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    Da Milano: Marco Cecchinato è tornato alle origini

    Marco Cecchinato nella foto – Foto Francesco Peluso

    Al primo torneo dopo aver ripreso a viaggiare con il cugino Francesco Palpacelli (che per primo gli aveva messo una racchetta in mano), Marco Cecchinato centra subito la finale. Stoppa le ambizioni di Vasamì e in finale troverà Dino Prizmic, imbattuto da 14 partite. “Grazie a Francesco sto ritrovando l’entusiasmo e la passione che avevo da bambino”.
    Bastava osservarlo in questi giorni per capire che era cambiato qualcosa. Tra i vialetti e le strutture dell’ASPRIA Harbour Club c’era un Marco Cecchinato rilassato, tranquillo, sorridente, come non lo si vedeva da tempo. E stava covando un risultato che anche il diretto interessato – per sua stessa ammissione – non si aspettava: la finale all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.450€, terra battuta). Sarà la diciassettesima in carriera in un torneo Challenger, la prima dopo quasi tre anni (Rio de Janeiro 2022). La conferma è arrivata dalle sue parole dopo il 6-3 6-3 con cui ha stoppato la corsa di Jacopo Vasamì, che dunque non potrà eguagliare Sinner come precocità nella prima vittoria in un Challenger. “L’anno scorso è iniziato un processo lungo – dice Cecchinato – ho avuto un brutto infortunio e mi sono fermato per cinque mesi. Nel 2025 mi sono voluto prendere un anno intero per ritrovare una certa classifica, sufficiente per giocare gli Slam e i tornei ATP”. Guarda caso – ma non è un caso, a giudicare dall’entusiasmo con cui lo dice e dal suo sguardo felice – la finale è arrivata al primo torneo in cui ha ripreso a lavorare con lo zio Francesco Palpacelli, la stessa persona che tanti anni fa gli aveva messo una racchetta in mano. “Avevo iniziato l’anno con un coach, le cose non sono andate bene e così Francesco mi seguirà da qui a fine anno, sempre appoggiandoci a Max Sartori a Vicenza”. C’era Palpacelli nove anni fa, quando Cecchinato vinceva il torneo, ci sarà anche nella finale contro Dino Prizmic. “Onestamente non me l’aspettavo, anche se a Milano sono di casa – racconta – Carlo Alagna e Massimo Lacarbonara mi trattano benissimo ed è grazie a loro che sto giocando questo torneo con una wild card. Però devo dire che mi sto allenando bene, e da qualche settimana sto giocando buoni match contro avversari forti. Qui a Milano direi che sto giocando un… buon tennis, peraltro battendo avversari mancini, storicamente ostici per me”.
    SECONDA CARRIERA“Buon tennis”: Marco lo dice quasi sottovoce, con pudore, mostrando una modestia che può essere un buon ingrediente per la rinascita. Contro Vasamì ha sofferto soltanto nel secondo game dell’incontro, cancellando una palla break al termine di un gioco di 14 punti, poi è stato quasi un monologo. “È stata una masterclass di tennis sulla terra battuta” qualcuno ha sussurrato in tribuna. Il momento chiave è arrivato sul 3-3: sotto 0-30, Vasamì ha provato a mettere il turbo nel momento difficile, come gli era spesso riuscito nei turni precedenti. Ha rimontato, ha cancellato una palla break con una sontuosa prima palla a uscire, ma Cecchinato è riuscito a strappargli il servizio alla seconda opportunità. Perso il servizio, il romano ha lanciato via la racchetta, gesto-simbolo a certificare che si era un po’ rotta la magia di questa settimana. C’è stato un parziale di sei giochi a zero e un Cecchinato attento e umile non si è più voltato indietro, urlando di gioia dopo l’ultimo punto. “Mio cugino mi sta facendo il lavaggio del cervello – continua – non devo pensare al passato, questa deve essere una seconda carriera. Dopo ogni vittoria devo essere felice, e oggi lo ero davvero tanto. Questa è la base: dove essere pronto a lottare e soffrire a ogni partita, soprattutto contro avversari che un tempo battevo, ma che oggi richiedono un gran livello per essere superati. Anche nelle piccole cose: per esempio, dopo ogni partita mi alleno per 20 minuti: direi che mio cugino mi sta facendo ritrovare le sensazioni di quando ero piccolino. Ho ritrovato la passione per il tennis, qualcosa che ultimamente mi era mancata”.
    “FRANCESCO È COME UN FRATELLO”Sarà una frase fatta, ma a quasi 33 anni (li compirà il 30 settembre), oggi Cecchinato trasmette una serenità quasi contagiosa, come se avesse lavato via le ruggini di gioventù. “Credo che la mia principale qualità attuale sia la voglia di rimettermi in gioco. È una sfida personale, anche perché ho raggiunto tutti i sogni che avevo da piccolo: entrare tra i top-100, diventare numero 1 d’Italia, giocare tutti gli Slam in tabellone…. per quelli che erano i miei sogni, ho fatto tanto. Adesso sto ritrovando la passione per lo sport: da quando ero uscito dai top-100 mi mancava un po’”. Anche su questo, il merito è di Palpacelli: “Ceck” lo nomina ancora, sottolineando come si trovi a suo agio circondato da persone che gli vogliono bene. “Voglio citare Max Sartori, che c’è stato per tutta la mia carriera, e il preparatore atletico con cui lavoro da qualche settimana, Luca Franco: ci tiene davvero tanto. Ma Francesco, per me, è come un fratello. Gli devo tanto e sento anche una certa responsabilità nei suoi confronti”. Non potevano mancare due parole su Vasamì, sconfitto in un vero e proprio scontro generazionale, chiuso da un bell’abbraccio dopo l’ultimo punto. “Alla stretta di mano gli ho detto che ha un gran futuro: certo, deve lavorare tanto sul piano tecnico e tattico, ma non voglio sbilanciarmi perché era la prima volta che lo vedevo – chiude il siciliano – però ha una facilità di gioco estrema, è mancino, ha un gran servizio… se lavora bene con il suo team, abbiamo un grandissimo talento e lo vedremo ad alti livelli”.
    PRIZMIC NON SI STANCA MAIPer vincere l’ottavo Challenger in carriera dovrà battere il favorito Dino Prizmic, che nella seconda semifinale ha avuto bisogno di 2 ore e 35 minuti per battere il rampante Rafael Jodar. La durata del match fa capire quanto sia stato laborioso il 3-6 6-3 6-2 con cui il croato ha raccolto la 14esima vittoria di fila. Dopo Zagabria e Bratislava, il croato cercherà il terzo titolo di fila. Il match è stato combattuto per merito dello spagnolo, che l’aveva preparato benissimo: con una strategia molto aggressiva ha sorpreso Prizmic, scippandogli il primo set. Quando il croato è entrato “in temperatura”, Jodar ha avuto il merito di tenere duro e non mollare una singola palla: sotto 5-1 nel secondo, si è portato sul 5-3 e palla del 5-4. Anche nel terzo, sempre in svantaggio, ha tenuto duro su ogni singolo punto, obbligando Prizmic a mettere in mostra in mostra tutte le sue doti di combattente. Dovesse vincere il torneo, sarebbe il primo croato a sollevare L’ASPRIA Tennis Cup, mentre l’Italia ha raccolto quattro successi (Di Mauro, Volandri, Cecchinato e Moroni). La finale si giocherà non prima delle 16.30 (con diretta TV su SuperTennis), ma il programma si aprirà due ore prima con la finale del doppio, che vedrà in campo Matthew Christopher Romios e Ryan Seggerman (australiano e americano), opposti allo statuinitense George Goldhoff e al taiwanese Ray Ho. Per l’ultimo atto del torneo, l’ingresso sarà riservato ai possessori di biglietto. Per l’ultima giornata, i tagliandi (acquistabili anche sul momento, all’ingresso dal lato parcheggio del club) costeranno 30 euro.
    Center Court – ore 14:30Matthew Christopher Romios / Ryan Seggerman vs George Goldhoff / Ray Ho Dino Prizmic vs Marco Cecchinato (Non prima 16:30) LEGGI TUTTO

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    Vasamì esalta, tre teenagers in semifinale (Con il programma di domani)

    Jacopo Vasami nella foto – Foto Francesco Panunzio

    Ci sarà un finalista italiano all’ASPRIA Harbour Club: a sfidare Marco Cecchinato sarà il baby Jacopo Vasamì, fantastico nel battere in rimonta Luka Mikrut. Il romano è uscito con classe da diverse situazioni delicate, senza mai perdere la calma: la stellina del torneo è lui. L’altra semifinale vedrà Rafael Jodar contro il concentratissimo Dino Prizmic, imbattuto da 13 partite.
    Per battere Jacopo Vasamì non bisogna vincere. Bisogna stra-vincere. Per adesso, nessuno ci è riuscito. Ed è suggestivo vedere un giovane azzurro, ancora minorenne, con una tale solidità mentale. Sembra proprio che il tempo trascorso presso la Rafa Nadal Academy sia davvero servito a sviluppare una mentalità simile a quella della leggenda spagnola. Il quarto di finale contro Luka Mikrut all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.250€, terra battuta) aveva grandi complessità, anche perché l’avversario esprime un tennis molto diverso rispetto a quello fronteggiato il giorno prima. Vasamì, evidentemente, ha preso gusto nel battere i croati: dopo Mili Poljicak, ha superato Mikrut col punteggio di 3-6 7-6 6-2. Il 21enne di Spalato è alto, longilineo e possiede un rovescio bimane molto potente. All’inizio ha sorpreso l’azzurro, aggiudicandosi il primo set grazie a un break al sesto game. Il piccolo capolavoro, Vasamì, l’ha centrato nel secondo: mentre Mikrut teneva piuttosto agevolmente i suoi turni di servizio, lui arrancava. Palla break annullata sul 2-2, rimonta dallo 0-30 sul 4-4 e miracoloso game ricucito sul 5-5, dal 15-40. Il tutto mantenendo calma, concentrazione e compostezza, caratteristiche che avevano già colpito nei giorni scorsi. Come nel tie-break, quando sul 4-3 in suo favore gli è stato chiamato un fallo di piede (in effetti, il movimento del suo servizio lo espone a questo rischio). Altri si sarebbero disuniti, lui ha continuato a giocare come se niente fosse e ha chiuso il parziale con una bella discesa a rete. Il terzo set è stato accademia, in cui Vasamì ha raccolto i cocci di un avversario mentalmente esausto. Per lui è la prima semifinale Challenger e sembra proprio che la Lombardia gli porti bene: quarti a Monza, vittoria al Bonfiglio e adesso un risultato di rilievo che gli permetterà di giocare una vera e propria sfida generazionale contro Marco Cecchinato, quindici anni più grande di lui.
    LA PRECOCITÀ DI JACOPOL’Italia è certa di avere un finalista all’ASPRIA Harbour Club: l’ultimo era stato Matteo Gigante nel 2023, mentre per trovare un vincitore bisogna andare al 2021 di Gian Marco Moroni. Da parte sua, Vasamì punta a diventare il più giovane vincitore di un Challenger nel 2025: il primato appartiene a Joao Fonseca, che aveva 18 anni e 4 mesi quando vinse a Canberra (il record assoluto di Michael Chang rimane inarrivabile: “Michelino” aveva 15 anni e 7 mesi quando vinse a Las Vegas nel 1987). Dovesse alzare il trofeo milanese, avrebbe clamorosamente la stessa età che aveva Jannik Sinner quando vinse il suo primo Challenger (Bergamo 2019): 17 anni e 6 mesi. Numeri che lasciano il tempo che trovano, ma che giustificano l’entusiasmo attorno a Vasamì. Proverà a interrompere la sua favola Marco Cecchinato, che in questi giorni ha ritrovato un buon rendimento e ha superato due teste di serie: dopo Frederico Ferreira Silva, ha battuto il numero 3 del tabellone Max Houkes con un convincente 6-4 6-2. Nonostante la classifica sorrida all’olandese, Cecchinato ha mostrato una superiorità piuttosto evidente. Nel primo set gli è bastato un break al settimo game, mentre nel secondo lo “strappo” è arrivato già in apertura. Per il vincitore nel 2016 è la seconda semifinale in stagione dopo quella raggiunta a Kigali, in Ruanda, lo scorso marzo. Da circa un anno, Cecchinato oscilla in una classifica intorno al numero 400. Nella singola partita, tuttavia, può ancora essere molto pericoloso. E a Milano ha una motivazione in più, poiché punta a diventare il secondo giocatore a vincere per due volte il trofeo, eguagliando Albert Ramos (vincitore nel 2011 e nel 2014).
    DINO PRIZMIC HA FATTO TREDICIEra considerato un possibile protagonista della generazione che dovrebbe dare filo da torcere a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. L’investitura più grande, per Dino Prizmic, l’aveva data Novak Djokovic dopo averlo affrontato all’Australian Open. “Mi è sembrato di trovare me stesso allo specchio”. Da allora si erano un po’ perse le tracce del 19enne croato, fisico scolpito da due ore quotidiane in palestra. Il 2024 è stata una stagione complicatissima a causa di un infortunio che lo ha tristemente accompagnato per otto mesi. Si è ripreso, è risalito al numero 173 ATP e un successo all’Aspria Harbour Club gli permetterebbe di migliorare il best ranking (n.155, risalente all’ottobre 2023). Soltanto due mesi fa era ancora fuori dai top-300, poi sono arrivate tredici vittorie di fila: prima i titoli Challenger a Zagabria e Bratislava, adesso i tre successi che lo hanno proiettato in semifinale a Milano, laddove sarà protagonista di una baby-sfida contro Rafael Jodar. Per arrivarci ha battuto il tedesco Christoph Negritu col punteggio di 6-4 6-3, ma dopo essere stato per due volte in svantaggio di un break nel primo set. “È stata una partita solida, ma quando ci si avvicina alla fine di un torneo devo migliorare – dice Prizmic, con quello sguardo serio che non lo abbandona mai – avrei dovuto giocare meglio, ma la cosa importante era vincere. Domani dovrò farmi trovare pronto”. Giocare contro un avversario pressoché sconosciuto può nascondere qualche insidia, e Prizmic è d’accordo. “Probabilmente è la ragione per cui ho giocato un po’ peggio – racconta – per me è più difficile prepararmi e concentrarmi quando affronto avversari meno conosciuti. Ma è qualcosa che devo cambiare nel corso della mia carriera, avere la mentalità giusta e giocare meglio di oggi. Per fortuna, alla fine, ho trovato il mio gioco”. Prizmic non possiede uno stile troppo spettacolare e sembra non avere un colpo-killer, per questo è stato frettolosamente snobbato come possibile stella del futuro. Ma pochi sapevano cosa è successo veramente nel suo 2024: “È stato un anno molto difficile perché ho dovuto convivere per otto mesi con un infortunio – racconta – ho provato a giocare alcuni tornei con il dolore, ma non ero in grado di competere. Avevo un problema al polso destro: abbiamo provato a risolverlo in un mese, ma il dolore era troppo grande. Ho ripreso dopo quattro mesi e, giorno dopo giorno, ho effettuato alcuni cambiamenti con il mio fisioterapista. Adesso il polso è OK e spero di non avere più problemi di questo tipo”.
    Center Court – ore 13:30Matthew Christopher Romios / Ryan Seggerman vs Blake Bayldon / Mats Hermans Marco Cecchinato vs Jacopo Vasami (Non prima 15:30)Dino Prizmic vs Rafael Jodar
    Court 10 – ore 13:30George Goldhoff / Ray Ho vs Gonzalo Escobar / Marcelo Zormann LEGGI TUTTO

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    Da Milano: 500 partite per Fonio: “Sento che il meglio deve ancora venire” (con il programma di domani)

    Giovanni Fonio nella foto – Foto Francesco Peluso

    Tre italiani superano le qualificazioni dell’ASPRIA Harbour Club. Tra loro c’è Giovanni Fonio, che sente di essere a un passo dalla piena maturità. “Non è solo la prestazione fisica, ma mettere diversi tasselli al loro posto. Credo di non aver fatto ancora il mio massimo, e questa è una grande motivazione”. In tabellone anche Berrettini e Bondioli, buon esordio per Prizmic e Jodar: eliminati rispettivamente Piraino e Giustino.
    “Davvero ho giocato più di 500 partite da professionista?”. Giovanni Fonio è sorpreso quando gli ricordiamo che quello contro Tom Gentzsch è stato il match numero 505 della sua carriera. “Significa che è da tanto tempo che frequento i circuiti ITF e Challenger” dice il 27enne di Novara dopo aver centrato il main draw all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.450€, terra battuta). Fonio vanta una certa esperienza nel mondo Challenger, ma ogni torneo rappresenta un’occasione di svolta. E allora il 6-2 6-2 contro il tedesco ha un certo valore, perché a volte bastano un paio di tornei per girare una stagione. “È stato importante rispondere con continuità – dice Fonio – il servizio è il suo colpo migliore, quindi entrare spesso nello scambio è stato importante. A quel punto mi sentivo abbastanza in controllo. Non è facile giocare con questo caldo: ma io sono di Novara e mi alleno spesso a Milano, dunque sono abbastanza abituato. Diciamo che può essere un piccolo vantaggio rispetto ad altri”. Fonio si è presentato all’ASPRIA Harbour Club da numero 378 ATP, a un centinaio di posizioni dal best ranking (n.269) conquistato circa un anno fa. In virtù dei numeri di cui sopra, è il momento di fare un piccolo bilancio di una carriera che non lo ha ancora posto all’attenzione del grande pubblico, nonostante abbia un tennis di rara eleganza, in grado di rapire l’occhio. “Non sono completamente soddisfatto – racconta Fonio – ed è per questo che continuo a lavorare e cercare di migliorare. Sento che il meglio deve ancora venire e per me è una grande motivazione. Ho la sensazione di poter fare di più, sia in termini di risultati che di cose da fare sul campo”. Per adesso i numeri rispecchiano abbastanza fedelmente la sua carriera. In questo momento, il suo bilancio è di zero vittorie e otto sconfitte contro i top-100 ATP, mentre è 11-28 contro quelli compresi tra la 101esima e la 200esima posizione. Quando gli chiediamo cosa manca per ribaltare il bilancio, il novarese mostra idee piuttosto chiare. “Con i top-100 può esserci un po’ di differenza, ma a livello immediatamente successivo non è così. Nella partita secca non c’è differenza tra il n.150 e il n.350: a fare la differenza sono continuità, costanza, bravura nel momento importante. Chi è piazzato meglio riesce a fare la differenza a livello mentale. Giocando tante partite contro di loro ti senti sempre più a tuo agio, trovando la fiducia nel poterli battere. La differenza non è tanto tennistica, quanto a 360 gradi. Ma sui dettagli”.
    “LA MATURITÀ SI RAGGIUNGE IN ETÀ PIÙ AVANZATA”Quello che dice Fonio è particolarmente vero nel circuito Challenger, laddove le teste di serie “saltano” con maggiore facilità e capita spesso che qualificati, wild card o addirittura lucky loser arrivino in fondo. “Tutti possono battere tutti – continua – bisogna farsi trovare pronti perché l’occasione può arrivare e bisogna coglierla. Se sei sempre ‘sul pezzo’, prima o poi la chance arriva”. La storia del tennis, tuttavia, racconta che non sono molti i giocatori a essere entrati per la prima volta tra i top-100 dopo aver superato i trent’anni (il più anziano è stato Daniel Munoz de la Nava). Poiché tanti giocatori guardano a questi esempi nella speranza di potercela fare, chiediamo a Fonio se si tratta di un aspetto positivo o che, a suo modo, può essere pericoloso. “Ho sempre pensato che ognuno abbia il suo percorso. Nel tennis ci sono vie infinite, credo non esistano due giocatori che abbiano vissuto un percorso identico. Chi ha ottenuto il meglio dopo i 30 anni è un esempio positivo: non so se sia pericoloso, ma sono certamente una fonte d’ispirazione – racconta – nel tennis, la piena maturità si raggiunge in età più avanzata rispetto al passato. Non si tratta solo della prestazione fisica, ma di mettere insieme tutti i tasselli. Per farlo ci vuole una certa maturità, dunque tra i 27 e i 30 anni è possibile effettuare il salto di qualità”. Per questo, Fonio rimane ben concentrato sul singolare senza aver pensato di dedicarsi al doppio come soluzione alternativa (“Quello del doppio è un tema molto ampio, gli specialisti si lamentano per la scarsa visibilità ma credo che sia compito dell’ATP rivoluzionare la specialità. Non ho una posizione forte sulla scelta dello US Open per il doppio misto: sarà un bello spettacolo, ma senza meritocrazia”). Per proiettarsi nel futuro, tuttavia, si affida a un colpo vintage: il rovescio a una mano. Lui lo gioca decisamente bene, ma non è sempre stato così: “Fino a 12 anni lo giocavo a due mani – rivela – non era il mio punto forte e allora, nonostante fossi già grandicello, ho scelto questa strada seguendo la visione del mio maestro di allora. L’inizio è stato difficile, ho vissuto 2-3 anni molto complicati. Però ci ho creduto, e col tempo è diventato il mio colpo migliore. Sono contento di aver seguito questa strada”. Più in generale, tuttavia, ammette che i ritmi forsennati del tennis attuale lo rendono un colpo piuttosto difficile da giocare ad alti livelli. “Ce ne sono pochissimi, il migliore è Musetti – continua – non so se si estinguerà, ma per esperienza posso dire che ci sono pro e contro. Alle velocità attuali bisogna giocarlo veramente bene. Direi che un rovescio a due mani di medio livello consente qualcosa in più rispetto a uno a una mano di altrettanto livello. Se sei un Wawrinka o un Musetti non ci sono problemi, ma senza quella facilità è tutto più difficile”. Il suo percorso ripartirà martedì nel match contro l’olandese Max Houkes (n.3 del draw), nella speranza di continuare il percorso verso quel “meglio” che Giovanni spera di esplorare il prima possibile. “A fine carriera, la mia gioia non dipenderà dai risultati, bensì dalla consapevolezza di aver fatto tutto quello che era possibile per raggiungere il massimo del mio potenziale”. Milano è un altro tassello per riuscirci.
    IN TABELLONE ANCHE BERRETTINI E BONDIOLIAi cinque già ammessi in tabellone, se ne sono aggiunti tre grazie alle qualificazioni. Oltre a Fonio, hanno centrato il loro posto Jacopo Berrettini e Federico Bondioli. Il primo ha superato Mikael Ymer, ex numero 50 ATP che ha ripreso a giocare da poco dopo aver scontato una squalifica di diciotto mesi: aveva saltato tre controlli antidoping in meno di un anno. Berrettini ha recuperato al meglio dopo la lunga battaglia del giorno prima, che lo aveva tenuto in campo per quasi tre ore e mezza. Ha sempre fatto gara di testa, contenendo il recupero di Ymer nel primo set (da 5-3 a 5-5) prima che arrivasse un calo dello svedese a sigillare il punteggio di 7-5 6-2. Per Berrettini è un momento davvero felice: con la qualificazione a Milano, ha vinto 15 delle ultime 17 partite. L’ASPRIA Tennis Cup mette in palio i punti necessari per entrare tra i top-300 ATP, primo obiettivo di una stagione che sta finalmente andando per il verso giusto. Passa anche Federico Bondioli, bravo a superare con un doppio 7-5 l’ex promessa Rudolf Molleker. Per il romagnolo sarà la sesta partecipazione in carriera nel tabellone principale di un ATP Challenger, la terza dopo aver passato le qualificazioni.
    ESORDIO OK PER PRIZMIC E JODARNel frattempo è scattato il tabellone principale, ed è stata confermata la forza di due dei giocatori più attesi. Nell’ultimo match di giornata, il n.1 del seeding Dino Prizmic ha confermato l’ottimo stato di forma battendo con un netto 6-1 6-4 un generoso Gabriele Piraino. Il siciliano ha fatto match pari nel secondo set, si è anche procurato una preziosa palla break per il 5-5, ma nel momento del bisogno Prizmic ha trovato l’aiuto del servizio. Piraino ha cancellato tre matchpoint con coraggio, ma poi si è dovuto arrendere. Dotato di un fisico impressionante, con gambe da calciatore, Prizmic conferma di essere in un ottimo stato di forma, anche se gli manca un colpo-killer. A fine match, il suo coach Luka Kutanjac ha chiesto uno scatolone di palle per sottoporre il suo allievo a un allenamento extra di 30 minuti. In precedenza aveva destato un’ottima impressione Rafael Jodar, campione in carica dello US Open junior. Il giovane madrileno ha lasciato due giochi a un giocatore esperto come Lorenzo Giustino, battuto con un severo 6-0 6-2. Negli ottavi se la vedrà con il vincente tra il cileno Matias Soto (n.4 del tabellone) e il lucky loser portoghese Tiago Pereira. Jodar è piaciuto per la potenza dei colpi e la completezza del suo gioco, peraltro mettendo in evidenza tanti margini di miglioramento. Il suo gioco è ancora in formazione, ma a questi livelli sembra già piuttosto competitivo. Ha un po’ deluso Diego Dedura: il tedesco dal papà cileno e la madre lèttone ha ceduto al francese Arthur Gea, perfetto interprete dello stile transalpino, molto elegante nei colpi. Dedura è ancora un po’ incline al nervosismo durante i match, e non sembra avere colpi davvero straordinari. Tuttavia può ancora crescere, visto che è nato nel 2008. Martedì si completeranno i match di primo turno: il clou sarà l’esordio di Jacopo Vasamì (non prima delle 17 sul Centrale), in campo contro il coetaneo spagnolo Andres Santamarta Roig. In precedenza giocheranno gli altri italiani ancora in gara: Jacopo Berrettini, Giovanni Fonio, Federico Bondioli, Stefano Travaglia e l’ex top-20 Marco Cecchinato, già vincitore di questo torneo nel 2016.
    Center Court – ore 10:00Jacopo Berrettini vs Henri Squire Mili Poljicak vs Stefano Travaglia Marco Cecchinato vs Max Alcala Gurri (Non prima 15:00)Andres Santamarta Roig vs Jacopo Vasami (Non prima 17:00)
    Court 10 – ore 10:00Oriol Roca Batalla vs Rodrigo Pacheco Mendez Giovanni Fonio vs Max Houkes Frederico Ferreira Silva vs Alexey Vatutin Luis David Martinez / David Pichler vs Gonzalo Escobar / Marcelo Zormann (Non prima 14:00)Matthew Christopher Romios / Ryan Seggerman vs Trey Hilderbrand / Mac Kiger
    Court 13 – ore 10:00Matias Soto vs Tiago Pereira Thomas Faurel vs Federico Bondioli Mathys Erhard vs Christoph Negritu Luca Sanchez / Seita Watanabe vs Ivan Liutarevich / Mick Veldheer (Non prima 14:00)Denys Molchanov / Matej Vocel vs Blake Bayldon / Mats Hermans LEGGI TUTTO

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    Da Milano – Lavoro e serenità: la crescita di Federico Bondioli (con il programma di domani)

    Federico Bondioli nella foto – Foto Francesco Peluso

    Ex n.12 junior, il ravennate Federico Bondioli sta raccogliendo i primi risultati a livello Challenger: batte Gombos e sogna il main draw. L’amicizia con Sinner e quella chiacchierata con Bublik. Passa anche Jacopo Berrettini al termine di una maratona.
    Il grande successo dei tennisti italiani di vertice ha creato un gustoso effetto collaterale: i giocatori (attualmente) di secondo piano possono crescere tranquillamente, senza eccessive pressioni, e godersi uno sviluppo sereno. È quello che si percepisce parlando con Federico Bondioli, 20enne ravennate, primo protagonista dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.540€, terra battuta). Soltanto dieci-quindici anni fa i suoi risultati sarebbero finiti sotto i riflettori, mentre oggi può godersi un relativo anonimato. Eppure sta vivendo una crescita interessante: oggi è numero 420 ATP, ma con i punti conquistati la scorsa settimana a Sassuolo (che è anche la base dei suoi allenamenti) salirà in 403esima posizione nella classifica in uscita nelle prossime ore. All’ASPRIA Harbour Club è partito col piede giusto, battendo con un convincente 6-3 6-4 l’ex top-100 Norbert Gombos in una mattinata molto calda e davanti a tanto pubblico, quasi sorprendente per le qualificazioni di un Challenger. “Anche negli ultimi tornei c’era parecchio caldo, ma ho notato che qui la palla vola di più, non avevo troppo controllo – racconta Bondioli – non a caso ho commesso tre doppi falli nel primo game, faticavo soprattutto con la seconda. Però sono stato molto solido, non ho sbagliato quasi nulla e portavo lui all’errore. Diciamo che ho giocato ‘giusto’ per tutta la partita”. Bondioli è un ragazzo gioviale, easy, direbbero gli anglofoni. La missione sarà quella di rendere questa caratteristica un punto di forza. Nel 2025 ha scalato un centinaio di posizioni e il suo obiettivo dichiarato era chiudere l’anno tra i top-300. Tuttavia, alcuni indicatori fanno pensare che potrebbe fare ancora meglio… “Sto cercando di non pensare troppo agli obiettivi – dice – sto salendo e sto imparando a giocare nel mondo Challenger, vincendo un buon numero di partite. Questo è importante, perché una settimana può cambiare la stagione. Se frequenti con regolarità questo mondo, tutto è possibile”. Lo dice un ragazzo che è stato numero 12 del mondo nel circuito giovanile, con il tennis nel sangue. Ha iniziato a giocare a quattro anni, sui campi di prova del Foro Italico, accompagnando papà Gianluca che era un professionista di beach tennis. Dopo l’inizio al TC Zavaglia di Ravenna con coach Omar Urbinati, ha effettuato il passaggio al Piatti Tennis Center di Bordighera, laddove è diventato buon amico di Jannik Sinner. Nel periodo del Covid hanno condiviso infinite partite a Fortnite e alla Playstation. “Di Jannik colpisce la capacità di distinguere divertimento e allenamento. Fuori dal campo è serenissimo, ma quando si tratta di lavorare ha le idee chiarissime. È un grande lavoratore. Da Piatti sono stato seguito da Francesco De Laurentiis, che adesso mi segue anche a Sassuolo”.
    COSE DA FARE SUL 4-4 AL TERZOTesserato per lo Sporting Club della città emiliana, Bondioli fa base proprio a Sassuolo e oggi è allenato da Federico Buffagni, anche se di tanto in tanto si appoggia alle strutture federali. “Lo scorso inverno ho trascorso 7 settimane al Centro di Tirrenia, avvertiamo un buon sostegno da parte della federazione”. E qui torna il concetto della pressione, forse un po’ meno pesante rispetto al passato. “Esiste e va gestita, perché fa parte del nostro lavoro – dice Bondioli – ma la presenza di tanti top-100 è positiva per il meccanismo e il lavoro che c’è dietro: circoli e federazione stanno facendo le cose giuste”. Con tutte le condizioni per esprimere il meglio del suo potenziale, la palla passa al diretto interessato. Avendo accumulato qualche esperienza nel mondo Challenger, gli chiediamo cosa gli serve per battere con continuità i giocatori tra la centesima e la duecentesima posizione, attuale punto di riferimento. “Pensare meno al punteggio e fare le scelte giuste nei momenti di pressione – dice senza incertezze – sul 4-4 al terzo, lo step da compiere e essere io a giocare e magari perdere la partita, ma impedendo all’avversario di andarla a vincere. Come gioco direi che ci siamo, ho il livello per stare in questo ambiente. Devo solo continuare a lavorare duro”: A proposito di lavoro, è interessante conoscere l’idea di un ragazzo di 20 anni sul concetto di professionalità necessaria per emergere, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni di Alexander Bublik, che ha candidamente ammesso di dedicare il 50% della sua vita all’extra-tennis. “Circa un mese fa ho avuto una riunione proprio con lui perché abbiamo lo stesso manager (Corrado Tschabuschnig, ndr) – dice Bondioli – e abbiamo parlato proprio di questo. La sua prospettiva può essere giusta: a suo dire, non tutti possono diventare numero 1 del mondo. Si è reso conto di avere certi limiti, nonostante il talento, e allora ha scelto di fare così. Personalmente non sono un malato del dettaglio, anche se sto lavorando per diventarlo sempre di più. Per il mio carattere, forse, è meglio che fuori dal campo io venga lasciato stare. Se sono sereno, poi, rendo meglio. Nel mio caso devo trovare un equilibrio perché andare troppo oltre, in un senso o nell’altro, non va bene”. Ma Bondioli è soddisfatto dell’equilibrio raggiunto? “Nell’ultimo anno sono migliorato tanto, ma devo crescere ancora”. Magari sarà questo il prossimo passo per effettuare il salto di qualità. Per centrare il main draw all’ASPRIA Harbour Club (sarebbe il sesto in carriera in un Challenger) dovrà superare il tedesco Rudolf Molleker, ex top-10 junior che oggi è n.363 ma ha un passato tra i top-150 e al primo turno ha superato il giovanissimo azzurro Balthazar Huss.
    BERRETTINI VINCE LA MARATONA, ESORDIO PER PRIZMICAccede all’ultimo turno di qualificazioni anche Jacopo Berrettini. Il romano è emerso da una dura battaglia, durata 3 ore e 24 minuti, contro il tedesco Max Wiskandt, numero 377 ATP. Berrettini sta vivendo un ottimo momento in virtù dei due titoli consecutivi raccolti nelle ultime settimane, a Cervia e Cordoba. A Milano cerca i punti per migliorare il suo best ranking al numero 310 (oggi è 327): in un match durissimo, giocato sotto il sole cocente, si è imposto col punteggio di 7-6 6-7 6-4. Al di là del valore dell’avversario, Berrettini è piaciuto per la grande tenacia. Sotto 5-2 (con doppio break) nel secondo set, ha saputo recuperare e si è giocato il parziale al tie-break, in cui ha sciupato qualcosa. Nel terzo, assorbita la delusione per il tie-break perduto, ha trovato lo strappo decisivo al settimo game, aiutato da un problema agli addominali del suo avversario. Wiskandt ha lottato fino all’ultimo, cancellando un matchpoint con una coraggiosa discesa a rete, ma Berrettini ha chiuso al decimo game. Detto che c’è stato il forfait di Francesco Forti (problemi alla parte bassa della schiena), e che il suo posto in tabellone sarà preso da un lucky loser, alla fine saranno tre gli italiani a giocarsi un posto nel tabellone principale. Oltre a Bondioli e Berrettini, scenderà in campo Giovanni Fonio, bravo a vincere in due set il derby contro Gianluca Mager (finalista all’Harbour nel 2018). Niente da fare per Luca Castagnola, autore di un buon match contro lo spagnolo Alcala Gurri, mentre c’è un pizzico di rimpianto per Raul Brancaccio, battuto al tie-break del terzo set dal bulgaro Petr Nesterov. Lunedì il programma scatterà alle 10 del mattino con i match dell’ultimo turno di qualificazione, poi ci saranno i primi sei match del main draw. I giovani rampanti scenderanno tutti in campo nell’ultimo turno di giornata: il favorito del torneo Dino Prizmic sfida la wild card Gabriele Piraino non prima delle 17 sul Centrale. Più o meno in contemporanea agli altri baby, Rafael Jodar e Diego Dedura. Una giornata da non perdere, a ingresso gratuito.
    Center Court – ore 10:00Tom Gentzsch vs Giovanni Fonio Jacopo Berrettini vs Mikael Ymer Luka Mikrut vs Kimmer Coppejans (Non prima 14:00)Dino Prizmic vs Gabriele Piraino (Non prima 17:00)
    Court 10 – ore 10:00Federico Bondioli vs Rudolf Molleker Petr Nesterov vs Max Alcala Gurri Oleg Prihodko vs Radu Albot Rafael Jodar vs Lorenzo Giustino
    Court 13 – ore 10:00Thomas Faurel vs Matthew Dellavedova Tiago Pereira vs Andres Santamarta Roig Andrej Martin vs Ivan Gakhov Diego Dedura vs Arthur Gea LEGGI TUTTO

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    Da Milano: Prizmic, Vasamì e gli altri: la parola d’ordine è “futuro”

    Dino Prizmic nella foto

    Sorteggiato il tabellone della 19esima edizione dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS: in attesa delle qualificazioni, già sei azzurri in tabellone. Attesa per il rampante Jacopo Vasamì, ma ci sono almeno altri cinque nomi di cui si sentirà parlare (e molto) in futuro. Domenica scattano le qualificazioni con due super-match: Mager-Fonio e Zapata-Ymer.
    Il sorteggio del main draw è sempre un momento emozionante per gli organizzatori di un torneo, indipendentemente dal livello. Nonostante l’esperienza quasi ventennale, c’era un pizzico di fermento all’ASPRIA Harbour Club di Milano quando il Supervisor ATP Riccardo Ragazzini ha svelato il tabellone principale dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.250€, terra battuta). Dando un’occhiata ai nomi e agli accoppiamenti, pare chiaro che la diciannovesima edizione del torneo meneghino avrà una parola d’ordine: “futuro”. Sono tanti i giovani dal sicuro avvenire che popolano il tabellone, a partire dalla prima testa di serie, il classe 2005 Dino Prizmic, erede designato dei grandi di Croazia che dopo un avvio col botto tra i professionisti (con tanto di set scippato a Novak Djokovic all’Australian Open), ha vissuto un 2024 di transizione e adesso sta rapidamente crescendo. Al primo turno se la vedrà con il siciliano Gabriele Piraino, seconda wild card FITP (l’altra era andata a Jacopo Vasamì). Nella parte alta del tabellone ci sono altri tre nomi di cui sentiremo parlare spesso: il messicano Rodrigo Pacheco Mendez (anche lui del 2005), ex n.1 junior e già vincitore a Milano, due anni fa al Trofeo Bonfiglio, peraltro reduce da un gran torneo a Sassuolo, il giovanissimo tedesco, ma di origine cilena, Diego Dedura (classe 2008), e il campione in carica dello US Open junior. Si tratta del rampante Rafael Jodar, che quest’estate cercherà di incamerare più punti possibili in virtù della pausa universitaria (frequenta il college negli Stati Uniti). Jodar esordisce contro l’esperto azzurro Lorenzo Giustino, mentre Pacheco Mendez e Dedura potrebbero affrontarsi al secondo turno.
    PARTE BASSA CON CECCHINATO E VASAMÌQuattro dei sei italiani in gara si trovano nella parte bassa, che sembra aperta a qualsiasi risultato. La seconda testa di serie è il belga Kimmer Coppejans, ma il giocatore più noto è l’eterno Marco Cecchinato (wild card degli organizzatori), vincitore all’ASPRIA Harbour Club nel 2016. L’ex semifinalista del Roland Garros attende un qualificato, così come il giocatore forse più atteso dell’intero tabellone: il giovanissimo Jacopo Vasamì, vincitore al Trofeo Bonfiglio meno di un mese fa, chiamato a confermare a Milano quanto di buono fatto a Monza due mesi fa e, più in generale, nel suo approdo al professionista. Vale la pena ricordare che il romano è nato il 19 dicembre 2007, quindi è appena in in età da foglio rosa. Gli altri due azzurri in gara sono l’esperto Stefano Travaglia (esordio affascinante contro Mili Poljicak, già vincitore di Wimbledon junior) e Francesco Forti, entrato in tabellone in virtù del ranking protetto: lo sfortunato romagnolo ha ripreso a giocare a marzo dopo otto mesi di stop per infortunio. Al di là di come si svilupperà questo torneo, c’è da credere che più di un nome tra quelli che si daranno battaglia in Via Cascina Bellaria farà parlare (molto) di sé negli anni a venire.
    QUALIFICAZIONI DELUXEIl kick-off è previsto domenica alle 10 con il primo turno delle qualificazioni: 24 giocatori per sei posti in tabellone. Vale davvero la pena seguirle con attenzione in virtù dell’affascinante ricordo di sette anni fa, quando un giovanissimo Jannik Sinner giocò il tabellone preliminare proprio a Milano. Perse al primo turno e passò sotto traccia, poi sappiamo cosa è successo: magari non ci sarà il nuovo Sinner, ma ci sono diversi nomi interessanti. Intanto il tabellone è guidato dal polacco Maks Kasnikowski, che soltanto dieci mesi fa faceva grandi cose allo US Open. Ed è ancora giovanissimo, essendo coetaneo di Alcaraz e Rune. L’Accelerator Program dell’ATP concede due posti a giocatori che si sono distinti a livello junior, dunque sarà interessante vedere all’opera lo spagnolo Andres Santamarta Roig e il francese Thomas Faurel, anche se il match clou è quello che vede impegnati due italiani di maggiore esperienza: Gianluca Mager (già finalista a questo torneo) e Giovanni Fonio. Più in generale, saranno otto gli italiani in cerca di un posto in tabellone, tra cui le wild card Edoardo Bianchi, Luca Castagnola e Balthazar Huss. Molto interessante la sfida tra i due ex top-100 Mikael Ymer e Bernabé Zapata Miralles, partita che a questi livelli potrebbe tranquillamente essere una finale. Nel turno di qualificazione, chi emergerà da questa sfida potrebbe affrontare Jacopo Berrettini, che sta vivendo un buonissimo momento di forma. Detto che sarà della partita anche Raul Brancaccio, altro solido giocatore di categoria, l’ingresso all’ASPRIA Harbour Club sarà gratuito fino alla giornata di mercoledì. Per assistere agli incontri dai quarti di finale in poi, è già possibile acquistare i biglietti tramite la piattaforma Ticketone, al prezzo di 17 euro per giovedì, 26 per venerdì e 30 per sabato. Senza dimenticare che i ragazzi dagli 8 ai 14 anni avranno il prezzo agevolato a 8 euro per tutte le tre giornate. In virtù della popolarità senza precedenti che sta vivendo il tennis, i tagliandi stanno andando letteralmente a ruba. L’attesa è terminata, l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS sta per iniziare.
    Challenger 75 Milano – Tabellone Principale – terra(1) Dino Prizmic vs (WC) Gabriele Piraino Qualifier vs Henri Squire Mathys Erhard vs Christoph Negritu Andrej Martin vs (8) Ivan Gakhov
    (4) Matias Soto vs Qualifier(JR) Rafael Jodar vs Lorenzo Giustino (NG) Diego Dedura vs Arthur Gea (Alt) Oriol Roca Batalla vs (5) Rodrigo Pacheco Mendez
    (6) Frederico Ferreira Silva vs Alexey Vatutin (WC) Marco Cecchinato vs QualifierQualifier vs Qualifier(PR) Francesco Forti vs (3) Max Houkes
    (7) Mili Poljicak vs Stefano Travaglia Qualifier vs (WC) Jacopo Vasami (Alt) Oleg Prihodko vs Radu Albot Luka Mikrut vs (2) Kimmer Coppejans

    Challenger 75 Milano – Tabellone Qualificazione – terra[1] 🇵🇱 Maks Kasnikowski vs 🇩🇪 Tom Gentzsch [ALT]🇮🇹 Gianluca Mager vs 🇮🇹 Giovanni Fonio [9]
    [2] 🇧🇷 Mateus Alves vs 🇫🇷 Thomas Faurel [JR]🇮🇹 Edoardo Bianchi [WC] vs 🇦🇺 Matthew Dellavedova [12]
    [3] 🇮🇹 Jacopo Berrettini [3] vs 🇩🇪 Max Wiskandt [ALT]🇸🇪 Mikael Ymer [WC] vs 🇪🇸 Bernabé Zapata Miralles [7]
    [4] 🇸🇰 Norbert Gombos [4] vs 🇮🇹 Federico Bondioli [ALT]🇮🇹 Balthazar Huss [WC] vs 🇩🇪 Rudolf Molleker [8]
    [5] 🇵🇹 Tiago Pereira [5] vs 🇫🇷 Maxime Janvier🇪🇸 Andrés Santamaría Roig [JR] vs Sandro Kopp [11]
    [6] 🇮🇹 Raúl Brancaccio [6] vs Petr Nesterov🇮🇹 Luca Castagnola [WC] vs 🇪🇸 Max Alcalá Gurri [10] LEGGI TUTTO