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    Plan B Motorcycles: dal vecchio Ténéré di famiglia all’Eternal City Moto Show

    InMoto sarà partner ufficiale della manifestazione e racconterà da vicino ogni momento, con aggiornamenti in diretta dal Salone e sulle principali novità. Tra le aree più attese ci sarà la Workshop Legends, lo spazio curato dal customizer Andrea “Dopz”, dedicato a Cafè Racer, Scrambler e Special: un punto di riferimento imperdibile per chi ama le preparazioni artigianali e l’anima più autentica del custom.Qui troveranno posto moto uniche, nate dalla creatività e dal lavoro di officine italiane che hanno fatto del custom uno stile di vita. Per anticipare l’atmosfera dell’evento, abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti. Dalla sfida con il vecchio Ténéré di suo padre alle creazioni per Plan B Motorcycles. Christian Moretti è partito dal garage dietro casa, a Laveno Mombello. La sua arte è trasformarre vecchie moto in creature assetate d’asfalto.

    Raccontaci in breve di te per chi non ti conosce e di come hai cominciato a customizzare moto”Ho iniziato per caso, come spesso succede con le cose che poi ti cambiano la vita. Volevo una moto, ma non potevo permettermela. Così ho pensato: ‘Prendo il vecchio Ténéré di mio padre, lo sistemo un po’ e lo faccio come piace a me. Sicuramente spendo meno!’. Beata ingenuità… Ho scoperto presto che non era affatto così. Ma ormai era diventata una sfida, e soprattutto un’ossessione. Ho iniziato a smontare, tagliare, sbagliare, ricominciare. E non ho più smesso”.

    La filosofia “Plan B” dietro ogni moto

    Che significa creare moto per Plan B Motorcycles?”Per me costruire moto non è romanticismo da poster con frasi motivazionali. È una questione di proporzioni. Una moto deve sembrare veloce anche quando è parcheggiata. Se ci riesco, allora ho fatto centro. Tutto il resto – comfort, mode, gadget – si può sacrificare. Ogni progetto parte da regole che mi imposto da solo e da una storia di riferimento: a volte è un dettaglio preso dal mondo delle corse d’epoca, altre volte una “moto fantasma”, qualcosa che avrebbe potuto esistere in un universo parallelo. Quella storia mi guida e mi obbliga a restare coerente. Il risultato finale deve sembrare inevitabile, come se quella moto fosse sempre stata così”.

    Cosa ci mostrerai all’Eternal?”Porto due progetti molto diversi tra loro. La Yamaha TR-1 “Silver Arrow”: una cafè racer bassa, pulita, con ciclistica e motore completamente rivisti. Non è una moto “truccata”: è stata ripensata per funzionare meglio, non solo per sembrare bella. E poi c’è la Zero FX “Blackbird”: una stradale elettrica. Lì ho voluto sperimentare con l’estetica dell’elettrico, che secondo me è sempre un po’ vittima di due estremi: o il vintage forzato, o il futurismo da astronave. Io ho provato a darle un linguaggio contemporaneo, qualcosa che avesse senso oggi, senza scuse e senza nostalgie”.

    Sfide e ispirazioni dei nuovi progetti

    Cosa ti ha ispirato per queste moto?”La Silver Arrow nasce dalle cafè racer londinesi. È una giapponese travestita da inglese, con un motore modificato per strizzare l’occhio alle Vincent di un tempo. Un mix di discipline, come se un rocker del ’59 avesse messo le mani su una moto giapponese degli anni ’80.La Blackbird, invece, è ispirata dal vuoto. Da ciò che manca sulle elettriche: niente scarico, niente cambio, niente frizione. Ho voluto riempire quel vuoto con forme e proporzioni, non con finti richiami al passato”.

    Qual è stato il momento più difficile nel realizzare le moto che porterai all’Eternal?”Sulla Yamaha, senza dubbio la parte motoristica. Ho modificato la testa posteriore per fare in modo che potesse lavorare al contrario, invertendo aspirazione e scarico. Non era tecnicamente possibile semplicemente ruotarla di 180 gradi, quindi ho dovuto improvvisare: prove, errori, soluzioni inventate sul momento.Sulla Zero, invece, la sfida è stata estetica: dare carattere a una moto senza i “pezzi forti” che la definiscono. Ho dovuto costruire un linguaggio nuovo e tradurlo in alluminio, senza poter nascondere nulla sotto vernici coprenti. È stato anche il progetto in cui ho usato di più il 3D e componenti stampati o ricavati dal pieno: un mix di tradizione e tecnologia che mi ha spinto fuori dalla mia comfort zone”.

    Eternal City Moto Show, Officine Rossopuro: trent’anni di passione che diventano pezzi unici LEGGI TUTTO

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    Eternal City Moto Show, Officine Rossopuro: trent’anni di passione che diventano pezzi unici

    InMoto sarà partner ufficiale della manifestazione e seguirà da vicino ogni istante, raccontando in diretta il Salone e le sue novità. Tra le aree più attese spicca la Workshop Legends, lo spazio dedicato alle Cafè Racer, Scrambler e Special, ideato e gestito dal customizer Andrea “Dopz”, punto di riferimento per gli appassionati di preparazioni artigianali.

    Qui troveranno posto moto uniche, nate dalla creatività e dal lavoro di officine italiane che hanno fatto del custom uno stile di vita. Per anticipare l’atmosfera dell’evento, abbiamo incontrato alcuni protagonisti. Dopo Fuchs Workshop di Massimo Rinchiuso, è la volta di Officine Rossopuro di Filippo Barbacane. 

    Officine Rossopuro: il cuore batte a Mandello, le mani lavorano in Abruzzo

    – Raccontaci in breve di te per chi non ti conosce e di come hai cominciato a customizzare moto

    “Realizzo moto ormai da oltre 30 anni: ho iniziato nel 1993, in un contesto in cui questo tipo di lavoro in Italia praticamente non esisteva, figuriamoci in Abruzzo. Non c’erano informazioni, non c’era nessuno a cui chiedere e soprattutto non esisteva internet!Ma l’idea di costruire moto era già troppo radicata in me, perché univa le mie più grandi passioni: la moto, il design e l’artigianato, tutte insieme. Trent’anni fa il mio progetto si chiamava Firestarter Garage – probabilmente oggi non se lo ricorda più nessuno – e il nome derivava proprio dal fatto che lavoravo sottoterra, nel garage di casa.Mi sono poi avvicinato a Moto Guzzi quasi per caso, ed è stata una folgorazione totale. Da allora, anche se lavoro su tutti i marchi, l’Aquila di Mandello ha sempre avuto un posto speciale. Ho iniziato con le custom, ma presto ho abbracciato stili diversi, ed è ciò che considero il mio vanto più grande: non essermi mai limitato a un solo genere di design.I primi riconoscimenti sono arrivati al Custom Show di Padova: pur non essendo conosciuto, ogni anno vincevo in qualche categoria, e questo mi ha spinto a continuare con ancora più convinzione. Dopo tutti questi anni sono ancora qui, e la cosa più bella è che non sento affatto di aver esaurito la vena creativa o la voglia di fare. C’è ancora molto da costruire.”

    Officine Rossopuro: costruire moto uniche, mai repliche, con la stessa passione

    Che significa creare moto per Officine Rossopuro?

    “Non saprei descriverlo con una sola parola. Più che un lavoro, per me è un’esigenza vitale. Certo, vivo di questo insieme alla mia famiglia, ed è quindi importante anche a livello economico, ma se fosse solo business mi sarei fermato già da anni. È un mestiere che non puoi fare soltanto per guadagnare: è troppo faticoso, richiede pensieri, impegno, sudore, sacrifici e passione. Se non c’è una grandissima porzione di cuore, non vai lontano.Io costruisco solo pezzi unici: non faccio repliche, anche se me le chiedono spesso. Che senso avrebbe personalizzare qualcosa per un cliente sapendo che esistono altre moto uguali?Credo che questa sia la vera forza del mio lavoro: il continuo rinnovamento, che non rischia mai di spegnere l’entusiasmo.”

    Officine Rossopuro all’EternalCity: quattro Moto Guzzi, quattro anime diverse

    Cosa ci mostrerai all’Eternal City Moto Show ?”Presenterò diverse moto, tutte con stili differenti. È proprio questo che voglio trasmettere: la possibilità di creare cose diverse e di esprimere ogni volta un’idea nuova.”

    Cosa ti ha ispirato per queste moto?”Stili diversi, ispirazioni diverse. Porterò una moto da fuoristrada, una café racer pura, una storica recuperata trasformata in showbike e una scrambler moderna. Tutte hanno però un elemento in comune: sono tutte Moto Guzzi.”

    Qual è stato il momento più difficile nel realizzare la moto che porterai all’Eternal?”In realtà non posso dire di avere avuto momenti difficili. Dopo trent’anni e centinaia di moto realizzate, devo ammettere che ogni fase del lavoro mi piace e mi diverte. Forse l’unico momento davvero duro è quando arriva il momento di consegnare la moto al cliente!” LEGGI TUTTO