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    Gigante saluta Roland Garros, troppa la potenza di Shelton

    Matteo Gigante (foto Patrick Boren)

    Si chiude con una sconfitta assolutamente onorevole la magnifica avventura di Matteo Gigante a Roland Garros 2025. Il romano, entrato nel main draw attraverso la qualificazioni e protagonista di una eccezionale prestazione e vittoria contro Tsitsipas, s’inchina alla potenza a tratti devastante di Ben Shelton, ma lo fa lottando sino alla fine, con un terzo set giocato alla pari con l’americano e ceduto solo all’ultimo tuffo. Finisce 6-3 6-3 6-4 in due ore e venti minuti di buon tennis e diversi momenti di spettacolo, tra le bordate poderose dell’americano e diversi tocchi e giocate di Matteo, uscito tra gli applausi del pubblico. Era difficile chiedere un altro miracolo a Gigante: Shelton per lui rappresentava una sfida davvero ardita visto l’enorme gap di potenza e nei colpi d’inizio gioco. E infatti è stata proprio la combinazione servizio – risposta a spostare l’equilibrio nei primi due set nettamente a favore dell’americano, in eccellente condizione fisica e fiducia. Matteo non è riuscito a mettere pressione in risposta a Ben e questo ha lasciato tranquillo il nativo di Atlanta; condizione pericolosissima perché quando riesce a giocare libero e rilassato il suo tennis arrembante può diventare inarrestabile. Cè stata assai più partita nel terzo set, quando Shelton ha servito un filo peggio – ma nemmeno tanto – e soprattutto è stato Gigante e mettere tante prime palle in campo, potendo così giocare i primi colpi di scambio molto vicino alla riga di fondo e creando anticipi e variazioni di qualità.
    Forse Matteo nei primi due set, oltre alla difficoltà del rispondere al rivale, ha fin troppo insistito sul rovescio di Ben. Sollecitare il rovescio dello statunitense è tatticamente redditizio ma non è corretto basare tutto il gioco solo e soltanto su quello, anche perché il miglior modo per far sbagliare un rivale con il colpo meno forte è rischiare sull’altro e quindi spostarlo a colpire in corsa e poco equilibrio sulla debolezza. Gigante ha fin troppo insistito sul lato destro di Ben nei primi due set, infatti quando nel terzo ha giocato più libero e rischiando anche contro il diritto di Shelton ha fatto più partita. Va detto che l’americano nel terzo set, dopo aver spinto come un forsennato e anche corso da tutte le parti coprendo il campo con vigore assoluto, ha un minimo tirato il fiato, e l’intensità generale è calata di quel poco che è bastato a riportare Matteo più in partita. Infatti nel terzo set le chance per l’allungo le ha avute Gigante, sfruttando qualche errore di troppo del rivale ma anche per il merito di rispondere di più e giocare con grande acume, tagli e colpi mai banali che hanno portato l’avversario in posizioni scomode. Purtroppo per il nostro, Ben ha azionato il servizio, e anche quel diritto davvero potente, calibrando la misura nei due momenti caldi e respingendo il tentativo di assalto.
    Gigante nei primi due set non ha trovato la misura in risposta, ma nemmeno la posizione. Molto merito va a Shelton, che ha tirato fortissimo ma anche alternato tante prime – e ancor più seconde palle – talmente cariche di spin da far saltare la palla altissima. In un paio di occasioni Matteo è stato quasi “scavalcato” dal rimbalzo… Difficile se non impossibile fare partita pari così, quando l’altro non ti concede niente alla battuta e poi in risposta è super aggressivo, tira forte e avanza, non lasciandoti rifiatare. Gigante ha talento, può fare quasi quel che vuole con la palla ma non ama giocare di fretta e sull’uno-due, tende a creare variazioni spaziando sul campo e alternando traiettorie; contro un avversario così potente e aggressivo sul campo ha avuto in poche occasioni il tempo per farlo. Scontava anche l’esperienza e una fisicità davvero diversa. Non ci sono grandi rimpianti, forse il non aver sfruttato una palla break nel terzo set. In quel momento Gigante era nel suo momento migliore, i suoi game scorrevano piuttosto bene e… chissà cosa sarebbe successo se per caso l’incontro fosse sbarcato al quarto set. Magari Shelton poteva disunirsi, perdere focus e fiducia.
    Resta un torneo ottimo per Gigante, che grazie ai punti di Parigi nel Live ranking sale al n.129, al proprio Best. Ma ancor più importante, questo Roland Garros conferma che a questo livello Matteo ci può stare e che può giocare a testa alta anche contro i migliori.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton mette subito le cose in chiaro: quando servo io, non si gioca, o quasi… Impressionante la potenza di Ben, ma anche l’effetto “kick” che fa saltare così tanto la palla da rendere la risposta difficilissima. Esempio concreto la traiettoria esterna sul 40-15, quasi Gigante col rovescio non ci arriva, pur saltando… 1-0 Shelton. L’americano è arrembante anche in risposta, non ha grande voglia di entrare nello scambio, ma i rischi sono eccessivi, 1 pari. Gigante cerca di tagliare la palla e proporre traiettorie varie, non facili da attaccare, è il miglior modo per difendersi dall’arrembante condotta dell’avversario. Trova anche buona profondità col rovescio, andando a pizzicare il rovescio di Ben, colpo nettamente meno sicuro. Matteo nel quarto game sul 15-30 è ricacciato dietro da un gran lob di Shelton e quindi sbaglia malamente uno smash non impossibile. 15-40, ecco le prime palle break del match. Cancella la prima Gigante con maestria, apre a tutta l’angolo e chiude con tocco (beffardo) sul net. Spreca poi Ben sulla seconda, brutto attacco col rovescio in back, gli svaria un metro in corridoio. La battaglia è già feroce, Gigante lotta e continua ad “affettare” la palla, ma sulla quarta palla break un back troppo vigoroso gli scappa via. BREAK Shelton, avanti 3-1 e servizio. Un servizio top è troppo importante nel tennis di oggi… vedi il quinto game: Gigante si porta 30 pari in risposta, potrebbe esserci uno spiraglio, ma… Ben tira un Ace esterno a 220 km/h. Eh. 4-1 Shelton. Matteo forse insiste fin troppo solo sul rovescio di Shelton e anche giocare puramente di fino rallenta tanto lo scambio, così che Ben ha il tempo per avventarsi e spaccare tutto… Non è un caso che uno dei migliori punti Matteo se lo prende spingendo due ottimi diritti sul diritto dell’americano, ottimo anticipo e velocità. 4-2. Shelton vuol fare lo splendido nel settimo game con uno smash stile Michael Jordan, ma… impatta la palla in modo goffo. Poco male, cancella l’errore marchiano tornando a martellare col servizio, Siamo sul 60% di prime in gioco, e quando la mette praticamente non perde il punto; il vantaggio lo fa giocare sciolto, avanza e chiude. 5-2 Shelton. Nell’ottavo game Gigante cerca di spingere di più, ma va sovra ritmo e sbaglia. 0-30. Spalle al muro, Matteo trova due ottime prime palle, poi sul 30 pari rischia una smorzata di rovescio ma tocca male e la palla quasi non arriva a rete. Set Point Shelton. Scontato l’attacco a rete di Ben, ma è reattivo Matteo, bravo a tirare un passante di diritto robusto che l’americano di volo non controlla. L’azzurro annulla anche un secondo Set Point, bravo a reggere la palla alta e profondissima del rivale e quindi punirlo con una smorzata stavolta perfetta. Gigante con bel piglio resta aggrappato al set, 5-3, ma niente può in risposta. Shelton chiude il primo set 6-3, imprendibile al servizio.
    Gigante riparte al servizio nel secondo set. Dal suo angolo lo incitano: attacca per non essere attaccato. Non è facile, tutt’altro, ma quando la prima palla entra, allora c’è il tempo per entrare in campo con decisione. Il game va ai vantaggi e un rovescio lungo costa a Matteo una palla break delicatissima. Si prende un rischio onesto Gigante, accelerazione col diritto lungo linea dopo aver bloccato nell’angolo opposto il rivale, ma la palla gli esce di poco. Quanto basta a costargli un BREAK dolorosissimo, Shelton può fare corsa di testa forte del vantaggio. Si carica Ben dopo un’acrobazia sotto rete che gli vale il 30-0. Carica a tutta soprattutto il servizio, quanto è difficile per Gigante rispondere… 2-0. Matteo è sotto assedio, forte del vantaggio Shelton tira tutto a tutta dalla risposta, e gli stanno in campo. Purtroppo Gigante si ritrova sotto 30-40 e affronta la palla break con la seconda di servizio, finendo sballottato da tutte le parti e costretto a tirare un diritto lungo. C’è il doppio BREAK per Shelton, davvero centrato e anche poco falloso. 3-0. Tutto scorre così bene all’americano da vincere anche un punto dopo esser caduto a terra e aver rimesso una palla di là con uno scatto pancia a terra, roba da circo… Ride mentre si pulisce dalla terra, è uno showman e queste cose le adora. Meno felice Gigante, che non riesce a trovare una chiave per aprire la porta e rientrare in partita. 4-0, con un Ace al centro. Finalmente l’azzurro vince un turno di servizio, lottato ma senza concedere palle break (4-1). Matteo spreca una piccola chance nel sesto game, in risposta si ritrova 15-30 ma colpisce male in risposta sulla seconda palla. Ben si lamenta con la giudice di sedia per il secondo fallo di piede, ma non perde focus. Altre due pallate e via, 5-1. Shelton serve per il secondo parziale sul 5-2. Forse distratto, l’americano si lascia aggredire nel primo punto e poi sbaglia un colpo banale di scambio. 0-30, situazione inedita. Gigante risponde e corre benissimo in avanti su di una smorzata buona ma non ottima. 0-40! Tre palle break, le prime a favore. Ci pensa l’americano, doppio fallo sul 15-40. Recupera uno dei due break Gigante, 5-3. Violenta la reazione dell’americano, torna a mordere dalla risposta, avanza e chiude di potenza. 0-30. Matteo purtroppo commette doppio fallo, spinto dalla posizione super aggressiva del rivale. 0-40 e Tre Set Point. Gioca bene col rovescio Shelton, tre back e poi una solida accelerazione ancora di rovescio. 6-3 Shelton. Peccato, con quel contro break magari…
    Shelton riparte al servizio e il terzo set scorre via veloce sui turni di battuta, senza grandi emozioni. Già 2 pari dopo solo 12 minuti, con l’azzurro che regge bene nei suoi game, con parecchie prime palle in gioco. E così infatti è un bell’andare perché Ben in risposta ci prova di meno, o esagera. Staziona con i piedi piuttosto vicini alla riga di fondo Matteo in questo parziale e la differenza è enorme perché riesce a non finire sotto nello scambio, controllando maggiormente il gioco. Altro ottimo turno di battuta, impreziosito da una smorzata perfetta. Ottimo Gigante, e 3 pari. Il miglior Matteo del match, ma… il problema resta essere incisivo in risposta. È difficilissimo trovare continuità e fiducia affrontando le pallate non solo veloci ma anche complesse per spin del rivale. Gigante tira una risposta davvero ottima sul 40-15, rovescio che si stampa sulla riga; poi un altro che esce un po’ corto e sorprende il S&V di Shelton. Vantaggi, è una rarità quando serve Ben. Tira fuori la prima palla due metri e guarda la racchetta come se non sentisse la palla. Sparacchia anche il diritto, qualcosa non va e cambia telaio. Attenzione, palla break Gigante! Ancora niente prima palla “in”, ma dopo una seconda sicura Shelton scarica una bordata al centro di diritto quasi impossibile da contenere. Urla Shelton, si carica, 4-3. Matteo regala al pubblico una perla assoluta nell’ottavo game, un passante incrociato di puro tocco, arrivando in scivolata, quasi un colpo di pongista che mette in mostra la sua mano educatissima. Applausi. È molto più sciolto e l’azzurro, i colpi gli escono più fluidi e incisivi. 4 pari. E quando Ben non fa la differenza direttamente col servizio, allora il tocco di Matteo si prende la scena, splendida la smorzata in apertura del nono game. Perde poi la pazienza Shelton in uno scambio rovescio vs. rovescio. 0-30. Poche prime dell’americano, calato nella spinta, tanto che si affida pure lui alla palla corta, vedendo l’azzurro molto lontano dalla riga di fondo. Un doppio fallo costa a Shelton il 30-40, c’è di nuovo palla break, come nel turno precedente. Mamma mia che rischio ma che classe… Ben attacca la rete e tocca una demi-volée perfetta. Bravo, anche per il momento, e poi che scambio per chiudere il game, stavolta con una difesa estrema dell’americano (qua poco pronto Gigante quando è chiamato a rete e rimette una palla troppo interlocutoria). 5-4. Gigante si fa rimontare nel decimo game da 40-0, molto attento l’americano a non sbagliare niente. Con un rovescio cross tanto bello quanto forse un po’ fortunato, Shelton si prende un Match Point. Si scambia, al centro, Ben è il primo a sbagliare. Sbaglia scelta Matteo, chiama di nuovo a rete l’americano, più reattivo sul net. Si prende una seconda palla Match Shetlon. Finisce qua, Ben tira un diritto dal centro che forse rimbalza pure un po’ male. Sipario. Un ottimo terzo set per Gigante, termina un bellissimo torneo per Matteo. Shelton continua la sua corsa a RG.

    Ben Shelton vs Matteo Gigante GS Roland Garros Ben Shelton [13]666 Matteo Gigante334 Vincitore: Ben Shelton ServizioSvolgimentoSet 3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-4 → 6-4Ben Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-404-4 → 5-4Matteo Gigante 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 4-4Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-3 → 4-3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3Ben Shelton 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2Matteo Gigante 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2Ben Shelton 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1Matteo Gigante 15-0 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1Ben Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Matteo Gigante 0-15 0-30 0-405-3 → 6-3Ben Shelton 0-15 0-30 0-40 15-405-2 → 5-3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-05-1 → 5-2Ben Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-1 → 5-1Matteo Gigante 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-404-0 → 4-1Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-0 → 4-0Matteo Gigante 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-0 → 3-0Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 2-0Matteo Gigante 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Ben Shelton 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3Matteo Gigante 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-405-2 → 5-3Ben Shelton 15-0 15-15 30-15 40-154-2 → 5-2Matteo Gigante 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-1 → 4-2Ben Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-1 → 4-1Matteo Gigante 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A2-1 → 3-1Ben Shelton 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1Matteo Gigante 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1Ben Shelton15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Shelton 🇺🇸
    Gigante 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    10
    4

    Doppi falli
    7
    2

    Prima di servizio
    47/82 (57%)
    59/101 (58%)

    Punti vinti sulla prima
    37/47 (79%)
    38/59 (64%)

    Punti vinti sulla seconda
    20/35 (57%)
    19/42 (45%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    230km/h (142 mph)
    207km/h (128 mph)

    Velocità media prima
    198km/h (123 mph)
    192km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    177km/h (109 mph)
    158km/h (98 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti vinti in risposta
    44/101 (44%)
    25/82 (30%)

    Punti vinti su prima di servizio
    21/59 (36%)
    10/47 (21%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    23/42 (55%)
    15/35 (43%)

    Opportunità di break
    11/101 (11%)
    4/82 (5%)

    Palle break convertite
    5/11 (45%)
    1/4 (25%)

    Giochi con break point convertiti
    6/14 (43%)
    3/14 (21%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Totale punti vinti
    101
    82

    Vincenti
    35
    23

    Errori non forzati
    29
    29

    Errori forzati
    30
    37

    Punti vinti a rete
    20/33 (61%)
    7/16 (44%)

    Giochi vinti a zero
    3
    3

    TIPOLOGIA DI COLPI

    Colpi da fondo
    252
    222

    Colpi sopra la testa
    11
    6

    Passanti
    7
    30

    Volée
    18
    7

    Attacchi
    3
    2

    Drop shots
    13
    15

    Lob
    13
    17 LEGGI TUTTO

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    Bufera nel tennis: giudice accusa l’ATP di pressioni su Zverev e Shelton. Sentenza storica nella causa intentata dalla PTPA potrebbe ridefinire i rapporti di potere tra giocatori e istituzioni

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Una sentenza destinata a segnare un punto di svolta nei rapporti tra tennisti e organi di governo dello sport è stata emessa da un giudice di New York, che ha stabilito che l’ATP ha tentato di influenzare impropriamente alcuni dei suoi giocatori più importanti, tra cui Alexander Zverev e Ben Shelton, durante il procedimento legale intentato dalla Professional Tennis Players’ Association (PTPA).
    La decisione giudiziaria si inserisce nel contesto di una battaglia legale avviata dalla PTPA, il sindacato dei tennisti co-fondato da Novak Djokovic, che nel marzo scorso ha presentato una denuncia contro quattro dei principali organi di governo del tennis: ATP, WTA, Federazione Internazionale di Tennis (ITF) e Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA).
    Al centro della controversia c’è l’accusa che l’ATP abbia cercato di far sottoscrivere a diversi giocatori, tra cui Zverev e Shelton, finalisti dell’ATP 250 di Monaco 2025, bozze di lettere in cui negavano di avere conoscenza preventiva della causa intentata dalla PTPA. Secondo quanto riportato dalla BBC, il giudice Margaret Garnett ha ritenuto che tali azioni avrebbero potuto “essere facilmente considerate potenzialmente coercitive, ingannevoli o abusive”, soprattutto nei confronti dei due tennisti citati.La sentenza arriva poche settimane dopo che Reilly Opelka aveva pubblicamente denunciato minacce dirette ricevute da Andrea Gaudenzi, direttore dell’ATP, per aver firmato la denuncia della PTPA contro l’associazione.
    Nel suo pronunciamento, il giudice ha sottolineato la posizione di vulnerabilità dei giocatori, evidenziando come atleti come Zverev e Shelton siano “vulnerabili alla coercizione economica”, poiché i loro mezzi di sostentamento dipendono in modo significativo dai tornei gestiti quasi interamente dall’ATP. Una circostanza che, secondo la corte, mette in risalto il carattere potenzialmente abusivo del comportamento dell’ATP, indipendentemente dalle intenzioni.Sebbene la PTPA avesse richiesto un’ordinanza generale che vietasse tutte le comunicazioni tra i giocatori e l’ATP riguardo alla causa, il giudice ha emesso una decisione più circoscritta. L’ordine impedisce all’ATP di mettere in atto ritorsioni – o minacciare ritorsioni – contro qualsiasi giocatore coinvolto o che potrebbe essere coinvolto nella causa. La corte non ha imposto un divieto totale di comunicazione da parte dell’ATP, pur riconoscendo il diritto dell’organizzazione di rispondere al contenzioso legale in modo legittimo.
    Inoltre, all’ATP è stato ordinato di conservare tutte le registrazioni delle comunicazioni con i giocatori in relazione alla causa, anche se non è stato imposto l’obbligo di renderle pubbliche nell’immediato.L’ATP ha risposto alla sentenza con una dichiarazione ufficiale in cui afferma di “prendere atto della decisione della corte e di volersi conformare prontamente alle sue direttive”, ribadendo il proprio sostegno ai giocatori e confermando l’intenzione di difendere la propria posizione attraverso i canali legali.
    Zverev e Shelton, pur non essendo formalmente querelanti nel caso, sono ora al centro di una controversia con implicazioni significative riguardo agli squilibri di potere e ai diritti dei giocatori nel tennis professionistico. Con i procedimenti legali ancora in corso e l’attenzione pubblica concentrata sulle modalità di governance dell’ATP, questa decisione potrebbe rappresentare un momento cruciale nel cambiamento del panorama lavorativo dello sport.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Shelton: “Il sistema antidoping è molto stressante”

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Ben Shelton ha superato una dura battaglia all’esordio a Madrid contro l’argentino Navone ed è atteso da una super sfida di secondo turno contro Jakub Mensik, uno dei principali emergenti del tour. Sarà una partita molto intrigante tra due tennisti offensivi che non giocano al meglio sul “rosso” ma che in quel di Madrid, viste le condizioni piuttosto rapide per l’altura, possono certamente esprimere un buon tennis. Match dal difficile pronostico, tutto da gustare, che potrebbe essere un’ulteriore conferma alle “armi” tecniche e novità tattiche hanno portato lo statunitense in finale a Monaco di Baviera pochi giorni fa. Nella press conference post partita tuttavia più che proiettarsi sulla prossima sfida, Shelton ha parlato diffusamente del sistema anti doping, che reputa molto stressante, “crazy” per quanto richiede ai giocatori, con la paura che anche le massime attenzioni non siano sufficienti a proteggersi da contaminazioni accidentali. Il “Caso Sinner” sembra aver creato un clima di vero terrore per tutti i tennisti, impauriti da possibili incidenti e gravi conseguenze.
    “È molto difficile gestire tutti i protocolli dell’anti doping” afferma Shelton, “abbiamo sempre avuto la pressione di dover dire dove ci troviamo a una certa ora, ma ora c’è ancora di più. Ho una sveglia sul telefono alle 15, tutti i giorni dell’anno, per ricordarmi di controllare se ho aggiornato la mia posizione all’orario previsto, in modo che possano venire a farmi un test anti doping. Se vengono e io non ci sono, ricevo una sanzione e se ne accumulo tre mi becco una sospensione di due anni. Se ti chiamano e non ci sei, hai un’ora di tempo. Mi è successo una volta ed è stato molto stressante, per fortuna sono arrivato in tempo”.
    Il vero spauracchio per ogni tennista è diventata la paura per le contaminazioni: entrare in contatto in modo accidentale con una sostanza proibita che è considerata doping e magari non riuscire a trovare una spiegazione di come si è stati contaminati. I casi di Sinner e Swiatek fanno paura a tutti i giocatori, anche a Ben. “In questo momento, se qualcuno mi stringe la mano o mi tocca la spalla per salutarmi, penso subito se per caso possa aver usato una crema che potrebbe penetrare nel mio metabolismo e farmi risultare positivo. Sarebbe impossibile dimostrarlo, quindi stiamo tutti molto attenti ai nostri contatti. Lo stesso vale per cibo e bevande: dobbiamo essere sicuri che non siano stati alterati in alcun modo. È tutto davvero folle, molto stressante”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Shelton, l’americano “che non t’aspetti”, è in finale in Monaco di Baviera

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Non era facile ipotizzare un Ben Shelton davvero competitivo sul “rosso” all’avvio della stagione europea, eppure… l’americano che non t’aspetti dopo Darderi batte anche Cerundolo all’ATP 500 di Monaco di Baviera (2-6 7-6 6-4 lo score) e sbarca in finale, dove molto probabilmente si giocherà il titolo contro l’idolo di casa Sasha Zverev. È la quarta finale in carriera per il nativo di Atlanta e la terza in questa categoria dopo Basilea e Tokyo. Ma c’è un dato statistico ancor più significativo: Shelton riporta uno statunitense in una finale di un torneo su terra battuta di categoria superiore al 250 dal 2002, quando il leggendario Andre Agassi vinse a Roma (distruggendo Haas in tre secchi set). Ben c’è riuscito rimontando l’argentino dopo una partenza così così, impattando il conto dei set al tiebreak (dove è stato a soli due punti dalla sconfitta…) e quindi giocando con discreta calma e intensità nel terzo set, bravo a recuperare un break immediato di svantaggio e quindi strappare il turno di servizio decisivo al rivale all’ultimo tuffo. Cerundolo è calato nel corso della partita, commettendo progressivamente più errori e aprendo il fianco agli affondi di Shelton, ma alla fine la vittoria del figlio d’arte americano è meritata e apre prospettive interessanti per il resto della stagione su terra battuta, e non solo. Infatti i messaggi già dalla vittoria nei quarti contro Darderi erano forti e chiari: Shelton può giocare, e pure piuttosto bene, anche sul rosso. E se resta così sereno anche nelle difficoltà…
    Alla fine cosa serve per eccellere su terra battuta? Potenza, perché accelerare la palla con rimbalzi non sempre ottimali e non potendo andare sempre di solo timing come sul cemento non è possibile; è necessario saper governare le rotazioni, in particolare un diritto bello carico in costruzione dello scambio per aprirsi il campo e allontanare l’avversario; è utilissimo saper tagliare la palla col back per spezzare il ritmo, giocare smorzate e spostare il rivale dalla sua miglior posizione di controllo del palleggio; è indispensabile coprire molto bene il campo per velocità e reggere dure battaglie perché su terra molto spesso si va per le lunghe; meglio se si possiede un gran servizio, qualche punto gratis è indispensabile come non essere subito attaccato dalla risposta. Se mettiamo tutti in fila questi fattori, beh, “Ben” non è mica messo male, anzi…
    C’è un ultimo ingrediente necessario a completare la torta, e così sfornare un dolce perfetto: la pazienza. Su terra tirare tutto e subito non funziona, è necessario attaccare ma anche saper aspettare il momento per l’affondo. Qua viene, e non poco, la sorpresa di Shelton. In questa settimana bavarese sta dimostrando una nuova ed interessantissima capacità di lettura del momento, contiene piuttosto bene la sua straordinaria esuberanza e quindi la pallata a chiudere non è affatto l’unica soluzione alternativa al servizio vincente. Era difficile ipotizzarlo così risoluto e paziente, anche piuttosto cauto prima provare a tirare la botta col rovescio, soluzione che controlla con minor qualità e precisione. Dalla scorsa off-season ha migliorato tanto l’apertura col rovescio, entra meno “diretto” nella palla e una leggera ovalizzazione dello swing gli permette di coprire quel tanto che basta la palla in modo da aver più controllo e margine sulla traiettoria. Aggiustamenti, non rivoluzione, ma sembrano funzionare. E poi in questo torneo di Monaco piace, tantissimo, come sta usando il back di rovescio. È una rasoiata che non leggi, con la quale può approcciare la rete con una palla che galleggia e atterra profonda, oppure fare la smorzata che sorprende il rivale. Più volte ieri contro Darderi o oggi vs. Cerundolo è anche andato con una via di mezzo, una palla lenta ma non smorzata a chiudere, che alla fine ha portato il rivale a giocare in una posizione scomoda. Non sempre gli ha portato il punto, ma alla lunga è qualcosa che rende meno sicuro l’avversario e gli fa perdere riferimenti, dovendo correre in avanti, un po’ storto e senza sapere come rigiocare… E poi Shelton ha sempre il plus di quel servizio che gli dà tanti punti (contro Cerundolo in semifinale nemmeno troppi, con percentuali non eccelse, al di sotto del suo massimo potenziale). Tuttavia, vincere senza brillare col servizio, in rimonta, su terra battuta contro un tipo tosto come Francisco è qualcosa da sottolineare. 

    Ben Shelton hits a beautiful drop shot against Cerundolo in Munich.
    Some massive forehand rockets followed up by a soft touch.
    Great stuff. 🇺🇸
    pic.twitter.com/UMieG96f5f
    — The Tennis Letter (@TheTennisLetter) April 19, 2025

    Dopo la vittoria sull’argentino Shelton ha detto a caldo: “Mi diverto su terra battuta, sto cercando di imparare. Ho giocato contro grandi giocatori sulla terra battuta, sto imparando qualcosa da loro. Non sono troppo stressato in questo momento. Sto solo gareggiando e mi sto divertendo. Sento che questa era una cosa che mancava quando ho giocato a Monte Carlo la scorsa settimana. Non tutto è semplice e perfetto sulla terra battuta. Ti risponderanno più spesso… ma puoi anche fare più break. Riceverai dei brutti rimbalzi, ma lo stesso accadrà ai tuoi avversari. Credo che il saper affrontare le avversità e adattarsi renda un giocatore forte sulla terra battuta. Sto cercando di imparare giorno dopo giorno”. E bel un sorriso. Questa serenità, il godersi il momento, lo vede chiaramente in campo, spinto anche dalla clamorosa e meravigliosa tranquillità di papà Bryan.
    Vediamo cosa combinerà in finale, ma sarà molto, molto intrigante vederlo sul rosso di Madrid, dove la palla viaggia piuttosto forte per l’altura, e poi anche a Parigi dove notoriamente i campi, seppur in terra, non sono affatto lenti. Questo Shelton più paziente, che regge nello scambio, carica il “drittone” e quindi attacca, pure piuttosto consistente sul lato destro, è una novità interessante. Crea spettacolo, diversità e diverte. Vedremo se quella tedesca è solo una settimana di grazia, oppure Ben ha davvero fatto un piccolo salto di qualità nella gestione dello scambio e nella lucidità della selezione dei colpi. Non è un fatto da poco…
    Marco Mazzoni

    Francisco Cerundolo vs Ben Shelton ATP Munich Francisco Cerundolo [5]664 Ben Shelton [2]276 Vincitore: Shelton ServizioSvolgimentoSet 3F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A4-5 → 4-6B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-404-4 → 4-5F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 df 30-30 40-303-4 → 4-4B. Shelton 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-3 → 3-3B. Shelton2-2 → 2-3F. Cerundolo 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 ace1-1 → 1-2F. Cerundolo 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-0 → 1-1B. Shelton 0-15 0-30 0-40 df0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* 1*-2 1*-3 2-3* 3-3* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6* 5*-6 6*-6 6-7* 7-7* 7*-86-6 → 6-7B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-306-5 → 6-6F. Cerundolo 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-5 → 6-5B. Shelton 15-0 30-0 40-05-4 → 5-5F. Cerundolo 15-0 30-0 40-04-4 → 5-4B. Shelton 15-0 ace 40-04-3 → 4-4F. Cerundolo 15-0 15-15 15-30 30-30 40-303-3 → 4-3B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 df 40-A df2-3 → 3-3F. Cerundolo 15-0 30-0 30-151-3 → 2-3B. Shelton1-2 → 1-3F. Cerundolo 15-0 30-15 40-150-2 → 1-2B. Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-1 → 0-2F. Cerundolo 0-15 0-30 df 0-40 15-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1B. Shelton 0-15 df 0-30 15-30 15-405-2 → 6-2F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 ace4-2 → 5-2B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-2 → 4-2F. Cerundolo 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2B. Shelton 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2F. Cerundolo 15-0 30-0 40-0 40-15 df1-1 → 2-1B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A df 40-40 A-401-0 → 1-1F. Cerundolo 0-15 15-15 15-30 df 30-30 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Monaco di Baviera: la potenza e variazioni di Shelton fermano la corsa di Darderi

    Luciano Darderi

    La striscia vincente di Luciano Darderi si ferma a sette, nei quarti di finale all’ATP 500 di Monaco di Baviera sotto la potenza e variazioni di Ben Shelton, bravo condurre il gioco e staccare il pass per la semifinale, dove trova l’argentino Cerundolo. Darderi gioca sostanzialmente alla pari con l’americano nel primo set ma incappa in un paio di errori gravi (anche un doppio fallo) sul 5-4 che gli costano il parziale, quindi spreca un break di vantaggio nelle prime fasi del secondo, subendo la reazione veemente dell’americano che con parziale di 5 giochi a 1 si aggiudica l’incontro per il 6-4 6-3. Qualche rimpianto per Luciano per una gestione forse non lucidissima di alcuni scambi quando sulle variazioni del rivale non è riuscito a trovare la contromossa adeguata, ma l’incontro è stato condotto da Ben, complessivamente più offensivo ed efficace, come dimostrano i 29 vincenti a 12 e pure un errore in meno (17 a 18). È la nona semifinale in carriera per Shelton.
    È stata una partita divertente, nonostante il freddo su Monaco (si è giocato con 9 gradi!) e un campo non velocissimo, condizioni che hanno esaltato la potenza in spinta di Shelton ma anche, udite udite, il suo tocco con il back di rovescio. Infatti oltre al servizio super del nativo di Atlanta, forse il colpo più decisivo dell’incontro è stata proprio l’abilità di Ben nel cambiare all’improvviso le carte in tavola col taglio sotto da destra. Darderi aveva impostato bene la partita: non c’è da inventare niente, giocare solido, sbagliare poco, spingere per non andare troppo sotto e se l’altro fa una magia, bravo lui. Così è andata per buona parte dei punti, con la strapotenza di Shelton con la battuta e diverse pallate col diritto, e con Darderi bravo a controbattere martellando duro sul rovescio dell’americano. Per una volta Ben ha usato in modo sapiente – in modo direi sorprendente – il taglio col rovescio: invece di cercare di reggere lo scambio entrando nella palla con velocità e così mettendo a nudo la relativa sicurezza in spinta, si è affidato molto spesso a un back che ha sorpreso Luciano, visto che non ne quasi mai giocati due uguali. Con ottimo tocco Shelton ha alternato dei back lunghi, lenti e quindi complessi da spingere, a tagli più vigorosi con smorzate spesso ben calibrate e pure qualche palla quasi in side-spin, un po’ storta che ha finito per mandare fuori posizione Darderi, non sempre pronto a scegliere cosa fare. Infatti in quelle situazioni alcuni suoi approcci sono stati non corretti, o la smorzata troppo lunga e non efficace. In generale, con quel taglio Shelton ha spezzato il ritmo e mandato fuori posizione Luciano.
    Darderi ha sbagliato qualche diritto di troppo in spinta, e col rovescio è stato meno efficace rispetto alle partite precedenti, ma è corretto attribuire merito a Shelton perchè per una volta è stato anche piuttosto paziente, scambiando e attaccando senza esagerare. Tante variazioni, alcuni tocchi clamorosi, del resto il suo talento e diversità sono note. È una prestazione molto interessante quella di Shelton, la conferma che se riesce a giocare su terra battuta senza esagerare può essere un avversario temibile. Ben infatti gestisce molto bene le rotazioni, è imprevedibile e col taglio sotto ha un gesto talmente corto e rapido che l’avversario non capisce se attacca o smorza. Fisicamente poi è una “bestia”, corre e rimette, copre il campo e attacca in contro tempo. Ha pure imbroccato alcune risposte eccellenti – vedi il set point del primo parziale. Shelton su terra rossa ha un margine clamoroso, e sarà molto interessante rivederlo contro Cerundolo, che alla fine ha un tennis non tanto lontano da quello di Darderi ma più continuo e con armi ancora più affilate.
    Darderi interrompe la striscia vincente iniziata a Marrakech, ma sembra un tennista ritrovato ad alto livello. Fisicamente è tornato in gran spolvero, spinge tanto e si prende bei punti. Dovrà certamente alzare la qualità del servizio, non tanto come percentuali ma come efficacia. Stiamo per entrare nella fase calda della stagione sul “rosso”, Luciano ci arriva bello carico e in forma.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton inizia la partita da… Shelton! Spara tutto fortissimo e sbaglia due diritti. Il servizio però è micidiale, anche la seconda palla talmente è veloce e carica di spin, si apre il campo e affonda. 1-0. Ottimo il primo turno di battuta di Darderi: prima palla in gioco e diritto pesante, con buon margine. 1 pari. La partita la fa l’americano, che avanza sulla rete e chiude, oppure cerca la smorzata. È imprevedibile, nel bene e nel male. Più complesso il secondo turno di servizio di Luciano, anche per una prodezza in risposta del rivale, che ci prova con il solito spirito offensivo. Un doppio fallo porta il game ai vantaggi, ma con servizio e diritto potente si porta 2 pari. La prima chance in risposta arriva sul 3-2. Darderi regala sul net con un tocco pessimo (15-30) e dopo un gran diritto vincente (30 pari) un’altra accelerazione col diritto dell’italiano non passa la rete. 30-40, prima palla break dell’incontro. Shelton se la gioca male cercando un diritto totalmente da destra che stecca malamente. Luciano impatta 3 pari, ma in risposta fa fatica a incidere, con Ben che veleggia sicuro sul 4-3. Il nativo di Atlanta mette in mostra tutta la dinamite del suo braccio con una risposta da sinistra incedibile, che provoca un sorriso anche nel suo team, ma non basta a cambiare le sorti del game, Darderi impatta 4 pari con un gran lob addirittura colpito sotto le gambe! Spettacolo a Monaco, nonostante il termometro sia 9 gradi… Il nativo di Villa Gesell di fa contagiare dall’esuberanza dello statunitense, e arrivano altri punti divertenti, con tocchi niente male. Buon livello, con Shelton che sotto rete chiude la porta con ottima sicurezza. 5-4. La tensione sale, e Luciano la sente tutta… prima sbaglia uno smash comodo, poi doppio fallo. 0-30, suona l’allarme rosso con Ben a due punti dal set. Rischia l’attacco con la “smorza” l’americano ma il tocco non è preciso, 15-30, poi un errore di rovescio, vero unforced in un momento topico. Il Set Point arriva lo stesso, Luciano non gestisce sul net un passante con poco angolo ma robusto del rivale. Che Risposta! Shelton tira una sassata col diritto lungo linea che fulmina l’azzurro. 6-4 Set Shelton, complessivamente più attivo e offensivo, parziale meritato con 16 vincenti a 3 e senza concedere alcuna palla break. Darderi paga a carissimo prezzo i due errori nel decimo game.
    Shelton inizia il secondo set con discrete bordate di servizio, non è affatto facile per Darderi incidere o… anche solo prenderla. Luciano da 40-0 si fa riprendere due punti ma chiude il game, 1 pari, quindi in risposta trova spazio per affondare col diritto, pesante e profondo. Ben sbaglia di volo, 15-30, poi sul 30 pari c’è un gran recupero in avanzamento dell’italiano, bravo a scivolare e toccare con precisione sorprendendo il rivale. 30-40, prima palla break per Darderi. Ben non mette la prima in gioco e poi ha poca pazienza, sparacchia un diritto con troppa fretta e sbaglia. BREAK Darderi, 2-1, ma non riesce a cavalcare il vantaggio. Commette infatti un doppio fallo, va sotto diritto vs diritto e poi sbaglia in scambio, scivolando 15-40. Bravo Luciano a salvare la prima palla break con una smorzata ben calibrata, 30-40; arriva uno scambio lunghissimo, per una volta Shelton è paziente, varia all’improvviso con un rovescio in back né lungo né corto e Darderi non lo gestisce bene cercando una smorzata che non va. Contro BREAK, 2 pari. Nel sesto game Darderi è impreciso col diritto, 15-30, e Shelton rischia e indovina un’altra risposta di diritto a tutta che trafigge l’azzurro, 15-40, due chance per il secondo break consecutivo. Non gioca bene la prima Ben, esagera col diritto, 30-40; trova una soluzione clamorosa sulla seconda, dove dopo il contenimento azzecca un lob con un tocchetto di diritto che rende inutile la rincorsa disperata di Darderi che, furibondo, si ritrova sotto 4-2. Shelton serve bene, 5-2, a un passo dalla vittoria. Chiude 6-3 senza patemi e vola in semifinale. Qualche rimpianto per Darderi che forse è uscito fin troppo dai suoi schemi in alcuni passaggi chiave, e ha commesso qualche errore di troppo, pagandolo a caro prezzo.

    Luciano Darderi vs Ben Shelton ATP Munich Luciano Darderi43 Ben Shelton [2]66 Vincitore: Shelton ServizioSvolgimentoSet 2B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-5 → 3-6L. Darderi 15-0 30-0 30-15 40-30 ace2-5 → 3-5B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 ace2-4 → 2-5L. Darderi 0-15 15-15 15-30 15-40 30-402-3 → 2-4B. Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace2-2 → 2-3L. Darderi 15-0 15-15 df 15-30 15-40 df 30-402-1 → 2-2B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-1 → 2-1L. Darderi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-1 → 1-1B. Shelton 15-0 15-15 30-15 30-30 df 40-30 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Darderi 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-404-5 → 4-6B. Shelton 0-15 15-15 30-15 40-154-4 → 4-5L. Darderi 15-0 15-15 40-153-4 → 4-4B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 3-4L. Darderi 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-402-3 → 3-3B. Shelton 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3L. Darderi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-401-2 → 2-2B. Shelton 15-0 15-15 df 30-15 40-151-1 → 1-2L. Darderi 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1

    Statistica
    Darderi 🇮🇹
    Shelton 🇺🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    245
    285

    Ace
    1
    7

    Doppi falli
    4
    2

    Prima di servizio
    37/55 (67%)
    31/55 (56%)

    Punti vinti sulla prima
    23/37 (62%)
    24/31 (77%)

    Punti vinti sulla seconda
    9/18 (50%)
    14/24 (58%)

    Palle break salvate
    3/6 (50%)
    0/1 (0%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    174
    171

    Punti vinti sulla prima di servizio
    7/31 (23%)
    14/37 (38%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    10/24 (42%)
    9/18 (50%)

    Palle break convertite
    1/1 (100%)
    3/6 (50%)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    7/13 (54%)
    5/8 (63%)

    Vincenti
    12
    28

    Errori non forzati
    18
    17

    Punti vinti al servizio
    32/55 (58%)
    38/55 (69%)

    Punti vinti in risposta
    17/55 (31%)
    23/55 (42%)

    Totale punti vinti
    49/110 (45%)
    61/110 (55%) LEGGI TUTTO

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    Shelton: “Con il solo servizio non si vincono gli Slam. Voglio completare il mio tennis e ho studiato il rovescio dei migliori”

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Ben Shelton è a caccia della top 10 ma guarda ancor più lontano e sogna gli Slam, riflettendo sull’importanza di completare il più possibile il suo tennis con la consapevolezza che di solo servizio i grandi tornei resteranno una Chimera. Il 22enne di Atlanta è uno degli osservati speciali a Indian Wells insieme agli altri tennisti di casa, ancor più dopo l’uscita di scena prematura di Zverev e l’assenza di Sinner, che lo scorso anno eliminò proprio Ben nei sedicesimi in due set. Parlando al sito ATP, Shelton ha confermato quanto stia lavorando con papà Brian a molti aspetti del suo gioco, in particolare il rovescio che resta il fondamentale meno sicuro del suo repertorio.
    “Se guardiamo al top della disciplina, non c’è nessuno dei big che sappia ‘solo’ servire”, afferma Shelton. “Devi essere completo per vincere gli Slam, per competere per i grandi titoli. Devi essere un giocatore completo, ed è quello per cui sto lavorando”.
    Servizio stratosferico per potenza e angoli, inclusa la seconda di servizio, e colpi davvero potenti sono i marchi di fabbrica del tennis di Ben ma in diverse situazioni il suo gioco non è così sicuro e tende ad improvvisare, una condotta tutt’altro che efficiente per battere i migliori e fare strada nei tornei più importanti. Shelton è consapevole di esser ben lontano dall’aver completato la sua tecnica e gli schemi di gioco. “Sicuramente nella off season abbiamo esaminato i migliori rovesci del tour e della storia, per capire come manovrare lo swing, come i migliori lo colpivano, la velocità con cui lo colpivano, come riuscivano a cambiare angolo e andare in entrambe le direzioni con sicurezza, e completarlo con lo slice. Non ho mai pensato che il mio rovescio fosse perfetto, idem per ogni volta che colpisco lo slice. Ho trascorso molte ore in campo lavorando a questo colpo e ho iniziato a vedere qualche risultato positivo quando ho giocato la mia prima partita ad Auckland, e poi quando sono arrivato in Australia ha iniziato a funzionare meglio”.
    Ben racconta di aver visionato in particolare i rovesci di Sinner, Alcaraz e Djokovic, capendo il motivo principale della loro forza e di quel che non andava nel suo: la posizione di partenza dello swing verso la palla, nel suo caso troppo bassa. “Quei ragazzi hanno un punto di partenza molto più alto, lasciano che la gravità faccia il lavoro per far scendere i polsi e quindi arrivano ​​con un’angolazione un po’ più alta della mia“, racconta Shelton. “Se confronto il mio rovescio a quello dell’anno scorso, adesso in quella situazione ho apportato cambiamenti“.
    Interessante in questo il punto di vista di papà (e coach) Bryan: “Stiamo cercando di cambiare la situazione e la sua apertura del rovescio, metterlo con la testa della racchetta sopra il polso, così che quando va per la palla con la rotazione del busto crea un po’ di topspin, un po’ di arco in più, e questo gli dà un po’ più di margine sul colpo. È davvero importante che lui sappia di avere il controllo della palla, e con questo diverso movimento può controllare maggiormente la traiettoria”. Effettivamente il “classico” rovescio di Ben era un’entrata secca nella palla, con un movimento cortissimo che non gli consentiva mai un bel margine in scambio, diventando la classica pallata a chiudere, ma poco efficace in costruzione e ancor meno in difesa.
    Il servizio resterà sempre il punto forte del suo gioco, e l’idea di Shelton è migliorarlo ancora, sente di aver margine. “Penso che il mio servizio debba essere ancor più preciso. La mia percentuale di prime palle sembra buona rispetto a tutti i migliori giocatori del tour, ma credo che potrebbe essere anche più alta. Voglio avere padronanza e controllo completi del mio servizio, di tutti gli effetti e di tutti gli angoli. Sento che il mio servizio è andato un po’ su e giù, in certe soluzioni lo vedo meglio ora rispetto al passato, ma in altre sento che lo eseguivo meglio prima. Sto lavorando per mettere insieme tutto questo, quindi ho arrivare a possedere un colpo completo”.
    “La gente parla molto di potenziale, ma penso alla fine tutto stia solo nel lavoro che ci metti. E so sto lavorando molto, sto lavorando sodo per migliorare e diventare più completo. Certo, anche tutti gli altri lo stanno facendo, ma io sono consapevole di star spingendo al massimo, di fare tutto ciò che è in mio potere per crescere. Questo mi dà la sicurezza di continuare ad imparare. Non mi vedo come un tennista già fatto, tutt’altro. Sono curioso io stesso nel vedere quanto posso diventare bravo” conclude Shelton.
    Potenza, ambizione, focus totale al miglioramento. Ben è un tennista molto istintivo ma dopo mesi di vita sul tour al massimo livello ha capito che per vincere è necessario un lavoro continuo e certosino sul gioco e sulla mentalità. La top 10 è relativamente vicina, a lui arrivarci ed entrare nel gruppo ristretto dei potenziali campioni 1000 e Slam. Gli Stati Uniti aspettano un vincitore Major al maschile da US Open 2003, che possa essere Shelton a spezzare questo tabù?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roddick sui campi più veloci di Indian Wells: “Sarà favorito chi riesce a far saltare tanto la palla, come il servizio di Shelton o il diritto di Ruud”

    And Roddick

    Andy Roddick non vede l’ora di assistere ai match dell’edizione 2025 di Indian Wells che, con campi rinnovati e più rapidi, potrebbe mescolare non poco le carte in tavola. L’ex n.1 americano non ha mai vinto in carriera il titolo in California (vinse il doppio nel 2009 con Mary Fish), ma pensa che se potesse giocare oggi con il suo servizio e diritto, avrebbe di che divertirsi…
    “La palla volerà ancor di più a Indian Wells, perché puoi cambiare tutto ma non puoi adattare l’aria”, afferma Roddick nel suo seguitissimo podcast Served with Andy Roddick. “Qua l’aria è quella deserto, soprattutto nei match di giorno, c’è lo 0% di umidità quindi se fai un servizio carico di effetto kick…la palla rimbalzerà sopra la testa di qualcuno. Rispondere sarà difficile e avrò il tempo per girarmi sul mio diritto e tirare una pallata dall’alto verso il basso. Ci sono diversi modi per usare questo campo più rapido e queste condizioni a tuo favore“.
    “Con i match vedremo se davvero il campo sarà molto più rapido di prima. Se si va verso una superficie come US Open o Cincinnati e hai quell’aria dove non c’è abbastanza umidità per rendere la palla un po’ più pesante, vedrai Reilly Opelka che spara servizi kick mandando la palla oltre la terza fila…! Ben Shelton potrebbe leccarsi i baffi. Ma non solo grandi servizi. Uno come Casper Ruud, con il suo diritto pesante e carico di spin, tirerà delle palle che manderanno i rivali a ribattere fuori dal campo“.
    Secondo Roddick quindi il cambio di manto da Plexipave a Laykold potrebbe cambiare nettamente rimbalzo, vista la combinazione unica nel deserto con l’aria estremamente secca. Quindi i giocatori che potrebbero trarre vantaggio da questo cambiamento sono coloro che tirano colpi potenti e carichi di spin. Andy poi si concentra sulle condizioni generali nel tennis, affermando che a suo dire le palle restano ancor più importanti delle superfici, e che i giocatori alla fine si adattano e tarano il proprio tennis in relazione alle condizioni generali che trovano. Quindi chi punta il dito contro un tennis un po’ “omologato” non dovrebbe accusare i tennisti quanto chi ha creato questa combinazione di palle e campi.
    “Non credo che dovremmo preoccuparci di rendere tutte le superfici uguali” continua Roddick, “non credo che molti di coloro che ascoltano questo podcast abbiano seguito il tennis maschile e il modo in cui si è evoluto negli ultimi 25 anni, e questa non è una critica a dove siamo, ma penso che le superfici lente siano arrivate dominare l’annata mentre quelle veloci sono in un certo senso scomparse, quindi siamo in questa situazione in cui molto del tennis che vediamo sembra tutto uguale. I giocatori giocano tutti allo stesso modo? Penso che i tennisti tirino fuori la versione più efficace di se stessi in base alle condizioni che gli stai dando. Vi garantisco che se rendiamo tutto assai più veloce come negli anni ’90, tornerebbero un sacco di grandi volée molto rapidamente, questo è l’aspetto più importante“.
    “Se vogliamo concentrarci su qualcosa di davvero importante, focalizziamoci sul peso di una palla, sulla qualità del feltro, queste due cose contano più di ogni altra. La palla conta molto di più rispetto al campo per l’impatto sul gioco e anche per quanto riguarda la salute. In realtà io vorrei vedere i campi diventare un po’ più estremi, vorrei vedere un torneo che è davvero veloce: vi assicuro che i tennisti giocheranno bene perché si adattano anche se è molto veloce. Ci sarebbe qualcosa di diverso”.
    Ultima nota di Roddick sul calendario: “Non so se ho capito del tutto il senso di giocare un torneo su cemento a marzo e aver bisogno di abbinarlo a un torneo su cemento a settembre, quando non hai altro che terra battuta ed erba in mezzo”.
    Considerazioni interessanti, come sempre nel podcast di Andy, probabilmente il migliore in giro per analisi e qualità dei contenuti – come ha dimostrato analizzando con dettagli e competenza la faccenda di Jannik Sinner nelle scorse settimane. Carlos Alcaraz si è lamentato del cambio di superficie a Indian Wells, dove troverà condizioni assai diverse rispetto alle ultime due edizioni, da lui vinte. Tuttavia, secondo quel che ha spiegato Roddick, se si gioca con potenza e spin si potrà sfruttare al meglio questo campo che farà saltare di più la palla senza rallentarla troppo. In base alla logica, Alcaraz ha forza nel corpo e può generare molto spin, quindi in teoria non dovrebbe essere così svantaggiato. È vero che lo spagnolo ama giocare in anticipo e picchiare la palla con grandi accelerazioni, ma soffre meno di tanti altri un rimbalzo assai accentuato. Alla fine forse il nocciolo della questione è quello sottolineato da Roddick: i giocatori danno la miglior versione di se stessi adattandosi alle condizioni che trovano. Vince chi è più bravo ad analizzare il contesto e trovare la soluzione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ruud sprona Sinner: “Spero vada avanti a testa alta”. Il silenzio di Shelton, i dubbi di Paul

    Casper Ruud e Jannik Sinner a Torino

    Casper Ruud è stato tra i primi colleghi a sostenere Jannik Sinner nella “bufera mediatica” scatenata dalla positività dell’azzurro al Clostebol, vicenda poi conclusa a sorpresa con un accordo proposto da WADA e accettato, con discreta riluttanza, da nostro campione di Sesto Pusteria. Interpellato in quel di Acapulco dal collega statunitense Ben Rothenberg, Ruud ha spiegato più nel dettaglio la sua posizione in merito alla vicenda di Jannik. Nei giorni scorsi una sua breve dichiarazione era stata, a suo dire, mal tradotta e quindi non ben riportata. Casper approfitta così della breve intervista per dettagliare il suo pensiero, approvando la scelta di Sinner di acconsentire ad un accordo con WADA per il timore che le vie tutt’altro che rette di un procedimento giudiziario potessero riservargli sorprese ancor più amare di una sospensione comunque non meritata.
    “Mi dispiace per Jannik. Secondo me, non ha fatto nulla in modo intenzionale” afferma Ruud al cronista statunitense. “E purtroppo non è la prima volta che succede, intendo un accordo per risolvere un questione e sospensione per doping, il che è stato probabilmente sorprendente per alcune persone. Guardando al sistema legale, non è insolito che una cosa del genere accada quando qualcuno sta per andare a processo. Voglio dire, ci sono molti altri casi in cui gli accordi sono avvenuti appena prima di un processo”.
    “Se io fossi nei panni di Jannik ovviamente mi piacerebbe avere la possibilità di difendermi in un processo pubblico, cosa che sono sicuro lui stesse cercando. Ma se provo a mettermi al suo posto, penso che quando vai a processo c’è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole, se le giurie o i giudici vedono le cose in modo diverso. Guarda in quanti casi al mondo qualcuno è andato in prigione pur non essendo colpevole. Quindi, c’è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole anche se non lo sei. Per questo un accordo di tre mesi, o una sospensione di tre mesi, è stato qualcosa che entrambe le parti sono state felici di fare. Tuttavia, mi dispiace per Jannik. Starà fuori, perderà 4 Masters 1000 su 9 per qualcosa che non ha fatto intenzionalmente“.
    “Spero che Sinner vada avanti a testa alta. Personalmente, faccio sempre il tifo per lui. Penso che sia una gioia vederlo giocare e spero che i tre mesi passino velocemente. Sì, è solo triste per lui, e per il tennis come sport quando il numero 1 al mondo attraversa qualcosa del genere. Questo è il mio pensiero al momento” conclude Ruud.
    Il giornalista americano ha chiesto un parere anche a Shelton e Paul, ma le posizioni dei due sono state assai diverse. Beh ha tagliato corto: “L’accordo è stato raggiunto. Il caso è chiuso. Sono solo contento che ora possiamo giocare, andare avanti. I miei pensieri sono i miei pensieri. Molte persone vogliono parlare mentre io sono qui solo per giocare”.
    Così invece ha parlato Tommy Paul, senza alcuna voglia di esporsi sul caso: “Non lo so davvero… Cioè, cerco di starne fuori il più possibile. Lui gioca un tennis incredibile. Mi ha battuto prima che uscisse fuori tutta questa roba, e mi ha battuto anche dopo. Ha gestito la situazione in modo incredibilmente buono. Ovviamente ha vinto per tutto il tempo in cui ha dovuto affrontare tutta questa faccenda. Non ne so abbastanza sulla situazione. Si sentono dire così tante cose che non so davvero cosa sia vero e cosa non lo sia. Quindi è difficile per me commentare”.
    Le parole di Paul piuttosto sollevano una riflessione più ampia. Certamente Tommy, se avesse la voglia di farlo, potrebbe facilmente informarsi nei particolari della faccenda leggendo le carte, come per esempio ben fatto da Chris Eubanks (non a caso uno dei primi e più convinti sostenitori di Sinner tra i colleghi), o i media che hanno affrontato la vicenda con rigore (BBC di recente) o anche podcast che hanno affrontato la questione con dovizia di particolari (quello di Andy Roddick su tutti, davvero un contributo onesto e dettagliato). Tuttavia spiace rilevare che la informazione sul caso riportata da molti media internazionali – di settore e non, alcuni anche importanti – è stata lacunosa e con zone d’ombra, tanto da alimentare confusione e sospetti. E non parlo delle “sparate” social di uno sparuto manipolo di giocatori o ex che, proprio con le loro parole, hanno dimostrato la totale ignoranza della vicenda e pregiudizi, ma di player importanti della informazione sportiva e non che così facendo non hanno reso affatto un buon servizio alla comunità.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO