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    Draper: “Sto recuperando bene, è stato un periodo utile per rigenerarmi, riflettere e capire dove migliorare”

    Jack Draper (foto Getty Images)

    Uno dei grandi assenti nei due Masters 1000 estivi in Nord America è stato certamente Jack Draper. Il potente mancino britannico, arrivato al n.4 del ranking ATP lo scorso giugno dopo Roland Garros, ha deluso sull’erba di Wimbledon, battuto al secondo turno dal redivivo Marin Cilic, finalista ai Championships nel 2017 (battuto da Federer). Molta delusione per lui e gli appassionati di Re Carlo, ma in realtà parte della sua modesta e perdente prestazione sui prati di casa è dipesa da un problema al braccio, dolore che si trascinava da un po’ e che proprio nel massimo appuntamento stagionale gli ha “presentato il conto”. Da qua la decisione di fermarsi: non aveva senso insistere con questa infiammazione, meglio riposo, cure e rimettere a posto fisico e testa per presentarsi nelle migliori condizioni possibili a US Open, dove dovrà difendere la semifinale dell’anno scorso, in quella che fu all’epoca la sua miglior prestazione in carriera. Con un servizio potente e quel gancio mancino che passa da palle arrotatissime a bordate imprendibili, Jack si fece largo e Flushing Meadows, tanto che solo la maggior intensità di Sinner riuscì a stopparlo. Arriverà a New York a corto di match ma guarito, con voglia di far bene e anche la testa più leggera, come ha confermato parlato alla LTA (federazione britannica).
    “Ho avuto la conferma di soffrire di un infortunio al braccio, un problema con cui convivevo da un po’. I medici e il mio team mi hanno consigliato di prendermi una pausa. Ho avuto qualche giorno di riposo assoluto, mi sono rilassato e ho distolto la mente dal tennis” racconta Draper. “Poi mi sono sentito davvero motivato a tornare, svolgere degli ottimi allenamenti e lavorare sodo fisicamente per ottenere buoni risultati. Sono tornato a giocare a tennis lentamente per proteggere il braccio, ma sono state settimane davvero produttive. È stato un peccato saltare Toronto e Cincinnati, ma penso che sia stato un buon periodo per riflettere e migliorare, capire dove focalizzare il lavoro“.
    “Non vedo l’ora di giocare agli US Open e mi trovo in un ottimo momento sia a livello personale che tennistico. Mi sento rigenerato, motivato e non vedo l’ora di tornare in campo.” Così Jack, a pochi giorni dal rientro a New York, dove dovrebbe competere anche nel doppio misto “delle stelle”, format nuovissimo lanciato nel quarto Slam stagionale, anche se resta da confermare la presenza della partner annunciata dal torneo, Paula Badosa, a sua volta travolta dall’ennesimo infortunio della sua sfortunatissima carriera.
    Nelle parole di Draper colpisce soprattutto come abbia sottolineato l’importanza del riposo e dello staccare la spina a livello mentale. Sentirsi riposato, voglioso di match e competizione, trovarsi rigenerato è parte fondamentale per arrivare ad giocare il proprio miglior tennis. Alcuni dei tennisti che stanno attraversando un evidente calo di prestazione nell’ultimo periodo (Medvedev, Tsitsipas, solo per citarne due tra i migliori) giocano tanto, forse troppo. Uscite di scena premature che spingono a continuare a giocare per riprendersi. Ma siamo sicuri che sia corretto? Forse la strada maestra è quella raccomandata da Draper, ossia l’importanza di un riposo attivo per curare fisico e rigenerare la testa, invece di continuare ad inanellare memorie negative e frustrazioni. Aspetti di non facile gestione…
    Marco Mazzoni   LEGGI TUTTO

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    Djokovic, tra vacanze e allenamenti in Montenegro in vista di US Open

    Novak insieme al violinista Mido Todorovic

    Dopo la decisione di saltare il Masters 1000 di Cincinnati, in Serbia da qualche giorno sui principali media sportivi (e non) è scattato una sorta di tam tam intorno a Novak Djokovic, non tanto per “paparazzarlo” nel corso delle sue vacanze in famiglia quanto per vedere se nelle sue giornate siano presenti anche le racchette da tennis e gli allenamenti, con US Open ormai prossimo. Dopo la sconfitta sofferta da Jannik Sinner in semifinale a Wimbledon lo scorso 11 luglio, il 24 volte campione Slam non è più tornato in competizione. È stato fotografato in Grecia insieme al primo ministro del paese ellenico, ma di allenamenti neanche l’ombra. Finalmente Novak è stato rintracciato a Durmitor, località turistica del Montenegro dove si sta rilassando con la moglie Jelena e due figli, rinforzando il proprio legame con la terra dei nonni (ne aveva parlato in una recente intervista, affermando di sentirsi totalmente a casa da quelle parti).
    Tra un bagno rinfrescante e altre attività, finalmente i media serbi hanno trovato una foto di Djokovic con in mano le racchette da tennis. Non in campo, ma insieme al famoso violinista Mido Todorovic, una vera star locale, che si è scattato il classico selfie con il campione di Belgrado e ha pubblicato sui social lo scatto, che riportiamo.

    Nei giorni scorsi Novak era stato avvistato a cavallo, in acqua, impegnato in mille attività ludiche ma mai con la racchetta. Forse è il segnale che nonostante abbia deciso di non giocare alcun match prima di US Open, si sta preparando per l’ultimo Slam della stagione. Una novità per lui saltare in toto i tornei estivi tra Wimbledon e New York, ma del resto più di una volta ha affermato che dall’alto dei suoi 38 anni e con la sua bacheca sterminata di trofei, l’unica importante motivazione a continuare sia andare a caccia del 25esimo titolo major.
    Gli US Open scatteranno esattamente tra due settimane. Novak lo scorso anno perse prematuramente al terzo turno. Quest’anno nei tre Slam disputati si è sempre fermato in semifinale, a Melbourne per ritiro contro Zverev (dopo aver battuto Alcaraz nei quarti con una super partita, ma soffrendo un problema fisico), e contro Sinner a Roland Garros e Wimbledon. Dopo il successo di Shelton a Toronto, Djokovic è scivolato al settimo posto in classifica. A meno che De Minaur (o Khachanov) vincano a Cincinnati, si presenterà a New York da n.6 o 7 ATP, con la possibilità di un nuovo scontro già ai quarti con Alcaraz o Sinner, i due grandi favoriti per il titolo.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Italiani e Italiane nei tornei ITF: I risultati di Domenica 10 Agosto 2025

    Juan Cruz Martin Marzano

    M15 Slovenska Bistrica 15000 – Final[8] Jan Kumstat vs [5] Juan Cruz Martin manzano ore 10:00ITF M15 Slovenska Bistrica – 2025-08-04T00:00:00Z Jan Kumstat• 403 Juan Cruz Martin Manzano153ServizioSvolgimentoSet 1Jan Kumstat 15-0 30-0 15-0 30-15 40-15Juan Cruz Martin Manzano 0-15 0-40 15-40 30-402-3 → 3-3Jan Kumstat 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 30-40 40-40 40-A2-2 → 2-3Juan Cruz Martin Manzano 0-15 15-30 0-30 15-30 30-30 40-302-1 → 2-2Jan Kumstat 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1Juan Cruz Martin Manzano 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1Jan Kumstat15-15 30-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Six Kings Slam 2025: uscito il poster ufficiale. Confermato Sinner

    La infografica dell’evento 2025

    Il prossimo autunno tornerà in Arabia Saudita la ricchissima esibizione Six Kings Slam, prevista presso la ANB Arena di Riad dal 15 al 18 ottobre. Le informazioni sono ancora incomplete, ma oggi è uscito il poster che lancia la manifestazione, con la conferma dei volti dei sei campioni al via: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Alexander Zverev, Taylor Fritz e Jack Draper. L’evento dovrebbe svolgersi con il formato dell’anno scorso, e con lo stratosferico premio di 6 milioni di dollari per chi vincerà la tre giorni di gare. Lo scorso anno fu Sinner trionfare, battendo uno dopo l’altro Daniil Medvedev (a cui lasciò la miseria di tre game!), quindi Novak Djokovic in semifinale e Carlos Alcaraz in finale. Djokovic si aggiudicò la finale per il terzo posto, superando Nadal, in uno degli ultimi match giocati dallo spagnolo prima del ritiro consumato a Malaga in Davis Cup.
    Curioso rilevare come solo tre dei partecipanti in realtà siano campioni Slam (quando il titolo dell’evento recita Sei Re degli Slam): Sinner (a quota 4 titoli), Alcaraz (5) e ovviamente Djokovic (ben 24, record assoluto). Draper, Fritz e Zvever ambiscono a diventarlo e giocheranno in Arabia Saudita per il Prize money più ricco dell’anno, ancora da confermare ma che non dovrebbe discostarsi da sei milioni ottenuti nel 2024 dal nostro campione di Sexten.
    Un evento che l’anno scorso suscitò non poche polemiche, per la sua collocazione (la trasferta in Asia per i tornei di Pechino e Shanghai), per valanga di dollari assegnata a tutti i giocatori, anche i soli partecipanti, e per la continua battaglia portata avanti da molti tennisti sulla lunghezza e durezza del calendario ufficiale, ma pronti a giocare con assegni così pesanti in palio.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    La singolare proposta di Toni Nadal ad Auger-Aliassime: “Sono sempre disposto ad aiutare, gratuitamente”

    Toni Nadal nella foto

    Non è più coach “full time” da diverso tempo, ma Toni Nadal grazie allo straordinario lavoro effettuato con il nipote Rafa resta un allenatore, o almeno consulente, molto molto abito. Lo testimonia anche il recente passaggio di Sasha Zverev presso l’Academy di Rafael a Manacor dopo Wimbledon, o come tantissimi tennisti (tra cui Casper Ruud, Alexandra Eala solo dirne due) si siano formati e migliorati presso i campi delle Baleari, con un contributo diretto o indiretto dello “zio” più famoso del tennis moderno. Tra i tennisti che sono passati per le mani sapienti di Toni c’è anche Felix Auger-Aliassime, l’ultimo tennista davvero allenato dallo storico mentore di Rafa nel periodo 2021 – 2024. Esattamente il miglior momento in carriera del canadese che, grazie agli insegnamenti e pazienza di Toni, arrivò al n.6 ATP vincendo 4 tornei (Rotterdam, Anversa, Firenze e Basilea), la Davis con il Canada e segnò un record personale di 16 vittorie consecutive nell’autunno del 2022, il suo miglior momento in carriera. Un rapporto bello quello tra Toni e Felix, sincero e di profondo rispetto, tanto che Toni Nadal è recentemente arrivato ad affermare che il suo ex pupillo canadese è sempre benvenuto nella Academy, dove sarebbe lieto di assisterlo di nuovo anche gratuitamente. Attenzione: non più come coach o parte del team, ma per sessioni di allenamento insieme, ricche di spunti e consigli da fornire agli allenatori che lo seguono per tutta l’annata. Un po’ come è accaduto allo stesso Zverev, passato dalla accademia ma senza riuscire a strappare a Toni un pieno ruolo da super coach (e della Germania si dice che quello sarebbe stato il vero obiettivo del viaggio di Sasha a Manacor…).
    Così ha parlato Toni Nadal in un’intervista rilasciata a Sebastian Fest per RG Media, della quale riportiamo alcuni passaggi. “Non posso escludere al 100% di tornare un giorno ad essere un coach full time” racconta Toni Nadal. “Mi piace allenare. Ma soprattutto, mi piace aiutare i ragazzi dell’accademia, anche se non sono più il direttore. Per essere un buon allenatore, devi impegnarti molto; questa è la cosa principale. Eccelli quando sei immerso in quello che fai, quando hai un’ossessione. Ero particolarmente perso da Rafael Nadal, cercavo di renderlo molto bravo. Questo mi ha portato a cercare sempre soluzioni, a trovare la strategia migliore. Alla mia età, quello che penso di poter dare sono soprattutto consigli sul tennis.”
    Il rapporto con Auger-Aliassime, nel ruolo di supervisore del lavoro (in pratica il super-coach) ha portato ad ottimi risultati. “Oltre al fatto che mi è piaciuto tornare in circuito per qualche settimana, penso che abbiamo fatto un buon lavoro” continua Toni. “È partito al 22° posto nella classifica mondiale ed è salito al sesto posto l’anno successivo. Per me è stato stimolante: è stata una grande tappa, ma io stesso ho detto a Felix: Hai bisogno di qualcuno che sia molto più coinvolto di quanto possa fare io. Ma questo non significa che il rapporto non possa essere rinnovato. Gli ho anche detto: ‘Se vuoi venire all’accademia, sono sempre disposto ad aiutarti. Gratuitamente’“.
    “Sarei davvero felice se tornasse qua all’Accademia per una settimana, sarei entusiasta di lavorare con lui” continua Toni. “Ricordo quando Felix venne a trovarmi per collaborare, gli chiesi: ‘Qual è la tua aspirazione?’ E lui rispose: ‘Diventare il numero uno al mondo’. Allora gli chiesi: ‘Cosa vuoi che ti dica ora? Cosa vuoi sentire, o cosa penso di doverti dire?’ E lui rispose: ‘No, no, sono venuto per ascoltarti’”. Allora ho risposto: ‘Beh, non ti vedo come il numero uno in questo momento. Non so come puoi battere Djokovic, Zverev, Medvedev o Rafael. Rafael starebbe meglio se non lo battessi, ma non so come fare. Da qui in poi, vediamo se tra uno o due anni riusciremo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati’“.
    “Sono abituato a dire alla gente quello che penso. Capisco, ovviamente, che bisogna stare attenti. Non si tratta di essere crudeli con nessuno, bisogna stare attenti, ma bisogna dire le cose” conclude Toni Nadal.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Svitolina risponde con amarezza alle offese e minacce ricevute via social a Montreal

    Elina Svitolina

    Il triste e preoccupante fenomeno degli abusi e minacce ricevute dai tennisti via social, perlopiù da scommettitori frustrati, continua tenere banco nel mondo del tennis. Stavolta è Elina Svitolina a denunciare una serie lunghissima di messaggi che hanno invaso il suo account dopo la sconfitta patita a Montreal da Naomi Osaka. La giocatrice ucraina ha composto con il proprio smartphone un collage di alcune delle offese e minacce inaccettabili che le sono arrivate sul social Instagram in Canada, dopo il suo impegno di quarti di finale perso con un secco 6-2 6-2 da Osaka.
    “Spero che tu muoia stanotte, tutto il denaro che ha fatto vendendo le tue partite…”
    “Spero che la Russia ucciderà tutti gli ucraini di merda, hai perso da quella giapponese, vai a…”
    Queste parti di due messaggi ricevuti da Elina, nelle parti “pubblicabili”. Il resto è una sequela di parolacce.

    Elina Svitolina showed the abusive & horrific messages she received from bettors after her loss to Naomi Osaka in Montreal.
    Her response to them:
    “To all the bettors: I’m a mom before I’m an athlete. The way you talk to women – to mothers – is SHAMEFUL. If your moms saw your… pic.twitter.com/nG7jA87Bw3
    — The Tennis Letter (@TheTennisLetter) August 6, 2025

    Secca la risposta di Svitolina nel post con gli screenshot allegati: “A tutti gli scommettitori: sono una mamma prima di un’atleta. Il modo in cui vi rivolgete a una donna – mamma – è vergognoso. Se le vostre madri vedessero i vostri messaggi, sarebbero disgustate”.
    Ricordiamo che la ITF insieme alla WTA (e non l’ATP) ha avviato un programma di monitoraggio dell’attività social dei tennisti professionisti, a loro tutela contro questi abusi, un’azione che ha provocato l’intervento delle autorità in diversi casi con il blocco degli account di questi soggetti e anche denunce penali nei casi più gravi. Tuttavia al momento sembra solo una goccia nel mare della cattiveria, dell’ignoranza e della malattia che diventa lo scommettere in modo compulsivo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Mouratoglou: “Finché c’è Alcaraz, non c’è modo annoiarsi”

    Patrick Mouratoglou

    Patrick Mouratoglou sottolinea la brillantezza e divertimento del tennis di Carlos Alcaraz, il giocatore attuale che più lo interessa e stimola. Secondo il noto coach francese, la forza dello spagnolo deriva da un talento tecnico importantissimo unito a forza fisica e qualità agonistiche, una sorta di mix quasi perfetto tra i talenti dei grandi del recente passato e presente come Federer, Nadal e Djokovic. Parlando a margine della presentazione di un evento del suo tour alternativo UTS, così Mouratoglou si è espresso sul giovane spagnolo, il tennista con quale non ci si annoia mai.
    “Alcaraz ha un tennis diverso rispetto a due giocatori incredibilmente costanti come Nadal e Djokovic, che costruivano il punto”, afferma Patrick. “Se si guarda a Carlos, è più un attaccante, ma penso che sia molto interessante anche perché può fare così tante cose diverse e le fa tutte così bene. Fa palle corte, arriva a rete con una potenza incredibile e lì ha un tocco eccellente; sa rispondere, fare volée, e fa tutto questo in una singola partita. È pazzesco. Quindi è molto interessante. Con lui non ci si annoia mai, succede sempre qualcosa e finché ci sarà, sarà così. Certo, non è costante come Rafa e Novak al loro apice, o come Sinner ora, che è incredibilmente costante, ma accende di più lo spettacolo“.
    Mouratoglou sottolinea anche come negli ultimi anni sia cambiato il fisico dei tennisti di vertice, sempre più alti e magri, con meno massa muscolare, con poche eccezioni. “Chiaramente c’è stato un cambiamento nella corporatura dei tennisti negli ultimi anni”, continua l’allenatore francese, da poco separatosi da Naomi Osaka. “Sono sempre più alti, sempre più magri. Guardate i migliori, c’è una sola eccezione: Carlos Alcaraz. Poi tutti gli altri, che si tratti di Djokovic, Sinner, Zverev, Tsitsipas, Medvedev, sono tutti i ragazzi molto magri, molto alti. E tutti sono dotati di un servizio importante, con tanta potenza! Perché quando riesci ad accelerare con braccia più lunghe, la palla va molto più veloce”.
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    Djokovic nella cordata di acquirenti del Le Mans (club francese di Ligue 2)

    Novak Djokovic a San Siro

    Dici Le Mans e subito pensi alla leggendaria corsa automobilistica che dal 1923 si svolge ogni anno sulla durata di 24 ore, con la Ferrari vincitrice nelle ultime tre edizioni. Tuttavia la località situata nel dipartimento della Sarthe è salita agli onori della cronaca per la vendita del club di calcio cittadino, attualmente collocato nella Ligue 2. La curiosità viene dal fatto che la nuova proprietà del Le Mans FC è una cordata alla quale appartiene anche Novak Djokovic. Il campionissimo serbo infatti ha acquisito la proprietà del club francese insieme agli ex piloti Felipe Massa e Kevin Magnussen, oltre ad altri soggetti.
    “Djokovic, il giocatore di maggior successo della storia del tennis, è un uomo la cui forza mentale e il cui approccio unico apporteranno un notevole valore aggiunto”, ha dichiarato il Le Mans FC in un comunicato. Il club ha inoltre sottolineato che “Massa (con ben 15 stagioni da pilota in Formula 1) e Magnussen (10 stagioni) contribuiranno a creare un ponte tra calcio e sport motoristici, un punto di forza distintivo del marchio Le Mans”. Thierry Gomez, presidente del club francese, ha sottolineato come “l’unicità di questo fondo di acquirenti risiede anche nel contributo di atleti di alto livello come Novak Djokovic, Felipe Massa e Kevin Magnussen, protagonisti di questa iniziativa”.
    Il passaggio di proprietà è avvenuto per il 40esimo anno di vita del club. Al momento non sono stati comunicati i dettagli finanziari complessivi dell’operazione, ma si parla di diversi milioni di euro. L’investimento è guidato dal gruppo brasiliano OutField e Georgios Frangulis, fondatore e CEO di Oakberry nonché partner attuale di Aryna Sabalenka.
    È nota da sempre la grande passione di Djokovic per il calcio. È supporter del Milan e in più occasioni si è recato a San Siro per assistere di persona a partite importanti del club del “Diavolo”. Adesso per lui una partnership imprenditoriale con il club francese, a caccia di un grande rilancio e lo sbarco nella massima serie nazionale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO