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    Iga Swiatek in lacrime dopo la vittoria su Osaka al Roland Garros 2024: Sabalenka la comprende. Dalla terra battuta all’erba: le speranze di Ben Shelton dopo l’eliminazione al Roland Garros

    Ben Shelton nella foto – Foto Getty Images

    L’immagine di Iga Swiatek in lacrime, dopo la sua drammatica vittoria contro Naomi Osaka al secondo turno del Roland Garros 2024, ha generato una varietà di opinioni. E Aryna Sabalenka non è stata da meno e ha voluto dare anche il suo punto di vista: “Ho visto un breve clip di lei che piangeva e la capisco perfettamente. È stata una partita molto dura. È stata molto vicina a perdere quella partita. Immagino che stesse rilasciando tutta quella tensione, non negativa. Credo che farei lo stesso”*, afferma la bielorussa, che sa cosa significa avere una grande pressione addosso.“C’è molta pressione nel tennis, ma solo se ti concentri su quella pressione. Penso che, personalmente, cerco solo di concentrarmi su me stessa e di migliorare come giocatrice e di offrire il mio miglior tennis ogni volta che gioco”, conferma la numero due al mondo, che rimane ferma nel suo obiettivo di vincere il suo primo Roland Garros.
    Ben Shelton è stato superato da Félix Auger-Aliassime al terzo turno del Roland Garros, ma si dice soddisfatto dei suoi progressi sulla terra battuta in questa stagione, consapevole di essere molto giovane e di aver bisogno di pazienza per continuare a evolversi. “Sono molto lontano dall’essere un giocatore compiuto, ho margini per imparare molto, non sono ancora dove voglio arrivare”, ha detto prima di spiegare i suoi fastidi. “Il campo e le palle sono molto umidi, le interruzioni sono sempre complicate e questo mi ha causato alcuni dolori. In ogni caso, spero di stare bene per l’inizio della stagione sull’erba, dove ripongo molte aspettative”, ha affermato.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Taylor Fritz torna in vetta alla classifica statunitense

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Taylor Fritz tornerà lunedì prossimo in cima alla classifica statunitense dopo la sua recente vittoria all’ATP di Monaco su Jack Draper. In questo modo, strappa il numero 1 a Ben Shelton, che aveva debuttato al vertice degli americani nell’ultima settimana. Nel tour sulla terra battuta si prevede un’avvincente battaglia tra loro e Tommy Paul per vedere chi si candiderà come il migliore, vediamo in che scenario si muovono.La battaglia per il numero 1 del mondo è una vera attrazione per vedere quale giocatore gode di essere superiore rispetto al resto. Tuttavia, non esiste un solo numero 1, ma ogni paese ha la sua disputa e alcune sono interessanti come quella che sta vivendo gli Stati Uniti. Il gigante americano ha la fortuna di avere 11 giocatori nella top 100, alcuni di loro molto vicini alla top 10. Ben Shelton, Taylor Fritz e Tommy Paul sono quelli che lottano ogni giorno per essere il migliore del loro paese, un ruolo che si è alternato negli ultimi tempi e che ora cambierà di nuovo da lunedì prossimo con Fritz di nuovo in cima, anticipando quella che si preannuncia come una bella lotta durante il tour sulla terra battuta.
    L’irruzione di Shelton nell’ultimo anno ha fatto sì che questa battaglia per essere il numero 1 americano acquisisse una maggiore belligeranza e mettesse in allerta coloro che avevano il controllo della vetta. Fritz, Paul e Tiafoe erano stati finora i principali contendenti per lottare per quel numero 1. E sia Tiafoe che Fritz sono gli unici dei quattro ad aver messo piede nella top 10 della classifica, con Fritz che ha raggiunto il 5° posto mondiale. Con tutto ciò, solo pochi punti li separano, quindi questo tour sulla terra battuta si preannuncia molto interessante. Così, dopo la vittoria di Fritz (14) nei quarti di finale dell’ATP di Monaco, ha appena strappato il numero 1 a Shelton (15) separandoli di soli 15 punti.
    Classifica e punti ATP dei tre migliori statunitensi:– 14 Taylor Fritz: 2495– 15 Ben Shelton: 2480– 16 Tommy Paul: 2350
    Gli Stati Uniti possono vantare di avere più di un giocatore che lotta per posizionarsi ai primi posti della classifica, quindi chiunque si trovi in cima alla propria classifica sarà un vero regalo, poiché tutti e tre sono in grado di continuare a scalare posizioni. Tuttavia, questo tour sulla terra battuta che stiamo iniziando ad attraversare probabilmente non è la tappa preferita di nessuno di loro perchè si trovano più a loro agio sui campi veloci. Qui sarà interessante vedere chi può essere più versatile e adattarsi meglio a questa superficie per prendere un vantaggio davvero importante prima dell’estate quando torneremo sul cemento. Nel resto del tour sulla terra battuta che culminerà al Roland Garros, Fritz è quello che difende più punti con 280, seguito da Paul con 210 e Shelton con 90.
    In questo modo, il giovane di 21 anni, che è rimasto una settimana come numero 1 del suo paese, ha molte probabilità di strappare quel posto dalle mani di Fritz, anche se molte cose possono accadere. Gli Stati Uniti vivranno una costante alternanza nelle prossime settimane, questo è certo, poiché i pochi punti che li separano non consentiranno di definire chiaramente il migliore. Così, non bisognerà nemmeno trascurare Tiafoe (21), che cercherà di trovare il suo miglior livello per tornare ai primi posti, né Sebastian Korda (25), che avrà una nuova opportunità sulla terra battuta.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Fantastico Musetti a Miami! Batte Shelton e si regala gli ottavi contro Alcaraz

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    La pazienza è la virtù dei forti, e quando hai nel braccio quella magia, nessun risultato è impossibile. Lorenzo Musetti si veste da rock star nella notte di Miami: con una prestazione magnifica, fatta di calma, solidità e condita da una serie di colpi fantastici, sorprende il favorito del pubblico della Florida, il potente Ben Shelton, sconfiggendolo per 6-4 7-6(5) e guadagnandosi un’ottavo di finale da sogno contro Carlos Alcaraz. Incredibili i colpi difensivi del toscano, capace di trovare passanti in corsa sia di diritto che di rovescio fantastici, highlights da copertina con i quali ha punito gli attacchi vigorosi ma non sempre precisi dell’americano. Ma la vittoria di “Muso” sotto le stelle della Florida è molto di più di una serie d’esecuzioni balisticamente eccellenti. Lorenzo è stato concreto, solido e razionale, ha giocato finalmente con il piglio del grande giocatore e intensità, applicando schemi coerenti con continuità. Ha servito bene e ha comandato lui il ritmo di gioco e la maggior parte degli scambi, riuscendo a muovere il rivale con un primo colpo dopo il servizio davvero incisivo. Ha messo sotto scatto Shelton, costringendolo a rischiare troppo con pallate estemporanee ed attacchi spericolati, spesso puniti dai passanti ottimi del nostro giocatore. Ben non ha capito quale fosse la migliore posizione in campo, ha lasciato spazi che Musetti è stato bravo a trovare con la precisione dei suoi colpi. Col rovescio ha spesso spiazzato il rivale con il suo lungo linea maestoso, ma è stato il diritto, solido e carico di spin nel primo colpo e poi velocissimo in accelerazione, a fare davvero la differenza. Musetti attento, offensivo, preciso e lineare nei suoi schemi, Shelton tanto potente quanto caotico.
    “Il mio team mi diceva di avere pazienza perché a volte Ben, con i servizi davvero eccellente che tira, poteva essere davvero frustrante”, ha detto l’azzurro a caldo dopo il successo “In alcuni punti ho avuto l’occasione di strappargli il break nel secondo set, non trovavo la palla giusta con il diritto. A volte serviva piuttosto bene, con lo slice al corpo. Anche l’ultimo punto è stato davvero difficile da conquistare. Ho dovuto essere molto paziente e cercare di concentrarmi su quello che dovevo fare. Penso di aver giocato probabilmente la migliore partita dell’anno”.
    Musetti non vinceva due match nello stesso torneo da Chengdu dello scorso settembre. In campo è stato molto più attivo, determinato e focalizzato rispetto agli ultimi mesi, vissuti con un grigiore troppo brutto per il suo talento. Un’intensità che l’ha portato gestire fasi delicate e restare estremamente solido nei suoi game di battuta e nel tiebreak del secondo set, rivelatosi decisivo.

    Musetti THE MARVEL 😜@Lorenzo1Musetti #MiamiOpen pic.twitter.com/jiHJ4QhtSs
    — Tennis TV (@TennisTV) March 26, 2024

    Musetti nel primo set è stato molto solido, non ha concesso alcuna palla break al rivale nei propri turni di servizio, ed è scappato via nel quinto game in risposta. Prima un gran passantino di rovescio in avanzamento, a punire una volée stoppata non definitiva, poi Ben regala con un diritto e un doppio fallo. Sullo 0-40 Lorenzo è duro come il marmo: regge in difesa, cambia ritmo allo scambio e fa correre il rivale che sparacchia via un diritto senza né capo né coda. Un pessimo game che condanna Shelton al break, 3-2 Musetti. Sbaglia pochissimo Lorenzo, colpisce molto bene la palla e trova profondità. Gestisce bene il resto del parziale l’azzurro, non sfruttando una chance per il doppio break in risposta sul 4-3, ma chiude in sicurezza per 6 giochi a 4. Eccellente come Musetti abbia vinto 10 punti su 11 seconde di servizio, statistica questa davvero notevole.
    Molto più complicato e combattuto il secondo set. Arriva la reazione veemente di Shelton, che inizia alla battuta e strappa ai vantaggi un break all’azzurro, al primo calo di tensione emotiva e fisica dopo un primo set stellare e senza alcuna pausa. Vola 2-0 e poi 3-0 avanti Shelton, nonostante un doppio fallo. Una sfuriata di rabbia quella dello statunitense, ma il suo tennis è instabile e disordinato, tra pallate vincenti e troppi errori figli di scelte tattiche discutibili. Shelton si porta 4-1, ma subisce il contro break nel settimo gioco. Musetti trova una risposta carica di spin e profondissima, per il 15-30, poi Ben attacca corto col rovescio, sul rovescio dell’azzurro, che tira un comodo passante cross. Musetti si prende il contro break alla prima chance sul 15-40, grazie a un diritto d’attacco di poco in corridoio di Shelton. Vola la racchetta dell’americano, è a testa bassa in panchina al cambio di campo, sente che Musetti è molto solido e non gli concede niente. Lorenzo impatta 4 pari con un ottimo turno di battuta, molto sicuro e stabile nei suoi colpi. La bagarre è totale nella parte finale del secondo set: Shelton spara tutto, salva un game complicatissimo (14 punti) annullando due palle break, per il 5-4, mente Musetti è solidissimo si porta 5 pari senza affanno; di nuovo Ben è sotto attacco nel suo turno di battuta successivo, dove salva altre tre palle break. Si arriva al tiebreak, giocato con grande equilibrio punto su punto. Serve bene Lorenzo, è molto focalizzato e attivo; anche Shelton è più cauto nei suoi affondi, di grande potenza ma con più margine. Lorenzo va avanti 3-2 e servizio (errore di volo di Shelton), si gira 4 punti a 2, quindi l’azzurro cede il punto al servizio sbagliando un diritto al termine di un lungo scambio, qua molto paziente Shelton. Rischia in risposta l’americano ma non gli va bene. Con un gran diritto cross dopo il servizio Musetti si prende il 6-5, è match point! Attacca col diritto Ben, la palla gli termina in rete. Ha vinto Lorenzo, con grande merito! Splendido successo, arrivato con forza e piglio davvero diverso, da grande giocatore.
    Musetti raggiunge agli ottavi Sinner e Arnaldi, un tris d’assi azzurro per la prima volta nel Masters 1000 della Florida. Ma più della quantità, oggi celebriamo il ritorno di Lorenzo a un livello che non vedevamo da tempo. Quando Lorenzo gioca così bene e con questa forza, è davvero grande tennis.
    Marco Mazzoni
    [23] Lorenzo Musetti vs [16] Ben Shelton ATP Miami Lorenzo Musetti [23]67 Ben Shelton [16]46 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* 2-2* 3*-2 4*-2 4-3* 4-4* 4*-5 5*-5 6-5*6-6 → 7-6L. Musetti 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6B. Shelton 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 df 40-A 40-40 A-405-5 → 5-6L. Musetti 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 df 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-404-4 → 4-5L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-153-4 → 4-4B. Shelton 15-0 15-15 15-30 15-402-4 → 3-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace1-4 → 2-4B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-01-3 → 1-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-150-3 → 1-3B. Shelton 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-400-2 → 0-3L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A0-1 → 0-2B. Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-155-4 → 6-4B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 ace5-3 → 5-4L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-404-3 → 5-3B. Shelton 15-0 15-15 df 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace4-2 → 4-3L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 4-2B. Shelton 0-15 0-30 0-40 df2-2 → 3-2L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-01-1 → 1-2L. Musetti 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1B. Shelton 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1

    Musetti (🇮🇹) vs Shelton (🇺🇸)**SERVICE STATS:**– Serve Rating: 307 vs 266– Aces: 1 vs 4– Double Faults: 0 vs 5– First Serve: 40/63 (63%) vs 58/83 (70%)– 1st Serve Points Won: 33/40 (83%) vs 39/58 (67%)– 2nd Serve Points Won: 16/23 (70%) vs 12/25 (48%)– Break Points Saved: 0/1 (0%) vs 6/8 (75%)– Service Games Played: 11 vs 11
    **RETURN STATS:**– 1st Serve Return Points Won: 19/58 (33%) vs 7/40 (18%)– 2nd Serve Return Points Won: 13/25 (52%) vs 7/23 (30%)– Break Points Converted: 2/8 (25%) vs 1/1 (100%)– Return Games Played: 11 vs 11
    **POINT STATS:**– Net Points Won: 9/11 (82%) vs 21/41 (51%)– Winners: 14 vs 22– Unforced Errors: 1 vs 13– Service Points Won: 49/63 (78%) vs 51/83 (61%)– Return Points Won: 32/83 (39%) vs 14/63 (22%)– Total Points Won: 81/146 (55%) vs 65/146 (45%)
    **SERVICE SPEED:**– Max Speed: 209 km/h (129 mph) vs 234 km/h (145 mph)– 1st Serve Average Speed: 199 km/h (123 mph) vs 184 km/h (114 mph)– 2nd Serve Average Speed: 152 km/h (94 mph) vs 171 km/h (106 mph) LEGGI TUTTO

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    Sinner inarrestabile a Indian Wells, batte Shelton con la 18esima vittoria consecutiva

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Inarrestabile. Jannik Sinner a Indian Wells e in tutto il 2024 è inarrestabile, più forte di tutto e di tutti. Il servizio super e la grande potenza di Ben Shelton riesce a contenere l’azzurro per un set, ma quando il punto “scotta” e diventa decisivo, la straordinaria qualità tecnica e mentale dell’altoatesino sale in cattedra e si prende tutto. Sinner batte Shelton negli ottavi di finale del primo Masters 1000 della stagione, 7-6(4) 6-1 lo score al termine di una partita molto interessante e assai intensa nel primo set, che gli regala la 15esima vittoria del 2024 e 18esima consecutiva (la n.150 sul cemento in carriera) e gli apre le porte dei quarti di finale dove lo attende in ceco Jiri Lehecka.
    La faccia di Shelton dopo aver abbracciato cordialmente Sinner alla conclusione dell’incontro è la miglior foto della partita. Ben è consapevole di aver dato tutto, ha lottato su ogni palla, rischiato e attaccato anche bene, ma contro la risposta clamorosa dell’azzurro e la sua intensità non c’è niente da fare. Il livello attuale di Jannik è mostruoso, la sua solidità regge ogni assalto, i suoi fendenti dalla riga di fondo e la sua progressione stroncano ogni difesa. Sinner ha chiuso l’incontro con 11 vincenti di diritto e 17 complessivi, ma quel che i numeri non raccontano la sua terrificante abilità nel giocare bene i punti che contano, mai una scelta errata. L’unico passaggio a vuoto Sinner l’ha avuto servendo per il primo set sul 5-4, lì ha regalato due diritti con un po’ di fretta, ed è stato bravo Shelton ad attaccare e non regalare niente. Jannik ha cercato di riprendersi il vantaggio nel game successivo, ha mancato di pochissimo un paio di passanti, ma al tiebreak è stato superiore. Anche nel “decider” una piccola sbavatura, un doppio fallo; poco male, con una risposta clamorosa per profondità e velocità ha sbaragliato un’eccellente prima palla del rivale, si è preso di prepotenza il punto che gli ha dato il successo.
    Sinner è duro, durissimo. Lucido e intenso. È sostenuto da una condizione fisica fantastica che gli consente di essere super reattivo e veloce in campo. Non è mai in affanno anche quando è costretto alla rincorsa estrema, e trova equilibrio per colpire colpi tutt’altro che banali, come il passante irreale col diritto nel primo punto del tiebreak, un’esecuzione che quasi tutti i colleghi si immaginerebbero nemmeno di provare, ancor più in un tiebreak. Sinner ha una fiducia totale nel suo tennis, si vede chiaramente dalla tranquillità e grinta con le quali affronta le fasi delicate della partita. Non subisce mai, va a prendersi il punto o trova contro mosse sempre interessanti. Shelton c’ha davvero provato con tutto il suo arsenale, ma il suo colpo principale, il servizio, è stato svalutato dall’eccezionale risposta di Sinner. 4 Ace e 6 doppi falli per Shelton… numeri per lui terribili, che si spiegano con le molte risposte splendide dell’azzurro, e anche con la tensione derivata dalla consapevolezza che se non trova un super servizio, l’altro nello scambio lo massacra. Una violenza psicologica pazzesca, accusata oggi da Shelton ma da tutti gli avversari di Sinner nel 2024. Un Sinner forte, con piccole sbavature ma davvero difficilissimo da superare. La sua corsa nel 2024 continua, nei quarti c’è Lehecka. Sinner resta al momento inarrestabile.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La partita scatta con Shelton alla battuta. La sua palla corre a velocità folli e con quell’effetto mancino assai difficile da gestire, ma fin dai primi punti è Sinner a mettere in chiaro i rapporti di forza: la risposta di Jannik è pungente, solida, sfida la battuta terrificante dell’americano con altrettanta aggressività ed efficacia. Impressionante lo schema di Sinner nel secondo punto, impatto clamoroso in risposta, la palla atterra nei piedi di Ben che a malapena la rimanda di là, ed è un fulmine Jannik nell’avventarsi con un diritto micidiale nell’angolo. Un uno-due pugilistico da K.O. Shelton capisce immediatamente che deve chiedere gli straordinari al servizio, che deve essere straordinario in tutto se vuole fare partita pari con il  nuovo campione Slam e tennista finora imbattuto. Rischia tutto, anche col diritto dopo la battuta, e si butta avanti per scappare dai colpi profondi e intensi dell’azzurro. Un solo game, ma il livello di gioco è altissimo. Il servizio di Sinner è subito efficace, sotto gli occhi di coach Cahill che annuisce convinto allo schema battuta esterna – accelerazione in contro piede col diritto. Jannik inchioda il rivale sul rovescio – colpo che tende soprattutto a tagliare – e poi via accelerazione dall’altro lato al terzo colpo, quando la difesa in corsa estrema diventa difficilissima. 1 pari, solidità estrema di Sinner. La prima scossa del match arriva nel quarto game, il più duro di tutto l’incontro e giocato con qualità notevole da entrambi di giocatori. Shelton regge, risponde e costringe Sinner a difendersi. Con una splendida risposta d’incontro di rovescio e poi un attacco prepotente col diritto, Ben si procura le prime due palle break del match sul 15-40. Durissimo e concreto Jannik, servizio al corpo per non dare angolo al rivale e via diritto a tutta in lungo linea, le cancella entrambe, ma non è finita qua… Shelton trova un gran diritto, carico e offensivo, che sorprende l’azzurro, per la terza chance. Ben gioca uno scambio favoloso, trova l’angolo del campo con un diritto lungo linea terrificante, solo il Sinner divino di quest’avvio di stagione riesce ad arrivarci e rimandare un difesa credibile, con troppa foga nell’attacco l’americano esagera col diritto. Non sfrutta nemmeno una quarta palla break, Sinner trova un servizio esterno a 132 miglia, imprendibile. Si salva Jannik, davvero fortissimo nelle 4 palle break, per il 3-2. Nel game seguente è Sinner ad aver la chance per scappare via, fantastica la risposta col diritto sul 30 pari, ma si salva col servizio l’americano. Il miracolo non gli riesce sulla seconda palla break (strappata con una deviazione fortunata del nastro sul passante), rischia la seconda di battuta e commette un doppio fallo. BREAK Sinner, avanti 3-2 e servizio. È imprendibile l’azzurro, veleggia con grande ritmo nei suoi game, fino al 5-4, quando serve per chiudere. Qua il set torna in bagarre, e grande spettacolo. Jannik spinge tanto, rischia col diritto e chiude in avanzamento; ma commette anche due brutti errori (una stecca clamorosa). Non sfrutta un set point sul 40-30, il nastro stavolta è amico di Shelton… che nel punto seguente attacca con potenza e precisione, strappando una palla del contro break. Sinner è il primo a sbagliare nello scambio, un rovescio al centro piuttosto banale gli vola via, ma la palla viaggiava davvero tanto. Contro Break, 5 pari. Shelton è in grave difficoltà al servizio, sotto l’aggressività massima di Sinner che vuole immediatamente riprendersi il vantaggio appena perso. Apre il campo in risposta, fa correre l’americano come la palla impazzita di un flipper, micidiale il forcing di Jannik che vola 0-40. Non sfrutta le prime Sinner, c’era un discreto spazio per il passante ma lo manca di poco (gran coraggio Shelton nel buttarsi a rete, c’è grande spettacolo), sulla terza bravo Ben. Il set si decide al tiebreak, e qua Sinner sale in cattedra. Si prende il primo punto in risposta il pusterese trovando un passante col diritto in corsa estrema praticamente impossibile, come è riuscito ad uncinare la palla e metterla nei piedi dell’americano resta un mistero. Poi fa scoppiare la palla con diritto offensivo e smash perfetto, mentre scocca l’ora di gioco. Un Ace gli vale il 3-0. Sul 4-1 arriva la reazione di Shelton, che tira un rovescio lungo linea dall’angolo improvviso, davvero bello. Un doppio fallo costa a Jannik il secondo punto di fila perso alla battuta, lo score segna 4 pari, pandemonio sugli spalti. Qua Shelton subisce la risposta profondissima, d’incontro, micidiale nei piedi di Sinner, che vola di nuovo avanti 5 punti a 4 e poi è freddo a chiudere con un servizio carico di spin, che sorprende l’americano, e sul 6-4 con lo schema diventato granitico nel suo gioco, servizio esterno e via botta col diritto terrificante. 7 punti a 4, un gran set, divertente e grande qualità, con il Sinner splendido di questo anno benedetto e uno Shelton mai domo. 14 vincenti a 10 per l’azzurro, 17 gli errori di Shelton.
    La resistenza dell’americano dura il primo set. Nel secondo Jannik scatta con un solido turno di servizio e quindi mette la freccia in risposta. Risponde sempre, propone palle scomode all’americano, che sbaglia per troppa foga. Pure un doppio fallo, ma un pessimo diritto d’attacco a costargli il BREAK che manda Sinner 2-0. È l’allungo decisivo, Jannik nei suoi turni di servizio gioca col pilota automatico, serve bene e non concede più niente, mentre Shelton ormai ha perso campo, è calato nell’intensità delle sue difese e anche col servizio fa più fatica a tener ferma la grande qualità in risposta dell’azzurro. Domina il campo Sinner, è un fulmine nell’entrare con i piedi e spingere la palla con colpo di grande profondità e accuratezza, rischio basso e grande rendimento. Con un parziale di 14 punti a 2 Jannik vola 3-0. Shelton commette ben due doppi falli nel quarto game, ormai è sotto assedio costante e solo con qualche servizio perfetto riesce ad arginare la prepotenza dell’azzurro. Salva una palla break e si porta 1-3, ma in risposta non riesce a far niente. Servendo sotto 1-4, Shelton esagera col diritto e poi un altro doppio fallo, 0-30. Vince un punto rocambolesco, ma ormai è in balia di un Sinner troppo solido. Concede il secondo break del set sul 30-40, punito dal doppio passante di Jannik, uno stretto difficile da rigiocare e quindi il secondo a campo spalancato. Chiude in bellezza Jannik, con un turno a servizio a zero, un servizio potente sulla riga e la risposta di Ben vola via. Cordiale l’abbraccio sulla rete, ma la faccia di Shelton tornando nel suo angolo dice tutto: Sinner è un marziano, ho dato del mio meglio, nel secondo set mi ha stritolato… Continua la corsa di Sinner, inarrestabile.
    Marco Mazzoni

    [16] Ben Shelton vs [3] Jannik Sinner ATP Indian Wells Ben Shelton [16]61 Jannik Sinner [3]76 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner40-30 15-0 30-0 40-01-5 → 1-6B. Shelton 0-15 0-30 df 15-30 15-40 30-40 ace ace1-4 → 1-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-3 → 1-4B. Shelton 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df A-400-3 → 1-3J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3B. Shelton 0-15 0-30 df 15-30 15-400-1 → 0-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 0*-3 ace 1*-3 1-4* 2-4* 3*-4 df 4*-4 4-5* 4-6*6-6 → 6-7J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace6-5 → 6-6B. Shelton 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-405-5 → 6-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A4-5 → 5-5B. Shelton 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-5 → 4-5J. Sinner 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5B. Shelton 15-0 ace 30-0 ace 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4B. Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A df2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-1 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 df1-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1B. Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-400-0 → 1-0

    Shelton (🇺🇸) vs Sinner (🇮🇹)**SERVICE STATS:**– Serve Rating: 234 vs 298– Aces: 4 vs 3– Double Faults: 6 vs 1– First Serve: 47/70 (67%) vs 44/65 (68%)– 1st Serve Points Won: 27/47 (57%) vs 34/44 (77%)– 2nd Serve Points Won: 10/23 (43%) vs 13/21 (62%)– Break Points Saved: 6/9 (67%) vs 4/5 (80%)– Service Games Played: 9 vs 10
    **RETURN STATS:**– 1st Serve Return Points Won: 10/44 (23%) vs 20/47 (43%)– 2nd Serve Return Points Won: 8/21 (38%) vs 13/23 (57%)– Break Points Converted: 1/5 (20%) vs 3/9 (33%)– Return Games Played: 10 vs 9
    **POINT STATS:**– Net Points Won: 12/21 (57%) vs 14/18 (78%)– Winners: 16 vs 16– Unforced Errors: 16 vs 6– Service Points Won: 37/70 (53%) vs 47/65 (72%)– Return Points Won: 18/65 (28%) vs 33/70 (47%)– Total Points Won: 55/135 (41%) vs 80/135 (59%)
    **SERVICE SPEED:**– Max Speed: 224 km/h (139 mph) vs 213 km/h (132 mph)– 1st Serve Average Speed: 193 km/h (119 mph) vs 195 km/h (121 mph)– 2nd Serve Average Speed: 166 km/h (103 mph) vs 149 km/h (92 mph) LEGGI TUTTO

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    Dante Bottini: “Allenare i giovani oggi è difficile, ascoltano meno e quasi non pensano in campo. L’assenza di Federer sul tour è palpabile”

    Dante Bottini (foto Instagram)

    Allenare l’ultima generazione di giovani non è compito facile, perché il tennis ormai è diventato una gara a chi a tira più forte quindi si pensa poco, e pure negli allenamenti le nuove leve hanno difficoltà a prestare attenzione e ascoltare. Questo afferma il noto coach argentino Dante Bottini, 44enne formatosi alla corte di Nick Bollettieri dopo un passato modesto da giocatore, noto per aver esser stato l’allenatore storico di Kei Nishikori e quindi di Dimitrov, Jarry e del giovane cinese Juncheng Shang, rapporto quest’ultimo interrotto dopo l’ultimo US Open. Bottini è stato intervistato in Argentina dal bravo collega Sebastian Torok per La Nacion. Ha rilasciato una lunga intervista, nella quale ripercorre le tappe della sua vita sul tour, raccontando i cambiamenti vissuti negli ultimi anni e rimpiangendo l’assenza di Roger Federer sul tour e negli spogliatoi per il suo carisma e quel plus unico che dava ad ogni torneo, e che a suo dire oggi manca terribilmente.
    Bottini ricorda i suoi inizi con Bollettieri: “Ho iniziato nel 2008, proprio dalla base, con piccoli gruppi, dove non vedevo nemmeno Nick perché era con i migliori dell’accademia. Qualche mese dopo mi hanno dato gruppi di ragazze dai 9 agli 11 anni al mattino e dai 15 ai 16 anni al pomeriggio, e poi ho cominciato a provarci di più. Abbiamo avuto incontri che sono durati molte ore. Ho imparato molto. Nick era un fenomeno, vero appassionato di tennis, espansivo, estremamente esigente e ottimista. Aveva un’altissima autostima e la trasmetteva a tutti, tirava sempre dritto verso il futuro, cercando il meglio. Per tutto il tempo condivideva le storie della sua vita e motivava tutti. Avevamo incontri più volte alla settimana, in cui parlavamo di tutto quello che si faceva in accademia e lui raccontava tanti aneddoti. È stato anche piuttosto divertente lavorare con lui. Abitavo dietro l’angolo dell’accademia, alle 5 del mattino già insegnavo o ero in palestra. Lui andava forte e non si fermava mai, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, così fino a oltre 80 anni”. 
    Questa foto del tennis attuale tracciata dal coach albiceleste, con una discreta critica a come si è evoluto lo sport rispetto ai suoi primi anni di vita sul tour: “C’è un cambiamento totale, con Federer fuori, Nadal quasi, vedo Djokovic ancora per un paio d’anni. Ma la nuova generazione è qui, con Alcaraz, Sinner, Rune. Anche con Medvedev, Zverev e Tsitsipas. Il tennis? Oltre ad essere molto fisico, ritengo che il tennis di oggi abbia molta potenza e sia molto mentale. I nuovi giocatori difficilmente pensano a una tattica, tutto viene giocato molto velocemente, molto forte. Se prima c’era poco tempo per pensare… adesso ce n’è ancora di meno. Il secondo servizio viene servito a volte a 200 km/h, cosa impensabile fino a qualche anno fa. La potenza domina. E bene o male? Non lo so. Credo sia più difficile mettere insieme una strategia per l’allenatore, perché al tuo giocatore puoi dirgli qualcosa, ma poi cambia tutto in pochi secondi. Il giocatore ti dice: ‘Ma mi hai detto che sulla seconda di servizio mi avrebbe fatto un kick sul rovescio e invece ha tirato una bomba a 200 al T!’ Per l’allenatore oggi è molto più difficile. C’è meno attenzione. Il giocatore non ascolta molto, quindi questo rende il processo, giorno dopo giorno, più difficile. Il giocatore è quello che ti ingaggia e l’allenatore deve essere paziente e pensare: ‘Bene, lascerò andare questo, ma poi lo riprenderò poi’. Il giocatore attuale ha un deficit di attenzione. Prima ti ascoltavano di più e ti guardavano negli occhi; oggi camminano a testa bassa. Gli dici: ‘Ehi, sto parlando con te’. ‘Sì, ti ascolto’, risponde ed è lì con il telefono e forse ti ascolta ma chissà cosa gli resta in testa di quel che gli dici. È strano, la società sta cambiando tanto. E poi tutto nel tennis è un po’ estremizzato, velocità, fisico”.
    Un’esasperazione che porta anche tennisti di 20 anni a subire già infortuni importanti: Alcaraz, Sinner… “E Korda, Rune… Tutti hanno avuto dolore e problemi, anche se sono da poco tempo sul tour. Si gioca con una potenza tale che le richieste che i giocatori fanno al proprio fisico stanno aumentando. E il corpo non può farcela. Non si parla quasi di quest’aspetto ma invece dovrebbe essere centrale discuterne. C’è un altro problema che i giocatori invece sollevano: cambiare troppe palle. Non puoi giocare tre o più tornei di fila con palline diverse! Le marche di palle hanno modelli molto diversi e quando si gioca provoca cambiamenti nella modalità di impatto. Poi sono in generale troppo pesanti, ti fanno fare scambi più lunghi, il corpo alla fine somma tutti gli sforzi e lo senti nella spalla, nel polso, nelle gambe“.
    Per Bottini l’assenza di Federer dal tour pesante, quel che ha portato lo svizzero nel gioco resta inarrivabile: “Ho condiviso molti momenti con Rafa, Novak, splendidi atleti, ma l’assenza di Roger si fa sentire. Manca tanto. Era un giocatore diverso, con il suo arrivo al massimo livello tutto è cambiato. Non so come spiegarlo, ma i tornei erano diversi quando c’era Roger, chiunque abbia vissuto il tour con lui e dopo di lui te lo può confermare. Il tennis continua, ma quando Roger entrava nello spogliatoio era una presenza… la gente restava senza parole, lo guardava. Quel ragazzo aveva una presenza diversa. Emanava rispetto, non solo giocando a tennis, ma la cosa più importante è che era un ragazzo normale, divertente, con il senso dell’umorismo. Un fenomeno. E trasmetteva rispetto e tranquillità a tutti. Se ti allenavi con lui per la prima volta, prima e dopo ti faceva mille domande per sapere chi sei, da dove vieni, era curioso. Più volte abbiamo parlato dell’Argentina. Mi ha chiesto della religione ed era interessato a come giocano e si allenano gli argentini sulla terra battuta. Ricordo che nel lontano 1997, da junior, abbiamo condiviso un torneo, l’U18 di Prato. Io avevo 17 anni e lui 15. Gli ho mostrato il tabellone del torneo e gli ho detto che se avessi vinto lo avrei affrontato, ma ho perso. A distanza di anni si ricordò tutto quello e mi disse: ‘Ho vinto quel torneo e da lì è iniziata la mia scalata, peccato che non abbiamo giocato contro’. Pochi avrebbero ricordato e detto tutto questo”.
    Tra i giovani, è incuriosito dal potenziale di Shelton: “Ho avuto l’opportunità di affrontarlo quando allenavo Shang. Lo abbiamo battuto ad Atlanta e Washington. È pura potenza! Ha un servizio pazzesco, ma poi sembra che non pensi molto quando gioca. Colpire la palla sempre più forte, sempre più forte… questo il suo stile. Ma fa bene al tennis. Mi piace il suo atteggiamento, grida ma non per rabbia, ride, è positivo, tutti atteggiamenti che provengono dal periodo trascorso al college, dove suo padre (Bryan) era uno dei migliori allenatori. Può portare qualcosa di diverso sul tour”.
    Bottini tra i molti tennisti allenati, è rimasto molto affezionato a Dimitrov, per il suo bel tennis ma anche per il lato umano del bulgaro: “È un giocatore eccezionale, uno dei più talentuosi del circuito. Anche fisicamente è straordinario, si cura moltissimo, è una bestia. Nel tennis è uno dei grandi talenti, tira colpi che quasi nessuno fa. Il rovescio in slice è pazzesco, anche quello a una mano. È un giocatore che è un piacere guardare, uno di quelli per cui paghi un biglietto d’ingresso. Quando entra in un periodo negativo ti viene voglia di andartene perché difficilmente reagisce, questa è la sua grande debolezza. Soffre quando non sta bene emotivamente e lo trasferisce sul campo. Invece quando è felice, può fare di tutto e regalarti il ​​miglior spettacolo”.
    Un’ultima nota su come un coach deve approcciarsi a giocatori di nazioni e culture diverse. Lui ha allenato giapponesi, latini, cinesi, europei… La chiave per Dante è osservare e studiare: “Cerco di osservare molto, di rispettare i loro tempi. Devi abituarti a loro, avvicinarti. Vuoi insegnare dalla tua cultura, ma devi imparare anche dalla loro, affinché tutto sia il più piacevole e funzioni. L’obiettivo è avere la pazienza necessaria per ottenere la migliore esperienza possibile per il giocatore. Non è facile, è una bella sfida, ma mi piace davvero quello che faccio”.
    Intervista davvero interessante, nella quale Bottini anche sottolinea come il treno del tennis cinese sia partito e crede che in futuro possano nascere altri talenti ancor più interessanti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Anche Shelton si lamenta: “Quinta settimana di fila con palle diverse, il mio braccio ora lo sente”

    La foto di Ben con le palle adottate a Paris-Bercy

    Anche Ben Shelton, astro nascente del tennis USA, si unisce al coro delle lamentele per le palle utilizzare sul tour. Oltre alla loro poca durata, la pesantezza e la scarsa attitudine ad essere spinte senza fatica e contraccolpi per le articolazioni, il loro continuo cambio di settimana in settimana è assai contestato dai giocatori. È di pochi giorni fa la durissima denuncia di Pablo Carreno, secondo cui il grave infortunio subito un anno fa dipende proprio dalle palle. Ieri è stato Shelton a lamentarsi dei continui cambiamenti di palla da un torneo all’altro.
    “Di solito non ho alcun problema al braccio, però questo – Bercy – è il quinto torneo consecutivo con palle diverse e ora sì, davvero lo sento nel braccio questa settimana” scrive l’americano in una storia pubblica su Instagram.

    Hm… Shelton on IG pic.twitter.com/8K7n1wAyQR
    — Del🇪🇺 (@Stroppa_Del) October 29, 2023

    Il numero di lamentele da parte dei giocatori è in continuo aumento. In una lunga nota di pochi giorni fa, Djokovic si era detto davvero stupito di come l’ATP, nonostante le richieste pressanti da parte dei tennisti, non abbia ancora preso in considerazione il problema ascoltandoli e cercando una soluzione. Vedremo se nel 2024 la situazione resterà ancora questa oppure ci saranno delle novità. LEGGI TUTTO

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    4 tennisti USA nella top15 ATP, non accadeva da 26 anni

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Il bel successo di Ben Shelton nell’ATP 500 di Tokyo, suo primo titolo sul tour maggiore, vale al 21enne di Atlanta un più quattro nella classifica mondiale che lo issa al n.15, suo best ranking. Passi da gigante per Ben, che solo 15 mesi fa era diventato professionista e agli scorsi Australian Open aveva giocato il primo torneo Pro fuori dagli Stati Uniti. Alti e bassi nella sua primissima stagione intera in giro per il mondo, ma la semifinale a US Open e i quarti a Melbourne sono risultati notevoli, ottenuti proprio negli Slam, i tornei più competitivi e importanti. La vittoria in Giappone di ieri in un ATP 500 certifica il suo ingresso nell’élite del tennis internazionale, con un potenziale di crescita pressoché sterminato.
    L’ascesa di Shelton in classifica porta a 4 il numero dei giocatori statunitensi tra i migliori 15 al mondo, insieme a Taylor Fritz (n.9), Tommy Paul (12) e Frances Tiafoe (14). È un dato curioso ma di una discreta importanza. Infatti non accadeva dal lontano 1997 che quattro giocatori USA fossero insieme così in alto in classifica. Allora gli alfieri del tennis a stelle strisce erano Pete Sampras, Michael Chang, Todd Martin e Andre Agassi.
    All’inizio di quella stagione gli statunitensi tra i top15 erano 5, con anche Jim Courier proprio al n.15, e soprattutto Pete n.1, Michael n.2, Andre n.8 e Todd n.12; poi “Big Jim” e dopo anche il “Kid di Las Vegas” persero posizioni salutando la top quindici.
    È corretto affermare che la qualità dei giocatori statunitensi 26 anni fa era nettamente superiore a quella dei migliori tennisti USA attuali. Del resto ricordando Sampras e compagnia parliamo di ben 23 titoli Slam e moltissimo altro vinto da un poker di stelle epocali, probabilmente un’epoca irripetibile per qualità e quantità, ma i fan statunitensi hanno ritrovato una serie di ottimi giocatori, e la speranza di poter vedere di nuovo un campione Slam. Sebastian Korda ha tennis per scalare molte posizioni in classifica e avvicinarsi ai migliori, e a livello quantitativo sono attualmente 9 i giocatori USA nella top 100, con un’età media di 25 anni. Erano davvero parecchi lustri che il tennis statunitense non andava così bene.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ben Shelton: Dall’Asia all’Europa, una Stagione da Protagonista. Sfiderà Jannik Sinner a Vienna mercoledì

    Ben Shelton nella foto – Foto Getty Images

    Ben Shelton ha concluso il suo primo tour asiatico con un trionfo a Tokyo, aggiungendo un’ottima performance ai quarti di finale dell’ATP Masters 1000 di Shanghai. Nonostante questi risultati, il tennista americano non ha intenzione di fermarsi, vivendo attualmente il periodo più brillante della sua carriera. A partire da lunedì, Shelton si posizionerà al 15° posto nel ranking ATP e, senza indugi, si prepara a competere nell’ATP 500 di Vienna, in Austria.Il tennista ha confermato che mercoledì salirà in campo per affrontare Jannik Sinner nel primo turno del torneo, con l’intenzione di replicare la vittoria ottenuta contro l’italiano la scorsa settimana a Shanghai. “Ero molto impaziente di arrivare a questa parte dell’anno. All’inizio della stagione ho subito molte sconfitte premature, il che mi fa arrivare a questa fase dell’anno più riposato rispetto ad altri giocatori. Non vedo l’ora di tornare in Europa e concludere al meglio nei tornei indoor”, ha dichiarato Shelton.
    La sua recente vittoria ha anche riacceso le speranze di qualificarsi per le ATP Finals, trovandosi ora a meno di 900 punti dall’ottavo posto, attualmente occupato da Holger Rune. Nei prossimi appuntamenti, Shelton parteciperà ai tornei di Vienna, Parigi e Sofia.
    Riflettendo sul significato del suo primo titolo, Shelton ha sottolineato: “È estremamente importante, sia per me che per il mio team. Abbiamo lavorato duramente fin dall’inizio per sviluppare il mio gioco, con l’obiettivo di conquistare grandi titoli. Ultimamente sono andato lontano nei tornei, ma alla fine ciò che conta è chi vince. Coloro che mantengono un alto livello per tutta la settimana, per tutta la stagione. Riuscire a mantenere la mia concentrazione e il mio livello di gioco per cinque partite è un segno molto significativo”.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO