Masters e WTA 1000 Miami: I risultati completi con il dettaglio del Day 7. In campo Paolini e Berrettini in singolare e Bolelli-Vavassori nel doppio (LIVE)
Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images LEGGI TUTTO
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Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images LEGGI TUTTO
Roger Federer a Miami 2017
“È brutale. Passi in una manciata di giorni dal caldo secco della California all’umidità della Florida, e anche i campi sono sostanzialmente diversi. Poi nei Masters 1000 anche i primi turni sono difficili: magari ti trovi a esordire contro un qualificato indietro in classifica ma che è molto più rodato di te perché ha già giocato in questo contesto e sulla partita singola, al meglio dei tre set, può essere pericoloso, mentre tu ci arrivi con la fatica nelle gambe della vittoria a Indian Wells”. Così Roger Federer in un’intervista del passato spiegava le difficoltà nell’affrontare e completare con due successi il “Sunshine Double”, i due Masters 1000 statunitensi di primavera. Roger è stato ultimo a vincere nella stessa stagione sia a Indian Wells che a Miami, nel 2017, suo anno di grazia dopo aver risolto i problemi al ginocchio e aver “sistemato” il rovescio nella seconda parte del 2016 insieme a Ivan Ljubicic. Roger quell’anno volava sul campo: dopo aver trionfato a Melbourne, si presentò a Indian Wells tirato a lucido e in fiducia, tanto da sbaragliare tutta la concorrenza, lasciando cinque game a Nadal negli ottavi e battendo poi Wawrinka in finale. Sull’onda del grande momento, lo svizzero a Miami fu ancor più impressionante, superando un eccellente Kyrgios in una semifinale diventata un “classico” del torneo e non solo, e quindi battendo di nuovo nettamente Nadal in finale in due set. Dall’impresa di Federer, nessuno è più riuscito a fare la doppietta Indian Wells – Miami.
Nella storia sono stati solo 7 i tennisti capaci di realizzare il “Sunshine Double”. Federer è stato l’ultimo, nel 2017, e in precedenza c’era riuscito altre due volte, nel 2005 e 2006. Il più tosto resta Novak Djokovic, che ha fatto la doppietta per ben 4 volte: 2011, 2014, 2015, 2016. Riuscirci per tre anni di fila è un’altra perla della sua carriera mostruosa a livello di continuità. Il primissimo a vincere sia in California che in Florida è stato “Big” Jim Courier, nel 1991. L’anno seguente l’impresa è stata realizzata da Michael Chang, poi è toccato a Pete Sampras nel 1994. Marcelo Rios brillò tra California e Florida nel 1998, diventando anche n.1 del mondo proprio dopo aver battuto Andre Agassi in tre set nella finale di Key Biscayne. Il Kid di Las Vegas riuscì a fare doppietta nel 2001, a completare un inizio di stagione clamoroso dopo la vittoria agli Australian Open. Nessun altro al maschile c’è riuscito.
Perché realizzare il “double” è così difficile? Molti sono i fattori in gioco e nel tempo, con il cambio generale delle condizioni, il tutto è diventato sempre più difficile. La competitività media sul tour è alzata, anche i primi turni possono essere assai insidiosi, e per vincere due tornei così impegnativi uno dopo l’altro è necessario tenere al massimo la prestazione per quattro settimane. Questo infatti sottolinea Kim Clijsters, che al femminile ha vinto Indian Wells e Miami nel 2005: “Nemmeno negli Slam devi giocare al top per quattro settimane di fila, e poi passare dal deserto al clima tropicale della Florida è difficile per tutti”. Questo è un buon metro che spiega la difficoltà dell’impresa.
Nel tour attuale è infuocato il dibattito sulle palle, che dopo il Covid-19 scontentano quasi tutti i giocatori, e parzialmente anche sui campi. Molti spingono affinché ci sia la massima possibile uniformità, in modo che passare da un evento all’altro sia “indolore” e i tennisti possano adattarsi molto rapidamente ai vari contesti quando si resta sulla stessa superficie e, magari, nello stesso paese. Quest’anno in particolare c’è stata una polemica piuttosto accesa sui nuovi campi di Indian Wells: una resina diversa a formare la superficie ha reso il rimbalzo più alto rispetto alla media del torneo e probabilmente di qualsiasi altro campo in “duro” nella stagione. Con il caldo secco del giorno e poi improvviso freddo della sera i vari tennisti si sono ritrovati a giocare quasi “due tornei diversi” nello stesso evento… Dopo un paio di giorni via tutti in Florida, e qua le cose sono del tutto diverse: umidità, caldo più afoso e quindi uno stress del tutto diverso per il fisico, il tutto con l’enorme differenza di queste palle che si gonfiano ancor di più visto il clima caraibico.
Stress fisico, condizioni molto diverse, tabelloni impegnativi, match due su tre che rendono più facile “l’upset” e tornei lunghi. Il Sunshine Double è diventata impresa difficilissima, che né Alcaraz né Sinner sono ancora riusciti a completare, o nemmeno il Medvedev “doc”, che ama davvero questi campi. Si discute tantissimo anche della collocazione di questi due Masters 1000, il vero nodo del calendario ATP ma allo stesso tempo eventi assai importanti (anche economicamente) e seguiti. Il fatto che vincerli uno dopo l’altro sia diventato davvero difficile in fondo è tutt’altro che un problema, anzi, rende la sfida ancor più affascinante. Del resto, come affermava ai suoi tempi Jimmy “Jimbo” Connors “nel tennis mica sempre vince il più forte, spesso vince chi è più bravo ad adattarsi ed è più rapido e furbo a capire il contesto, sfruttando il momento”. Una frase che in poche parole racchiude le difficoltà e fascino del nostro sport. E poi, se vogliamo dirla tutta, sai che barba se ogni torneo fosse identico all’altro…
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO
CH 125 Naples – terra ⛅ Nuvoloso con schiarite 19°C / 11°C
Q2: Fonio (Rank: 381) – J. Berrettini (Rank: 315) Inizio 10:00 (H2H: 1-0)
ATP Naples Giovanni Fonio• 155 Jacopo Berrettini [11]03ServizioSvolgimentoSet 1J. Berrettini 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 df4-3 → 5-3G. Fonio 15-0 15-15 30-15 40-15 40-303-3 → 4-3J. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A2-3 → 3-3G. Fonio 15-0 15-15 30-15 40-151-3 → 2-3J. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-151-2 → 1-3G. Fonio 0-15 0-30 df 0-40 15-401-1 → 1-2J. Berrettini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-400-1 → 1-1G. Fonio 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 df 40-A0-0 → 0-1
Q2: Agamenone (Rank: 416) – Klizan (Rank: 296) 2° inc. ore 10 (H2H: 0-0)
Il match deve ancora iniziare
R32: Zeppieri (Rank: 328) – Jianu (Rank: 241) Non prima 13:00 (H2H: 0-0)
Il match deve ancora iniziare
Q2: Pellegrino (Rank: 263) – Pecci (Rank: 460) 2° inc. ore 10 (H2H: 0-0)
Il match deve ancora iniziare
R32: Maestrelli (Rank: 281) – Dellien (Rank: 222) Non prima 14:00 (H2H: 0-0)
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Novak Djokovic a Miami
Novak Djokovic torna a ruggine al Miami Open staccando il record storico di vittorie a livello di Masters 1000. Sarà il prossimo avversario di Lorenzo Musetti negli ottavi, ma nella press conference post vittoria di ieri notte il focus del discorso è caduto su Joao Fonseca, teenager “terribile” capace di prestazione eccezionali, e stasera in prime time contro Alex de Minaur negli ottavi di finale. Fonseca sta scalando il ranking e ha vinto il suo primo torneo sul tour maggiore a Buenos Aires, ma di lui impressiona soprattutto la potenza dei colpi e l’atteggiamento in campo, maturo e combattivo, davvero straordinario in rapporto alla sua giovanissima età e poca esperienza. Per questo Novak ne ha esaltato le qualità, affermando che Joao da mesi è sulla bocca di tutti i colleghi, con pieno merito.
“Fonseca è al centro dell’attenzione sul tour negli ultimi mesi. Meritatamente, tutti parlano di lui”, afferma Djokovic. “È un tennista molto bravo. È così giovane. Ha una potenza incredibile, tira fortissimo da entrambi i lati quando gioca della linea di fondo, e anche al servizio è potente. È un giocatore molto completo. Ciò che impressiona la gente è il modo in cui colpisce la palla, ma io sono ancor più stupito da come gestisce i nervi in campo, è incredibile per un ragazzo come lui che non ha alcuna esperienza nel giocare ai massimi livelli“.
Con Fonseca in campo gli spalti del Miami Open sono diventati una vera “torcida” brasiliana: passione, energia, un chiasso giocoso che a detta di Djokovic può fare solo bene al tour. “Era scontato che qua a Miami avrebbe trovato un bel supporto dal pubblico”, continua Djokovic. “È entusiasmante per il Brasile ma direi per il mondo del tennis intero. Ne avevo già parlato in Australia, per il nostro ecosistema del tennis e tutto il nostro sport, è super importante avere una futura superstar dal Brasile. Un paese così grande, un grande mercato, è un fatto davvero importante”.
Fonseca ma non solo. Il più vincente dell’Era Open spende due parole anche per gli atri giovanissimi che stanno facendo cose importanti. “Joao è un giocatore molto emozionante da vedere, ma non è l’unico. C’è Mensik, anche, ed è altrettanto bravo. Forse la gente parla così tanto di Fonseca che si è dimenticata di Mensik. E non ci dimentichiamo di Tien. Anche loro due sono molto giovani e possiedono qualità altrettanto buone e grande potenziale“.
“Penso che sia emozionante questa fase per il tennis. Non so come dovrei chiamarla questa generazione, la nuova generazione che sta portando avanti nuovi talenti. È sempre bello avere giocatori giovani e soprattutto che creano emozione quando li guardi. È splendido vedere nuovi giocatori con il potenziale per raggiungere le vette più alte e portare avanti questo sport in futuro” conclude Novak.
Djokovic giustamente ricorda le qualità di Jakub Mensik, impegnato negli ottavi di Miami contro Safiullin. Il talento ceco, classe 2005, possiede un tennis di una potenza incredibile grazie al quale riesce a mettere alla frusta tutti i migliori. Ben lo spiega un dato statistico assai significativo: Mensik ha un record di 6 vittorie e 5 sconfitte contro i top 10. Attualmente sul tour ATP sono solo 4 i giocatori ad avere un record positivo contro i migliori 10 del ranking: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Un rilievo statistico che conferma la altissima competitività del ceco.
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Novak Djokovic classe 1987 – Foto ATP
Novak Djokovic continua a riscrivere la storia del tennis. Domenica, al Miami Open, il fuoriclasse serbo ha ottenuto la sua 411ª vittoria in carriera nei tornei ATP Masters 1000, battendo l’argentino Camilo Ugo Carabelli. Un successo che gli permette di superare Rafael Nadal e diventare il giocatore con più vittorie nella storia di questa prestigiosa categoria.Djokovic era arrivato in Florida con 409 vittorie nei Masters 1000, a una sola lunghezza dal rivale spagnolo. Dopo due match vinti a Miami, ha prima pareggiato e poi infranto il record.
I leader per vittorie nei Masters 1000| Giocatore | W/L | Titoli ||——————-|————|——–|| Novak Djokovic | 411-91 | 40 || Rafael Nadal | 410-90 | 36 || Roger Federer | 381-108 | 28 || Andy Murray | 230-101 | 14 || Andre Agassi | 209-73 | 17 || Tomas Berdych | 191-117 | 1 || Pete Sampras | 190-70 | 11 || David Ferrer | 189-122 | 1 || Stan Wawrinka | 166-123 | 1 || Andy Roddick | 157-70 | 5 |
La prima vittoria di Djokovic in un Masters 1000 risale al 2005, a Parigi, contro Victor Hanescu. Da allora, il 37enne ha collezionato 40 titoli nei Masters 1000, un altro record assoluto. Il primo trionfo arrivò proprio a Miami nel 2007, torneo che ora punta a conquistare per la settima volta, altro primato in vista.Nel 2018, Djokovic è diventato il*primo (e unico) giocatore ad aver vinto tutti e nove i tornei Masters 1000. Due anni dopo, nel 2020, è riuscito a vincere ciascuno di essi almeno due volte.
I numeri di Djokovic nei Masters 1000| Torneo | W/L | Titoli ||—————-|———-|——–|| Canada | 37-7 | 4 || Cincinnati | 45-12 | 3 || Indian Wells | 51-11 | 5 || Madrid | 30-9 | 3 || Miami | 46-7 | 6 || Monte-Carlo | 39-15 | 2 || Parigi | 50-9 | 7 || Roma | 68-12 | 6 || Shanghai | 39-6 | 4 |
*Nota: Djokovic ha anche un bilancio di 6-3 ad Amburgo, che è stato un torneo Masters 1000 fino al 2008.*
Percentuali leggendarieCon un record di 411-91 nei Masters 1000, Djokovic vanta una percentuale di vittorie dell’81,9%. Solo Nadal ha una percentuale superiore, con l’82% (410-90). Nessun altro tennista ha superato l’80% in questa categoria.Ora, a Miami, Novak è a caccia di un doppio traguardo: il settimo titolo in Florida (altro record) e il primo Masters 1000 dal 2023, quando vinse a Parigi. Se la forma è quella vista finora, la storia è pronta a scrivere un nuovo capitolo. LEGGI TUTTO
Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12
Stadium – ore 17:00Alexander Zverev vs Jordan Thompson Aryna Sabalenka vs Danielle Collins (Non prima 18:00)Coco Gauff vs Magda Linette Alex de Minaur vs Joao Fonseca (Non prima 00:00)Elina Svitolina vs Iga Swiatek (Non prima 01:30)
Grandstand – ore 16:00Naomi Osaka vs Jasmine Paolini Taylor Fritz vs Denis Shapovalov Arthur Fils vs Frances Tiafoe Matteo Berrettini vs Zizou Bergs Alexandra Eala vs Paula Badosa (Non prima 00:00)
Butch Buchholz – ore 16:00Reilly Opelka vs Tomas Machac Qinwen Zheng vs Ashlyn Krueger (Non prima 18:00)Emma Raducanu vs Amanda Anisimova (Non prima 20:00)Marta Kostyuk vs Jessica Pegula Joran Vliegen / Jackson Withrow vs Harri Heliovaara / Henry Patten
Court 1 – ore 16:00Adam Walton vs Coleman Wong Roman Safiullin vs Jakub Mensik Marcelo Arevalo / Mate Pavic vs Matthew Ebden / John Peers Simone Bolelli / Andrea Vavassori vs Christian Harrison / Evan King Yuki Bhambri / Nuno Borges vs Jamie Murray / Adam Pavlasek
Court 7 – ore 19:00Katerina Siniakova / Taylor Townsend vs Anna Kalinskaya / Caty McNally Danielle Collins / Desirae Krawczyk vs Xinyu Wang / Saisai Zheng Yifan Xu / Zhaoxuan Yang vs Mirra Andreeva / Diana Shnaider LEGGI TUTTO
Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images LEGGI TUTTO
Coleman Wong
Si può diventare tennista per caso? Sembra un azzardo, eppure nel caso di Coleman Wong è andata proprio così. Il 20enne di Hong Kong ha stupito tutti al Miami Open con una gran bella vittoria contro il quotato Ben Shelton. Lo statunitense ha giocato una partita con troppi alti e bassi, ma Wong ha assolutamente meritato il successo, ripagando gli organizzatori del torneo della Florida che hanno speso due wild card per due giovani di talento, lui e Cinà, venendo ampiamente ripagati dalle prestazioni in campo di queste new entry. Coleman tra l’altro avrà un match di terzo turno non impossibile contro il lucky loser australiano Walton, con la prospettiva di giocare un gran match negli ottavi di finale contro il vincente di Fritz – Shapovalov. Un passo alla volta tuttavia, la filosofia che ha permesso al giovane asiatico di formarsi con qualità presso l’Academy di Rafa Nadal, che in persona si è complimentato con lui dopo la più importante vittoria in carriera su Shelton. “C’è tanto lavoro dietro questi successi, siamo davvero orgogliosi di te!” scrive Rafa su X.
There is a lot of effort behind these victories. We are very proud of you, Coleman! ☺️ A historic win for Hong Kong 👏🏻 https://t.co/3XtlJkiy0P
— Rafa Nadal (@RafaelNadal) March 22, 2025
Il passo di Wong di volare dalla sua Hong Kong a Maiorica è stato bello lungo, anche azzardato, ma è stato ripagato dalla conferma che il talento c’è e il suo futuro può essere molto interessante con quel servizio e la facilità di accelerare la palla mostrata a Miami. Eppure… mai il giovane mai Coleman avrebbe immaginato di diventare tennista. A 5 anni era un classico bambino che cresceva con altri passatempi, e del tennis non gliene interessava granché. Il destino lo portò a prendere alcune lezioni di tennis spinto dai genitori (Bruce e Dora) che avevano pagato a caro prezzo un corso alla sorella maggiore (di due anni) ma che, malata, non poteva parteciparvi. Per non gettare al vento i soldi già spesi, Coleman così si ritrovò sui campi da tennis al Victoria Park, sede del Bank of China Hong Kong Tennis Open, e la scintilla si accese immediatamente. “Mi è piaciuto molto”, ricorda Wong. “Ero un po’ fuori forma, diciamo un po’ cicciottello, così all’inizio la cosa era partita solo per mantenermi un po’ in forma. Poi, lentamente, sono cresciuto”.
La sua corsa a Miami è iniziata con una vittoria contro Altmaier, e già questa per Wong è stata un sogno: “Sembra tutto come… irreale. Quest’anno ho avuto qualche difficoltà, giocando tornei più difficili. Ecco perché non ho vinto molto. A volte passo un turno, poi perdo il secondo, giocando contro giocatori davvero bravi. Ma sono davvero felice di aver ottenuto una delle mie più grandi vittorie in carriera. Per me, significa molto e spero davvero che sia la prima di molte”.
La famiglia Wong non ha un passato sportivo. Suo padre è preside di una scuola, mentre sua madre è insegnante e sua sorella lavora nel settore bancario. Coleman a 17 anni ha parlato con i suoi genitori in modo franco: ha spiegato loro il suo desiderio di provarci seriamente col tennis ma farlo restando ad Hong Kong sarebbe stato impossibile. Per questo ha deciso di trasferirsi in Spagna per allenarsi alla Rafa Nadal Academy. Wong ringrazia i suoi genitori per aver creduto in lui. “Non avevano nemmeno una foto di quel posto ma mi hanno lasciato andare. Devo davvero, davvero ringraziarli. È stato un grande sacrificio, anche perché non li vedo mai, un paio di volte all’anno”.
Wong è ambizioso, pensa di aver risorse sufficienti a poter dire la sua anche nei grandi tornei. “Mi piace vincere. Voglio essere ogni giorno migliore e vedere qual è il mio limite. Lo sto ancora cercando”, continua Coleman. “La cosa migliore di questo viaggio è che posso sempre sfidare me stesso ogni volta che scendo in campo. Ogni giorno, voglio migliorare. Penso che questo sia l’aspetto principale che i miei allenatori apprezzano di me, mi piace molto lavorare. Ma dico sempre che non è abbastanza, non è abbastanza. Ecco perché penso che se non ti piace davvero il tennis non puoi fare di sicuro questa vita”.
La vittoria contro Shelton ha confermato che l’impegno messo in campo ogni giorno sta dando i frutti sperati. “Ho sempre avuto grande fiducia in me stesso per arrivare a giocare su questi grandi palcoscenici. Ho avuto un periodo difficile durante il periodo del Covid, non ho giocato per un anno e mezzo e sono davvero fortunato che la mia squadra continui a supportarmi. I miei genitori, i miei allenatori, la mia squadra, tutti… mi hanno davvero aiutato molto negli alti e bassi. Sanno che sto lottando e sono arrivato qui, non è stato per niente facile. Giocare contro un ragazzo come Ben, è un sogno. Giocare grandi tornei contro giocatori di alto livello, è incredibile e sono davvero felice”.
Coleman ha preso in mano la racchetta davvero per caso, ma al terzo turno del Masters 1000 di Miami non c’è arrivato affatto per caso. Un ragazzo da seguire con curiosità.
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