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    Tartarini: “Musetti ha tennis da top10, ma deve migliorare ancora e ha spesso faticato a gestire l’emotività”

    Lorenzo Musetti (foto Brigitte Grassotti)

    Con la top 10 molto vicina, coach Simone Tartarini traccia una linea nel percorso di crescita del suo pupillo Lorenzo Musetti. Lo storico allenatore del nostro talento ha parlato a SuperTennis affermando che a livello di puro tennis Musetti è già un tennista da primi dieci, ma che c’è ancora un bel lavoro da fare per migliorare molti aspetti e consolidare le sue qualità. Il vero punto resta la gestione dell’emotività, il settore nel quale Lorenzo ha fatto più fatica e che diventa decisivo per compiere un nuovo step in avanti. In tutti i sensi. Riportiamo i passaggi più importanti dell’intervista.
    “Stiamo facendo un lavoro molto lungo, soprattutto impostato sull’aspetto caratteriale e di gestione dell’emotività” racconta Tartarini. “Tutti sappiamo che i suoi picchi di rendimento sono molto alti: quando gioca bene, il suo tennis è da top-10, top-5. L’ha dimostrato anche nel 2024 battendo due volte su due Zverev, tre volte su tre Fritz, e poi De Minaur. Le difficoltà arrivano quando tecnicamente o tatticamente c’è qualcosa che non funziona: fino a ora, in certi casi, Lorenzo ha spesso faticato a tenere la situazione emotiva sotto controllo. Questo lo faceva cadere in frustrazione e in passato ha condotto a sconfitte con giocatori di livello inferiore al suo. A Montecarlo, invece, malgrado sia spesso partito male faticando dal punto di vista tattico, è sempre riuscito a rimanere nella partita. È un passo avanti importante. Un giocatore non matura da un giorno all’altro, a maggior ragione uno come Lorenzo che tatticamente sa fare un sacco di cose, dunque ha bisogno di più tempo rispetto a giocatori dal tennis magari meno brillante, ma che risulta più efficace. Tuttavia, fra Miami e Montecarlo abbiamo raccolto varie indicazioni che ci dicono che, se nelle situazioni difficili riesce a rimanere aggrappato alla partita e a lottare, vince più incontri. Questo lo porterà ancora più in alto”.
    Un lavoro quindi basato sulla crescita e maturazione personale, ma non solo: “Il lavoro è su tutti i fronti. Per esempio, nel corso dell’off-season abbiamo lavorato sul servizio, modificando la biomeccanica del gesto. La tipologia precedente gli procurava sempre problemi nel lancio di palla, mentre dopo gli accorgimenti presi la situazione è migliorata e continua a migliorare. Ci lavoreremo ulteriormente perché Lorenzo fa ancora fatica a ottenere punti diretti col servizio e col primo colpo dopo il servizio, e questo lo obbliga a giocare più punti rispetto agli avversari. Sulla terra riesce a proporre un buon mix fra potenza e rotazioni, utilizzando bene slice e kick, mentre sul veloce avrebbe bisogno di qualche palla più veloce e ci stiamo lavorando. Per il resto, in generale ci stiamo concentrando maggiormente a livello tattico, verso l’obiettivo di avvicinare di più i piedi alla linea di fondo. Ma sempre partendo da lontano, perché Lorenzo gioca meglio quando riesce a tagliare il campo, mentre partendo da più vicino fatica. Ovviamente su campi più rapidi partire da molto lontano è impensabile, ma lavoriamo appunto sul fatto di tagliare maggiormente il campo, per andare a colpire più spesso la palla mentre sale”.
    Vincere anche quando non ti senti in una giornata top è un passaggio obbligato a diventare un big: “Oggi, e dico a oggi perché sono convinto che in futuro cambierà, il suo limite è relativo a un discorso di rendimento. In tornei meno importanti, magari, non riesce a trovare la stessa sicurezza che trova in altre situazioni. Ma se comincerà a capire che il suo tennis può funzionare anche nelle giornate no, la situazione migliorerà sempre di più. È una questione emotiva, di capacità di imparare a sentirsi più sicuro anche quando non tutto funziona al meglio. Il solo modo per migliorare le cose è imparare a stare nel confronto anche nelle situazioni più complicate”.
    Per il coach ligure, Musetti ha così tanta qualità che anche il discorso superfici resta relativo a come le affronta: “Lorenzo è un giocatore molto tecnico, fra i più tecnici al mondo, perché sa fare davvero un sacco di cose. Dunque, teoricamente, chi ha un bagaglio più ampio ha maggiori possibilità di adattarsi a tutte le superfici. Secondo me, anche in questo caso si torna a un discorso emozionale, di sicurezze. Lui è nato sulla terra battuta e ha un tennis fatto ancora di situazioni tattiche e di costruzione del punto, che dunque ha maggiore efficacia sul rosso. Ma funziona anche sull’erba perché ormai è una superficie sulla quale si può scambiare regolarmente. La vera difficoltà, per Lorenzo, arriva sul veloce: si scambia meno e c’è la necessità di prendere rischi più rapidamente. Una situazione che lo mette in difficoltà, specialmente quando non è particolarmente in palla. È obbligato a scegliere subito, mentre lui preferirebbe una palla in più, un approccio più conservativo. Terra ed erba lo concedono, il cemento meno”.
    “Musetti deve migliorare in termini di continuità sulla velocità di palla. Spesso sul veloce si rifugia un po’ troppo nella soluzione in kick, quando il servizio potente offre maggiori garanzie. Lorenzo ha bisogno di ottenere più punti diretti, così da doverne giocare meno. Una situazione che a oggi lo penalizza un po’ rispetto a tanti avversari. Il suo miglioramento sul duro passerà da lì. Il resto è una questione di fiducia in se stesso: quando non si sente tranquillo in campo, la prima cosa che fa è indietreggiare. Una mossa che sui campi veloci non è permessa. Così come il suo approccio più conservativo nelle scelte non sempre paga: deve pensare e agire più velocemente. In questo è già migliorato tanto, come dimostrano delle ottime partite vinte sul duro, ma può migliorare ancora. Di sicuro, la crescita dipende molto di più dal servizio che dalla risposta: in quella è fra i primi 10 su tutte le superfici. Deve solo imparare a scegliere più velocemente, essere più aggressivo, subito propositivo senza aspettare una palla in più. La fiducia aiuta: in fondo è un discorso minimamente tecnico-tattico e molto più emozionale, di fiducia, relativo all’essere più tranquillo e consapevole” conclude Tartarini.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roland Garros 2025: tutto dalla conferenza stampa. Annunciati importanti cambiamenti nell’organizzazione del torneo. La seconda semifinale maschile si giocherà non prima delle 19. Ufficiale il tributo a Nadal. Montepremi da record

    Roland Garros (foto Patrick Boren)

    Il Roland Garros 2025 è ormai alle porte. Il secondo Slam della stagione si svolgerà dal 25 maggio all’8 giugno, alla ricerca dei due nuovi campioni di uno dei trofei con più storia nel tennis. La stagione sulla terra battuta, tanto affascinante quanto breve, si concluderà con il prestigioso torneo parigino. Carlos Alcaraz e Iga Swiatek saranno i grandi favoriti da battere, in un’edizione che promette grande tensione e partite lunghe, come da tradizione nello Slam francese.In una conferenza stampa organizzata questa mattina, la direttrice del torneo, Amelie Mauresmo, ha annunciato i principali cambiamenti che caratterizzeranno l’edizione 2025. Come ogni anno, il torneo cerca di rinnovarsi e offrire miglioramenti che favoriscano lo spettacolo tanto per i tennisti quanto per gli spettatori.
    Nuovo orario per le semifinali maschiliNon ci saranno modifiche nella struttura degli orari per le altre fasi del torneo, tema che aveva generato tante polemiche negli ultimi anni. Continueranno quindi a disputarsi tre partite nella sessione diurna sul Philippe Chatrier, a partire dalle 12:00, seguite da un incontro serale che inizierà non prima delle 20:15. Questo programma continuerà a causare ritardi, con l’ultimo match che in più di un’occasione potrebbe iniziare oltre le 21:00, con tutte le conseguenze che ciò comporta per partite al meglio dei cinque set.Il cambiamento riguarda l’orario delle semifinali del tabellone maschile, previste per venerdì 6 giugno. La prima semifinale rimarrà programmata per le 14:30, mentre la seconda semifinale farà ora parte di un turno serale separato. Questa è la grande novità, poiché in precedenza la seconda semifinale iniziava non prima delle 17:30 e faceva parte dello stesso turno. Per gli spettatori, ci saranno due sessioni diverse, invece di una sola. La seconda semifinale inizierà non prima delle 19:00.Sebbene in passato la seconda semifinale sia talvolta iniziata intorno a quest’ora, gli spettatori del primo turno dovranno abbandonare il Philippe Chatrier per lasciare posto a quelli del turno serale, che godranno in esclusiva della seconda semifinale maschile.
    Montepremi da recordIn un’epoca molto turbolenta per quanto riguarda il tema economico, con i giocatori in aperto contrasto con i grandi tornei, che hanno persino minacciato di denunciare, il Roland Garros 2025 annuncia che offrirà un montepremi record di 56,3 milioni di euro. Questo rappresenta un incremento del 5,2%, 2,87 milioni in più rispetto all’edizione 2024.Resta da vedere come verrà distribuito questo denaro tra i vari turni, per capire chi beneficerà maggiormente di questo aumento. Tuttavia, questo non accontenterà la maggior parte dei tennisti, poiché il montepremi continuerà a rappresentare circa il 16% dei profitti globali di un torneo di questo calibro, mentre i giocatori chiedono molto di più.
    Roland Garros annuncia un tributo speciale a Nadal per l’edizione 2025Questa mattina, durante una conferenza stampa speciale dedicata all’edizione 2025 del torneo, Roland Garros ha annunciato che domenica 25 maggio, giorno d’inizio della competizione, si terrà un omaggio speciale a Rafa Nadal sul campo Philippe Chatrier, al termine dei tre incontri della sessione diurna.La cerimonia celebrerà la straordinaria carriera del maiorchino e l’incredibile eredità che lascia al torneo parigino, dove ha conquistato ben 14 Coppe dei Moschettieri. Un tributo più che meritato per il tennista che ha scritto la storia dello Slam francese.Lo scorso anno non era stato possibile organizzare un degno saluto a Nadal poiché non era ancora chiaro se sarebbe stata o meno la sua ultima partecipazione. Quest’anno, il Roland Garros ha deciso di rimediare, rendendo omaggio al più grande campione mai apparso sulla terra rossa parigina.
    Biglietti più economiciIl torneo annuncia il lancio di 160.000 biglietti a meno di 30€, per essere così molto più accessibile agli appassionati. Nel 2024, il Roland Garros ha registrato un record storico di presenze per il torneo, con un totale di 675.080 spettatori.
    Una fan zone notturna nella piazza più grande di ParigiPer chi non può recarsi al torneo o semplicemente desidera godersi l’atmosfera del Roland Garros nel cuore di Parigi, il torneo installerà una fan zone in Place de la Concorde, la piazza più grande della città e uno dei luoghi più emblematici di Parigi, situata nell’VIII arrondissement, tra gli Champs-Élysées e il Giardino delle Tuileries.Questa fan zone sarà allestita da mercoledì 4 giugno a lunedì 9, per celebrare la parte finale del torneo, dai quarti di finale fino alle due finali del weekend. L’iniziativa prevede di accogliere circa 5000 spettatori, tra turisti e francesi, in uno spazio di oltre 5000 metri quadrati, dove sarà possibile vedere le partite su un grande schermo in un luogo pieno di animazione e intrattenimento, con food truck, un bar, un DJ set e un negozio ufficiale del torneo.
    Il Suzanne Lenglen ospiterà partite più importantiDurante la conferenza stampa è stato assicurato che il programma giornaliero del Suzanne Lenglen, il secondo campo più importante del torneo, sarà molto più interessante del solito, con i migliori tennisti che vi giocheranno in più di un’occasione.
    Giornata benefica, sabato 24 maggioIl Roland Garros organizzerà una giornata benefica il giorno prima dell’inizio del torneo, durante la quale si svolgeranno partite di esibizione tra giocatori francesi e stranieri.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: la seconda semifinale maschile si giocherà non prima delle 19. Ufficiale il tributo a Nadal

    Roland Garros (foto Patrick Boren)

    Novità da Roland Garros. Lo Slam parigino comunica un importante cambiamento nello schedule del torneo: la seconda semifinale maschile, prevista per venerdì 6 giugno sul campo Chatrier, si disputerà non prima delle 19, quindi in pratica un match serale vista la disputa sulla lunga distanza dei cinque set.

    SCHEDULE CHANGE FOR THE SECOND MEN’S SEMI-FINAL
    The second men’s semi-final, scheduled for Friday, June 6 on Court Philippe-Chatrier, will not start before 7:00 p.m. (compared to 5:30 p.m. last year).
    — Roland-Garros (@rolandgarros) April 17, 2025

    È una novità significativa anche dal punto di vista tecnico: tra la prima e la seconda semifinale potrebbero esserci condizioni molto diverse qualora il tempo non fosse buono, con il campo in terra assai più pesante con la umidità della sera.
    Inoltre è stato annunciato anche una nuova e imponente fan area a Place de la Concorde, e un incremento del prize money del torneo: €56.352 milioni complessivi, con un incremento del 5.21% rispetto allo scorso anno.
    Rafael Nadal sarà omaggiato per la sua straordinaria storia nel torneo il 25 maggio con una celebrazione in suo onore al termine dei tre match sul campo centrale.
    Ci sarà un tributo anche per Richard Gasquet, che al prossimo Roland Garros chiuderà la sua carriera agonistica, e anche per Mary Pierce, a 25 anni dal suo titolo a Parigi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ivanovic – Schweinsteiger, coppia al capolinea?

    Ana Ivanovic con Bastian Schweinsteiger

    Dopo otto anni di matrimonio, Ana Ivanovic e l’ex stella del calcio tedesco Bastian Schweinsteiger si sarebbero separati. Questo riporta il magazine tedesco Bunte, secondo il quale già da due mesi l’ex campionessa serba si è trasferita a Belgrado con i tre figli, mentre l’ex giocatore del Bayern sarebbe tornato a Monaco di Baviera. È il classico fulmine a ciel sereno, poiché i due fino a pochissimo tempo fa erano spesso nei servizi dei magazine “rosa” tedeschi e serbi, presenziando insieme a molti eventi pubblici senza mostrare alcuna crepa in un rapporto che pareva solidissimo.
    I media tedeschi invece ora riportano che, dietro le quinte, la loro unione fosse già in crisi da un po’ di tempo, problemi che hanno spinto la super coppia di sportivi a lasciarsi. Su Bunte si legge che Ana si è trasferita in un appartamento vicino ai genitori e al fratello nella capitale serba, tornando in pratica nei luoghi della sua infanzia. Proprio vari “avvistamenti” nel quartiere, negozi e ristoranti della zona hanno insospettito la stampa che, alla fine, sarebbe arrivata alla scoperta della separazione.
    La coppia si è sposata nel luglio 2016 con una sontuosa cerimonia di tre giorni a Venezia, costata, a quanto si dice, circa un milione di euro e diventata una delle nozze dell’anno per i rotocalchi specializzati. Nel corso degli anni si erano fatti conoscere per la loro relazione apparentemente perfetta e per la dedizione alla famiglia, con tre figli – Luka, Leon e Theo – che completavano la loro immagine di famiglia felice e riservata.
    Né Ivanovic né Schweinsteiger hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche in merito alla presunta separazione, ma dopo questa rivelazione è possibile che uno dei due esca allo scoperto. Ivanovic disputerà un match di esibizione come evento collaterale al prossimo Open di Ginevra, previsto per la settimana precedente a Roland Garros.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Borg spinge Alcaraz: “Vincerà quanto Nadal, se non di più”

    Alcaraz e Borg a Barcellona

    Bjorn Borg crede fermamente nel talento di Carlos Alcaraz tanto da affermare che il giovane di Murcia terminerà la propria carriera con le vittorie di Nadal o anche di più. La leggenda del tennis svedese si trova a Barcellona, dove anche il figlio Leo ha provato (senza successo) a centrare il main draw dell’ATP 500 scattato ieri nella città catalana.
    Ovviamente si è intrattenuto con molti dei giocatori presenti, come mostrano le varie foto condivise sui social. Dalla Spagna si riporta di una lunga chiacchierata con Tsitsipas, quindi ha salutato cordialmente il neo campione di Monte Carlo Alcaraz, grande favorito per il titolo anche a Barcellona. Carlos e Bjorn hanno trascorso dei momenti insieme, parlando di tennis e oltre.

    The happiness in this photo @carlosalcaraz x Bjorn Borg ❤️@bcnopenbs | #BCNOpenBS pic.twitter.com/o7j9i3jeVo
    — ATP Tour (@atptour) April 14, 2025

    Borg quindi ha rilasciato una breve ma significativa dichiarazione alla rete tv spagnola RTVE, rispondendo in modo netto a una domanda sul futuro di Carlos. “Penso che Alcaraz otterrà gli stessi risultati di Nadal, se non di più” afferma sibillino Borg. “Ha la mentalità giusta e può giocare su tutte le superfici il suo miglior tennis. Con un po’ di fortuna, diventerà il re del tennis”.
    A soli 21 anni (ne compirà 22 il prossimo 5 maggio) Alcaraz vanta già 4 titoli Slam in carriera ottenuti su tre diverse superfici, e 18 titoli complessivi. La strada per raggiungere Nadal a 92 titoli e 22 titoli Slam è ancora molto lunga.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Il Career Grand Slam, dal golf al tennis

    Rod Laver, unico ad aver completato per due volte il Grande Slam

    Domenica 13 aprile non solo la finale del Masters 1000 di Monte-Carlo, ma una giornata storica anche per il golf. Come il tennis anche il golf ha i suoi 4 Major: Masters, PGA Championship, US Open e British Open e ieri Rory McIlroy, vincendo il Masters di Augusta, ha completato il Career Grand Slam conquistando tutti e 4 i Major del Golf. Una grande impresa che nel tennis come nel golf colloca nel circolo esclusivo dei campioni immortali. Vediamo chi sono.
    Nel tennis abbiamo 8 giocatori che hanno conquistato tutti e quattro i tornei dello Slam in carriera: Australian Open Roland Garros, Wimbledon e US Open, con due giocatori Budge (1938) e Laver (1962 e 1969) capaci di completare il leggendario Grande Slam in una singola stagione.
    Fred Perry dal 1933 al 1935Don Budge 1938Rod Laver 1962Roy Emerson dal 1961 al 1964Andre Agassi dal 1992 al 1999Roger Federer dal 2003 al 2009Rafael Nadal dal 2005 al 2010Novak Djokovic dal 2008 al 2016
    Nel golf nessuno è mai riuscito a fare il Grande Slam e sono solo 6 i campioni ad aver realizzato il Career Grand Slam:Gene Sarazen dal 1922 al 1935Ben Hogan dal 1946 al 1953Gary Player dal 1959 al 1965Jack Nicklaus dal 1962 al 1966Tiger Woods dal 1997 al 2000Rory McIlroy dal 2011 al 2025
    Due club super esclusivi per campioni che hanno segnato la storia dei loro sport.
    Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Panichi racconta il lavoro con Sinner durante lo stop. “Ha un fisico da decatleta”

    Il team Sinner al completo agli Australian Open 2025

    Manca meno di un mese al rientro in attività di Jannik Sinner ed è grande la curiosità di scoprire come ha lavorato, principalmente sul proprio fisico, in questo “scomodo” periodo di pausa. Marco Panichi, preparatore atletico del n.1, ha rilasciato un’interessante intervista al Corriere della Sera nella quale si è soffermato proprio sugli aspetti più tecnici del loro svolto nelle ultime settimane. Poter sottoporre il corpo di Jannik ad una serie di attività ed esercizi difficili da realizzare in momenti di gara è qualcosa di unico, quindi i tre mesi di stop possono diventare un’opportunità interessante. Proprio da qua parte l’intervista dall’ex preparatore di Djokovic (sette anni insieme al serbo), oggi nel box dell’italiano. Riportiamo i passaggi più significativi del pensiero di Panichi.

    “Dal giorno in cui abbiamo saputo dello stop, giocatore, team e management hanno avuto all’unisono lo stesso pensiero: sfruttare al meglio questo periodo” racconta Panichi. “Sapevamo da subito di poter fare un bel lavoro, studiato e programmato, non diluito e spezzettato dai viaggi e dai tornei come al solito. Non è che eravamo contenti della sospensione di Jannik, è chiaro, però abbiamo studiato un modo attivo e propositivo di viverla. Abbiamo trasformato i micro-cicli di lavoro in macro-cicli, siamo scesi nel particolare e nel dettaglio, abbiamo dedicato tanto tempo all’acquisizione di dati su Jannik, applicando moduli di allenamento per metterlo nelle condizioni di fare un altro salto di qualità importante. Da Roma in poi, questo lavoro dovrà dare i suoi frutti”.
    Già dallo scorso gennaio Sinner ha messo da parte le cavigliere, si sente più sicuro del proprio corpo? “Tutto vero. Le cavigliere limitano l’articolazione e lo sforzo viene ripartito sulla struttura, con la conseguenza del sovraccarico su certe parti del corpo. Eliminare le cavigliere è stato un processo lungo ma importante per Jannik. Con fondamentali risvolti psicologici. Facendo un profondo lavoro specifico, giorno dopo giorno il giocatore si è sentito sempre più sicuro. Senza che gli facessimo alcuna pressione, a un certo punto è venuto lui da noi: sono pronto, ci ha detto. Da gennaio, in Australia, quando le ha smesse, non ne ha mai sentito la mancanza. Continuando a prestare la giusta attenzione alle sue fragilità, direi che indietro non si torna”.
    Palestra e quindi pesi, ma non troppi, ecco perché: “Il tennis è uno sport in cui la forza specifica per eseguire il gesto tecnico deve essere esplosiva. Non demonizzo i lavori di forza però, con il fisico di Jannik, l’aspetto funzionale è più importante. Facciamo lavori tridimensionali per sviluppare il collegamento tra segmenti che rendano il suo gesto il più efficace possibile. Nel tennis ci sono tre aree che devono concatenarsi di concerto: fisico, mente e tecnica”.
    Senza tornei, c’è monotonia nella giornata di Sinner, e spezzarla è importante. Forse anche per questo ha raccontato di esser andato in bici con gli amici, aver provato il kart e altro. Panichi conferma l’importanza di inserire stimoli nuovi e rompere le routine: “Tanto, ma non solo in questo periodo così particolare. Anche i viaggi e gli aerei possono ingenerare una routine. L’aspetto motivazionale è determinante: sfidiamo continuamente Jannik con nuove sollecitazioni, lo spingiamo a fare cose nuove, per lui inedite. Anche semplici: una partita a golf, la visita di un museo… Ampliare la sfera mentale permette di presentarsi all’allenamento più freschi. Però è altrettanto vero che una certa ripetitività è utile al confronto, senza correre il rischio di ingabbiare il giocatore in qualcosa di troppo monotono. È la varietà nel protocollo di lavoro che ci consente di capire se stiamo andando bene. (…) Durante lo stop forzato sta scoprendo cose nuove, che lo stimolano. Quando giriamo per tornei è impossibile dedicarsi ad altro che non sia allenamento, partita e recupero. Per di più Jannik non può più andare in giro senza essere riconosciuto e fermato. In questi tre mesi, inoltre, si è preso del tempo libero per se stesso: si è riscoperto. La detossificazione è in atto. Sono molto contento: a livello mentale è trasformato. A Roma tornerà con un’enorme motivazione e un’importante freschezza“.
    Così Panichi descrive il talento motorio di Sinner: “Coordinazione, stamina, aspetto neurovegetativo: Jannik ha un fisico da decatleta, sa fare bene tutto. Se fosse più forte, non potrebbe essere così agile. Se è una macchina quasi perfetta dobbiamo ringraziare Hanspeter e Siglinde Sinner, i genitori che gli hanno trasmesso il Dna. Ma, dal mio punto di vista, il suo più straordinario talento è la gestione delle situazioni, che sia un allenamento o una partita tesissima: ha una calma operativa, nei momenti che contano, rara. Mente e fisico sono un sistema integrato: quando uno lo tira giù, l’altro lo spinge in su. Sa usare le emozioni come fonte di energia: se hai un travaso emotivo, ti blocchi; ma lui sa surfare sulle emozioni, restando sempre sulla cresta. Il sistema integrato si allena, certo. Ma con le doti di Jannik Sinner devi nascere”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner, la fragilità che crea il Campione

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Sentirsi fragile può essere tutt’altro che un difetto, può diventare un’opportunità. Rappresenta una condizione di instabilità che porta alla reazione e quindi la reazione costruisce nuove consapevolezze. La fragilità diventa punto di forza quando riesce a farti capire ancora di più chi sei e quanto sei forte. Di fragilità ha parlato Jannik Sinner nell’intervista esclusiva rilasciata a Sky Sport a latere di un evento organizzato da uno dei suoi main sponsor, uno dei tanti che con fermezza fin dal giorno del “fattaccio” si è schierato senza se e senza ma con il nostro campione, credendo ciecamente alla sua correttezza.
    “Ero molto fragile dopo quello che è successo”, racconta Jannik nelle prime parole rilasciate alla stampa dopo aver accettato la sospensione con lo stesso entusiasmo di quando sei costretto a trangugiare un calice di fiele… “Ero molto fragile perché sono successe cose che non mi aspettavo, reazioni dentro di me inattese. Vi direi una bugia. Risulterei una persona senza sentimenti ed emozioni, senza niente. Però nella vita si impara. Anno dopo anno conosco sempre meglio me stesso, come sono come persona e anche sul mio valore”.
    Questo pensiero è clamorosamente prezioso, bello e importante. Da scolpire su pietra e tramandare ai posteri dello sport – e non solo – appeso in una lapide nell’area dedicata allo sport del Foro Italico, dove il nostro campione tra un mese finalmente tornerà a fare quello che ama e che riesce a fare nessuno: giocare a tennis, divertirsi e vincere. È un pensiero rivelatore che spiega in poche parole perché Sinner è lassù sul trono del tennis mentre tutti gli altri in questi due mesi di assenza non sono riusciti minimamente ad avvicinarlo. Jannik è concentrato unico di talento motorio, di rapidità di pensiero e reattività che, con un lavoro certosino, ha cesellato una tecnica di gioco eccezionale grazie alla quale colpisce la palla in modo fluido e preciso, a creare un tennis vincente in tutte le situazioni che si possono verificare durante il gioco. La sua forza sta nella decontrazione degli impatti, nella velocità generale, nella fluidità che lo porta a tirare fortissimo. Ma questa meravigliosa architettura tecnica cadrebbe miseramente se non fosse sostenuta da una forza mentale assoluta, granitica, quella che gli permette di reggere la pressione e fare la giocata e la scelta giusta, anzi cavalcare il momento e così andare sopra agli avversari.
    Per tutto questo la sua umanità, l’imperfezione che sempre sente dentro di sé e che lo stimola a migliorare, e anche la fragilità, quella di cui ha parlato ieri nell’intervista, sono gli ingredienti fondamentali che hanno creato l’uomo Sinner. Badate bene: in uno sport spietato come il tennis di vertice, più del tennista Jannik è l’uomo Jannik a vincere. In questo momento storico della nostra disciplina, il “rosso” da Sexten è nettamente avanti a tutta la concorrenza perché non c’è assolutamente nessun avversario nel pieno della sua carriera che sia così tanto uomo come Jannik, così stabile, maturo e consapevole. Uno che ha capito i propri difetti e fragilità e che con coraggio si è guardato in faccia allo specchio deciso ad affrontarli, perché non c’è altra via per superarli e così diventare una persona migliore, più forte e consapevole. Tutto questo lavoro su se stesso in campo ha un valore inestimabile, è come partire in ogni game da 15, …forse anche da 30. Nessun altro sport come il tennis vive di tensione, di stress, di paure e della necessità di applicare in un millisecondo un problem solving efficace a furia di colpi e scelte di gioco. Jannik è nato “destinato al lavoro”, come lui stesso ha più volte affermato, certo che tutto era da fare, costruire e migliorare con ore ed ore di dura applicazione, ripetizioni ed analisi, per arrivare il giorno dopo in campo con ancor più fame per cancellare ruvidità e problemi. A partire dalla sua testa, dalla conoscenza di se stesso perché in campo, nella partita, sei nudo di fronte ai problemi posti dall’avversario e dal gioco e solo se ti senti forte e consapevole puoi reagire e farcela. E Jannik ce la fa, meglio di chiunque altro.
    Perché Alcaraz, Zverev e tutti gli altri non sono riusciti ad approfittare di queste settimane con il “Re” sospeso in quel limbo immeritato ed avvicinarlo pericolosamente? Perché a livello di forza interiore sono ben più distanti dei 3000 e fischia punti certificati dal ranking ATP. Il più vincente dell’era moderna, Mr. Djokovic, è oggettivamente un po’ consumato per reggere sul lungo periodo, resta un avversario formidabile nel match secco o nel singolo torneo, dove ritengo che con la sua classe immensa e sterminata forza interiore possa ancora fare il colpaccio, chissà magari anche in uno Slam se tutto dovesse girare bene (magari sui prati londinesi…). Ma tutti gli altri hanno deluso su tutta linea perché non sono minimamente vicini a Sinner per maturità e consapevolezza.
    Tra un mese Sinner tornerà in campo, e tutti potremo finalmente metterci alle spalle questa vicenda tremenda, parlare solo e soltanto di tennis e speriamo anche tornare a sorridere con tante vittorie, come è successo sino alla finale di Melbourne. “Sono successe cose che non mi aspettavo, reazioni dentro di me inattese. (…) nella vita si impara. Anno dopo anno conosco sempre meglio me stesso, come sono come persona e anche sul mio valore”. Sinner ha scelto di non parlare fino a ieri, e l’ha fatto dicendo come sempre poche parole ma molto chiare. Queste che ho appena riportato nuovamente sono le migliori che tutti i suoi sostenitori e gli amanti del tennis potessero sperare. Reazioni dentro di me; nella vita si impara; conosco sempre meglio me stesso; anche sul mio valore. È la conferma dell’economica circolare che ho provato a descrivere in questo editoriale, quello che ha portato Jannik Sinner a diventare il tennista più forte del mondo e l’uomo più consapevole e stabile su piazza. Fragilità che fa riflettere, Reazione a difficoltà inattesa, Imparare e conoscere meglio se stesso, Consapevolezza del proprio Valore. Gli ingredienti che hanno formato il ragazzo e sostenuto la creazione del Campione. Jannik tornerà a Roma tirato a lucido fisicamente come mai, e pure agonisticamente incazzato per lo stop ingiusto subito. Ne vedremo delle belle…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO