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    F1, Gp Canada: penalità per Alonso, chiude nono

    MONTREAL – Difficile ipotizzare una domenica peggiore per Fernando Alonso, che dopo esser stato protagonista delle qualifiche nel Gp del Canada non è riuscito a confermarsi in gara. Nel nono appuntamento stagionale di F1, lo spagnolo ha pagato a caro prezzo una pessima strategia ed ha chiuso settimo, alle spalle di Leclerc che partiva 19° e del compagno di squadra Ocon. Come se non bastasse, per il pilota dell’Alpine è arrivata un’ulteriore beffa a gara conclusa e dopo una visita dai commissari di gara.
    Penalità per Alonso
    Alonso è stato infatti sanzionato con cinque secondi di penalità. Alla base di tale decisione, i troppi cambi di traiettoria nel corso del penultimo giro mentre cercava di difendersi dagli attacchi di Valtteri Bottas. Fernando perde dunque due posizioni, scivolando dal settimo al nono posto. Di conseguenza, cede punti in classifica generale e li fa perdere anche all’Alpine in classifica costruttori, proprio a discapito di una rivale diretta come l’Alfa Romeo. Alonso dovrà cercare di dimenticare al più presto questa domenica e ripartire invece da un ottimo sabato, dove aveva chiuso primo le FP3 e secondo le qualifiche. LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso annuncia: “Attaccherò Verstappen alla prima curva”

    MONTREAL – Fernando Alonso ha brillato sotto la pioggia di Montreal ed ha conquistato una splendida prima fila nel Gp del Canada, nona tappa del mondiale di Formula 1. Il pilota della Alpine ha concluso al secondo posto le qualifiche, garantendosi la possibilità di partire al fianco di Max Verstappen. “E’ una sensazione fantastica, un weekend incredibile per noi. Di solito il venerdì andiamo bene, poi perdiamo un po’ di passo al sabato. Stavolta no, le condizioni ci hanno un po’ aiutato e la macchina è stata eccezionale” ha affermato Alonso.
    Le parole di Alonso
    “Ero molto a mio agio e i fan mi hanno spinto” ha spiegato il pilota spagnolo, capace di ripetersi dopo aver fatto segnare il tempo migliore nella terza sessione di prove libere. Infine, in vista della gara, Fernando ha ammesso: “Credo che attaccherò Max alla prima curva”. Ghiotta chance dunque per Alonso, che sogna di tornare sul podio, assaporato appena una volta dal 2015 ad oggi. La concorrenza ovviamente non mancherà, ma il pilota iberico è apparso in gran spolvero e proverà a dire la sua. LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso: “Weekend incredibile, i fan mi hanno spinto”

    MONTREAL – L’eroe di questo sabato del Gp del Canada non può che essere Fernando Alonso, capace di centrare una strepitosa prima fila. Sul circuito di Montreal, lo spagnolo dell’Alpine scalza il connazionale Sainz dalla seconda piazza proprio negli istanti finali e si candida ad essere tra i protagonisti della gara. “E’ una sensazione fantastica, un weekend incredibile per noi. Di solito il venerdì andiamo bene, poi perdiamo un po’ di passo al sabato. Stavolta no, le condizioni ci hanno un po’ aiutato e la macchina è stata eccezionale” ha affermato Alonso.
    Le sensazioni di Alonso
    Sicuramente l’assenza nel Q3 di Perez e Leclerc ha aiutato, ma Fernando ci ha messo del suo. Non si può infatti considerare un caso questa seconda posizione, anche in virtù dell’ottima prestazione nelle FP3 in mattinata. “Ero molto a mio agio e i fan mi hanno spinto – ha aggiunto Alonso, che infine ha preannunciato cosa accadrà in gara – Credo che attaccherò Max alla prima curva”. A dargli ragione o meno sarà solamente la pista, che tra meno di 24 ore si prepara ad accogliere i piloti nel nono appuntamento stagionale di Formula 1. LEGGI TUTTO

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    F1, prove libere 3 Gp Canada: Alonso il più veloce, decimo posto per Sainz

    MONTREAL – Fernando Alonso ottiene il miglior tempo nella terza e ultima sessione di prove libere nel Gp del Canada di Formula 1. Sul tracciato di Montreal, in vista delle qualifiche, l’esperto pilota spagnolo è il più veloce in pista con la sua Alpine. Alle sue spalle l’AlphaTauri di Gasly e l’Aston Marin di Vettel, mentre faticano le Red Bull, rispettivamente ottava e nona. Decima piazza per Carlos Sainz, mentre l’altra Ferrari di Charles Leclerc, che scatterà dal fondo della griglia, chiude ultima senza alcun tempo a referto. Appuntamento alle ore 22:00 con le qualifiche che definiranno la griglia in vista della gara di domani.
    La top-10 delle FP3

    Fernando Alonso
    Pierre Gasly
    Sebastian Vettel
    Esteban Ocon
    Daniel Ricciardo
    Lando Norris
    George Russell
    Sergio Perez
    Max Verstappen
    Carlos Sainz LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Canada: Alonso leader delle FP3, Sainz decimo

    MONTREAL – La terza e ultima sessione di prove libere del Gp del Canada, nono appuntamento del mondiale F1, vede Fernando Alonso davanti a tutti. In vista delle qualifiche, l’esperto pilota spagnolo è il più veloce in pista con la sua Alpine. Alle sue spalle l’AlphaTauri di Gasly e l’Aston Marin di Vettel, mentre faticano le Red Bull, rispettivamente ottava e nona. Decima piazza per Carlos Sainz, mentre l’altra Ferrari di Charles Leclerc, che scatterà dal fondo della griglia, chiude ultima senza alcun tempo a referto. Appuntamento alle ore 22:00 con le qualifiche che definiranno la griglia in vista della gara di domani.
    La top-10 delle FP3

    Fernando Alonso
    Pierre Gasly
    Sebastian Vettel
    Esteban Ocon
    Daniel Ricciardo
    Lando Norris
    George Russell
    Sergio Perez
    Max Verstappen
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    F1, Alonso da record: supera Schumacher e diventa il pilota più longevo della storia

    ROMA – Con il weekend del Gran Premio dell’Azerbaijan, Alonso diventa il pilota più longevo della storia della Formula 1. Lo spagnolo ha infatti superato in questa speciale classifica Michael Schumacher, che si è ritirato nel 2012 a conclusione di una carriera partita nel 1991. Un riconoscimento che lo inserisce di diritto nella storia del motorsport per un pilota capace sempre di reinventarsi e di trovare in continuazione stimoli per fare della passione per le quattro ruote il proprio lavoro. Ieri, nella gara di Baku, il pilota di Oviedo ha festeggiato questa ricorrenza con l’ennesimo piazzamento a punti. Niente male affatto per un pilota che conta ormai quasi 41 anni.
    Tutti i numeri di Alonso
    Fernando Alonso esordisce in Formula 1 il 4 marzo 2001 al Gran Premio d’Australia guidando la vettura del team Minardi. La macchina non gli garantisce né potenza, né affidabilità, ma è chiaro a tutti di trovarsi di fronte un fuoriclasse di caratura assoluta. La carriera dello spagnolo viene poi impreziosita dai due mondiali consecutivi conquistati con la Renault, salvo poi sfriorare il titolo con la Ferrari in tre occasioni (2010-2012-2013). Nel complesso, la sua carriera abbraccia un arco di tempo pari a 21 anni, 3 mesi e 8 giorni e conta 18.427 giri completati, 341 Gran Premi disputati, 221 gare a punti, 98 podi e 32 vittorie. Un bottino leggendario per un pilota ormai nella storia della Formula 1. LEGGI TUTTO

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    Alonso: “Non sono in uscita. La Dakar mi può rendere mitico”

    Nello scontro generazionale tra piloti, lei è uno strano ibrido: qual è il segreto della sua freschezza?

    «Non lo so bene neanch’io. Si parla molto di questo avvicendamento, ma non mi sembra ci sia qualcuno in uscita, neanch’io lo sono. Finché sono competitivo e non patisco i viaggi, perché dovrei fermarmi?»

    Gli anni non le pesano.

    «Non solo, sono un vantaggio: conosco bene i circuiti e anche come varia il meteo nei diversi posti. E’ un dettaglio importante».  E nei suoi primi giri dopo il via sfodera i superpoteri. 

    «Non sono superpoteri, ma qualità che mi porto dietro da quando avevo 25 anni. Da allora non sono cambiato in molte cose: l’atteggiamento generale, la ricerca un extra oltre la prestazione, la voglia di giustizia per decisioni dei commissari che non condivido. Il mio desiderio di rivincita è sempre vivo. Chi si avvicina ora alla Formula 1 si chiede forse perché questo quarantenne combatta tanto, ma la pacatezza non è da me».  Cos’altro porta con sé da quando era ragazzo? 

    «Competitività, esigenza nei confronti di me stesso, ricerca dell’eccellenza. Forse i miei colleghi si aspettavano che dopo Indy o Le Mans sarei tornato per puntare al novanta per cento. Io invece vivo ogni gara come un Mondiale».  Di cos’è particolarmente orgoglioso? 

    «Dei due anni al di fuori della Formula 1: competitivo a Indianapolis, vincitore del Mondiale endurance e due volte Le Mans, ho disputato la Dakar ad alto livello, tutto questo per me ha un valore altissimo. E poi, insomma: due titoli in Formula 1, ho corso per Ferrari e McLaren, team storici. Tra vent’anni potrò dire con orgoglio a mio figlio: non sono stato solo un pilota di Formula 1, che pure è sport difficile e molto specifico come stile di guida, ma un pilota totale».  Potrebbe tornare a correre altrove dopo la Formula 1. 

    «Certo! Il mio conto con la Dakar è rimasto sospeso: grande sfida dal punto di vista umano, bella gente. E’ l’esatto contrario dell’analitica Formula 1: se riuscirò a vincerla, farò qualcosa di irraggiungibile per i piloti del futuro».  Bizzarro che lei alla Dakar abbia un maestro che si chiama Carlos Sainz, e in Formula 1 un allievo con lo stesso nome. 

    «C’è tra noi un’amicizia molto bella, da tanti anni. Quando andavo a scuola Carlos padre era l’idolo di tutti. Avevamo le sue macchinine. A me in realtà piacevano i circuiti, ma papà Carlos era un riferimento; poi lo sono diventato io per suo figlio. Alla fine ce lo siamo conteso».  In che senso? 

    «Carlitos ammirava me, voleva diventare Alonso. Suo padre un giorno mi disse: “Parlaci tu con Carlos, lui è fissato con te, ma io vorrei che si dedicasse al rally”. Alla fine ho vinto io…»

    Sainz potrebbe arrivare a valere Charles Leclerc? 

    «Forse un giorno, ma dobbiamo dare tempo a entrambi perché hanno margini di crescita. Collaborano solo da un anno e mezzo e nel 2021 avevano una macchina non ancora competitiva. Quest’anno è al top: Charles si è adattato un po’ meglio, ma neanche lui è ancora al cento per cento. Ha vinto qualche gran premio in Formula 1 ma non è un campione del mondo, non ancora almeno».  Non mi dica che margini di crescita ne ha ancora anche lei. 

    «Ma certo! Ad ogni stagione imparo qualcosa. Quest’anno gomme ribassate, macchine nuove, magari non spettacolari e leggere come quelle dei primi anni Duemila. Ma l’intera Formula 1 è entrata in un’era diversa: nuovi fan, nuovo interesse, la crescita negli States, è un bel momento per il nostro sport. Non mi fermo anche per continuare a cavalcare quest’onda».  Quanti anni ancora?

    «Almeno altri due (a fine 2024 ne avrà 43; ndr), so di poter dare il meglio ma ogni decisione arriverà dopo l’estate».  Ocon è sotto contratto con l’Alpine fino al 2024 e Oscar Piastri è alla porta: sente di doversi guardare intorno, magari per cambiare squadra? 

    «No. Oscar è bravo ma il team è libero di metterci alla prova. Sanno cosa sto dando, abbiamo avuto molta sfortuna con un podio perso in Australia, siamo stati bersagliati dall’affidabilità con la penalizzazione per il quarto motore già in Spagna, ma insomma, non credo di dover dimostrare niente».  Sarebbe disposto a continuare con Alpine? 

    «Mi trovo bene con questa squadra, ho passato metà della mia carriera tra Enstone e Viry e proseguire con loro fino alla fine avrebbe un senso. Però vediamo quali altre opzioni ci sono, ma l’ho detto: decisione dopo l’estate».  Cosa manca ad Alpine per un salto di qualità? 

    «Un passo avanti tra aerodinamica e motore, poi c’è da aggiustare qualche area del team. Nel management sono state prese decisioni importanti perché abbiamo in Luca De Meo un presidente al top, con le idee chiare e che crede nella Formula 1: un grande leader. Siamo comunque sulla strada giusta per crescere».  La Ferrari può vincere il Mondiale? 

    «Ha certamente la miglior macchina, vediamo se ha anche la miglior squadra».   Se lei guidasse un team, quali piloti sceglierebbe? 

    «Fernando Alonso e Lewis Hamilton, perché sono quelli con più esperienza».  Hamilton sta subendo da Russell l’assalto che lei subì da Hamilton nel 2007. 

    «Sicuramente, sei il campione e arriva un giovane che va spesso più forte di te, ti devi riorganizzare. Ma Lewis su di me aveva un vantaggio: lui esordiva in F.1 ma io in quella squadra, che per diversi anni lo aveva tirato su».  Il budget cap salva o mortifica il Mondiale? 

    «Lo salva, ne va del futuro del nostro sport: bisogna mettere in gioco più squadre possibile».  Alla fine, in sintesi: cosa le hanno lasciato i team in cui è passato? 

    «La Minardi un senso di famiglia e di passione, la Renault un senso di casa e di epica per la sfida ai grandi, la McLaren tecnologia e apprendimento profondo della Formula 1, la Ferrari i ricordi più belli e la condivisione di valori comuni, come la passione per lo sport. Correre con la Rossa dovrebbe essere un obbligo, per tutti». LEGGI TUTTO