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    Nadal apre un’accademia a Marbella

    I campi della nuova struttura a Marbella

    Rafael Nadal continua a investire nel mondo del tennis annunciando un nuovo Rafa Nadal Tennis Center. La nuova Academy sorge a Marbella all’interno del prestigioso Hotel Don Carlos, con sette campi in terra battuta, due campi da padel e programmi di allenamento altamente professionali pensati per giocatori di tutte le età e livelli. Questa espansione conferma la dedizione di Nadal nel promuovere il talento oltre la sua carriera agonistica, portando i suoi metodi di allenamento in una delle destinazioni tennistiche più ambite della Spagna, la costa del sol.
    Il Marbella Center seguirà totalmente la filosofia di allenamento della Rafa Nadal Academy di Maiorca, diventata un punto di riferimento a livello globale per i Pro attuali e tanti giovani che ambiscono a seguire le orme del gigante della terra battuta.
    La novità di Marbella diventa la sesta espansione dei Rafa Nadal Tennis Center in tutto il mondo, unendosi alle sedi già attive in Messico a Cancun, in Grecia a Sani, Hong Kong, Kuwait ed Egitto (al Cairo). Oltre alle accademie, ricordiamo che Nadal è diventato ambasciatore della federazione tennistica saudita, per promuovere lo sviluppo dello sport nel ricchissimo paese arabo, molto attratto dalle potenzialità del tennis.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Fuori tutti i big ad Acapulco, colpa di un’intossicazione alimentare?

    Holger Rune ad Acapulco (foto ATPsite)

    Una partita di cibo avariato potrebbe esser stata la causa della vera e propria ecatombe di favoriti al torneo 500 di Acapulco. La giornata degli ottavi di finale all’affascinante torneo messicano ha registrato un andamento a dir poco anomalo e sorprendente. Praticamente tutti i big in gara sono usciti di scena: Zverev, battuto dal giovane talento Tien; Rune getta la spugna dopo solo tre game; Paul e Ruud ritirati senza nemmeno scendere in campo. Le prime quattro teste di serie tutte uscite di scena, insieme anche a Shelton (quinto nel seeding) e Tiafoe (n.7 del draw). Se le battute d’arresto di Ben e Frances sono venute al termine di partite per così dire “normali”, giocate con agonismo da entrambi i giocatori, questo non si può dire per le sconfitte di Zverev, apparso assai svuotato in campo, e pure il giovane Michelsen, superato da Shapovalov in due set (Denis è in un ottimo momento, ma Alex è parso assai in deficit di energia nel corso del match).
    Holger Rune ha lasciato un commento furibondo sui social, parlando chiaramente di essersi sentito male dopo aver mangiato del cibo avariato. “Sono furibondo e triste allo stesso tempo. Ho mangiato del cibo avariato e quindi non ero in grado di giocare oggi. Uno dei posti che preferisco al mondo è il Messico e amo questo torneo. Non era assolutamente il modo in cui volevo terminare la settimana” scrive il danese.

    Furious and so sad at the same time. Had a food poisoning and was unable to play today. One of my favorite places is Mexico and I love this tournament @AbiertoTelcel . Absolutely not the way I wanted it to end
    — Holger Rune (@holgerrune2003) February 27, 2025

    Rune non è nuovo a dichiarazioni “particolari”, a volte accampando scuse per le sue sconfitte, ma questo non sembra essere assolutamente il caso. Infatti il cronista canadese Stephen Boughton, presente al torneo, ha pubblicato un messaggio nel quale parla chiaramente di un serio problema di cibo avariato che avrebbe compromesso le prestazioni di Zverev e Michelsen, e portato al ritiro Ruud, Paul e Rune.

    A well connected person in Acapulco just told me that
    Tommy Paul (withdrew)Casper Ruud (withdrew)Alex Michelson (lost)Alexander Zverev (lost)Holger Rune (retired)
    and all had food poisoning today.
    — Stephen Boughton (@theslicestephen) February 27, 2025

    Una situazione che, se confermata, sarebbe davvero grave e inedita, tanto da gettare un’ombra assai scomoda sull’organizzazione di un torneo molto amato dai giocatori proprio l’eccezionale accoglienza a loro riservata. Ricordiamo che l’Abierto Mexicano di Tenis si gioca all’interno di una struttura di altissimo livello inserita in un parco naturale rigoglioso adiacente alla splendida playa Diamante, molto amata dai turisti di tutto il mondo. Un evento organizzato in modo che il pubblico possa godersi il mare di giorno e il tennis dal tardo pomeriggio, cullati dalle onde del Pacifico e dai servizi di classe offerti dal resort. Qualcosa, a quanto sembra, stavolta è andato storto… ed è un vero peccato.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner nel periodo di sospensione può allenarsi al Country Club di Monte Carlo (escluso il periodo del Masters 1000)

    Jannik Sinner

    Jannik Sinner non dovrà cercare un luogo “speciale e nascosto” per continuare la preparazione nel periodo di sospensione che, relativamente agli allenamenti, terminerà il prossimo 13 aprile. Infatti, come riporta la Gazzetta dello Sport, il circolo dove generalmente effettua i suoi allenamenti vicino a casa, il Monte Carlo Country Club, è a tutti gli effetti una struttura privata e non affiliata ad alcuna federazione, nemmeno quella francese (per pochi metri la struttura è sita appena al di fuori dello stato monegasco, a Roquebrune sul territorio francese). C’è tuttavia una sola eccezione: nel periodo in cui il fascinoso club della Costa Azzurra ospiterà il Masters 1000 ATP, allora le porte per Sinner saranno chiuse come da regolamento WADA.
    Quindi l’azzurro dovrà traslocare dal 5 al 13 aprile, quando andrà in scena il primo torneo 1000 su terra battuta in calendario, proprio sui campi del Monte Carlo Country Club. Sinner in quel periodo potrebbe tornare in Spagna, probabilmente in quel Marbella o Alicante, sempre in una struttura privata, già in passato scelta per qualche sessione di preparazione invernale.
    Sembrano così essere del tutto decadute le ipotesi di un Sinner pronto a stazionare nelle prossime settimane a Dubai (dove è solito trascorrere qualche settimana per allenarsi in inverno) o magari negli Stati Uniti (dove vive Darren Cahill), visto che è assai più comodo restare vicino alla sua residenza in una struttura di massimo livello, che conosce alla perfezione e discretamente riservata. Ovviamente non potrà condividere il campo con altri professionisti o tesserati nelle prossime settimane, ma potrà avvalersi dei membri del suo team, Simone Vagnozzi, Darren Cahill, Marco Panichi e Ulises Badio.

    Skiing, golf, PR and home training for 3 months.
    Life is good e il tempo vola ⌛️ pic.twitter.com/kuz7ykIH6J
    — Janniksin_Updates (@JannikSinner_Up) February 26, 2025

    Dopo qualche giorno passato in famiglia in Alto Adige ed aver sciato con familiari ed amici sulle montagne vicino a casa, Sinner è stato fotografato ieri a Milano alla fashion week, presenziando agli eventi di uno dei sponsor principali. Molto probabilmente farà rientro a casa per riprendere la preparazione con l’obiettivo di farsi trovare in grande forma atletica agli Internazionali d’Italia, dove tornerà finalmente in competizione all’inizio di maggio.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Ruud sprona Sinner: “Spero vada avanti a testa alta”. Il silenzio di Shelton, i dubbi di Paul

    Casper Ruud e Jannik Sinner a Torino

    Casper Ruud è stato tra i primi colleghi a sostenere Jannik Sinner nella “bufera mediatica” scatenata dalla positività dell’azzurro al Clostebol, vicenda poi conclusa a sorpresa con un accordo proposto da WADA e accettato, con discreta riluttanza, da nostro campione di Sesto Pusteria. Interpellato in quel di Acapulco dal collega statunitense Ben Rothenberg, Ruud ha spiegato più nel dettaglio la sua posizione in merito alla vicenda di Jannik. Nei giorni scorsi una sua breve dichiarazione era stata, a suo dire, mal tradotta e quindi non ben riportata. Casper approfitta così della breve intervista per dettagliare il suo pensiero, approvando la scelta di Sinner di acconsentire ad un accordo con WADA per il timore che le vie tutt’altro che rette di un procedimento giudiziario potessero riservargli sorprese ancor più amare di una sospensione comunque non meritata.
    “Mi dispiace per Jannik. Secondo me, non ha fatto nulla in modo intenzionale” afferma Ruud al cronista statunitense. “E purtroppo non è la prima volta che succede, intendo un accordo per risolvere un questione e sospensione per doping, il che è stato probabilmente sorprendente per alcune persone. Guardando al sistema legale, non è insolito che una cosa del genere accada quando qualcuno sta per andare a processo. Voglio dire, ci sono molti altri casi in cui gli accordi sono avvenuti appena prima di un processo”.
    “Se io fossi nei panni di Jannik ovviamente mi piacerebbe avere la possibilità di difendermi in un processo pubblico, cosa che sono sicuro lui stesse cercando. Ma se provo a mettermi al suo posto, penso che quando vai a processo c’è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole, se le giurie o i giudici vedono le cose in modo diverso. Guarda in quanti casi al mondo qualcuno è andato in prigione pur non essendo colpevole. Quindi, c’è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole anche se non lo sei. Per questo un accordo di tre mesi, o una sospensione di tre mesi, è stato qualcosa che entrambe le parti sono state felici di fare. Tuttavia, mi dispiace per Jannik. Starà fuori, perderà 4 Masters 1000 su 9 per qualcosa che non ha fatto intenzionalmente“.
    “Spero che Sinner vada avanti a testa alta. Personalmente, faccio sempre il tifo per lui. Penso che sia una gioia vederlo giocare e spero che i tre mesi passino velocemente. Sì, è solo triste per lui, e per il tennis come sport quando il numero 1 al mondo attraversa qualcosa del genere. Questo è il mio pensiero al momento” conclude Ruud.
    Il giornalista americano ha chiesto un parere anche a Shelton e Paul, ma le posizioni dei due sono state assai diverse. Beh ha tagliato corto: “L’accordo è stato raggiunto. Il caso è chiuso. Sono solo contento che ora possiamo giocare, andare avanti. I miei pensieri sono i miei pensieri. Molte persone vogliono parlare mentre io sono qui solo per giocare”.
    Così invece ha parlato Tommy Paul, senza alcuna voglia di esporsi sul caso: “Non lo so davvero… Cioè, cerco di starne fuori il più possibile. Lui gioca un tennis incredibile. Mi ha battuto prima che uscisse fuori tutta questa roba, e mi ha battuto anche dopo. Ha gestito la situazione in modo incredibilmente buono. Ovviamente ha vinto per tutto il tempo in cui ha dovuto affrontare tutta questa faccenda. Non ne so abbastanza sulla situazione. Si sentono dire così tante cose che non so davvero cosa sia vero e cosa non lo sia. Quindi è difficile per me commentare”.
    Le parole di Paul piuttosto sollevano una riflessione più ampia. Certamente Tommy, se avesse la voglia di farlo, potrebbe facilmente informarsi nei particolari della faccenda leggendo le carte, come per esempio ben fatto da Chris Eubanks (non a caso uno dei primi e più convinti sostenitori di Sinner tra i colleghi), o i media che hanno affrontato la vicenda con rigore (BBC di recente) o anche podcast che hanno affrontato la questione con dovizia di particolari (quello di Andy Roddick su tutti, davvero un contributo onesto e dettagliato). Tuttavia spiace rilevare che la informazione sul caso riportata da molti media internazionali – di settore e non, alcuni anche importanti – è stata lacunosa e con zone d’ombra, tanto da alimentare confusione e sospetti. E non parlo delle “sparate” social di uno sparuto manipolo di giocatori o ex che, proprio con le loro parole, hanno dimostrato la totale ignoranza della vicenda e pregiudizi, ma di player importanti della informazione sportiva e non che così facendo non hanno reso affatto un buon servizio alla comunità.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Vallverdu (coach Dimitrov) dalla parte di Sinner: “È triste vedere la mancanza di cameratismo nei giocatori, non focalizzati sui fatti del caso”

    Daniel Vallverdu

    Daniel Vallverdu si schiera dalla parte di Jannik Sinner nella discussa conclusione del “caso Clostebol” ed è davvero deluso dal comportamento ambiguo e sbagliato di molti tennisti che hanno espresso pareri decisi, a volte sprezzanti, senza essersi informati sui fatti che hanno accompagnato l’intera vicenda. Il coach spagnolo, attualmente insieme a Grigor Dimitrov e con un passato di grande prestigio insieme a Andy Murray, Del Potro, Berdych e Wawrinka, ha scritto una serie di post sul social X nei quali esprime tutta la propria amarezza per come viene trattata la vicenda relativa al n.1 del mondo, affermando che i veri sconfitti sono proprio Sinner e l’intero sistema tennistico.
    “Dopo essermi preso qualche giorno per digerire la reazione del mondo del tennis in merito al ban di @janniksin – vorrei dire che sono rattristato dalla mancanza di cameratismo. La maggior parte non si concentra sui fatti del caso. I veri perdenti qui sono JS e il tennis” scrive Vallverdu.
    “Dovremmo concentrarci sui processi e sulle regole delle agenzie antidoping piuttosto che sul giocatore che ne è vittima, che chiaramente non ha avuto alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni. ZERO. Conosco JS da quando ha 14 anni e mi sento totalmente sicuro nel dire che non è assolutamente colpevole”.
    “Le agenzie antidoping sono responsabili della mancanza di coerenza e accuratezza nella maggior parte dei casi di tennis ultimamente. Non avrebbe mai dovuto esserci una squalifica in questo caso. Non è un momento facile per JS e il Team. Siate forti e Roma sarà la cornice perfetta per il caloroso benvenuto che merita”.

    After giving it some days to digest the reaction from the tennis world regarding @janniksin ban – i would like to say that im saddened by the lack of camaraderie – most not focusing on the facts of the case. The real losers here are JS and Tennis.
    — Daniel Vallverdu (@danielvallverdu) February 23, 2025

    Moltissime le reazioni a questo pensiero, diretto e preciso, scritto senza ambiguità da Vallverdu. Tra questi riportiamo quello di Feliciano Lopez, che sposa su tutta la linea il pensiero del suo ex collega.
    “Non potrei essere più d’accordo” scrive Feliciano, “la mancanza di empatia data dalle circostanze a qualcuno che si è dimostrato innocente è oltremodo DELUDENTE. Le persone confrontano diversi casi-processi per giustificare le loro argomentazioni quando non esiste un caso uguale all’altro. D’altro canto non mi sorprende affatto.. semplicemente non aspettatevi niente dagli altri!” conclude lo spagnolo.

    I couldn’t agree more, the lack of empathy given the circumstances to someone who proved himself innocent is beyond DISAPPOINTING .People comparing different cases-processes to justify their arguments when there is no one case same as another..⬇️
    — Feliciano López (@feliciano_lopez) February 24, 2025

    Sulla mancanza di empatia tra giocatori, spicca tra i commenti a Vallverdu il triste il ricordo di Pablo Arraya (ex pro argentino) della vicenda relativa a Monica Seles: “Non dimenticherò mai come tutte le giocatrici della top 100 WTA hanno votato per non mantenere la classifica di Seles al numero 1 dopo che fu accoltellata (penso che solo una giocatrice abbia accettato di mantenere la sua classifica congelata)”. Ricorda bene Pablo, ci fu un’unica tennista che votò pro-Seles, fu Gabriela Sabatini.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rio Open: gravi falle nella sicurezza dei dati sensibili dei giocatori (tra cui Alcaraz e Musetti)

    Sicurezza dei datti sensibili, un problema a livello globale

    Arriva dal Brasile un caso a dir poco singolare, oltre che piuttosto grave: una severa falla nei sistemi informatici del Rio Open e della città di Rio di Janeiro che ha compromesso la segretezza di dati sensibili di molti giocatori, tra cui Alcaraz, Fonseca, Musetti e tanti altri. Lo riporta il portale Tennis Infinity, seguendo le rivelazioni del cronista brasiliano Demetrio Vecchioli che, accortosi del problema, correttamente non ha divulgato alcun dato e informato il torneo e le autorità di Rio, solo mostrando due foto sul social X, quelle riportate sui passaporti di Alcaraz e Fonseca, per dimostrare come fosse stato in grado – a suo dire senza alcuna fatica – di entrare in possesso di elementi privati.
    Questa grave falla informatica, di fatto una fuga di notizie da parte della Rio Open Organization, è dovuta ad uno scambio di informazioni con il governo della città di Rio de Janeiro, con un errore nei sistemi che ha portato alla divulgazione di dati privati di molti giocatori (anche tennisti che quest’anno non hanno partecipato al torneo, come Alcaraz appunto) sulle piattaforme istituzionali della città dove è libero l’accesso ai cittadini per altre operazioni come la richiesta di documenti, ecc.
    Così scrive il giornalista brasiliano su X: “Questa è la foto di Joao Fonseca sul suo passaporto, rilasciato nell’ottobre 2020. Come faccio a sapere qualcosa di così personale? Questo è uno dei tanti dati personali trapelati dall’organizzazione del Rio Open e dal governo RJ”.
    “Ci sono il WhatsApp di Joao, il WhatsApp di Alcaraz (che mi ha risposto), immagini di documenti con tutte le informazioni che potrebbero essere necessarie per una frode, indirizzo di residenza. E non solo loro, ma anche Thiem, Musetti, Melo, Monteiro, ecc., ecc., ecc.”
    “E non erano nascoste. Le ho trovate semplicemente cercando il nome di uno di loro sulla piattaforma del governo di Rio. Chiunque avrebbe potuto trovarle. Prima di pubblicare l’articolo nel primo commento, ho avvisato RJ e Rio Open di rimuoverlo, cosa che è già stata fatta.”

    Essa daqui é a foto do João Fonseca no passaporte dele, emitido em out/2020.
    Como eu sei algo tão pessoal?
    Este é um dos muitos dados pessoais vazados pela organização do Rio Open e pelo governo do RJ
    Tem Whatsapp do João, Whatsapp do Alcaraz (que me respondeu), imagens dos… pic.twitter.com/OyzkrTMJjA
    — Demétrio Vecchioli (@Olhar_Olimpico) February 20, 2025

    Fortunatamente Vecchioli è intervenuto prontamente e dopo la sua sollecitazione urgente agli organizzatori del torneo e alle autorità di Rio le informazioni sono state rimosse. Tuttavia come il giornalista è riuscito ad ottenere questi dati non è dato a sapere se altri soggetti, potenzialmente anche malintenzionati, siano stati in grado di vedere e salvare questi dati sensibili dei tennisti. Augurandoci che nessun tennista subisca problema per questa diffusione di informazione, è certo che la privacy di molti tennisti è stata messa a repentaglio.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Sinner, gli sponsor restano al suo fianco

    Jannik Sinner, tre volte campione Slam

    Sulla stampa internazionale diversi colleghi si sono chiesti che ricaduta avrebbe avuto il “Caso Clostebol” su Jannik Sinner, in particolare per i rapporti con i molti sponsor che da tempo hanno scelto l’italiano come testimonial. Guardando questa prima settimana dopo l’annuncio dell’accordo con WADA, la risposta sembra: nessuna ricaduta, anzi un rinnovato sostegno.
    I suoi main sponsor visibili in Italia hanno proseguito le proprie campagne promozionali senza alcuna censura, e addirittura un notissimo istituto bancario ha acquistato una pagina intera sul Corriere della Sera con una splendida foto del n.1 del mondo e un inequivocabile “Jannik. Avanti sempre insieme”.
    Arriva via social anche un’altra importante testimonianza di fedeltà e stima: la storica casa di orologi di prestigio Rolex inserisce Sinner in quella che chiama “Rolex Family”, insieme ad altre leggende dello sport come Tiger Woods e Roger Federer, per iniziare il count down di un prossimo annuncio (previsto per il 25 febbraio). Sinner quindi forte e saldo con le tante aziende che hanno scelto di affidarsi a lui promuovere i propri prodotti e servizi.

    25 February 2025.#RolexFamily pic.twitter.com/1O0V9l94dq
    — ROLEX (@ROLEX) February 21, 2025

    Una scelta comprensibile e corretta. Del resto la scorsa estate un tribunale indipendente su richiesta di ITIA ha completamente assolto Sinner da ogni accusa dopo la positività al Clostebol, e la stessa WADA (che aveva chiesto appello al TAS di Losanna impugnando la sentenza) è arrivata a proporre e quindi sottoscrivere un accordo per una breve sospensione aggrappandosi alla responsabilità oggettiva, scrivendo chiaramente nel comunicato che Jannik non è colpevole di doping o dolo.
    Essendo Sinner uscito pulito dalla positività, avvenuta in modo accidentale e a sua insaputa, l’immagine del n.1 è macchiata solo per coloro che non hanno voluto approfondire la materia e capire i fatti e le motivazioni dell’intera faccenda.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Corretja rivela di aver subito uno stalker: “Ho avuto paura…”

    Alex Corretja

    La brutta vicenda sofferta da Emma Raducanu, vittima di un appassionato ossessivo al WTA di Dubai all’inizio di questa settimana, ha riportato l’attenzione nel mondo del tennis sul tema dello stalking, un problema che non riguarda solo le giocatrici e che non è affatto nuovo nel nostro sport. Arriva infatti una rivelazione a sorpresa di Alex Corretja, ex campione spagnolo da tempo stimato commentatore nei maggiori eventi internazionali, in passato impaurito da un suo supporter ossessivo. La confessione del catalano è avvenuta nel corso del programma ‘El Larguero’ mentre commentava quel che è accaduto a Raducanu, aprendo una porta dolorosa nel suo passato umano e sportivo. Una faccenda delicata, della quale non aveva mai parlato prima.
    “Conosco casi di altri giocatori che sono stati seguiti e perseguitati” racconta Corretja. “È un problema molto serio perché quando ne sei vittima ti senti indifeso. Nei luoghi dove si disputano i tornei ti senti più o meno protetto essendoci un servizio di sicurezza, ma quando arrivi in ​​hotel non c’è alcuna protezione concreta a meno che non ci sia stata una denuncia su di un potenziale pericolo e che qualcosa di male possa accadere”.
    Ecco il passaggio dove Alex racconta la sua brutta esperienza: “Ai miei tempi, avevo un gruppo di fan chiamato AC Gang. Tutto è andato molto bene, tutti sono stati molto gentili, ma c’è stata una volta in cui un fan è venuto da me e voleva salutarmi a tutti i costi, ho trovato questa persona come molto ossessiva. Da lì in poi l’ho visto in tutte le mie partite.”
    L’ex tennista spagnolo, oggi 50enne, racconta che quel suo tifoso era tedesco e aveva la sua età simile alla sua. “Da lì in avanti era presente a tutte le mie partite e, quando arrivai in hotel, c’era anche lui… Mi mandava lettere in camera, foto di me da firmare e veniva sempre con una maglietta con la mia foto stampata sopra”, ricorda.
    Corretja ha sottolineato, che il suo stalker “aveva l’aspetto di qualcuno affetto da qualche grave disturbo mentale” e che la sua presenza finì per diventare una seria preoccupazione soprattutto dopo l’aggressione subita da Monica Seles ad Amburgo.
    “Inizialmente non lo percepivi come qualcosa di davvero pericoloso, ma tutto è cambiato dopo quello che è successo a Monica Seles ad Amburgo, terribilmente pugnalata alle spalle durante un cambio di campo da un folle seguace di Steffi Graf, arrivato al delirio di colpire Seles in modo da impedire che la sua amata tennista fosse superata negli Slam, e rovinando così la carriera e la vita di Monica”.
    Corretja ha chiarito che “per fortuna non è mai successo niente di grave”, ma che “quando vedevo arrivare questo ragazzo mi spaventavo un po’ perché non sapevo fino a dove sarebbe arrivato. Quando sei all’interno di una squadra sei più protetto ma fai parte di uno sport individuale, ognuno va da solo”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO