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    Il buon momento del tennis USA: alcuni numeri di un momento (e stagione) di eccellenza

    Ben Shelton, al best ranking in carriera

    Il successo di Ben Shelton al Masters 1000 di Toronto è la ciliegina di un 2025 di buonissimi risultati complessivi per il tennis statunitense. Da tempo il “gigante” nordamericano aveva mostrato interessanti segnali di ripresa sia a livello complessivo (ranking) che di risultati, e questi primi 8 mesi dell’anno confermano pienamente  come i tennisti (uomini e donne) a stelle e strisce stiano attraversando un periodo molto positivo. Nell’ultimo ranking ATP pubblicato gli USA hanno due top 10 (Fritz n.4 e Shelton n.6, al best ranking), 4 top 20 e 13 top 10; ancor più impressionante classifica WTA, dove troviamo 4 statunitensi tra le prime 10 (Gauff n.2, Pegula n.4, Keys n.6 e Anisimova n.8), con Navarro appena fuori al n.11, e 15 in totale nelle prime 100. Ma sono i risultati nei tornei a impreziosire un momento davvero positivo.
    Madison Keys ha iniziato il 2025 con il bellissimo successo agli Australian Open, dove Taylor Townsend si è aggiudicata il torneo di doppio (insieme all’esperta specialista ceca Siniakova). Al quotato WTA 1000 di Doha il titolo è andato ad Amanda Anisimova, in grandissima ripresa dopo i tanti problemi sofferti nel recente passato. Ancor più sorprendente – e meritato – il successo di Coco Gauff a Roland Garros. Il passaggio all’erba è stato assai positivo, con Anisimova brava ad issarsi in finale a Wimbledon (dove poi è crollata di schianto sotto la costanza di Iga Swiatek). Dopo grandissimi risultati al femminile, ecco Ben Shelton, vincitore del primo 1000 in carriera all’Open del Canada, una vittoria che ha riportato negli USA un torneo di massima categoria ATP dopo il successo di Fritz a Indian Wells nel 2022. Ricordiamo che proprio Fritz aveva chiuso alla grande il 2024 con la finale alle Finals di Torino, dopo la finale giocata (e persa) a US Open, due stop imposti dalla classe immensa di Jannik Sinner.
    In alcune settimane del 2025 sono state 5 le ragazze statunitensi in top 10, e 4 gli uomini tre i migliori dieci nel ranking ATP. C’è anche Townsend, n.1 nel doppio femminile. In sintesi, gli USA sono tornati nazione trainante nel panorama internazionale dopo anni di alti e bassi.
    Se nel tennis femminile i titoli Slam continuano ad arrivare, manca terribilmente la vittoria in un Major al maschile. È necessario tornare al lontano 2003 per ritrovare un campione a stelle strisce in uno dei quattro massimi eventi dell’anno: Andy Roddick, campione a US Open 2003, il suo anno migliore (lo terminò da leader nel ranking, con piccolo margine su Federer, pronto al sorpasso dopo l’Australian Open dell’anno successivo). Fritz nella passata stagione è arrivato in finale nello Slam della grande mela, confermando un livello di gioco ed agonistico pari ai migliori; che quest’anno sia la volta di Shelton, sullo slancio del suo miglior momento in classifica? Ben vanta come miglior risultato a New York la semifinale 2023, quando fu sconfitto piuttosto seccamente da un Djokovic stellare). Vedremo cosa ci racconterà il quarto Major dell’anno. Di sicuro i tennisti americani tendono a giocare sempre molto bene nel massimo evento nazionale. Sinner e Alcaraz restano i grandi favoriti, ma dovranno guardarsi da tutta la pattuglia a stelle e strisce, pronta ad esaltarsi nel baccano infernale dell’Arthur Ashe…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    “Niente panico nei lunghi scambi. Non sono più solo quello col servizio super”. L’evoluzione di Shelton: come sta cambiando il suo tennis

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    “Essere in grado di vincere gli scambi più lunghi e sentirmi a mio agio con me stesso in quei momenti, senza la fretta di far accadere qualcosa per uscire da quelle situazioni è una parte enorme della mia evoluzione”. Così Ben Shelton ha fotografato a caldo in campo il netto successo contro Alex De Minaur nei quarti di finale al Masters 1000 di Toronto, una vittoria che lo issa in semifinale contro l’amico e connazionale Taylor Fritz. In palio l’accesso al match per il titolo in Canada, forse contro Zverev (discretamente favorito vs. Khachanov nell’altra semifinale). Il prossimo derby USA è una rarità a questo livello: dal 2000 quella in Canada tra Taylor e Ben sarà solo la quarta semifinale tutta statunitense nei Masters 1000. Shelton ha disputato una partita particolarmente solida contro De Minaur, spiccando più per il suo gioco da fondo campo che per i punti ricavati col suo servizio “bomba”. Il figlio d’arte nativo di Atlanta ha giocato una partita diversa, assai paziente e tatticamente ineccepibile: Alex è un tennista che ricava tanti punti entrando in contrattacco sulla potenza dei colpi degli avversari; bene ha fatto Shelton a lavorare tanto la palla, con tagli e spin, senza tirare sempre a tutta. Così facendo, e reggendo mentalmente in tanti lunghi scambi, ha finito per togliere peso all’avversario che così è incappato in un numero per lui insolito di errori, 28, mentre Ben ha vinto 32 punti in palleggio, dato altissimo per i suoi standard, e più dell’australiano (29). Ancor più sorprendente questo dato: Shelton ha vinto 12 dei 19 scambi che sono andati oltre i 9 colpi, esattamente la specialità di casa ADM. Probabilmente una prestazione non eccelsa di “Demon”, ma molto viene dalla tattica, forza fisica e mentale di Shelton.
    “Molti avversari mi vedono solo come un battitore e non come un giocatore da fond ocampo”, riflette Shelton nella press conference post partita. “Psicologicamente, quando entro in partita, ora entro in una sorta di modalità ‘lockdown’, metto un milione di palle in campo. La mia palla da scambio ha un bel po’ di peso e a volte mi sembra di sorprendere gli avversari, soprattutto quando tengo bene nel palleggio e cambio velocità da più lenta a veloce e profonda”.
    “Ritengo di aver giocato davvero un’ottima partita” continua Ben. “Sono rimasto calmo, molto lucido. Sono stato bravo a non farmi prendere dal panico negli scambi lunghi, cosa che è davvero importante contro un giocatore come De Minaur. Ho giocato senza forzare e questo è importante perché Alex trae enorme vantaggio dal fatto che non sbaglia mai e provoca errori non forzati. Lui punta a tirare su il muro e sfruttare gli errori dell’avversario; porta l’altro ad esagerare visto che è velocissimo, si muove bene e riesce a colpire i suoi migliori colpi quando contrattacca in corsa. Per me era decisivo restare solido. Ho giocato un ottimo tennis, soprattutto nella parte finale dei punti più combattuti”.
    Poco da dire, un’analisi lucida quella di Shelton, che presenta una sua versione ben poco istintiva e irruenta, quella faccia negativa che spesso lo porta a smarrirsi e perdere contro i migliori, e non solo. È ovvio che questa deve essere l’evoluzione nel tennis dell’americano se vuol sedersi al banchetto dei tennisti vincitori dei grandi tornei, M1000 e perché no Slam. Di solo servizio, prepotenza fisica e colpi a tutto braccio non vinci contro un buon Sinner, che risponde troppo bene e ti porta nei territori dove crolli, in particolare sul lato del rovescio. Anche contro Alcaraz, o Zverev, tutti i migliori, Shelton deve ancora dimostrare di essere capace di reggere sulla lunga distanza prendendosi punti “sporchi”, faticando di gambe e testa senza sparare via. Sul rosso contro Alcaraz ha sorpreso quest’anno per tenuta, riuscendo a portare Carlos quasi al limite per buona parte della partita; invece la dura sconfitta rimediata contro Sinner a Wimbledon è stata per Ben un vero schiaffo: Jannik con la sua forza in risposta e intensità nello scambio è riuscito a mettere a nudo uno dopo l’altro, a tratti in modo brutale, tutti i limiti del tennis dell’americano.
    A Toronto Shelton sta migliorando esattamente su questi aspetti, tecnici e ancor più mentali. Nel corso dello scorso inverno, Ben ha lavorato moltissimo con papà Bryan per cambiare lo swing del rovescio, passando da un movimento cortissimo di totale timing ad un’apertura più ampia, una maggior ovalizzazione generale e una racchetta più inclinata nell’aggredire la palla. Se hai un timing assoluto come un Kyrgios (per dire uno con uno movimento non tanto diverso) o Bublik, puoi permetterti anche di giocare il rovescio così, impatto secco e via; ma visto che Shelton non ha la stessa mano e percezione dello spazio in velocità, cambiare quel tipo di rovescio e passare ad un colpo meno rapido e più di manovra è una scelta ottima, direi obbligata. Tuttavia ritengo che il miglior rovescio dell’americano resti il back, un taglio sotto che gli permetta di rallentare e quindi girarsi sul diritto al colpo successivo. Per farlo, però, è necessario toccare un back che galleggi nell’aria e atterri bello lungo; al momento Ben ci riesce solo a tratti. Qua dovrà continuare a lavorare, tanto. Pure col diritto, per alternare palle cariche di spin e discretamente lunghe ad accelerazioni a tutto braccio vincenti senza commettere troppi errori. Un lavoro tecnico e parimenti mentale, perché ogni colpo non è mai fine a se stesso e va sempre inquadrato nello sviluppo del gioco, con quel che ti propone il rivale. Sinner docet: ok tirare fortissimo, ma è ancor più efficace saper alternare rotazione e velocità ad angolo e intensità, in modo da costruirti l’alternativa qualsiasi sia la mossa dell’avversario. Una flessibilità tecnica e di pensiero che Shelton ancora deve costruire e portare in campo.
    Da questo passerà la vera evoluzione di Shelton, lavorare sulla mentalità, sulla pazienza, sulla lettura del gioco suo e del rivale, in modo da poter gestire non solo turni di battuta a mille all’ora ma anche la complessità del palleggio e di chi risponde molto bene. Intanto stasera proverà a battere l’amico Fritz e giocarsi la finale di un 1000. Sarà un match molto aperto, dove Taylor parte un po’ favorito anche solo per maggior esperienza a questo livello. Se Ben vuol arrivare davvero in alto, sarà una partita da vincere, con il servizio ma anche la pazienza di giocarsi gli scambi senza esagerare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il buon momento del tennis USA: mai così bene in un Masters 1000 dal 2004

    Ben Shelton, n.7 ATP, a Toronto

    Lo Slam manca dal 2003, quando un giovanissimo Andy Roddick sbaragliò la concorrenza a US Open forte di un servizio terrificante. Tuttavia il movimento maschile USA sta attraversando un momento piuttosto positivo a livello quantitativo, oltre per la qualità e età media piuttosto giovane dei suoi migliori giocatori. Lo dimostra il ranking ATP, dove questa settimana figurano due tennisti a “stelle e strisce” nella top 10 (Fritz, n.4, e Shelton, n.7) e ben 4 nei primi 15 (Tiafoe, n.12 e Paul, n.15). Nei primi 100 in classifica sono 13 i giocatori americani, con alcuni giovanissimi come Tien (19 anni), Michelsen (20) e lo stesso Shelton, 22enne al proprio “best” in carriera, con la possibilità di sorpassare al sesto posto Djokovic se riuscisse a vincere il Masters 1000 di Toronto, dove è nei quarti di finale dopo il successo di ieri notte vs. Cobolli.
    Proprio dal Masters 1000 canadese arriva un riscontro statistico interessante per il tennis USA: tre americani, Taylor Fritz, Ben Shelton e Alex Michelsen, si sono qualificati per i quarti di finale del secondo “mille” estivo in Nord America. Non accadeva da 21 anni che tre statunitensi fossero contemporaneamente tra i migliori otto in un torneo M1000, precisamente da Indian Wells 2004, quando arrivarono ai quarti Andre Agassi, Andy Roddick, James Blake. Allora Roddick e Blake si fermarono proprio ai quarti, battuti rispettivamente da Henman e Labadze (talento georgiano), mentre il Kid di Las Vegas fu stoppato in semifinale dal dirompente, a tratti ingiocabile Federer di quell’anno, da poco diventato n.1 del mondo.
    Vedremo chi tra Fritz, Shelton e Michelsen riuscirà a continuare la sua corsa a Toronto. Taylor affronterà Rublev da favorito, anche se i precedenti sono molto serrati (5-4 avanti il californiano); Shelton sfiderà De Minaur, curiosamente sarà una sfida inedita e confronto di stile totale tra il gioco dirompente e super servizio del nativo di Atlanta e la corsa ed energia difensiva pronta al contrattacco dell’australiano; il giovane Michelsen invece proverà a ripetersi contro Khachanov, già battuto nell’unico precedente (al terzo turno degli Australian Open 2025). Se Ben e Taylor vinceranno le proprie partite, sarà derby USA in semifinale. L’ultimo statunitense capace di trionfare in un Masters 1000 è stato Fritz, vincitore a Indian Wells nel 2022.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Shelton rivela una chiave della forza del suo servizio

    Ben Shelton (foto ATP.com)

    Ben Shelton sarà il prossimo avversario di Flavio Cobolli al Masters 1000 di Toronto, in quello che sarà il quarto confronto diretto tra il romano (al proprio best in carriera al n.17 del mondo) e il nativo di Atlanta, entrato poche settimane fa per la prima volta nella top 10 (anche lui è al suo “best” di n.7). Il romano ha vinto i primi due scontri, disputati nel 2024 tra Ginevra su terra battuta e poi la semifinale di Washington, su campi molto simili a quelli canadesi. L’americano ha battuto l’italiano nell’ultimo match, disputato ad Acapulco lo scorso febbraio. Entrambi stanno attraversando un ottimo momento in carriera, è un match aperto nel quale saranno decisivi intensità e sicuramente i colpi di inizio gioco.
    Proprio dopo il successo assai sofferto contro il connazionale Brandon Nakashima, Shelton a Toronto si è soffermato sui miglioramenti nel proprio tennis e in particolare sul servizio. 19 Ace per Ben nella ultima partita, con l’81% di punti vinti con la prima palla e un ottimo 59% sulla seconda, contro un ribattitore niente male come il connazionale.
    “Ho avuto la sensazione che il mio servizio riesca a sorprendere gli avversari fin dai primi punti, per come li attacco” afferma Shelton. “Sto servendo bene e punto spesso al corpo dell’avversario. Credo che questo renda difficile per loro trovare ritmo in risposta.” Con le velocità altissime delle sue battute, rispondere è certamente impresa complicata e anche Cobolli dovrà giocare molto bene in risposta per cercare di arginare la prepotenza del rivale, a caccia del primo titolo in un Masters 1000.
    Intanto con la vittoria su Nakashima, Ben ha segnato un interessante traguardo a livello statistico per il tennis statunitense: è diventato il più giovane americano ad aver vinto 25 partite a livello ATP Masters 1000 dai tempi di Andy Roddick. Shelton ha raggiunto questo traguardo a 22 anni e 291 giorni. Roddick toccò lo stesso risultato assai più giovane, a soli a 19 anni e 340 giorni, partecipando al Cincinnati Open del 2002. I progressi di Ben sono evidenti e molti negli USA puntano proprio su di lui per ritrovare un nuovo campione Slam, che al maschile manca da US Open 2003 (Andy Roddick).
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Ben Shelton piega Nakashima al fotofinish: trionfo di carattere e accesso agli ottavi a Toronto

    Ben Shelton USA, 2002.10.09 – Foto Getty Images

    Ben Shelton, protagonista di una splendida battaglia contro Nakashima e approdato agli ottavi del Masters 1000 di Toronto dove sfiderà il nostro Flavio Cobolli, si è presentato in conferenza stampa rilassato e soddisfatto. Di seguito, i temi principali affrontati dal giovane americano davanti ai giornalisti:
    Sui tie-break e i miglioramenti necessariShelton ha ammesso di aver avuto qualche difficoltà soprattutto sull’erba nei tie-break, dove la percentuale di prime era spesso troppo bassa e la seconda, di conseguenza, sotto pressione:“Ho fatto fatica soprattutto con la percentuale di prime. Quando poi non riesci a rispondere bene, tutto diventa più difficile. Però mi sto abituando sempre di più a rubare punti anche sulle prime e sulle seconde degli altri, così riesco spesso a mettermi in controllo nei tie-break, che è fondamentale a questi livelli.”
    Sui due match point annullati da NakashimaShelton ha descritto la tensione e la difficoltà del momento, sottolineando quanto fosse importante restare lucido anche dopo aver sprecato due match point sul servizio dell’avversario:“Quando hai la palla sulle corde, specie con la seconda di servizio, ti gira tutto in testa. Un po’ di nervosismo, qualche errore di troppo con il dritto… Non è mai facile in una serata ventosa e contro un rivale che serve così bene. Però sono stato bravo a restare calmo, a tenere il servizio e a darmi la chance di giocarmela nel tie-break.”
    Sulla fiducia per il proseguo del torneoIl match contro Nakashima, così combattuto e deciso all’ultimo respiro, rappresenta per Shelton una spinta enorme:“Sono felice del livello espresso, il match è stato di altissima qualità da entrambe le parti. Quando superi una partita così tirata, esci dal campo con tantissima fiducia, senti di poter affrontare chiunque.”
    Sulla crescita al servizioShelton ha spiegato che il suo servizio è cresciuto molto durante l’anno:“Ho cercato di essere più sciolto, di permettermi anche qualche errore in più per trovare la giusta aggressività. Ho provato a sorprendere gli avversari già dai primi punti, mettendo pressione e rendendo difficile il loro timing in risposta.”
    Sull’atmosfera dello stadioInfine, un pensiero speciale al pubblico di Toronto:“Qui si respira un’energia fantastica. Ho giocato una partita la mattina e l’ultima alle 23:30: in entrambe c’era un’atmosfera incredibile. Vedere il pubblico così coinvolto, anche in tarda serata, è qualcosa di cui sono davvero grato.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Shelton in top 10, gli USA mai così bene nel ranking ATP dal 2006

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Uno dei movimenti più interessanti della nuova classifica ATP è l’ingresso di Ben Shelton nella top 10 del ranking ATP, esattamente alla decima posizione. È un punto di arrivo e allo stesso tempo di partenza verso nuovi e più ambiziosi obiettivi per il 22enne di Atlanta, che con 3170 punti ha guadagnato due posizioni sorpassando Medvedev (fermo alla 11esima piazza) e De Minaur, scivolato al n.12. Quest’anno Ben ha raggiunto la semifinale agli Australian Open con miglior risultato, senza alcun titolo vinto finora, solo sfiorato sulla terra di Monaco dove fu stoppato in finale da Zverev, come la scorsa settimana sull’erba di Stoccarda (stavolta in semifinale).
    È una grande soddisfazione per Shelton, ma anche per il tennis USA che ritrova tre giocatori tra i migliori 10 nel ranking mondiale: Fritz n.4, Paul n.8 e Shelton n.10. Non accadeva dal 17 aprile 2006, quando tra i primi dieci al mondo c’erano Andy Roddick al n.4, James Blake al n.7 e Andre Agassi al n.10. Quella settimana fu anche l’ultima per Agassi in top 10 nella sua carriera.
    Gli Stati Uniti non hanno un n.1 dal 2003 (Roddick) ma almeno a livello quantitativo il momento del tennis maschile è piuttosto positivo: questa settimana sono 13 i tennisti a stelle e strisce in top 100 e 5 in top 30, con Tiafoe al n.13 a soli 180 punti dalla decima piazza di Shelton.
    Shelton è il settimo tennista nato nel nuovo millennio ad entrare nella top 10. Ecco gli altri:
    Felix Auger-Aliassime – classe 2000, Top 10 nel 2021Jannik Sinner – classe 2001, Top 10 nel 2021Carlos Alcaraz – classe 2003, Top 10 nel 2022Holger Rune – classe 2003, Top 10 nel 2022Jack Draper – classe 2001, Top 10 nel 2025Lorenzo Musetti – classe 2002, Top 10 nel 2025Ben Shelton – classe 2002, Top 10 nel 2025
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Gigante saluta Roland Garros, troppa la potenza di Shelton

    Matteo Gigante (foto Patrick Boren)

    Si chiude con una sconfitta assolutamente onorevole la magnifica avventura di Matteo Gigante a Roland Garros 2025. Il romano, entrato nel main draw attraverso la qualificazioni e protagonista di una eccezionale prestazione e vittoria contro Tsitsipas, s’inchina alla potenza a tratti devastante di Ben Shelton, ma lo fa lottando sino alla fine, con un terzo set giocato alla pari con l’americano e ceduto solo all’ultimo tuffo. Finisce 6-3 6-3 6-4 in due ore e venti minuti di buon tennis e diversi momenti di spettacolo, tra le bordate poderose dell’americano e diversi tocchi e giocate di Matteo, uscito tra gli applausi del pubblico. Era difficile chiedere un altro miracolo a Gigante: Shelton per lui rappresentava una sfida davvero ardita visto l’enorme gap di potenza e nei colpi d’inizio gioco. E infatti è stata proprio la combinazione servizio – risposta a spostare l’equilibrio nei primi due set nettamente a favore dell’americano, in eccellente condizione fisica e fiducia. Matteo non è riuscito a mettere pressione in risposta a Ben e questo ha lasciato tranquillo il nativo di Atlanta; condizione pericolosissima perché quando riesce a giocare libero e rilassato il suo tennis arrembante può diventare inarrestabile. Cè stata assai più partita nel terzo set, quando Shelton ha servito un filo peggio – ma nemmeno tanto – e soprattutto è stato Gigante e mettere tante prime palle in campo, potendo così giocare i primi colpi di scambio molto vicino alla riga di fondo e creando anticipi e variazioni di qualità.
    Forse Matteo nei primi due set, oltre alla difficoltà del rispondere al rivale, ha fin troppo insistito sul rovescio di Ben. Sollecitare il rovescio dello statunitense è tatticamente redditizio ma non è corretto basare tutto il gioco solo e soltanto su quello, anche perché il miglior modo per far sbagliare un rivale con il colpo meno forte è rischiare sull’altro e quindi spostarlo a colpire in corsa e poco equilibrio sulla debolezza. Gigante ha fin troppo insistito sul lato destro di Ben nei primi due set, infatti quando nel terzo ha giocato più libero e rischiando anche contro il diritto di Shelton ha fatto più partita. Va detto che l’americano nel terzo set, dopo aver spinto come un forsennato e anche corso da tutte le parti coprendo il campo con vigore assoluto, ha un minimo tirato il fiato, e l’intensità generale è calata di quel poco che è bastato a riportare Matteo più in partita. Infatti nel terzo set le chance per l’allungo le ha avute Gigante, sfruttando qualche errore di troppo del rivale ma anche per il merito di rispondere di più e giocare con grande acume, tagli e colpi mai banali che hanno portato l’avversario in posizioni scomode. Purtroppo per il nostro, Ben ha azionato il servizio, e anche quel diritto davvero potente, calibrando la misura nei due momenti caldi e respingendo il tentativo di assalto.
    Gigante nei primi due set non ha trovato la misura in risposta, ma nemmeno la posizione. Molto merito va a Shelton, che ha tirato fortissimo ma anche alternato tante prime – e ancor più seconde palle – talmente cariche di spin da far saltare la palla altissima. In un paio di occasioni Matteo è stato quasi “scavalcato” dal rimbalzo… Difficile se non impossibile fare partita pari così, quando l’altro non ti concede niente alla battuta e poi in risposta è super aggressivo, tira forte e avanza, non lasciandoti rifiatare. Gigante ha talento, può fare quasi quel che vuole con la palla ma non ama giocare di fretta e sull’uno-due, tende a creare variazioni spaziando sul campo e alternando traiettorie; contro un avversario così potente e aggressivo sul campo ha avuto in poche occasioni il tempo per farlo. Scontava anche l’esperienza e una fisicità davvero diversa. Non ci sono grandi rimpianti, forse il non aver sfruttato una palla break nel terzo set. In quel momento Gigante era nel suo momento migliore, i suoi game scorrevano piuttosto bene e… chissà cosa sarebbe successo se per caso l’incontro fosse sbarcato al quarto set. Magari Shelton poteva disunirsi, perdere focus e fiducia.
    Resta un torneo ottimo per Gigante, che grazie ai punti di Parigi nel Live ranking sale al n.129, al proprio Best. Ma ancor più importante, questo Roland Garros conferma che a questo livello Matteo ci può stare e che può giocare a testa alta anche contro i migliori.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton mette subito le cose in chiaro: quando servo io, non si gioca, o quasi… Impressionante la potenza di Ben, ma anche l’effetto “kick” che fa saltare così tanto la palla da rendere la risposta difficilissima. Esempio concreto la traiettoria esterna sul 40-15, quasi Gigante col rovescio non ci arriva, pur saltando… 1-0 Shelton. L’americano è arrembante anche in risposta, non ha grande voglia di entrare nello scambio, ma i rischi sono eccessivi, 1 pari. Gigante cerca di tagliare la palla e proporre traiettorie varie, non facili da attaccare, è il miglior modo per difendersi dall’arrembante condotta dell’avversario. Trova anche buona profondità col rovescio, andando a pizzicare il rovescio di Ben, colpo nettamente meno sicuro. Matteo nel quarto game sul 15-30 è ricacciato dietro da un gran lob di Shelton e quindi sbaglia malamente uno smash non impossibile. 15-40, ecco le prime palle break del match. Cancella la prima Gigante con maestria, apre a tutta l’angolo e chiude con tocco (beffardo) sul net. Spreca poi Ben sulla seconda, brutto attacco col rovescio in back, gli svaria un metro in corridoio. La battaglia è già feroce, Gigante lotta e continua ad “affettare” la palla, ma sulla quarta palla break un back troppo vigoroso gli scappa via. BREAK Shelton, avanti 3-1 e servizio. Un servizio top è troppo importante nel tennis di oggi… vedi il quinto game: Gigante si porta 30 pari in risposta, potrebbe esserci uno spiraglio, ma… Ben tira un Ace esterno a 220 km/h. Eh. 4-1 Shelton. Matteo forse insiste fin troppo solo sul rovescio di Shelton e anche giocare puramente di fino rallenta tanto lo scambio, così che Ben ha il tempo per avventarsi e spaccare tutto… Non è un caso che uno dei migliori punti Matteo se lo prende spingendo due ottimi diritti sul diritto dell’americano, ottimo anticipo e velocità. 4-2. Shelton vuol fare lo splendido nel settimo game con uno smash stile Michael Jordan, ma… impatta la palla in modo goffo. Poco male, cancella l’errore marchiano tornando a martellare col servizio, Siamo sul 60% di prime in gioco, e quando la mette praticamente non perde il punto; il vantaggio lo fa giocare sciolto, avanza e chiude. 5-2 Shelton. Nell’ottavo game Gigante cerca di spingere di più, ma va sovra ritmo e sbaglia. 0-30. Spalle al muro, Matteo trova due ottime prime palle, poi sul 30 pari rischia una smorzata di rovescio ma tocca male e la palla quasi non arriva a rete. Set Point Shelton. Scontato l’attacco a rete di Ben, ma è reattivo Matteo, bravo a tirare un passante di diritto robusto che l’americano di volo non controlla. L’azzurro annulla anche un secondo Set Point, bravo a reggere la palla alta e profondissima del rivale e quindi punirlo con una smorzata stavolta perfetta. Gigante con bel piglio resta aggrappato al set, 5-3, ma niente può in risposta. Shelton chiude il primo set 6-3, imprendibile al servizio.
    Gigante riparte al servizio nel secondo set. Dal suo angolo lo incitano: attacca per non essere attaccato. Non è facile, tutt’altro, ma quando la prima palla entra, allora c’è il tempo per entrare in campo con decisione. Il game va ai vantaggi e un rovescio lungo costa a Matteo una palla break delicatissima. Si prende un rischio onesto Gigante, accelerazione col diritto lungo linea dopo aver bloccato nell’angolo opposto il rivale, ma la palla gli esce di poco. Quanto basta a costargli un BREAK dolorosissimo, Shelton può fare corsa di testa forte del vantaggio. Si carica Ben dopo un’acrobazia sotto rete che gli vale il 30-0. Carica a tutta soprattutto il servizio, quanto è difficile per Gigante rispondere… 2-0. Matteo è sotto assedio, forte del vantaggio Shelton tira tutto a tutta dalla risposta, e gli stanno in campo. Purtroppo Gigante si ritrova sotto 30-40 e affronta la palla break con la seconda di servizio, finendo sballottato da tutte le parti e costretto a tirare un diritto lungo. C’è il doppio BREAK per Shelton, davvero centrato e anche poco falloso. 3-0. Tutto scorre così bene all’americano da vincere anche un punto dopo esser caduto a terra e aver rimesso una palla di là con uno scatto pancia a terra, roba da circo… Ride mentre si pulisce dalla terra, è uno showman e queste cose le adora. Meno felice Gigante, che non riesce a trovare una chiave per aprire la porta e rientrare in partita. 4-0, con un Ace al centro. Finalmente l’azzurro vince un turno di servizio, lottato ma senza concedere palle break (4-1). Matteo spreca una piccola chance nel sesto game, in risposta si ritrova 15-30 ma colpisce male in risposta sulla seconda palla. Ben si lamenta con la giudice di sedia per il secondo fallo di piede, ma non perde focus. Altre due pallate e via, 5-1. Shelton serve per il secondo parziale sul 5-2. Forse distratto, l’americano si lascia aggredire nel primo punto e poi sbaglia un colpo banale di scambio. 0-30, situazione inedita. Gigante risponde e corre benissimo in avanti su di una smorzata buona ma non ottima. 0-40! Tre palle break, le prime a favore. Ci pensa l’americano, doppio fallo sul 15-40. Recupera uno dei due break Gigante, 5-3. Violenta la reazione dell’americano, torna a mordere dalla risposta, avanza e chiude di potenza. 0-30. Matteo purtroppo commette doppio fallo, spinto dalla posizione super aggressiva del rivale. 0-40 e Tre Set Point. Gioca bene col rovescio Shelton, tre back e poi una solida accelerazione ancora di rovescio. 6-3 Shelton. Peccato, con quel contro break magari…
    Shelton riparte al servizio e il terzo set scorre via veloce sui turni di battuta, senza grandi emozioni. Già 2 pari dopo solo 12 minuti, con l’azzurro che regge bene nei suoi game, con parecchie prime palle in gioco. E così infatti è un bell’andare perché Ben in risposta ci prova di meno, o esagera. Staziona con i piedi piuttosto vicini alla riga di fondo Matteo in questo parziale e la differenza è enorme perché riesce a non finire sotto nello scambio, controllando maggiormente il gioco. Altro ottimo turno di battuta, impreziosito da una smorzata perfetta. Ottimo Gigante, e 3 pari. Il miglior Matteo del match, ma… il problema resta essere incisivo in risposta. È difficilissimo trovare continuità e fiducia affrontando le pallate non solo veloci ma anche complesse per spin del rivale. Gigante tira una risposta davvero ottima sul 40-15, rovescio che si stampa sulla riga; poi un altro che esce un po’ corto e sorprende il S&V di Shelton. Vantaggi, è una rarità quando serve Ben. Tira fuori la prima palla due metri e guarda la racchetta come se non sentisse la palla. Sparacchia anche il diritto, qualcosa non va e cambia telaio. Attenzione, palla break Gigante! Ancora niente prima palla “in”, ma dopo una seconda sicura Shelton scarica una bordata al centro di diritto quasi impossibile da contenere. Urla Shelton, si carica, 4-3. Matteo regala al pubblico una perla assoluta nell’ottavo game, un passante incrociato di puro tocco, arrivando in scivolata, quasi un colpo di pongista che mette in mostra la sua mano educatissima. Applausi. È molto più sciolto e l’azzurro, i colpi gli escono più fluidi e incisivi. 4 pari. E quando Ben non fa la differenza direttamente col servizio, allora il tocco di Matteo si prende la scena, splendida la smorzata in apertura del nono game. Perde poi la pazienza Shelton in uno scambio rovescio vs. rovescio. 0-30. Poche prime dell’americano, calato nella spinta, tanto che si affida pure lui alla palla corta, vedendo l’azzurro molto lontano dalla riga di fondo. Un doppio fallo costa a Shelton il 30-40, c’è di nuovo palla break, come nel turno precedente. Mamma mia che rischio ma che classe… Ben attacca la rete e tocca una demi-volée perfetta. Bravo, anche per il momento, e poi che scambio per chiudere il game, stavolta con una difesa estrema dell’americano (qua poco pronto Gigante quando è chiamato a rete e rimette una palla troppo interlocutoria). 5-4. Gigante si fa rimontare nel decimo game da 40-0, molto attento l’americano a non sbagliare niente. Con un rovescio cross tanto bello quanto forse un po’ fortunato, Shelton si prende un Match Point. Si scambia, al centro, Ben è il primo a sbagliare. Sbaglia scelta Matteo, chiama di nuovo a rete l’americano, più reattivo sul net. Si prende una seconda palla Match Shetlon. Finisce qua, Ben tira un diritto dal centro che forse rimbalza pure un po’ male. Sipario. Un ottimo terzo set per Gigante, termina un bellissimo torneo per Matteo. Shelton continua la sua corsa a RG.

    Ben Shelton vs Matteo Gigante GS Roland Garros Ben Shelton [13]666 Matteo Gigante334 Vincitore: Ben Shelton ServizioSvolgimentoSet 3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-4 → 6-4Ben Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-404-4 → 5-4Matteo Gigante 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 4-4Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-3 → 4-3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3Ben Shelton 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2Matteo Gigante 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2Ben Shelton 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1Matteo Gigante 15-0 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1Ben Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Matteo Gigante 0-15 0-30 0-405-3 → 6-3Ben Shelton 0-15 0-30 0-40 15-405-2 → 5-3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-05-1 → 5-2Ben Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-1 → 5-1Matteo Gigante 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-404-0 → 4-1Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-0 → 4-0Matteo Gigante 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-0 → 3-0Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 2-0Matteo Gigante 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Ben Shelton 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3Matteo Gigante 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-405-2 → 5-3Ben Shelton 15-0 15-15 30-15 40-154-2 → 5-2Matteo Gigante 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-1 → 4-2Ben Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-1 → 4-1Matteo Gigante 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A2-1 → 3-1Ben Shelton 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1Matteo Gigante 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1Ben Shelton15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Shelton 🇺🇸
    Gigante 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    10
    4

    Doppi falli
    7
    2

    Prima di servizio
    47/82 (57%)
    59/101 (58%)

    Punti vinti sulla prima
    37/47 (79%)
    38/59 (64%)

    Punti vinti sulla seconda
    20/35 (57%)
    19/42 (45%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    230km/h (142 mph)
    207km/h (128 mph)

    Velocità media prima
    198km/h (123 mph)
    192km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    177km/h (109 mph)
    158km/h (98 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti vinti in risposta
    44/101 (44%)
    25/82 (30%)

    Punti vinti su prima di servizio
    21/59 (36%)
    10/47 (21%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    23/42 (55%)
    15/35 (43%)

    Opportunità di break
    11/101 (11%)
    4/82 (5%)

    Palle break convertite
    5/11 (45%)
    1/4 (25%)

    Giochi con break point convertiti
    6/14 (43%)
    3/14 (21%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Totale punti vinti
    101
    82

    Vincenti
    35
    23

    Errori non forzati
    29
    29

    Errori forzati
    30
    37

    Punti vinti a rete
    20/33 (61%)
    7/16 (44%)

    Giochi vinti a zero
    3
    3

    TIPOLOGIA DI COLPI

    Colpi da fondo
    252
    222

    Colpi sopra la testa
    11
    6

    Passanti
    7
    30

    Volée
    18
    7

    Attacchi
    3
    2

    Drop shots
    13
    15

    Lob
    13
    17 LEGGI TUTTO

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    Bufera nel tennis: giudice accusa l’ATP di pressioni su Zverev e Shelton. Sentenza storica nella causa intentata dalla PTPA potrebbe ridefinire i rapporti di potere tra giocatori e istituzioni

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Una sentenza destinata a segnare un punto di svolta nei rapporti tra tennisti e organi di governo dello sport è stata emessa da un giudice di New York, che ha stabilito che l’ATP ha tentato di influenzare impropriamente alcuni dei suoi giocatori più importanti, tra cui Alexander Zverev e Ben Shelton, durante il procedimento legale intentato dalla Professional Tennis Players’ Association (PTPA).
    La decisione giudiziaria si inserisce nel contesto di una battaglia legale avviata dalla PTPA, il sindacato dei tennisti co-fondato da Novak Djokovic, che nel marzo scorso ha presentato una denuncia contro quattro dei principali organi di governo del tennis: ATP, WTA, Federazione Internazionale di Tennis (ITF) e Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA).
    Al centro della controversia c’è l’accusa che l’ATP abbia cercato di far sottoscrivere a diversi giocatori, tra cui Zverev e Shelton, finalisti dell’ATP 250 di Monaco 2025, bozze di lettere in cui negavano di avere conoscenza preventiva della causa intentata dalla PTPA. Secondo quanto riportato dalla BBC, il giudice Margaret Garnett ha ritenuto che tali azioni avrebbero potuto “essere facilmente considerate potenzialmente coercitive, ingannevoli o abusive”, soprattutto nei confronti dei due tennisti citati.La sentenza arriva poche settimane dopo che Reilly Opelka aveva pubblicamente denunciato minacce dirette ricevute da Andrea Gaudenzi, direttore dell’ATP, per aver firmato la denuncia della PTPA contro l’associazione.
    Nel suo pronunciamento, il giudice ha sottolineato la posizione di vulnerabilità dei giocatori, evidenziando come atleti come Zverev e Shelton siano “vulnerabili alla coercizione economica”, poiché i loro mezzi di sostentamento dipendono in modo significativo dai tornei gestiti quasi interamente dall’ATP. Una circostanza che, secondo la corte, mette in risalto il carattere potenzialmente abusivo del comportamento dell’ATP, indipendentemente dalle intenzioni.Sebbene la PTPA avesse richiesto un’ordinanza generale che vietasse tutte le comunicazioni tra i giocatori e l’ATP riguardo alla causa, il giudice ha emesso una decisione più circoscritta. L’ordine impedisce all’ATP di mettere in atto ritorsioni – o minacciare ritorsioni – contro qualsiasi giocatore coinvolto o che potrebbe essere coinvolto nella causa. La corte non ha imposto un divieto totale di comunicazione da parte dell’ATP, pur riconoscendo il diritto dell’organizzazione di rispondere al contenzioso legale in modo legittimo.
    Inoltre, all’ATP è stato ordinato di conservare tutte le registrazioni delle comunicazioni con i giocatori in relazione alla causa, anche se non è stato imposto l’obbligo di renderle pubbliche nell’immediato.L’ATP ha risposto alla sentenza con una dichiarazione ufficiale in cui afferma di “prendere atto della decisione della corte e di volersi conformare prontamente alle sue direttive”, ribadendo il proprio sostegno ai giocatori e confermando l’intenzione di difendere la propria posizione attraverso i canali legali.
    Zverev e Shelton, pur non essendo formalmente querelanti nel caso, sono ora al centro di una controversia con implicazioni significative riguardo agli squilibri di potere e ai diritti dei giocatori nel tennis professionistico. Con i procedimenti legali ancora in corso e l’attenzione pubblica concentrata sulle modalità di governance dell’ATP, questa decisione potrebbe rappresentare un momento cruciale nel cambiamento del panorama lavorativo dello sport.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO