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    Padura Diaz parla da leader: “Bergamo, insieme ci divertiremo”

    Due. Come il suo posto in campo, come la voglia di replicare con Bergamo. Perché Williams Padura Diaz non lascia, raddoppia. Il 35enne martello italo-cubano rimane in rossoblù e lo fa mettendo subito in chiaro ruolo ed obiettivi. Con la sua tradizionale verve. Del trascinatore, dell’uomo-faro per i giovani e di quello pronto a mettere sempre la faccia. Personalità, grinta, carattere e sfrontatezza di un professionista vero, autentico e sempre più al centro del progetto.
    RESPONSABILITA’ – “Ho parlato con la società, sono molto contento e motivato. Essere al centro di un nuovo ciclo è motivo d’orgoglio perché la volontà, oltre a quella di dare tutto me stesso, è di aiutare gli altri ragazzi nel percorso ed essere un fulcro per il gruppo che sta prendendo forma”.
    LA NUOVA A2 – “Il livello sarà stellare. Come quello che ho vissuto con la maglia di Reggio Emilia al mio arrivo in Italia oltre dieci anni fa. Quando si potevano schierare due stranieri per una regola che è stata ripristinata per la prossima stagione. Vantaggio da sfruttare sarà quello di non avere la pressione del risultato e di non essere la squadra da battere. Non si deve essere convinti d’essere i migliori, piuttosto dimostrarlo sul campo battendoci ad armi pari su tutti i campi e contro ogni avversario”.
    FAME. COMUNE DENOMINATORE – “La base, l’elemento cardine per tirar fuori qualità, dedizione, sacrificio e voglia di non mollare mai. Anche quando gli altri si mostrano superiori a te. Perché nell’arco di un’annata la flessione è fisiologica ed è quello il momento in cui si fa la differenza, con la mentalità. Perché i migliori sono quelli che riescono a mascherare la fase critica e a ripartire più convinti”.
    COPELLI, IL PRIMO COLPACCIO – “Un giocatore fantastico, emblema proprio della fame e dell’ambizione. Basta guardare il suo rendimento nell’ultimo biennio. Non per nulla il club ha deciso di cominciare la campagna acquisti da lui. E’un simbolo della voglia di fare la differenza, rispettando tutti ma senza aver paura di nessuno”.
    JOVANOVIC, UN LEONE – “Conosco molto bene Igor. Me lo ricordo da avversario in Italia, sia a Bergamo che a Livorno. L’ho seguito tantissimo nell’ultimo torneo in Spagna che ha vinto con l’Almeria: è stato protagonista di un percorso meraviglioso che si è concluso con uno scudetto meritatissimo. E’umile, forte, innamorato di questi colori e il suo ritorno è alquanto significativo. Mi ricordo che quando veniva sconfitto, bastava guardarlo negli occhi per capire quanto fosse un leone in gabbia. La sua mentalità da guerriero è tutta lì”-
    CIVITA DOCET – “L’Agnelli Tipiesse che sta nascendo mi ricorda molto l’esperienza a Civita Castellana. Con un paio di leader, con ruoli ben definiti. Si era creata una famiglia autentica, reale. Essere leader non vuol dire esserlo solo in palestra, ma anche fuori. Con comportamenti irreprensibili affinché i giovani vedano una guida anche nei momenti di difficoltà. Un esempio da seguire. Come successe in quell’anno in cui si era formato un gruppo amalgamato con ragazzi carichi e sempre pronti a dare tutto per la maglia e per fare uno step in più. Che fosse tecnico e anche psicofisico”. LEGGI TUTTO

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    Magie in serbo: Igor Jovanovic torna a Bergamo

    A volte ritornano. E che ritorno. Aveva lasciato il suo marchio sull’Olimpia dapprima matricola terribile e poi splendida realtà che studiava per diventare grande. Tra il dicembre del 2016 ed il giugno del 2018, Igor Jovanovic ha saputo dirigere i rossoblù dalla cabina di regia a due semifinali play-off ed una finale di Coppa Italia. Ora il serbo, che ha compiuto 32 anni lo scorso 17 maggio, torna ad abbracciare i colori rossoblù con un bagaglio internazionale ulteriormente rinvigorito ed impreziosito dal fresco trionfo nella massima serie spagnola con la maglia dell’Almeria. Non che servissero grandi presentazioni per un palleggiatore di un livello simile, di certo Bergamo attende altresì di riabbracciare un giocatore da subito amatissimo. Per la sua linearità, per la personalità, per la costanza e per la cultura del lavoro poggiata su tanti fatti e poche parole. Un leader garbato e misurato smanioso di cominciare il suo secondo “set” in Italia. Nel mentre, il suo percorso era proseguito a Livorno per poi sconfinare in Romania – Craiova e Galati – ed in Spagna.
    BERGAMO, IERI E OGGI – “Due esperienze molto diverse. Ho sempre trovato tanta serietà e altrettanta voglia di essere protagonisti. Ma all’epoca si trattava dei primi passi in A2, adesso torno in un club cambiato e rafforzato da anni ad altissimo livello e forte di quattro trofei in tre anni”
    IGOR, IERI E OGGI – “Discorso analogo a quello societario. Rispetto ad allora conosco molto meglio il campionato italiano e sono molto più maturo sia come uomo sia persona sia come giocatore. Anche perché i risultati ottenuti all’estero (ultimo in ordine di tempo il già citato titolo iberico con l’Almeria ndr) mi danno una grossissima spinta e tantissimi stimoli per raggiungere gli obiettivi con Bergamo”.
    I FATTORI PER LA SCELTA – “Nella dirigenza ho rivisto la stessa passione, la stessa tenacia e la stessa voglia che mi avevano convinto sei anni fa. A partire dal presidente Angelo Agnelli e dal direttore sportivo Vito Insalata, che ringrazio per avermi permesso di tornare a giocare in questo club che ho sempre considerato una grande famiglia. Poi ritrovo coach Gianluca Graziosi, con cui ho avuto sempre un rapporto fenomenale. E ancora, i tifosi: mi hanno sempre fatto sentire a casa, a cui rivolgo un pensiero speciale e che non vedo l’ora di ritrovare al palazzetto, cosi come tutte quelle persone che amano la società. Tornare in Italia e farlo a Bergamo è un sogno che si realizza”.
    MOTIVAZIONI – “Sono molto carico e prometto che dal primo all’ultimo giorno lotterò con ogni goccia di sudore per portare in alto l’Agnelli Tipiesse. Sono convinto che insieme ci toglieremo grandi soddisfazioni” LEGGI TUTTO

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    Bergamo ha fatto centro con Copelli: “Cinque giorni per il sì”

    Ph. Patrizia Tettamanti
    Il miglior centrale per rendimento dell’ultima regular season. Le credenziali di Riccardo Copelli partono dalle statistiche. E i numeri non mentono mai. E’ il centrale classe 1996 nato a Casalmaggiore, nel cremonese, il primo acquisto della nuova Agnelli Tipiesse. Il suo percorso è cominciato a Monza, transitato per la B a Parma e, una volta “fatte le ossa”, volo spiccato a Lagonegro prima del biennio a Piacenza. Con tanto di doppio dispiacere inflitto all’Olimpia, superata in Coppa Italia e in finale play-off per la Superlega nel 2019. Archiviata l’esperienza nella massima serie, stessi colori biancorossi a Santa Croce fino all’annata con il Pool Libertas Cantù. L’8 dicembre scorso, peraltro, è stato uno dei protagonisti nel 3-2 brianzolo sui rossoblù con 17 punti, 3 muri ed il 70%. A riprova che i numeri non mentono mai.
    LA SCELTA – “Bergamo è la società che, in questi anni, ha mostrato la miglior capacità di programmazione e una continuità mostruosa. Quattro trofei in tre stagioni ne sono la dimostrazione. Tradizione, ambizione e mentalità: ora tocca a me essere all’altezza. Avevo altre proposte, poi è arrivata quella dell’Agnelli Tipiesse e abbiamo concluso la trattativa in cinque giorni”.
    IL MOMENTO GIUSTO – “La mia idea, a prescindere dal ventaglio di possibilità, era quella di giocare con gli stimoli ed una pressione rispetto quella a cui sono stato sempre abituato. Voglio lottare per vincere e mettermi alla prova in questo senso, dopo qualche anno con obiettivi di media classifica. Cercavo uno step in più e la chiamata di Bergamo è arrivata al momento giusto”.
    IL RUOLO – “In una squadra così cambierà anche l’interpretazione del mio ruolo. E’uno stimolo enorme. Sono stato abituato, negli ultimi tempi, ad attaccare parecchio. Ora, per esigenze di squadra, potrei restare dentro al gioco in maniera diversa pur restando protagonista con la metà dei palloni a disposizione. Incentivo ulteriore per mantenere elevatissima la concentrazione in ogni frangente”.
    L’INCIDENZA DI GRAZIOSI – “La conferma del tecnico è stata determinante nella mia scelta. Lo reputo il migliore allenatore della A2, una sorta di Angelo Lorenzetti della categoria. Pochi hanno il suo curriculum, il suo bagaglio di conoscenze e le sue doti. Penso proprio che mi servisse un tecnico come lui per proseguire la mia crescita. Gli piace lavorare tanto e bene, è ciò di cui ho bisogno”.
    GRAZIE ALLA SOCIETA’ – “Un ringraziamento di cuore all’Agnelli Tipiesse. Non solo per avermi concesso questa chance, ma anche per il nullaosta per disputare l’intera stagione del beach in coppia con Riccardo Giumelli (grande firma ieri nell’indoor e oggi sulla sabbia). Non è da tutti e ho apprezzato tantissimo il comportamento. Una ragione in più per dare tutto me stesso per questi colori”. LEGGI TUTTO

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    Bergamo, coach Graziosi: “Testa e tecnica già a gara 3”

    “Squadra e gioco”. Ecco le password per accedere alla finale. Cuneo è già alla finestra, Reggio Emilia ha le fattezze dell’occasione gettata alle ortiche ma anche della “bella” (mercoledì alle 20.30 a Bergamo) da poter giocare contando sul campo amico. L’Agnelli Tipiesse si è vista prima raggiunta e poi superata da una Conad rimessa in carreggiata in primis dalla mancanza di lucidità dei nostri (come ha mostrato la palla rigiocata dal libero avversario Morgese e caduta sciaguratamente a terra). Questa l’analisi dell’allenatore Gianluca Graziosi che parte da un messaggio eloquente: “Il 2-3 deve essere già un lontano ricordo. Testa e tecnica già al match che vale la stagione”.
    ATTENZIONE – “Il nocciolo parte dal secondo parziale: avessimo capito lì il trend della partita ci saremmo portati sul doppio vantaggio. Sarebbe stata sufficiente un pizzico d’attenzione in più. Nulla di straordinario, semplicemente la ripetizione certi passaggi già visti in gara 1 e che sono tranquillamente nelle nostre possibilità. Questo è il vero rammarico”.
    COLLETTIVO – “Nei frangenti determinanti non abbiamo giocato da squadra. Non siamo Civitanova o Perugia, ogni risultato passa dal lavoro e dalla forza del gruppo. Non possiamo permetterci di calare neppure un istante, come non possiamo pensare di dominare sempre in lungo ed in largo. Quando riusciamo ad imporci siamo una macchina da guerra, nelle fasi critiche bisogna riemergere con la testa prima ancora che con la tecnica. Specie perché ti trovi nel ruolo nel favorito e devi mettere ancor più energie rispetto alla concorrenza”.
    ALLENAMENTO – “Ogni allenamento va curato nel singolo particolare. La scorsa settimana dopo gara 1, dopo aver messo in campo la voglia di soffrire, sudare e combattere il pallone sarebbe stato da mangiare ad ogni azione. Non sempre è stato fatto. Il risultato si è visto ieri”.
    APPROCCIO – “Non è successo nulla. Dobbiamo sfruttare queste ore per ritrovare gli ingredienti che ci hanno portato in alto. Essenziale l’umiltà, oltre alla serenità. Poi la fame, la calma, la pazienza e la spinta che solo le motivazioni di un traguardo così prestigioso all’orizzonte può garantire”. LEGGI TUTTO

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    Bergamo si butta via. Reggio ribalta e porta tutto alla “bella”

    Un remake della Coppa Italia. Campo invertito, copione simile e per Bergamo stesso amaro finale. L’Agnelli Tipiesse torna a dover digerire l’acre sapore della sconfitta dopo oltre tre mesi: l’ultimo ko risaliva allo 0-3 con Santa Croce il 30 gennaio. La Conad stavolta risale da 1-2 e porta il discorso alla “bella” di mercoledì 11 alle 20.30 con il fattore-campo a favore. Nella fase calda oggi Cargioli e compagni anziché ricalcare un canovaccio sostanzialmente diventato un fedelissimo compagno di viaggio si disgregano e finiscono troppo passivi nelle fauci del dirimpettaio. Che sembrava al punto di non ritorno e che invece ha trovato in un Cantagalli indomabile (34 punti) e nell’impeccabile Held gli elementi su cui imperniare il tremendo capovolgimento di fronte.
    Reggio inizia forzando il suo fondamentale-chiave, il servizio e ne sbaglia 7. Bergamo, pur con 5 errori, realizza il primo allungo proprio dai nove metri con Terpin e Larizza (9-12). Quello che funziona a meraviglia è il cambio palla pressoché sistematico (attacco al 74%) inaugurato da Terpin (13-17) e sigillato con un tocco di classe da Finoli per il vantaggio. Cantagalli si sblocca al rientro in campo (7-3) e sul 10-15 costringe coach Graziosi a fermare il gioco, ma l’opposto colpisce inesorabilmente anche in battuta (due volte, 14-6). Poi Sesto stoppa Padura Diaz e il pensiero va già al terzo parziale. Quando Bergamo riordina le idee e rimette le cose a posto, pur con un fiatone tipico di un confronto serrato e vibrante. Più che altro perché da un ribaltone all’altro, con Bergamo avanti fino al 15-16 e al sorpasso propiziato da Held 18-17, la contesa diviene un rodeo che i rossoblù fanno loro alla quarta occasione. Soprattutto in virtù del bilancio di 6 errori contro 13 degli avversari. Ma la Conad, come si conviene ad una compagine guidata da una tenacia fuori dal comune, scatta meglio nel quarto e la mette ancora sulla battaglia. Gli orobici faticano e nonostante un ace di Terpin (18-19) soccombono dopo un muro su Pierotti (23-21) con Cantagalli che ne approfitta e pareggia poco dopo. I ragazzi di Mastrangelo ribadiscono la capacità di tirare fuori il meglio delle energie sul filo del rasoio mentre, dall’altra parte, i rossoblù palesano immediatamente una condizione mentale non ineccepibile. E infatti la luce si spegne. Due muri – su Cargioli e Padura Diaz – fanno male come l’ace di Garnica per un doppiaggio (12-6), fotografia di una coda da cancellare subito. Tra meno di 72 ore in palio c’è la finale. Senza prove d’appello.
    CONAD REGGIO EMILIA – AGNELLI TIPIESSE BERGAMO 3-2 (20-25, 25-17, 26-28, 25-23, 15-9)REGGIO EMILIA: Zamagni 11, Catellani, Held 20, Sesto 11, Scopelliti, Cominetti 10, Mian, Cantagalli 34, Garnica 3, Morgese (L), Suraci, Marretta (L). N.E. Cagni. All. Mastrangelo.BERGAMO: Padura Diaz 15, Mancin, D’amico (L), Cargioli 7, Finoli 2, Terpin 14, Pierotti 9, Larizza 15. Non entrati Ceccato, Abosinetti, Baldi, De Luca. All. Graziosi.
    ARBITRI: Vecchione, Colucci LEGGI TUTTO

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    Finoli lancia Bergamo: “Non possiamo arrenderci adesso”

    Il palleggiatore Juan Ignacio Finoli è stato ospite all’interno del telegiornale di Bergamo Tv. Ecco i principali punti toccati dal “diez”.
    REGGIO EMILIA – “Ci conosciamo molto bene. Sarà il sesto confronto stagionale. Una partita che può valere tantissimo, la affronteremo al massimo delle nostre forze anche perché saranno i dettagli a fare la differenza. Il loro principale punto di forza resta il servizio, ma se a nostra volta sapremo sfruttare questo fondamentale riusciremo a contrastarli a dovere”
    LA DIAGONALE CON WILLY – “Padura Diaz ci sta dando una grandissima mano e sta facendo grandi cose, non solo nelle ultime gare. E’un giocatore carismatico, siamo molto contenti d’averlo con noi e speriamo d’andare ancor più lontano insieme”
    BILANCIO A FAVORE – “Conta zero che sia 4-1 per noi, che sia valso anche una Supercoppa. Questo è un match a sé, che per loro è l’ultima chance mentre per noi può significare la finale. Bello da giocare e da guardare”
    SOGNO – “All’orizzonte un obiettivo molto grande ed ambizioso a cui stiamo lavorando da inizio stagione. Non possiamo arrenderci proprio adesso. Importante avere il sostegno dei nostri tifosi, che sia per l’eventuale gara 3 mercoledì prossimo con Reggio o in gara 1 di finale la domenica successiva. E’ ciò che sogniamo, faremo di tutto per arrivarci” LEGGI TUTTO

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    Bergamo di carattere, grinta e qualità: è 1-0 su Reggio Emilia

    La legge del 3-1. Tanto in regular season quanto in Supercoppa e ora per iniziare con il piede giusto la serie di semifinale. L’Agnelli Tipiesse supera Reggio Emilia mettendo in luce tutte le caratteristiche che ci vogliono per far pendere l’ago della bilancia dalla propria parte in questo genere di sfide. Contro un avversario che non sa cosa sia la bandiera bianca, ma sa molto bene cosa significhi spingere in particolare dalla linea dei nove metri, gli antidoti avrebbero dovuto essere molteplici e lo sono stati. A cominciare da una partenza lanciatissima: 23’ di cinismo, concretezza e lucidità in un parziale guidato fin dall’alba: 73% in attacco contro il 26% della Conad che incappa in 10 errori nonostante 4 battute vincenti. Ed è proprio il servizio l’arma con cui gli ospiti pareggiano i conti, grazie al doppio acuto finale di Held. Che aveva portato avanti i suoi con la stessa modalità già qualche minuto prima (13-14). Bergamo, nello stesso fondamentale, è obbligata a forzare nella parte centrale nel periodo ma non trova efficacia analoga. Quella che invece sa sfoderare l’Agnelli Tipiesse, con il solito glaciale Padura Diaz nel terzo set ossia nei minuti che divengono cruciali nell’economia del confronto. Il punto a punto viene risolto alla quarta opportunità con Padura Diaz, determinante con 9 palloni a terra (20 al termine, con il 52%). Tornata a comandare l’Agnelli Tipiesse stavolta tiene ben salde le redini e alza immediatamente il muro al ritorno in campo: 10 e 11-6 portano la firma di Larizza e Terpin. Pierotti crea lo strappo, Cominetti prova a ricucire ma poi sbaglia in attacco. E’il segnale che stappa l’1-0 rossoblù. Gara 2 è in calendario per domenica prossima alle 18 al PalaBursi di Rubiera.
    AGNELLI TIPIESSE BERGAMO – CONAD REGGIO EMILIA 3-1 (25-17, 19-25, 27-25, 25-21)BERGAMO: Padura Diaz 20, Mancin, D’amico (L), Cargioli 9, Finoli 1, Terpin 13, Pierotti 15, Larizza 6. Non entrati Cioffi, Ceccato, Abosinetti, Baldi, De Luca. All. Graziosi.REGGIO EMILIA: Zamagni 6, Held 16, Sesto, Cagni (L), Scopelliti 5, Cominetti 12, Mian, Cantagalli 19, Garnica 6, Morgese (L), Suraci, Marretta. Non entrati Catellani. All. Mastrangelo.ARBITRI: Marotta, Feriozzi. LEGGI TUTTO

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    Un preparatore “europeo”: Nicola Gibellini vola in Belgio

    Professionalità, passione, ambizione. Nicola Gibellini è pronto a varcare i confini nazionali. Il 30enne preparatore dell’Agnelli Tipiesse si appresta ad iniziare l’avventura con la nazionale maschile del Belgio. Un’estate “continentale”, una chance che rende fiero anche il club rossoblù oltre che essere un meritatissimo premio per la qualità del lavoro di una figura essenziale nello staff tecnico. Il percorso accademico, laurea triennale e specialistica, si è dipanato in Scienze Motorie e dopo il tirocinio a Montichiari l’approdo a Bergamo, cinque anni fa.
    L’ALLIEVO E IL PROF – “Quando ho dato la notizia a Roberto Benis si è messo a ridere”. Il prof è un’istituzione, è colui che l’ha fatto crescere per un biennio come tirocinante a Montichiari e successivamente in Olimpia.
    UN ALTRO ITALIANO CON I “RED DRAGONS” – “Tra noi preparatori c’è molta collaborazione e segnaliamo più che volentieri colleghi di fiducia laddove si presentino opportunità di livello. E’ ciò che è successo a me, Emanuele Zanini (coach di Ravenna ndr) ha preso le redini della nazionale dopo aver guidato la Croazia e il primo colloquio con lui è andato benissimo. Per volontà della federazione, oltre al coach, ci poteva essere solamente un altro italiano e sono felicissimo d’essere io. Però ammetto di non aver ancora realizzato tutto ciò, talmente è tanta la mole di lavoro con l’Agnelli Tipiesse nonché la concentrazione sui play-off”.
    GRAZIE BERGAMO – “L’opportunità nasce dal lavoro svolto in questi anni prima con l’Olimpia e poi con l’Agnelli Tipiesse. Non posso far altro che ringraziare tutti. La società, il ds Vito Insalata, coach Gianluca Graziosi ed i giocatori. Non solo per come ho potuto progredire nel mio percorso professionale, ma anche perché non ci hanno pensato due volte a lasciarmi prendere al volo questo treno. Perché potrebbe essere uno di quelli che passano una volta sola. Non è da tutti, sono molto grato ad ognuno”.
    MAURIZIO, AMICO MIO – “Qualche giorno prima che il mio telefono squillasse, scherzavo con Maurizio Negro visto che era stato appena chiamato dalla nazionale estone. Si sognava un percorso parallelo, in contemporanea. E questo pensiero è diventato realtà in pochi giorni. Lui è il mio alter ego al Volley Bergamo, siamo molto amici ed è bellissimo vivere un’esperienza simile, seppur a distanza, della stessa portata e nella stessa estate. L’ambito internazionale permette di allargare moltissimo le vedute, di confrontarsi con tanti colleghi, imparare nuove metodologie ed arricchire in maniera enorme il background. Voglio tornare a Bergamo ancor più completo e pronto a mettere a disposizione della squadra le conoscenze acquisite”.
    IL DS VITO INSALATA: “GIBELLINI, ENTUSIASMO E PASSIONE. OCCASIONE GRANDE E MERITATA”L’orgoglio dell’Agnelli Tipiesse è tutto nelle parole del direttore sportivo Vito Insalata: “Il primo da ringraziare è il prof. Roberto Benis che ci ha consentito di apprezzare, cinque anni fa, i progressi di un ragazzo a cui poi abbiamo scelto di affidare la preparazione atletica come unico referente. In lui, oltre che entusiasmo, passione e professionalità, abbiamo sempre visto la serietà di chi ama ciò che fa. Inoltre Zanini è uno degli allenatori più preparati e attenti al ramo preparazione: il fatto che abbia voluto puntare su Gibellini la dice lunga sul suo valore e sulla fiducia che ha riposto in lui. Tornerà da noi con ancor più certezze. Nel frattempo tiferemo per lui e perché possa vivere un’estate ricca di soddisfazioni”.
    Il cammino di un Belgio profondamente rinnovato e intenzionato ad aprire un nuovo ciclo imperniato su tanti giovani che disputano il campionato nazionale, scatterà dall’European Golden League con l’obiettivo d’accedere alla VNL. Nel roster spiccano Stijn D’Hulst (un biennio a Civitanova) Sam Deroo (transitato da Modena) e Wout D’Heer, centrale attualmente a Trento. LEGGI TUTTO