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    Andy Murray e la battaglia contro il tempo: Infortunio e il Sogno di Wimbledon

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Andy Murray, ex numero uno del mondo, ha disputato un torneo di alto livello all’ATP Masters 1000 di Miami, ma ha subito un infortunio durante la fase finale della sua epica battaglia contro il ceco Tomas Machac nel terzo turno del torneo americano. Inizialmente, l’infortunio non sembrava grave, ma il britannico di 36 anni, dopo una serie di esami, ha scoperto di aver strappato due legamenti della caviglia destra, un infortunio che lo terrà lontano dai campi da tennis per un “lungo periodo di tempo”.
    Attraverso i social media, il campione di tre Grand Slam e vincitore di due medaglie d’oro olimpiche ha assicurato che tornerà, anche senza “un’anca e legamenti nella caviglia”. Wimbledon appare come la possibilità più ottimistica per il suo ritorno.
    Questo infortunio rappresenta un duro colpo per Murray, che aveva dimostrato in più occasioni la sua determinazione nel superare gli ostacoli fisici che hanno segnato le ultime fasi della sua carriera. Nonostante le sfide, l’impegno di Murray a tornare in campo, anche di fronte a un infortunio così significativo, riflette il suo spirito combattivo e la sua passione inalterata per il tennis. La speranza di vederlo competere nuovamente a Wimbledon alimenta l’attesa dei suoi tifosi, ansioso di assistere ancora una volta alla grinta di uno dei suoi campioni più amati.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Murray ipotizza il ritiro la prossima estate, dopo le Olimpiadi

    Andy Murray, classe 1987

    Andy Murray mostra segni di stanchezza per il periodo complicato che sta attraversando, con partite molto lottate ma poche vittorie, arrivando ad ipotizzare il proprio ritiro la prossima estate. Tuttavia ha il desiderio di competere ancora una volta ai Giochi Olimpici, evento nel quale ha vinto due medaglie d’Oro in singolare, in casa sui prati di Wimbledon nel 2012 e all’edizione seguente in quel di Rio, Brasile 2016.
    Dopo la sconfitta patita contro il francese Ugo Humbert al secondo turno del 500 di Dubai, lo scozzese ha così risposto alla stampa sulla possibilità che questa sia la sua ultima stagione. “Mi viene chiesto dopo ogni singola partita a cui gioco, ogni singolo torneo a cui prendo parte. Sono stanco di questa domanda, a dire il vero. Non ne parlerò più da adesso fino a quando arriverà il momento di fermarmi. Ma non ho intenzione di giocare molto oltre quest’estate.”

    Nearing the end of the road 💔 @andy_murray pic.twitter.com/AFrIwpLk6L
    — TENNIS (@Tennis) February 28, 2024

    Una frase sibillina e inattesa, dopo le sua piccata risposta di qualche settimana fa ad un articolo pubblicato su BBC Scozia nel quale il giornalista, pur ringraziando Andy per la brillante carriera, si chiedeva se fosse il caso andare oltre, vista l’età, i problemi fisici affrontati e la penuria di buoni risultati. Allora Murray affermò seccamente di non essere il tipo di giocatore e persona che molla di fronte alle difficoltà, ancor più con la grande passione e voglia di allenarsi che ancora lo anima.
    Wimbledon quest’anno andrà in scena dal 1° al 14 luglio, e solo 10 giorni dopo scattano le Olimpiadi a Parigi. Che il rosso di Roland Garros, torneo nel quale ha disputato una finale (persa contro Djokovic nel 2016) possa essere il palcoscenico del suo addio?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Murray: “Il calendario è un problema, ma i giocatori sono ipocriti, si lamentano e poi volano per le esibizioni”

    Andy Murray

    Quando vogliamo ascoltare una voce fuori dal coro, senza peli sulla lingua e molto spesso assai saggia, c’è un’unica direzione da prendere: south London, dove vive Sir. Andy Murray. Molte volte nel corso della sua lunga carriera lo scozzese ha offerto opinioni taglienti, spesso cariche di ironia in post social diventati leggendari, esprimendo le proprie opinioni o rispondendo ad altri colleghi sui temi più vari. “Muzza” anche stavolta ha sparato a zero sui colleghi, a suo dire ipocriti nel criticare duramente la stagione tennistica e il lungo calendario, ma poi prontissimi ad accettare i dollari di ricche esibizioni e volare anche molto lontano per staccare assegni pesanti. Questa l’estrema sintesi del suo pensiero, raccolto dal quotidiano The National. Riportiamo le parti più significative del pensiero di Andy, frasi davvero dirette che certamente non passeranno inosservate.
    “Cosa cambierei nel tennis se mai fossi una sorta di commissioner? Il calendario stagionale, senza indugio. Se potessi fare quello che voglio, e non ci fossero contratti in vigore che mi impediscano di spostare le cose, ci sono ovvie cose che farei. Accorciare la durata dell’anno, per avere una off-season più lunga”. Oltre a questo, in una dichiarazione di un paio di giorni fa, Andy aveva affermato che il Sud America si meriterebbe un evento 1000.
    Continua nel suo pensiero Murray, criticando così i colleghi: “Non so, potrebbero servire delle restrizioni sulle esibizioni. Penso solo che a volte i giocatori siano un po’ ipocriti rispetto allo schedule annuale del tennis, è un parlare continuo sul calendario troppo lungo, ma poi volano in tutto il mondo nella off-season e non solo per fare esibizioni, e questa è una loro scelta. Ma sembra semplicemente ipocrita perché non è obbligatorio giocare esibizioni. E nemmeno devono giocare tutti i tornei dell’ATP Tour. Possono per esempio decidere di non venire qui a Dubai (dove è stata realizzata l’intervista, ndr) o di non dover giocare a Indian Wells. Sì, ciò potrebbe danneggiare la loro classifica, ma possono scegliere di perdere alcuni eventi. Quindi sì, Mi piacerebbe vedere una off-season più lunga”.
    “Non vorrei vietare in assoluto le esibizioni. Vorrei solo chiedere ai giocatori di essere un po’ più selettivi nel modo in cui parlano del tour, del programma e di tutto quando sono a giocare. E ora vedo che ne stanno inserendo altre nel corso della stagione di esibizioni…”.
    I giocatori in effetti tendono a giocare spesso esibizioni nella parte finale dell’anno, ma questi eventi alternativi ora stanno spuntando anche nel corso della stagione. L’Ultimate Tennis Showdown per esempio si è svolto a febbraio, Rafael Nadal e Carlos Alcaraz si sfideranno in The Netflix Slam all’inizio di marzo a Las Vegas, mentre il Six Kings Slam, con un vero parterre de roi almeno annunciato (Nadal, Alcaraz, Novak Djokovic, Medvedev, Sinner e Rune) è in programma in Arabia Saudita ad ottobre, prima della trasferta in Cina e delle Finals, quindi in un momento cruciale per definire le posizione per Torino e il ranking di fine anno.
    Murray non si è fermato qua. Ha continuato nella sua critica dello status quo, puntando il dito contro i migliori giocatori, quelli che già hanno guadagni altissimi, mentre un’iniezione di denaro nel tour sarebbe importante per coloro che non arrivano minimamente a certi compensi. “Sono i migliori giocatori del mondo che possono giocare in esibizione, dove guadagnano un sacco di soldi, ma il resto dei giocatori non hanno questa opportunità e l’attenzione dovrebbe invece spostarsi su di loro. I giocatori che sono al vertice guadagnano un sacco di soldi con prize money, sponsorizzazioni commerciali, gettoni di presenza e tutto, e poi anche le esibizioni. Sono i giocatori di livello leggermente inferiore che ovviamente non hanno queste opportunità. Loro vogliono più tornei, perché è l’unica via per loro di guadagnare più soldi. Deve esserci un po’ di equilibrio” conclude Murray.
    Chissà se qualcuno dei suoi colleghi risponderà a queste parole e critiche. Andy ha parlato chiaro, e forte.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Andy Murray non è convinto che Alcaraz, Sinner e Medvedev possano effettivamente rimpiazzare i “Big 3”

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Il panorama del tennis sta subendo un cambiamento generazionale e Andy Murray è ben consapevole che non c’è alcuna garanzia che Carlos Alcaraz, Jannik Sinner o persino Daniil Medvedev possano raccogliere l’eredità dei ‘Big 3’. Durante la conferenza stampa del torneo ATP di Doha, il britannico ha condiviso le sue riflessioni su questa transizione e ha citato l’esempio di Roger Federer per illustrare come dovrebbe essere gestito il calendario dei campioni.
    Murray sta attraversando una fase cruciale della sua carriera. Dopo aver conquistato la sua prima vittoria al torneo ATP di Doha, interrompendo una serie di sei sconfitte consecutive iniziata nell’ottobre dell’anno precedente, il britannico ha subito un’altra battuta d’arresto, questa volta per mano del giovane diciottenne Jakub Mensik. Il ceco ha trionfato dopo tre tie-breaks, mettendo in evidenza la crisi di un Murray che sembra sempre più lottare per mantenere il suo status nel circuito.
    I giovani talenti stanno emergendo con forza, pronti a sfidare i veterani del tennis e a rendere la competizione sempre più ardua. Eppure, secondo Murray, solo alcuni di loro riusciranno a portare il tennis a un livello superiore. Nomi come Carlos Alcaraz e Jannik Sinner vengono in mente quando si pensa a chi potrebbe emulare il successo del ‘Big 3’. Per Murray, però, i tifosi sono troppo ansiosi di trovare un sostituto per Rafa Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer: “Ci vuole tempo per costruire qualcosa di simile. Non sto dicendo che non sia possibile che Alcaraz, Sinner e Medvedev o alcuni dei più giovani dominino, siano al top dello sport e raggiungano le fasi finali dei tornei più importanti per cinque, sei o sette anni di fila”, ha detto in conferenza stampa.
    L’ex numero uno del mondo non è convinto che Alcaraz, Sinner e Medvedev possano effettivamente rimpiazzare i ‘Big 3’, data la rarità di un simile fenomeno nel tennis. Tuttavia, se dovesse scommettere su qualcuno, punterebbe sullo spagnolo e sull’italiano: “È sicuramente possibile che questi ragazzi siano abbastanza bravi per farlo, ma credo che le persone stiano cercando di ritrovare quell’era di un gruppo di giocatori che competono e vincono la maggior parte delle settimane. Tuttavia, ci vuole tempo per costruire tutto ciò, non avviene da un torneo all’altro. Penso che ciò sia accaduto nel corso di sei, sette o otto anni, giocando costantemente nelle finali dei Grand Slam, quindi vedremo. Penso che sia una possibilità, in particolare con Alcaraz e Sinner. Credo che anche Medvedev sia eccezionale. Esiste la possibilità che accada, ma non c’è alcuna garanzia”.
    Gli infortuni possono avere un ruolo significativo nello sviluppo delle carriere di questi atleti emergenti. Parlando della recente distorsione alla caviglia di Alcaraz, Murray ha suggerito che i giocatori di maggior successo dovrebbero partecipare a meno tornei: “Se giochi quattro tornei e perdi al primo turno, la risposta del corpo è molto diversa rispetto al raggiungere le semifinali o le finali per due settimane di fila. Giocare nove partite in 12 o 13 giorni è molto impegnativo fisicamente. Se stai vincendo e stai andando bene ogni settimana, non puoi giocare troppi tornei.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Murray risponde per le rime ad un articolo nel quale si parla del suo ritiro

    Andy Murray, tre sconfitte in altrettante partite nel 2024

    Nonostante le ultime prestazioni non siano incoraggianti, Andy Murray non ha alcuna intenzione di gettare la spugna, anzi rilancia e risponde in modo piccato ad un articolo che lo spinge al ritiro. Kheredine Idessane, su BBC Scozia, ha scritto un accorato articolo intitolato “Andy Murray: Is the end nigh for three-time Grand Slam winner after latest loss?” (Andy Murray: La fine è vicina per il tre volte campione Slam dopo l’ultima sconfitta?), nel quale il giornalista si complimenta per la grande carriera di Murray ma, viste le sue ultime partite e la deludente sconfitta all’esordio agli Australian Open 2024, si chiede se non sia il caso di smettere adesso per non offuscare un viaggio sportivo di grande successo, considerando anche l’età e i mille problemi fisici che hanno guastato il percorso di Andy. Ricordiamo che lo scozzese era n.1 al mondo a fine 2016 quando iniziò ad accusare gravi problemi all’anca che l’hanno costretto ad un delicato intervento di ricostruzione delle parti lesionate. Ha del miracoloso come Murray sia riuscito a tornare competitivo nonostante un problema di quella portata, la maggior parte dei colleghi con infortuni simili (Hewitt, Kuerten, Norman, solo citarne alcuni) sono stati costretti al ritiro dopo mesi di sofferenza in campo e risultati pessimi.
    Idessane ha lanciato sui social il suo articolo con il seguente tweet: “È stato un viaggio incredibile da parte di un uomo straordinario. Ed è un vero privilegio averne testimoniato gran parte. Tutte le cose belle finiscono, ovviamente. Quindi quando @andy_murray dovrebbe mettere fine alla sua straordinaria carriera?”
    Murray dopo poco ha risposto così, per le rime… “Offuscare la mia eredità? Fammi un favore. Sono in un momento terribile in questo momento, te lo concedo. Quasi tutti smetterebbero e si arrenderebbero nella mia situazione attuale. Ma io non sono uno dei tanti e la mia mente funziona in modo diverso. Non mi arrenderò. Continuerò a lottare e a lavorare per produrre le prestazioni di cui so di essere capace”.

    Tarnishing my legacy? Do me a favour. I’m in a terrible moment right now I’ll give you that. Most people would quit and give up in my situation right now. But I’m not most people and my mind works differently. I won’t quit. I will keep fighting and working to produce the… https://t.co/nF0var6IfL
    — Andy Murray (@andy_murray) January 30, 2024
    Moltissime le reazioni a questo scambio di battute. Tra queste, Andy Roddick si schiara senza mezzi termini pro Murray: “Che Predica! Immagina di dire a una persona adulta, un’icona di successo, la tua opinione su cosa dovrebbe scegliere per il suo lavoro e quando dovrebbe farlo…. Questo è un articolo così stupido. Non si può portare via un’eredità. I risultati vivono per sempre”.
    Andy Murray è attualmente al n.49 del ranking ATP. Nella nuova stagione appena iniziata non ha ancora vinto una partita: è stato battuto a Brisbane da Dimitrov, agli Australian Open da Etcheverry in tre set, e lunedì a Montpellier da Paire. Il suo ultimo successo risale allo scorso ottobre, quando ha battuto il tedesco Hanfmann a Basilea. Per trovarne un altro è necessario tornare a settembre, quando a Zhuhai sconfisse al primo turno Ye Cong Mo, per venire quindi estromesso da Karatsev al match successivo. L’ultima volta nella quale Andy è riuscito a vincere due partite consecutive risale ad agosto ’23 a Toronto, dove ha battuto Sonego e Purcell, costretto quindi al ritiro prima di affrontare Sinner per un infortunio. Non un bel periodo, ma la voglia di lottare c’è ancora.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kyrgios a cuore aperto: “Bevevo ogni notte, mi odiavo e mi tagliavo. Murray mi è stato vicino”

    Nick Kyrgios

    Si parla molto in Australia di Nick Kyrgios in queste settimane. Il discusso talento di Canberra non ha ancora sciolto la propria riserva sulla sua partecipazione all’edizione 2024 degli Australian Open e dei tornei in preparazione, clou dell’estate tennistica australiana. Il team di Davis guidato da Lleyton Hewitt ha brillato a Malaga, sconfitto solo da Jannik Sinner e compagni, ma, croce e delizia, sulla bocca degli appassionati “down under” resta sempre lui, il “maledetto” Nick. Talento e terribile sregolatezza, dai bassifondi di una vita complicata alla finale di Wimbledon, quasi senza allenarsi come un Pro, autodistruggendosi. Proprio questo Kyrgios ha raccontato nel corso del programma Piers Morgan Uncensored su TalkTv, i suoi momenti più bui, ora per fortuna alle spalle.
    “È stato un periodo piuttosto buio” racconta Nick. “Ho vinto tornei nel circuito professionistico bevendo tutte le sere, auto lesionandomi, bruciandomi cose sul braccio, tagliandomi il corpo per divertimento. Farmi del male era diventata una dipendenza. Odiavo me stesso. Odiavo svegliarmi ed essere Nick Kyrgios“.
    Una fase della sua vita tremenda, che è riuscito a superare parlandone e spingendo altre persone colpite come lui da depressione a fare altrettanto. “Sento che, dopo essermi aperto e aver raccontato tutti questi problemi, sono stato in grado di aiutare molte persone. Mi sento come se fossi stato un faro per tanta gente che sta attraversando un momento difficile. Quando ci si sente sopraffatti, ricorrendo alla droga o all’alcol, è necessario diventare consapevoli della situazione e aprirsi. Posso identificarmi con loro. Questa è stata la cosa più potente che mi è capitata nella mia carriera: che le persone vengano da me con problemi reali. Mi mandano foto su Instagram, messaggi diretti, in cui dicono di volersi suicidare. Ho avuto conversazioni con queste persone, a volte anche telefonate. Noto che fa la differenza poter parlare con loro, raccontare e spingere fare altrettanto, e mi rende davvero orgoglioso”.
    Kyrgios racconta che nei momenti più bui della sua vita Andy Murray gli è stato molto vicino. “Andy mi è sempre stato di grande supporto, fin dagli inizi della mia carriera. Appena arrivato al circuito, ha visto che avevo tanto talento da affinare e tanto lavoro da fare, quindi mi ha subito messo sotto la sua ala protettiva. Poco dopo ha capito che ero un giocatore “da allenare” e che stavo costruendo la mia strada, ma è rimasto sempre lì per qualunque cosa avessi bisogno. Un giorno ha visto i segni delle ferite che mi auto infliggevo e mi ha chiesto ‘Che cosa hai sul braccio?’ A quel tempo stavo davvero molto male. Ovviamente Andy cercava di darmi consigli e di aiutarmi, ma ero così chiuso in me stesso che in quel momento non sentivo nulla. Ma lui c’era. Ancora oggi gli sono molto grato, lo ringrazio moltissimo per quello che ha fatto per me” conclude Nick.
    Kyrgios ha subito nei primi mesi dell’anno un intervento molto delicato al ginocchio. Ha cercato di rientrare sull’erba di Stoccarda a giugno, ma si è reso conto che la sue condizioni erano tutt’altro che ideali a tornare a competere. Quindi ha saltato il resto dell’anno, continuando la riabilitazione. Craig Tiley presentando gli Australian Open 2024 ha affermato che Nick dovrebbe giocare, ma che “il problema che sofferto al ginocchio è molto serio, tanti sportivi sono stati costretti a ritirarsi per colpa di un infortunio simile”. Parole che pesano come un macigno sul futuro di Nick. Il finalista di Wimbledon 2022 è intervenuto in vari programmi, è stato anche opinionista nel corso delle ATP Finals di Torino per Tennis Channel, ma è sempre rimasto molto vago sul proprio rientro in competizione. Non resta che attendere le sue prossime mosse, sperando di poterlo rivedere presto in campo. Solo per giocare a tennis, la cosa che gli riesce meglio.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le Next Gen ATP Finals 2023 sperimentano nuove regole. Andy Murray e la fine del rapporto con Ivan Lendl. Sospensione e multe per sette tennisti belgi per corruzione. Charlotte Ruud nel mondo del tennis universitario. Nadal si allena intensamente

    Charlotte Ruud, sorella di Casper

    In una mossa audace verso il futuro, il tennis sta testando alcune misure rivoluzionarie per valutare la loro possibile implementazione. Un esempio eccellente di questo spirito innovativo sono le Next Gen ATP Finals 2023, dove verranno provate due nuove regole intriganti. La prima regola impone un limite massimo di otto secondi tra il primo e il secondo servizio. La seconda è ancora più radicale: inizia il match senza il classico riscaldamento pre-partita in campo da parte dei giocatori.
    Nel frattempo, in Norvegia, una famiglia sta facendo sì che il tennis acquisisca una popolarità crescente. Casper Ruud, erede del talento del padre Christian Ruud, ha già ampiamente superato i successi sportivi del genitore. A seguire le sue orme, c’è anche Charlotte Ruud, la sorella minore di Casper. A 17 anni, Charlotte si è lanciata nell’avventura del tennis universitario americano, avendo firmato per la University of South Florida grazie al suo promettente potenziale nel tennis. Il mondo del tennis attende con interesse i suoi futuri sviluppi.
    In Gran Bretagna, Andy Murray sta lottando per ritrovare la sua migliore forma. Nonostante alcuni segnali positivi durante la stagione, Murray ha vissuto momenti difficili, che hanno influenzato la sua collaborazione con Ivan Lendl. Dopo aver riassunto la loro partnership a marzo 2022, il duo ha deciso di separarsi per la terza volta. Ora, il team di Murray include Johny O’Mara, Mark Hilton e, occasionalmente, Louis Cayer.
    Dal lato più oscuro del tennis, la ITIA ha recentemente sospeso sette tennisti belgi. Questi atleti hanno ammesso di aver violato il Programma Anticorrupción del Tenis, partecipando a una rete di manipolazione dei risultati guidata da Grigor Sargsyan. Arthur De Greef, il giocatore più noto del gruppo, è stato multato di 86.500 euro e bandito dalle competizioni fino a febbraio 2025.
    Infine, Rafael Nadal, sempre fonte di ottimismo e ispirazione, sta mostrando segnali promettenti nel suo percorso di ritorno. Venerdì 10 novembre, Nadal ha svolto un allenamento competitivo e di alta intensità con Coleman Wong, un promettente tennista di 19 anni da Hong Kong. Wong, attualmente 290° nel ranking mondiale, è un habitué della Rafa Nadal Academy by Movistar e sta svolgendo un ruolo fondamentale come sparring partner per Nadal nel suo ritorno alle competizioni.

    Rafa and Coleman Wong from the @rnadalacademy with a HUGE intensity
    He is coming, guys !!!
    : Coleman Wong via Instagram pic.twitter.com/5jVgx1czg8
    — rafael_nadal_by_hippo (@rnbyhippo22) November 10, 2023

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Murray critica gli orari dei Grand Slam: Le ragioni economiche prima del benessere dei giocatori?

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Negli ultimi tempi, le voci circolavano riguardo alla partecipazione di Andy Murray agli US Open 2023, a seguito del suo ritiro prima della partita contro Jannik Sinner a Toronto e dell’assenza a Cincinnati. Tuttavia, è stato lo stesso tennista britannico a chiarire l’aria, confermando che tutto procede bene.
    Murray e la polemica sugli orari nei Grand Slam“Non penso che sia benefico per nessuno,” afferma Murray. “Capisco che sono fortunato a giocare a tennis, ma concludere una partita alle 4 del mattino, quando la maggior parte del pubblico deve andarsene a causa dei mezzi pubblici, e ritrovarsi a giocare davanti al 10% dei tifosi… Questa è una situazione che non si riscontra in altri sport.”Secondo Murray, questa scelta di orari è motivata unicamente da ragioni economiche e non tiene in considerazione il benessere dei giocatori. Ha citato come esempio la sua partita contro Thanasi Kokkinakis a Melbourne che è finita alle 4 del mattino.
    La necessità di un cambiamentoAndy sottolinea: “Se i Grand Slam decidono di iniziare le sessioni serali alle 19:30, potrebbero benissimo far giocare due partite femminili. Tuttavia, se si tratta di una partita maschile, dovrebbero limitarsi a un solo incontro, a meno che non inizi prima.”Murray suggerisce anche che tornei come Wimbledon dovrebbero riconsiderare l’orario di inizio delle partite e ridurre le lunghe pause tra gli incontri. “Non è giusto per i giocatori finire alle 4:30 del mattino e poi aspettarsi di recuperare in tempo per la prossima partita,” osserva.
    In buona forma fisica per il US OpenIn preparazione per il torneo, Murray ha dichiarato: “Gli ultimi cinque o sei giorni di allenamento sono andati molto bene. Non ho avuto problemi nel servizio.” Anche se ha ammesso che la sua preparazione non è stata perfetta, si è detto soddisfatto delle condizioni della sua zona addominale.
    I fan possono aspettarsi di vedere Murray in azione nel suo match d’apertura al US Open 2023, dove affronterà il tennista francese Corentin Moutet. LEGGI TUTTO