magari non a tempo pieno, magari con un’Academy”.Detti da record nei 400 slGiornata d’esordio e di ritorno in vasca per tutti i big. Gabriele Detti, ex compagno di allenamenti a Ostia con Gregorio Paltrinieri, che ha cambiato allenatore (passando da Stefano Morini a Fabrizio Antonelli per curare di più anche il fondo), brilla nei 400 stile in 3’43″73, record per i campionati assoluti italiani e a soli cinque decimi dal suo record italiano stabilito il 21 luglio dello scorso anno ai Mondiali di Gwangju dove conquistò la medaglia di bronzo. “Ho fatto una fatica bestiale, forse ho esagerato un po’ sul terzo 100, gli ultimi sono stati un’agonia, i primi 15 metri invece non finivano mai. Dopo 3 mesi che non nuotavamo in gara e con tutte le cose successe quest’anno direi che è un ottimo punto di partenza. Sono contento. È un ritorno graduale alla vita. Esco dalla vasca molto stanco ma contento. Il tempo? È da bronzo olimpico, vedremo se ci saranno i Giochi, per ora pensiamo solo a divertirci. Come va senza Greg? Proseguo con un’altra ottima compagnia, con Marco Di Tullio e i risultati si vedono”. Infatti, si piazza alle sue spalle (3’44″94) mentre è 3° un altro ex di Ostia, Domenico Acerenza (3’46″88).Quadarella battuta nei 1500 slLa campionessa mondiale dei 1500, la romana Simona Quadarella, 21 anni, battuta (16’03″69) invece da Martina Caramignoli, 29 anni, reatina, che vince (in 15’56″06). “Non pensavo di fare tanto di meno come crono. Sono stata ferma a lungo e ricominciare è stata dura. Ma devo dire che va bene così, non miravo alla prestazione in questo momento. Sono contenta per Martina, è stata brava, vuol dire che con un’avversaria così sarà un grande stimolo per l’anno prossimo”. LEGGI TUTTO

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    57^ Settecolli – Campionato Italiano Assoluto Open 2020

    Dopo circa due mesi di slittamento causa emergenza Covid, domami avrà inizio il 57° Trofeo Internazionale Settecolli, valido anche, come Campionato Italiano Assoluto Open 2020. Atleti iscritti sono 577 in rappresentanza di 167 società (280 maschi e 297 femmine, 1309 presenze in gara). Il Team delle Fiamme Gialle scenderà in acqua con: Barbieri, Mizzau, Polieri, Castiglioni, Bori, Franceschi, Petronio, Razzetti, Scalia, Fusco, Cocconcelli e Lamberti. Le gare si svolgeranno secondo il programma dei mondiali, a serie e in tre sessioni di gara giornaliere una alle 9.00, una alle 11.30, e una nella sessione serale in diretta su Rai Sport HD che avrà inizio alle 19.00 (fino alle 21.30) e vedrà in gara i sedici migliori tempi. LEGGI TUTTO

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    Riforma sport nel pantano. Malagò: “Giochi Tokyo? Si rischia col fuoco. Siamo arrabbiati, chiamerò Conte”

    Se va bene se ne riparla a settembre, la riforma dello sport si è impantanata, il ministro Spadafora è sotto tiro incrociato dal suo Movimento, i 5 Stelle (e intanto convoca al ministero i dirigenti di Sport e Salute…). Al Coni sono preoccupati, seriamente. Temono che se la riforma non va in porto entro agosto, il Cio possa intervenire con tutte le consegueze del caso. Sospensione del Coni, azzurri ai Giochi sotto l’egida del Cio, niente sport a squadre (volley, settebello, ecc,) e niente inno di Mameli. Una figuraccia a livello mondiale. “Se dovesse cadere la legge delega sulla riforma dello sport, le conseguenze con il Cio in termini di sanzioni saranno sicure e immediate. Non saremmo i primi e neanche gli ultimi: per molti paesi che non hanno applicato la Carta olimpica sapete come è andata. Sarebbe una sconfitta assoluta per il Paese e una perdita di credibilità clamorosa proprio dopo aver avuto fiducia con l’organizzazione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Non stiamo bluffando, stiamo letteralmente scherzando col fuoco. E siamo arrivati”. Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò, in conferenza stampa seguita alla Giunta di oggi. “Dalla fine del 2018 stiamo aspettando i decreti di quella che non era una riforma ma qualcosa di calato che non aveva gli aspetti pratici. Sono passati un anno e otto mesi, è incredibile che siamo ancora in questa situazione. Stiamo andando o forse siamo andati già in fuorigioco. Cioè fuori tempo massimo”, spiega ancora.Il mondo dello sport è infuriato con il governo, eccezioni a parte (vedi Spy Calcio del 4 agosto). “Il governo già nel 2019 aveva promesso che entro poco avrebbero risolto le attuali vicende – ha aggiunto Malagò – questo governo si è impegnato anche ufficialmente con la garanzia che massimo entro agosto avrebbe sistemato una situazione assolutamente non più sostenibile. Non è una pressione del Coni ma una precisa disposizione del Cio”. Malagò inoltre chiarisce: “‘Il Coni su moltissimi punti all’interno di questo Testo unico non è affatto d’accordo. Ci sono molti temi che noi abbiamo ritenuto già non solo profondamente sbagliati e ingiusti, ma anche inaccettabili. Al Coni non solo non è stato regalato nulla, ma si aspetta che molte cose vengano anche chiarite, carta alla mano”.Il numero uno dello sport italiano ha anche voluto precisare la sua posizione riguardo i suoi interventi sulla bozza del Testo Unico di riforma dello sport, che per alcuni sono stati definiti ‘manine’. “C’è un soggetto che è stato aggredito e noi siamo in quella situazione malgrado gli impegni nazionali e internazionali che sono stati fatti. Quale è il problema di chiedere? Se non lo fa il Coni chi lo dovrebbe fare? Se non lo avessi fatto avrei tradito e disconosciuto quello che il 2 luglio scorso, 75 su 75 membri del Consiglio nazionale, nessuno escluso, hanno dato mandato al presidente di trattare da solo”, ha aggiunto Malagò. “Siamo finiti in mezzo a una diatriba tutta politica, tutta istituzionale. Oggi sulla riforma dello sport il problema è che c’è un pezzo della politica che va contro un altro pezzo della politica: il Coni in questo contesto sta in mezzo, è solo un pretesto per la discussione, ma noi non vogliamo e non possiamo stare in mezzo”. Nessun giudizio su Spadafora. Così il presidente dopo la Giunta del mattino, Giunta quantomai compatta.”Chiamerò stasera stesso il Premier Conte, siamo a dir poco arrabbiati. Io al Cio dovrò solo mandare un report. Gli si era detto che entro domani la questione sarebbe stata definita” ha detto ancora Malagò riferendo al Consiglio nazionale. “La Giunta sta preparando un documento con tutti i temi, ce ne sono alcuni che preoccupano molto come la facoltà del Dipartimento di interloquire con gli organismi internazionali”. Sulla stessa linea i presidenti di Federazione. “Come possiamo essere convinti di questa legge noi, se neanche quelli che l’hanno fatta ne sono convinti? Noi siamo realisti, questa è una legge che, da come la prendi la prendi, è inapplicabile. È diventata una guerra e noi presidenti federali siamo diventati quasi degli appestati. L’ironia con cui ci si tratta, noi siamo il sesto paese al mondo per medaglie vinte” ha detto nel suo intervento in Consiglio il presidente della Federazione italiana pallacanestro Gianni Petrucci, ex n,1 del Coni per 14 anni, commentando la bozza del Testo unico sulla riforma dello sport al momento bloccata. “Dove sta la parola ‘autonomià delle Federazioni? Non c’è una riga – ha proseguito Petrucci – Avevamo un controllo ora ne abbiamo quattro. Non si chiarisce quale è il finanziamento del Coni e quello delle Federazioni. Siamo costantemente sotto scacco”.Gravina preoccupato per il futuro del calcioNiente spettatori nelle prime due giornate di campionato (la A partirà il 19 settembre), si spera per ottobre. Ma la preoccupazione nasce anche dal protocollo sanitario, inapplicabile per la Lega Dilettanti (domani un esecutivo a Roma) e per il settore giovanile. Più di un milione di tesserati non è in grado di tornare in campo. Francesco Ghirelli, leader della serie C, teme per la prossima stagione, senza spettatori né sponsor (forse ci sarà il credito d’imposta ma solo al 60 per cento), si rischia un’annata-calvario, peggio di questa. Gravina si è già fatto sentire con il governo (“il calcio italiano rischia lo smacco”): il presidente della Figc ha mantenuto la promessa, i campionati professionistici (serie A, B e C) si sono conclusi. Una grande organizzazione, un grandissimo senso di responsabilità. E pensare che i nemici non mancavano, anche nello stesso mondo del calcio. La Federcalcio andrà a votare il 15 marzo 2021, come da statuto: da gennaio via alle assemblee dei dilettanti, ma sindacato calciatori, associazione allenatori e arbitri potranno andare alle urne prima (se vogliono). Entro il 15 marzo al voto anche tutte le altre Federazioni, olimpiche o no: la prima che andrà alle urne sarà la Federnuoto, fra un mese, il 5 settembre (Paolo Barelli candidato unico, sesto mandato). La legge Lotti, con la norma transitoria, è ancora in vigore, e il Coni la appoggia: anche chi ha superato i tre mandati potrà ricandidarsi, se vuole (e se vince…). Fosse stato per i 5 Stelle più intransigenti avrebbero spazzato via tutti, da Malagò a Chimenti. Per Di Battista e c. 12 anni al potere bastavano e avanzavano (nello sport, ovviamente: in politica, si sa, è diverso…). LEGGI TUTTO

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    Cagliari-Sassuolo 1-1, Joao Pedro replica a Caputo, i sardi la riprendono in dieci

    CAGLIARI – Quel gran genio di Nils Liedholm aveva proprio ragione: “In dieci si gioca meglio” diceva con le “aspirate” da svedese con cittadinanza onoraria italiana. E aveva anche spiegato il perché: perché la squadra in superiorità numerica tende a rilassarsi, mentre quella con l’uomo in meno raddoppia la sua attenzione.In una frase c’è tutto l’incredibile copione della partita tra Cagliari e Sassuolo.Sassuolo System, Cagliari intimiditoFin dal fischio di avvio, sulla sardinia Arena cala il “Sassuolo system”: ha ragione De Zerbi, non importa chi gioca, la qualità l’hanno tutti. La domanda della vigilia – sulla sponda sarda – è diversa: quanto vale questo Cagliari senza i suoi ufficiali. Sì perché, se è vero che Nainngolan ha chiuso qui il campionato per infortunio, manca anche la personalità e l’esperienza di Cigarini. E’ una squadra decapitata, quella rossoblù. Attenuante generica sul match che, dall’altra parte, lamenta assenze importanti come Berardi, come Magnanelli. Ma il “Sassuolo system” è una certezza.Caputo dice diciottoSui lati Rogerio e Muldur sono esternbi con piedi da centrocampisti, in mezzo il play è Locatelli, cresciuto enormemente. Davanti a lui Djurirc conferisce qualità e estro alla manovra. Il Cagliari è costretto per tutto il primo tempo a rimanere stretto a difesa del Castello. Che – dopo 45′ a senso unico – regge, tutto sommato, se il disavanzo è solo il gol di Caputo, su angolo, con spizzicata sul primo palo e il furbissimo furetto. Il suo gol numero diciotto va spiegato, perché Caputo ha la qualità pure di piazzarla sul palo opposto, leggendo il comportamento di Cragno e dei difensori che si affannano a chiudere il palo più vicino. Delizioso.  Alla pausa di metà primo tempo, è facile capire cosa dica Zenga ai suoi. Non la prendiamo mai, proviamo a farci… sentire di più. Detto e fatto, il Cagliari alza la sua aggressività, ma Pegolo deve solo effettuare due lancetti e un’uscita di testa, quasi fosse un centromediano d’altri tempi. Il Sassuolo ha il solo limite di non scavare un fosso più ampio, o forse è il Cagliari ha il merito di stringere i denti sperando che passi la nottata.   Ahi, Carboni, peccato di gioventùMa il cielo sopra i quattro mori sembra diventare ancora più cupo in avvio di ripresa, quando il giovin Carboni cade nel difetto delle sue prime apparizioni in serie A. Bravino ma troppo esuberante, fa collezione di cartellini. Ne aggiunge due gialli nel suo album di figurine e il destino rossoblù sembra segnato. Però Zenga ha ovviato. Ha messo a disposizione dei suoi la gara di Simeone, al cui cospetto l’atteggiamento di Pereiro sembra quello di un tacchino freddo. Più aggressività aggiunta, quando esce il bambinetto difensivo, Nandez e Rog diventano due leoni.Diciotto anche per Joao PedroIl Sassuolo continua a gestire, fa passare il tempo, a ritmo di slow, commette un errore grossolano. Perché una sola fiammata, un solo attacco frontale, volata di Rog e tocco per Joao Pedro, vale il pareggio. Diciotto gol stagionali anche per il brasiliano! Una doccia scozzese. De Zerbi è furioso, tornerebbe sulla Penisola a nuoto. Prova a scuotere i suoi con la linea verde, Raspadori, Ghion, Marzari. Ma Cragno fa la stessa partita di Pegolo, non si sporca mai i guanti. Solo una scintilla nel dominio tattico (andamento lento) degli emiliani: un passaggio di Raspadori a Ghion chiuso con un tiro dalla semilunetta che viene deflettano. Finisce uno a uno.  Che genio, il Barone Nils!Cagliari (3-5-2): Cragno; Pisacane, Ceppitelli, Carboni;, Faragò, Nandez, Birsa (1′ st Ladinetti), Rog (44′ st Klavan) Mattiello; Joao Pedro, Pereiro (1′ st Simeone). (1 Rafael, 34 Ciocci; 40, Walukiewicz, 22 Lykogiannis, 38 Porru, 32 Delpupo, 27 Lombardi, 26 Ragatzu, 9 Paloschi). All.: Zenga.Sassuolo (4-3-3): Pegolo, Muldur (26′ st Magnani), Ferrari, Marlon, Rogerio (45′ st Kyriakopoulos), Djuricic (45′ st Manzari), Locatelli, Traorè (26′ st Raspadori), Haraslin (26′ st Ghion), Boga; Caputo. (47 Consigli, 64 Russo, 13 Peluso, 21 Chiriches,, 35 Piccinini, 57 Mercati). All.: De Zerbi.Arbitro: Ayroldi di Molfetta.Reti: 12′ pt Caputo, 18′ st Joao Pedro. NOTE: Angoli: 9- 1 per il Sassuolo. Ammoniti: Carboni, Faragò, Marlon, Rog, Ferrari per scorrettezze. Espulso al 4′ st Carboni per doppia ammonizione. Recupero: 2′ e 4′. LEGGI TUTTO

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    Pallanuoto, positivo al Covid-19 il nazionale Aicardi

    Caso di coronavirus nella nazionale maschile di pallanuoto. Matteo Aicardi, centroboa del Settebello e della Pro Recco, è ricoverato all’ospedale di Albenga per Covid-19. Il giocatore, come confermato dal suo club, “ha la febbre ma sta bene”.Aicardi, 34 anni, aveva lasciato il raduno il 7 luglio per accertamenti alla spalla eseguiti a Milano (8-9) e poi è rientrato a casa. Gli esami alla spalla si sono resi necessari per il riacutizzarsi di un vecchio fastidio che gli aveva fatto saltare gli allenamenti ai primi del mese. Il 13 luglio ha avvertito mal di gola e febbre a casa: il 14 aumentano entrambi e avvisa la federazione nuoto. Il 15 esegue il tampone che risulta positivo e viene ricoverato per precauzione. Le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione, mentre la febbre è scesa e ha un leggero mal di gola in diminuzione. Nel frattempo sono stati eseguiti i tamponi a tutti i coinvolti nel collegiale, atleti, staff, dirigenti, squadra del CC Ortigia con cui gli azzurri si sono allenati e si aspettano i risultati nel tardo pomeriggio. Nessun sintomo presente, comunque, tra i giocatori. LEGGI TUTTO

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    sport estivi Occhio alla ripresa, l'infortunio è dietro l'angolo

    Tornare alla normalità dopo al quarantena? Voglia di sport estivo? Giusto, sacrosanto. Ma attenzione: gli sport da spiaggia e in acqua come nuoto, beach volley, surf, wakeboarding e stand up paddle posso essere un pericolo, fonti di lesioni e traumi, soprattutto dopo un prolungato periodo di lockdown che ha visto il prevalere di sedentarietà e regimi alimentari scorretti. Ci ammonisce una recente ricerca dall’American Physical Therapy Association che rivela come il rischio d’infortuni agli arti inferiori legato agli sport estivi sia in aumento del 45%. E se questo scenario, allarmante, interessa  23 milioni di persone in tutto il mondo, in Italia riguarda cinque milioni di praticanti.Quale può essere la soluzione? Sempre e solo una: la prevenzione. Che inizia prima di partire per le ferie sottoponendosi a un check up fisico completo e a una valutazione della postura, e continua poi a tavola con un regime alimentare equilibrato. Non volete crederci? Sappiate che secondo la National Health Association il più pericoloso risulta essere il surf con il 67% di trauma cranici, 20% di lacerazione agli arti inferiori e 13% di contusioni.A seguire il beach volley che, se praticato in maniera scorretta, può dar vita a lussazioni alle spalle (50%), microtraumi ai gomiti (32%), e fratture delle dita (18%). Ma non esistono soltanto i traumi da spiaggia perché sempre più appassionati decidono di praticare attività fisica ad alta quota, praticando trekking, jogging e mountain bike.In questo caso i traumi più frequenti riguardano le distorsioni alle caviglie (43%), dovuti all’instabilità del terreno, strappi muscolari alla schiena (36%), causati da un carico di lavoro eccessivo a danno della colonna vertebrale, e fratture delle falangi dei piedi (21%), dovute a un errato utilizzo dei bastoncini da trekking.  LEGGI TUTTO

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    Pallanuoto: addio a Mario Scotti Galletta. Fu campione del mondo nel 1978 e portiere di “Palombella Rossa”

    ROMA – “Se io guardo a destra, il portiere pensa che tiro a sinistra, ma io tiro veramente a destra… a destra, a destra, guardare a destra, devo guardare a destra e tirare a destra. Il portiere mi lascia spazio a sinistra, no… forse è meglio a sinistra…”. Nanni Moretti sbaglia la direzione del rigore e il portiere gli nega la vittoria. Era divenuto famoso al grande pubblico così Mario Scotti Galletta, parando il rigore decisivo nella scena cult di “Palombella Rossa”, film del 1989. In realtà Scotti Galletta, che ci ha lasciato appena compiuti (lo scorso 5 maggio)  i 70 anni, è stato un grande della pallanuoto italiana.Vinse i Mondiali col Settebello e la Coppa dei Campioni nel ’78Ha coronato il sogno di vincere il mondiale a Berlino nel ’78 dopo il bronzo in Colombia del ’75 e poi è stato il portiere simbolo della Canottieri Napoli che, sempre quell’anno, vinse la Coppa dei Campioni e coronò un ciclo fantastico completato anche dalla conquista di 4 scudetti (’73, ’75, ’77 e ’79). “L’unico rammarico che ho è quello di non aver mai potuto partecipare mai Olimpiadi: sia per quelle del ’76 che quelle dell”80, infatti, non fui convocato”, ricordava qualche tempo fa.Diede il via al movimento femminile in ItaliaUna volta lasciata l’attività agonista, Scotti Galletta si spese per il suo amato sport dando il via al movimento femminile in Italia. Si era convinto dopo aver visto una serie di partite-esibizione in Olanda nel 1975. E decise, così di invitare a Napoli la Nazionale orange. “Improvvisammo una squadra con le varie fidanzate e amiche, ovviamente perdemmo tutte le partite per 20-0, 20-3. Insomma tutto iniziò per scherzo. Poi creammo una vera e propria squadretta il cui nome era ‘Fuorigrotta’. Alla fine la Federazione vide ciò che avevamo creato e decise di prendere in mano la cosa organizzando il primo campionato italiano che fu vinto dal Volturno in finale a Narni contro il Fuorigrotta”. Fu il primo passo verso la nascita, nel 1985, del Setterosa che tanti trionfi ha portato allo sport azzurro. Anche grazie a lui che fu il vice di Formiconi dal 1994 al 1997. Non a caso due anni fa ricevette dal presidente del Coni Malagò il Collare d’Oro al Merito Sportivo: il massimo riconoscimento per un atleta a cui la pallanuoto sarà per sempre grata. LEGGI TUTTO

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    La rivoluzione di Spadafora che allarma anche il Cio

    L’aveva detto in una delle ultime riunioni a Palazzo Chigi. “Basta con tutta questa gente che sta lì da più di vent’anni…”. Parole di Vicenzo Spadafora da Afragola, ministro dello sport, pronto a dare battaglia alla Casta. Ed ecco la sua rivoluzione che getta nel caos più totale il mondo dello sport italiano. Nella bozza del testo unico della riforma è previsto infatti un limite di soli due mandati per il presidente del Coni, di tre per i presidenti federali. Quindi, se dovesse davvero essere approvata entro agosto andrebbero a casa Malagò (ma ci sono interpretazioni discordanti), Petrucci, Barelli, Binaghi, Aracu, Di Rocco, Luciano Rossi, Scarso, Ravà, Gravina (un mandato da presidente e cinque da consigliere federale), Sticchi Damiani, Urso, Bonfiglio, Chimenti, Iaconianni, Scarzella, Casasco e tantissimi altri. Una parte importante del mondo dello sport italiano. Che ha fatto la storia e che da un giorno all’altro si vuole mandare alla casa. Ma non è affatto detto che la bozza di Spadafora venga approvata. Italia Viva si è già messa di traverso, il Pd con Patrizia Prestipino ha parlato di norma “contra personam” (e la “personam” è Malagò…). Pare che non tutti all’interno del Movimento dei Cinque Stelle siano a favore delle decisioni di Spadafora, Leu invece è a favore, il Pd ha forti dubbi e vuole vederci chiaro la prossima settimana quando il ministro incontrerà i partiti di maggioranza. Forza Italia è contraria. La bozza poi dovrebbe andare alle commissioni di Camera e Senato, parere non vincolante, e successivamente a “Stato-Regioni” dove il centrodestra farebbe opposizione. Infine, dovrebbe passare in consiglio dei ministri per l’appovazione definitiva (essendo una egge delega, non deve passare dal Parlamento): Spadafora può anche chiedere tre mesi di proroga e arrivare a novembre se, come possibile, non riesce a chiudere prima. Nel frattempo moltossimi presidenti di Federazione andrebbero al voto: fra settembre-ottobre sono già previste le urne per Nuoto, Canoa, Tennis, Golf, Medici Sportivi, Bocce. Altri si aggiungeranno: una sfida al ministro. Tu ci cacci e noi votiamo…Per molti presidenti, questa, è una norma illegittima e sono pronti a dare battaglia su tutti i fronti. E il Cio inoltre che direbbe? Il Cio da tempo ha messo nel mirino il governo italiano e potrebbe considere questa riforma ingerenza govenativa e sospendere quindi il Coni (lo ha già fatto con molti comitati olimpici nazionali). Una brutta grana in vista di Tokyo. Inoltre molti presidenti federali hanno anche incarichi internazionali: ci potrebbero essere problemi seri. Spadafora si trova adesso di fronte un mondo quantomai inferocito. Un caos che non ci voleva in un momento così delicato di ripartenza con il Dipartimento Sport che prenderà sempre più potere e assumerà personale. Con gli equilibri fra Coni e Sport e Salute ancora da risolvere dopo 18 mesi di limbo, come dice Francesco Ricci Bitti (ma dalla bozza il Coni esce più forte, più soldi in cassa e più esercito a disposizione…). Ultima cosa: previsto un solo mandato per “Nado Italia”, ora affidata al generale Leonardo Gallitelli, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 2009 al 2015. Ma lo sa Spadafora l’importanza dell’antidoping? Gallitelli sta portando avanti un lavoro di trasparenza e serietà, perderlo sarebbe un danno grave per lo sport italiano.    LEGGI TUTTO