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    ITIA risponde alle accuse di PTPA: “Uno sport credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione”

    L’azione legale promossa dalla PTPA di Djokovic e Pospisil ha provocato un terremoto di reazioni nel mondo del tennis, scosso da un documento enorme come quantità di pagine e accuse ad un sistema che, per il sindacato dei giocatori, non funziona. Anche la ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha risposto attraverso uno stringato comunicato che ribadisce quanto l’azione anti doping e anti corruzione sia necessaria per uno sport forte e credibile a livello internazionale.
    “Prendiamo atto dell’azione proposta dal PTPA contro gli organi di governo del tennis, tra cui l’ITIA. Uno sport internazionale credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione e siamo orgogliosi del nostro ruolo nel contribuire a uno sport pulito e leale”.

    ITIA statement:
    We note the PTPA’s proposed action against tennis’ governing bodies, including the ITIA.
    Credible international sport requires robust anti-doping and anti-corruption programmes, and we are proud of our role in contributing to a clean and fair sport.
    — International Tennis Integrity Agency (@itia_tennis) March 18, 2025

    Anche ITF ha risposto alle accuse con una nota: “Ci prenderemo il tempo necessario per valutare la nostra risposta. In quanto organizzazione no profit e guardiani globali del gioco, lo scopo dell’ITF è di garantire la crescita e la sostenibilità del tennis come sport. Reinvestiamo il 90% delle nostre entrate per lo sviluppo globale della disciplina attraverso le 213 Federazioni nazionali che fanno parte dell’ITF”.
    La questione sollevata da PTPA continuerà a far parlare anche nei prossimi giorni. Sarà interessante vedere le risposte dei giocatori impegnati al Masters e WTA 1000 di Miami, sicuramente interpellati sul tema.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La mentalità di Fonseca: “La pressione è un privilegio”

    Joao Fonseca (foto ATPtour.com)

    “La pressione è un privilegio”. Questa storica frase pronunciata in passato dalla leggendaria Billie Jean King e quindi adottata anche da Jannik Sinner è diventata parte del lessico di Joao Fonseca. Il fortissimo teenager brasiliano sta facendo passi da gigante nel 2025: dopo aver trionfato alle NextGen Finals a fine 2024, Joao ha iniziato la nuova stagione a spron battuto con la vittoria al Challenger di Canberra e quindi eliminando Rublev agli Australian Open dopo aver superato le qualificazioni. Tornato in Sudamerica, ha trionfato a Buenos Aires, primo torneo vinto sul tour maggiore, e quindi ha alzato il trofeo di campione al qualificato Challenger di Phoenix lo scorso weekend, battendo avversari come Struff, Gaston e Bublik. Risultati che l’hanno issato al n.60 del ranking ATP, prontissimo a battagliare coi migliori nei grandi tornei. Al Miami Open il sorteggio l’ha abbinato a Learner Tien, altro teenager in grande ascesa, in quella che sarà una rivincita della finale di Jeddah e partita dai tanti significati.
    Parlando in Arizona lo scorso weekend, Fonseca ha rilasciato una dichiarazione molto interessante che racconta la sua mentalità, quella dei veri campioni: sentirsi sotto pressione è un privilegio poiché significa che stai facendo bene, che il percorso è quello giusto. Solo sapendo affrenare e domare la pressione si possono raggiungere grandi risultati.

    “C’è una frase che io e il mio allenatore diciamo spesso, è la pressione è un privilegio” afferma Joao. “Devo solo rimanere concentrato, stare con le persone che mi aiutano, questo è quello che sto facendo”.
    Vivere e cavalcare la pressione positiva della prestazione, del gioco e della competizione, ma stare un po’ alla larga da distrazioni e dall’universo dei social e del web, che può creare un ambiente ostile e, alla lunga, controproducente: “Preferisco stare con le persone che possono aiutarmi a restare un po’ fuori dai media perché i media ti mettono molta pressione e molte aspettative non sempre positive” continua Fonseca. “Preferisco rimanere concentrato sul mio mondo, su ciò che bisogna fare, sulla routine per raggiungere i miei obiettivi, ed è quello che sto cercando di fare.”
    Relativamente al suo tennis, questo il punto di Joao: “Il mio gioco deve essere aggressivo e mi piace giocare così, ho accettato che commetterò più errori rispetto ai vincenti, ma voglio essere più solido nei punti importanti e sto cercando di capire come giocare in questi momenti”.
    Nei pressi del net sente di aver ancora moltissimo margine: “L’anno scorso giocare sul cemento indoor mi ha aiutato a capire molte cose, in particolare col mio allenatore abbiamo studiato la transizione andando verso la rete. Mi alleno molto sulle volée perché se vuoi essere un grande giocatore sul cemento devi andare a rete, essere aggressivo e fare punti”.
    Parole davvero sagge per un diciottenne, totalmente focalizzato sulla propria carriera e prestazione. Il campo parla per lui: colpi fulminanti, un gioco in progressione ancora lontano dall’essere completo e definito ma assai efficace, a tratti irresistibile. Con questa mentalità abbinata al suo talento tecnico, la sua scalata è appena iniziata…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Raducanu ha cancellato il suo account Instagram

    Emma Raducanu

    Emma Raducanu sembra aver cancellato o almeno disattivato la sua pagina Instagram poche settimane dopo essere stata vittima di uno stalker al Dubai Tennis Championships. La pagina di Emma sul social più noto e frequentato non è più disponibile da ieri notte. Raducanu aveva oltre tre milioni di follower ed era una delle tenniste più seguite, ma non è chiaro al momento se si tratti di una pausa temporanea dai social media o di una decisione a lungo termine, allontanarsi da una importante vetrina per essere meno sotto i riflettori.
    Il profilo dell’ex campionessa di US Open su Twitter (o X) e la pagina su Facebook sono ancora attivi, e ma non è dato a sapere se la britannica sceglierà di rimuovere la sua presenza anche da quelle piattaforme a breve, oppure si manterrà attiva attraverso un social media manager con minimi aggiornamenti. Le pagine social di Raducanu sono ferme da tempo: non ha pubblicato su X dal 1° febbraio, anche se il suo ultimo post su Facebook è del 4 marzo, prima del suo sbarco a Indian Wells.
    Nonostante una buona off season le migliori intenzioni per un forte rilancio sul tour, finalmente guarita dai tanti problemi fisici (e pure tre operazioni nel recente passato), il 2025 agonistico di Raducanu non è iniziato nel migliore dei modi. La britannica ha vinto solo tre delle sue nove partite del WTA Tour e in quel di Indian Wells è stata sconfitta all’esordio – in due set piuttosto netti – da Moyuka Uchijima.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Draper: “In Italia, Spagna e Francia il tennis è più seguito che nel Regno Unito. Shelton? Ha un’energia eccezionale”

    Jack Draper esulta dopo il successo su Fritz (foto ATPsite)

    Jack Draper ringrazia il connazionale Murray per avergli aperto la strada e avvicinato molti ragazzi al tennis, ma afferma che a livello di passione del nostro sport il Regno Unito è indietro rispetto a nazioni leader come Italia, Spagna e Francia. Il nativo di Sutton così ha parlato in quel di Indian Wells, dove continua a macinare ottimi risultati approdando ai quarti di finale dopo il bel successo contro Fritz. Lo attende ora una sfida totalmente diversa contro i servizi “bomba” di Ben Shelton, colpo che Jack ammette di invidiare…
    “Credo di aver giocato una partita di alto livello, qui ho faticato molto in passato con il servizio, ma penso di aver servito molto bene oggi, penso che questo sia stato un elemento che ha messo a Fritz molta pressione” confessa Draper. “È stata una partita molto diversa dall’ultima volta, dove i campi erano talmente rapidi che pareva di giocare sul ghiaccio. Qui nel deserto il rimbalzo è molto più alto, è più difficile fare punti con il servizio. Ho anche risposto bene, direi che questa volta tutti gli elementi si sono accesi insieme con un “clic”, quindi non potrei essere più soddisfatto della mia prestazione”.
    Contro Shelton nei quarti servirà una super partita in risposta, visto il servizio del rivale. “Ben è un giocatore che ha sempre molta energia, non ho ancora mai giocato contro di lui ma so benissimo di cosa è capace. Sappiamo tutti come serve, l’ho visto giocare ieri sera e ha servito alcuni Ace a 240 km/h. Non penso di poterlo fare… (ride). È mancino come me, uno che ha voglia di entrare nei primi 10. È anche un ragazzo molto simpatico, è ogni giorno più costante e questa settimana ha battuto alcuni grandi giocatori. Non vedo l’ora che arrivi questo incontro, non abbiamo mai giocato uno contro quindi sarà molto divertente. Naturalmente sarà una partita molto difficile”.
    Questo invece il suo pensiero sul tennis in Gran Bretagna, con il culmine su Wimbledon ma… troppo poco oltre le due settimane del torneo. “Pensi al tennis in Inghilterra e ovviamente abbiamo Wimbledon” sorride Jack. “È uno degli eventi sportivi più grandi al mondo. Direi che per tre settimane all’anno siamo molto coinvolti nel tennis. Penso che siamo stati estremamente fortunati, ovviamente, ad avere Andy Murray e altri giocatori che mi hanno davvero mostrato la strada e mi hanno ispirato a essere un giocatore di alto livello. Tuttavia ritengo che la cultura per il tennis non è enorme nel Regno Unito. Ci sono altre nazioni, penso all’Italia, Spagna e Francia, dove se la cavano meglio, amano il tennis molto più di noi come nazione. Quando arriverà il momento dell’erba spero che giocatori come me ed Emma, ma anche gli altri, potremo dare un bello spettacolo e ispirare molte persone a giocare”.
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    ITIA: “Problemi di comunicazione intorno al caso Sinner hanno rivelato forse una cattiva comprensione delle nostre regole”

    Jannik Sinner, n.1 ATP

    Karen Moorhouse, CEO dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA), è tornata sullo spinoso caso Sinner a quasi un anno dalla positività al Clostebol che ha portato prima alla totale assoluzione del n.1 azzurro al termine di un procedimento di un Tribunale indipendente e quindi, lo scorso febbraio, ad accettare un accordo con WADA per chiudere la faccenda e non sottostare alle incertezze del ricorso al TAS di Losanna presentato dall’Agenzia antidoping. Secondo quanto dichiarato da Moorhouse a France Press, ITIA è certa della bontà del suo operato, ma a livello di comunicazione qualcosa evidentemente non ha funzionato.
    “I problemi di comunicazione intorno al caso Sinner hanno hanno rivelato forse una cattiva comprensione delle nostre regole sull’annuncio dei test positivi e delle sospensioni provvisorie: la gente ha creduto erroneamente che stessimo annunciando dei controlli positivi, quando in realtà si trattava di annunciare delle sospensioni provvisorie“, dichiara Moorhouse. “In entrambi i casi le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto dai nostri codici. E poiché il loro ricorso ha avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche. Se avessimo fatto diversamente, avremmo infranto le nostre stesse regole”.
    “Le regole del nostro operato si basano sul Codice Mondiale Antidoping, che elenca diverse violazioni che possono essere commesse dall’entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente … Ma la maggior parte dei reati presuppone un’azione intenzionale a doparsi. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale di cui abbiamo beneficiato, non era giustificato perseguire nessuno del suo entourage. Non c’è stata alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis, che si basa sul Codice Mondiale Antidoping“.
    “È complicato riuscire a trovare un corretto equilibrio tra due interessi, quello a divulgare la notizia un test positivo di un atleta e quello contrario a mantenerlo segreto fino alla conclusione di un’indagine che approfondisce il caso” continua Moorhouse. “Alcuni sport decidono di annunciare immediatamente le sospensioni provvisorie, è il caso dell’atletica leggera. Ci sono altri sport, come quelli di squadra, che al contrario non annunciano mai le sospensioni provvisorie. Il tennis ha cercato di trovare un corretto equilibrio attraverso la regola dei dieci giorni: se un tennista fa appello entro dieci giorni, e il suo ricorso viene accolto, il provvedimento allora non viene reso pubblico. Questa è una regola che potrebbe essere modificata”.
    Oltre allo spinosissimo caso Sinner, una delle vicende recenti che maggiormente ha fatto parlare è stata la brevissima sospensione accettata da Iga Swiatek rispetto alla vicenda più tormentata di Simona Halep. Così la CEO di ITIA spiega la posizione: “Per quanto riguarda Swiatek il test positivo era dovuto a un farmaco contaminato. Per quanto ci riguarda il suo grado di responsabilità è stato assai limitato. Il caso Halep è stato estremamente complesso ma alla fine il TAS ha stabilito che la positività è arrivata a causa di un integratore contaminato. Per determinare il suo grado di responsabilità, hanno preso in considerazione la natura del prodotto incriminato e le precauzioni che la giocatrice aveva preso per cercare di limitare il rischio di contaminazione. Dopo aver valutato tutti i vari fattori, il TAS ha stabilito come opportuna una sospensione di nove mesi”.
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    Trotman e la filosofia nell’allenare Draper: “Salute prima di tutto, ma ai giocatori va lasciato il tempo per riflettere e maturare”

    Draper con coach Trotman

    James Trotman non è tra i coach tennistici più noti, ma il suo ottimo lavoro insieme a Jack Draper l’ha portato in prima pagina e ascoltarlo è operazione tutt’altro che banale. Parole precise, chiare, scandite con la calma di chi è sicuro delle proprie idee e con fermezza le propone al suo assistito, lasciandogli il tempo per assimilarle e riflettere. Proprio la gestione del tempo per Trotman è un requisito decisivo a diventare un campione: tempo per impattare la palla con colpi incisivi e mai causali; tempo per comprendere cosa si è fatto bene e cosa non ha funzionato, in modo da analizzare a freddo ogni aspetto e trarre il meglio per crescere sia come tennista che come persona. Una filosofia non lontana da quella “sinneriana” se ci pensiamo bene e che sta sostenendo l’ascesa di Jack verso il vertice della disciplina. Intervistato dai colleghi del sito ATPtour.com, Trotman si è raccontato al pubblico, fornendo alcuni spunti di vero interesse sul proprio lavoro e su quello che è davvero importante per un tennista ambizioso.
    “Di solito non facciamo un’analisi della partita fino al giorno successivo, sia che vinciamo o perdiamo”, afferma Trotman all’indomani del successo di Draper contro Brooksby. “Mi piace dare a Jack dello spazio dopo il match per riflettere, per focalizzarsi un po’ i suoi pensieri piuttosto che dover reagire immediatamente. Penso che sia salutare per i giocatori riflettere sugli aspetti positivi e negativi del gioco con una prospettiva rilassata, e quindi esaminarli insieme.”
    “La mia filosofia è che Jack ha un modo di giocare che lo porta a concentrarsi innanzitutto sull’esecuzione dei suoi colpi. Fare il proprio gioco. All’interno di ciò, quali sono i due o tre aspetti tattici che potremmo implementare per aiutare la sua prestazione in rapporto all’avversario? Credo fermamente che il focus sia nell’eseguire bene gli impatti, la tecnica, questa è la base. Inoltre possiamo sviluppare alcune cose che potrebbero influenzare la partita e l’avversario”. Tecnica, imporre i propri punti di forza e quindi strategia per mettere in difficoltà l’avversario.
    Quest’approccio per così dire graduale, riflessivo e che necessita di tempo, deriva da difficile 2023 affrontato da Draper, vittima di continui stop per infortuni che hanno reso molto complicato lavorare. “Entrando nell’anno scorso, l’unico obiettivo era rimanere in forma e in salute”, continua Trotman. “Siamo arrivati ​​a un punto in cui non importava quanto sarebbe migliorato o cosa sarebbe diventato, il nostro obiettivo era semplicemente mantenerlo in salute. È difficile ritrovare la fiducia nel proprio corpo dopo aver sofferto così tanti problemi uno dietro l’altro. Non è qualcosa che accade da un giorno all’altro. È stata una lunga strada.” Il coach entra nel dettaglio: “Non si è trattato di un solo infortunio, ce ne sono stati tre o quattro di fila. Pensavo fosse importante tirare una riga: ‘Cosa facciamo ora, Jack? Chi sono le persone che ti metteremo intorno?’ Questo era il primo obiettivo. Si può anche fallire, ma se il fallimento arriva non deve esser perché non ci abbiamo provato con tutti i mezzi”.
    Trotman ha lavorato a lungo con la LTA (la Federtennis britannica), allenando alcuni dei giocatori di più alto livello emersi nel paese, tra cui l’ex numero 14 del mondo Kyle Edmund. I suoi anni passati in quella organizzazione hanno formato le sue competenze, insieme ai continui aggiornamenti che James ha messo a punto viaggiando e capendo nuovi metodi. Un lavoro che gli hanno permesso di costruire una base di supporto solida per Draper, assicurandogli non solo la ripresa del fisico e la messa “in sicurezza” contro i peggiori infortuni, ma di tornare in campo più forte che mai. Trotman ha aggiunto al team del n.1 britannico Shane Annun come fisioterapista e Matt Little come preparatore, entrambi con un passato a fianco di Andy Murray.
    Per quanto riguarda la filosofia dell’allenamento, Trotman crede che i giocatori debbano assumersi la responsabilità del proprio sviluppo e in questo è davvero vicino alla filosofia del “team Sinner”, col giocatore al centro di tutto. Sottolinea la flessibilità e l’adattabilità, adattando il suo approccio alle esigenze uniche di ciascun giocatore pur rimanendo fedele ai suoi principi fondamentali. “Penso che ogni persona sia diversa. La sfida più grande risiede nella persona stessa: ognuno ha punti di forza e di debolezza diversi. Ma penso che i migliori giocatori che ho incontrato siano i più resilienti nell’affrontare le avversità, nell’intraprendere un percorso e nel capire quale sia la loro visione e chi vogliono diventare. È ciò di cui ogni giocatore ha bisogno. Penso che dovrebbe esserci una certa flessibilità in entrambe le direzioni, senza compromettere le tue convinzioni fondamentali come allenatore o come giocatore. Esistono diversi modi per cercare di acquisire abilità e insegnarle al giocatore. Può essere fatto in modi diversi a seconda del giocatore e della sua volontà di imparare. Abbiamo un approccio di squadra, ma alla fine ciò che conta è ciò che è meglio per i giocatori. Il nostro compito è fare molti sacrifici per ciò che è meglio per loro”.
    Trotman racconta un fatto poco noto della giovinezza di Draper: è cresciuto piuttosto tardi e questo lo ha costretto a riadattare totalmente il suo modo di giocare. “Aveva un grande potenziale ma fino ai 15-16 anni era piccolo. Per questo è cresciuto dovendo competere costantemente contro giocatori più grandi, diventando un grande difensore e trovando modi per essere competitivo contro giocatori più potenti. Poi, all’improvviso, arriva la crescita e diventa 193 cm! Per questo tutto è cambiato, a partire dal servizio e dal modo di stare in campo. Ha iniziato un viaggio che l’ha trasformato in giocatore che cerca di imporre le proprie armi in campo e tirare così forte da… togliere la racchetta all’avversario“.
    I due lavorano insieme in modo esclusivo dal 2021 e il coach è molto soddisfatto del loro rapporto. “Sono molto fortunato ad avere l’opportunità di lavorare con Jack, di accompagnarlo in questo percorso. Andiamo meravigliosamente d’accordo, è fondamentale. Trascorrere così tanto tempo insieme in una situazione ad alta pressione, non necessariamente una situazione normale, potrebbe essere un problema ma il nostro rapporto è davvero buono. Possiamo ridere, avere i nostri spazi e conversazioni dure quando necessario, rispettando l’opinione dell’altro. Ci vuole tempo, bisogna costruire il rapporto e la fiducia. In definitiva, penso che Jack sappia che le decisioni che prendo o le mie opinioni si basano su ciò che è meglio per lui, non su ciò che è meglio per me. A volte potrebbe non piacere sentirsi dire certe cose, ma è chiaro che tutto è fatto con la giusta intenzione. Non dobbiamo sempre essere d’accordo, ma tutto si basa sulla fiducia e ci vuole tempo. Bisogna superare gli alti e bassi, restare uniti e trovare le migliori opportunità per Jack” conclude Trotman.
    Una bella scoperta il pensiero di Trotman. Equilibrio, focus su idee chiare e sul giocatore, mettendo Draper al centro a prendersi le sue responsabilità, insieme a scelte condivise. Jack è a un passo dalla top10, ma visto il suo potenziale sembra solo un primo passo verso una carriera di altissimo livello.
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    Shang Juncheng operato al piede

    Shang dopo l’operazione

    Sorridente, nonostante una grossa fasciatura alla gamba destra per proteggere il piede appena operato. Così il talento cinese Shang Juncheng si è mostrato in un post social dopo l’intervento chirurgico subito al piede destro, necessario a risolvere un infortunio subito in Australia.
    “Ciao a tutti, volevo solo condividere che ho avuto a che fare con un piccolo problema al piede dall’Australia”, ha scritto Shang su Instagram. “Dopo aver consultato il mio team e i dottori, abbiamo deciso che l’operazione era l’opzione migliore. Sono felice di dire che è stato un successo e non vedo l’ora di tornare in campo!”.

    Il ventenne, n.55 ATP, si era ritirato nel corso del suo match contro Davidovich Fokina agli Australian Open e non era più riuscito a giocare da allora. Davvero un avvio di 2025 sfortunato per “Jerry”, visto che era stato costretto a gettare la spugna nel corso della semifinale del primo torneo dell’anno a Hong Kong, opposto a Nei Nishikori.
    Shang lo scorso autunno ha vinto il primo torneo ATP in carriera a Chengdu (battendo in finale Lorenzo Musetti), diventando il primo tennista del suo paese capace di vincere un torneo in casa. Non possiamo che augurare a “Jerry” un pronto rientro.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Indian Wells: il nuovo “Shapo” può impensierire Alcaraz?

    Denis Shapovalov, campione a Dallas (foto ATP site)

    Il braccio più veloce e creativo del West contro l’uomo delle giocate più spericolate ed ardite. Il menù del match in Prime Time serale in quel di Indian Wells, Alcaraz vs. Shapovalov, ha un discreto fascino e sembra presentare tutti gli ingredienti per soddisfare i palati più esigenti, quelli di coloro che amano il tennis vario e fantasioso. Ma la vera domanda è quella del titolo: questo “nuovo” Shapovalov, meno sciupone e un po’ più focalizzato sull’importanza dei punti, sarà abbastanza per impensierire e magari provare a battere il n.3 del mondo, due volte campione in California? La risposta non è facile, e tendenzialmente si potrebbe così articolare: sì, a patto che Carlos ci metta del suo in negativo, a meno di un Denis in totale trance agonistica da sorprendere tutti. 
    C’è un precedente tra i due, Roland Garros 2023 e non ci fu letteralmente partita tra i due; ma il contesto era totalmente a favore dello spagnolo e il canadese era già in crisi al ginocchio, oltre che di risultati e fiducia, quindi quell’incontro non conta quasi niente. Le partite andate finora in scena a Indian Wells hanno confermato quanto la palla salti alto e sull’importanza della combinazione potenza – topspin. In questo caso, guardando ai due duellanti di stanotte, siamo in parità: entrambi non disdegnano affatto colpire la palla dall’alto, hanno un uso accentuato del topspin (ancor più Denis in scambio) per poi scagliare accelerazioni devastanti, e di potenza ne hanno da vendere. Alcaraz rispetto a Shapovalov gioca di più sull’anticipo, ama entrare duro nella palla quasi in contro balzo, sfruttando la straordinaria velocità di esecuzione e sensibilità che non gli preclude ogni soluzione tecnica. Shapovalov anticipa di meno, tende a saltare sulla palla con slanci importanti e caricare a tutta il suo braccione, trovando tanta di quella esuberanza da spaccare tutto. Spesso fin troppo… Gli errori infatti fioccano e tantissime volte l’hanno portato a disastrose sconfitte.
    Tuttavia da diverse settimane Denis è un tennista assai migliorato. Tornato in eccellente condizione fisica, “Shapo” sta finalmente imparando a capire di più il gioco, in senso dell’attesa per trovare il momento ideale a scatenare il turbo e prendersi il rischio. Coach Tipsarevic è forse – finalmente – riuscito a toccare le corde più profonde e adesso “Shapo” vive di vibrazioni più Jazz che Heavy Metal… Resta un super creativo, uno che tira forte e si prende il punto, ma sbaglia molto di meno e ha ridotto quella fretta che è sempre stata una scomoda compagna di viaggio. Vive meglio la pressione e serve molto, molto bene. In queste settimane di 2025 ha ottenuto la miglior striscia di vittorie in carriera, venendo dal titolo a Belgrado sul finire dell’anno scorso. Un buon momento insomma, e scenderà in campo assolutamente senza niente da perdere. Anzi, lo stadio pieno e l’avversario forte potrebbe portarlo ad esaltarsi e giocare il suo miglior tennis.
    Dove Shapovalov può incidere contro Alcaraz? Intanto dovrà servire come un treno, prendersi diversi punti diretti sarà decisivo. Al contrario, se la prima palla non farà male e sarà la risposta di Carlos a brillare, difficile ipotizzare un match equilibrato. “Shapo” potrà sfruttare bene il suo gancio mancino bloccando Carlos sul rovescio e quindi appena lo spagnolo proverà ad uscire col lungo linea Denis avrà la chance di azionare quella bordata di rovescio cross che diventa imprendibile per tutti. Ultimamente il canadese è assai proiettato a rete: può essere un’arma a doppio taglio se gli approcci non saranno abbastanza ficcanti perché il lob e passante dello spagnolo sono tra i migliori del tour. La partita potrebbe svolgersi su di un attacco frontale, a massima velocità, come su continui cambi di ritmo e variazioni, ed è per questo che potrebbe diventare molto intrigante.
    La sensazione è che Shapovalov possa mettere in difficoltà Alcaraz solo se, servendo bene e sbagliando poco, riuscirà a mettere pressione al rivale. Da tempo il più giovane n.1 dell’era moderna ha mostrato qualche difficoltà a gestire la tensione dei momenti in cui viene messo sotto o quando suoi colpi non riescono portarlo avanti. Nello scenario più positivo per Denis, Carlos potrebbe regalare qualcosa, andare in confusione tattica provando giocate a bassa percentuale e commettere troppi errori. Ma pare difficile che collassi da solo, servirà la “spintarella” di Shapovalov e tutto o quasi dovrà funzionare nel suo tennis per riuscirci, o almeno provarci. Chiaramente se i colpi di inizio gioco di Carlos funzioneranno a dovere e sarà lui il primo entrare in campo con i piedi e condurre, beh, potrebbe arrivare una vittoria netta per lo spagnolo.
    La partita potrebbe riservare sorprese tecniche, ed uno svolgimento irregolare dipendente dal “mood” e tenuta mentale dei due. Probabile che molti saranno i punti vincenti e spettacolari. Probabile che Alcaraz esca vincitore ma, in caso di partita divertente, sarà soloil tennis a vincere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO