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    Alcaraz verso la finale: “Domenica si gioca una partita di tennis, semplice”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Boren

    Carlos Alcaraz ha superato un complicato test in semifinale al Roland Garros 2025 per trovarsi a solo un grande passo dal ripetere l’impresa della scorsa stagione, quando conquistò il secondo Grand Slam dell’anno. Il giocatore spagnolo, numero due del mondo, aspetta l’avversario in finale dallo scontro tra Novak Djokovic e Jannik Sinner dopo aver superato in semifinale Lorenzo Musetti, ritiratosi nel quarto set a causa di un infortunio.
    Carlitos ha alzato il livello man mano che avanzava nei turni a Parigi. Il murciano ha parlato in conferenza stampa di come ha vissuto la sua semifinale nonostante l’infortunio del rivale, di come vede la seconda semifinale e del suo livello in vista di domenica per quella battaglia finale.
    Quando gli è stato chiesto cosa si gioca nella finale, Alcaraz ha risposto con la sua caratteristica naturalezza: “Cosa mi gioco domenica? Una partita di tennis, semplice.”
    Nonostante la giovane età, Alcaraz dimostra una maturità sorprendente nel gestire le aspettative per quella che sarà la sua quinta finale di Grand Slam a soli 22 anni. “Noi lottiamo per essere in questo tipo di situazioni, in questo tipo di turni, lottando per giocare finali di Grand Slam. Cerchiamo di non darlo per scontato. Non perché siamo arrivati a cinque finali in poco tempo, a 22 anni, diamo per scontato che nei prossimi anni sarà uguale o meglio.”
    “Noi vogliamo darle il credito che merita, cerchiamo di darle il valore che merita essere in una finale di Grand Slam come se fosse la prima. Questo è il bello, non pensare al passato, ma vivere il momento, dare l’apprezzamento che ha l’essere in una finale di Grand Slam. Non bisogna dare nulla per scontato.”L’entusiasmo di Alcaraz per il tennis emerge chiaramente quando parla della semifinale tra i due contendenti: “Appena finirà la conferenza stampa, mi metterò a guardarla, in tv o al telefono. Farò qualsiasi cosa per vederla, e non solo per il fatto che mi dovrò scontrare con chi vince, ma come grande appassionato di tennis, è una partita degna di essere vista. Ogni volta che si affrontano, il livello è molto alto. La guarderò chiaramente.”
    Sulla sua evoluzione come giocatore, Alcaraz ha spiegato: “Fisicamente, non c’è molto cambiamento. Siamo andati migliorando, ci stiamo conoscendo man mano che passano gli anni, quello di cui abbiamo bisogno e quello che ci fa bene, quello che no. Da lì, stiamo costruendo un percorso adeguato per la mia carriera.”
    “Mentalmente siamo andati imparando dalle situazioni che abbiamo vissuto, dalle finali di Grand Slam, dai momenti brutti, dai momenti buoni, e siamo andati forgiando un livello mentale forte e capace di risolvere grandi problemi. Ho già 22 anni, è già momento di maturare un pochino. È momento di crescere e di imparare da quelle situazioni.”
    Con grande onestà, Alcaraz ha affrontato il tema della gestione emotiva in campo, mostrando una consapevolezza rara per la sua età: “Acquisire esperienza non significa che sarò sereno, che non mi lamenterò mai o che la mia faccia non cambierà. È semplicemente imparare che non ti deve condizionare troppo a lungo. Oggi ci sono stati momenti in cui mi sono arrabbiato, in cui le cose non andavano bene, mi sono lamentato alcune volte, ho dato un calcio alla sedia. Abbiamo chiaro che questo è momentaneo. Sfoghi la rabbia che hai dentro e cerchiamo che nel punto successivo tu sia nella miglior forma possibile e che non ci condizioni per più di due game. Magari non sono come un altro, ma sono cose di un punto o due e poi ce ne dimentichiamo.”
    Guardando alla finale, Alcaraz si aspetta una battaglia indipendentemente dall’avversario che uscirà vincitore dalla semifinale Sinner-Djokovic. “Uno o l’altro, mi aspetto una finale molto complicata, dove ci saranno momenti buoni e momenti cattivi, dove bisognerà saper gestire tutti i tipi di situazioni.”
    Lo spagnolo ha poi analizzato entrambe le possibilità con la lucidità di un veterano: “Se vince Jannik, lo sguardo può andare alla finale di Roma, ma io credo che il bello che ha il tennis è che una settimana può essere in un modo e un’altra totalmente diversa. Dobbiamo imparare a non pensare molto alla finale di Roma se è contro Jannik e cercare di arrivare nel miglior modo perché le condizioni sono totalmente diverse.”
    “Se è contro Djokovic, cercheremo di dare il meglio. Magari lo sguardo può andare alla finale di Parigi (Giochi Olimpici) e in un anno possono cambiare molte cose, per cui saremo preparati per chiunque sia l’avversario domenica, dare il meglio e soprattutto non aver paura, andare all’attacco.”Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Organizzazione tornei tennis: come evitare il caos (e godersi lo sport)

    Organizzazione tornei tennis: come evitare il caos (e godersi lo sport)

    Quando organizzare un torneo ti ruba tutta la voglia di giocarloMettere in piedi un torneo di tennis non è (solo) questione di tabelloni e classifiche.Chi ci è passato lo sa: c’è chi si iscrive tardi, chi dimentica il certificato, chi paga in contanti all’ultimo minuto con banconote umide tirate fuori da una borsa da padel. E poi ci sono gli orari da incastrare, i campi da prenotare, i tabelloni da aggiornare — magari ancora scritti a mano su un cartellone sgangherato appeso al muro della segreteria.In mezzo a tutto questo? Tu, o chi come te cerca di fare sport, ma finisce per stare ore su Excel.La verità è che l’organizzazione dei tornei di tennis è una sfida vera, soprattutto per i club e le associazioni sportive dilettantistiche. E no, non è colpa tua se ogni edizione ti sembra un campo minato. È il metodo che è vecchio.
    I 3 problemi che rendono ogni torneo più complicato di quanto dovrebbe essere
    1. Iscrizioni e pagamenti: la giunglaSe per iscriversi serve stampare un modulo, firmarlo, scannerizzarlo e poi pagare con un bonifico (che va allegato via mail), allora stiamo già perdendo tempo. E anche pazienza.Senza un sistema digitale:Non sai mai chi si è iscritto davveroNon sai chi ha pagato cosaNon sai dove hai salvato il moduloIl risultato? Confusione, errori e rincorse all’ultimo secondo.
    2. Comunicazioni? Disorganizzate e inefficaci“Scusate, ma a che ora gioca mio figlio domani?” è la frase che ogni organizzatore riceve almeno 20 volte in settimana.Se comunichi gli orari via locandina cartacea, gruppo WhatsApp, email e magari anche a voce… è il modo perfetto per far perdere l’informazione a tutti.
    3. Tabelloni e partite: tutto troppo manualeAggiornare i tabelloni a mano, stampare risultati, dover spiegare ogni cambiamento a ogni partecipante… è roba che nel 2025 dovrebbe essere superata. Ma non lo è.La gestione del torneo dovrebbe essere la parte più divertente, quella in cui vivi la competizione, non in cui ti preoccupi di chi ha vinto il primo turno.
    Digitalizzare l’organizzazione dei tornei è più facile di quanto pensiPer fortuna, c’è una buona notizia: organizzare un torneo oggi può essere molto meno stressante. Basta cambiare approccio.Non serve rivoluzionare tutto, non serve un gestionale complicato o mille ore di formazione. Basta digitalizzare le parti che ti fanno perdere più tempo. E la differenza si sente, eccome.
    Iscrizioni che non fanno perdere la testa (né a te, né ai tesserati)Immagina questo:* Un link unico per iscriversi, condiviso via WhatsApp o social.* Ogni partecipante inserisce i propri dati in autonomia, allega certificato e paga online.* La segreteria riceve tutto già ordinato, senza dover rincorrere nessuno.Esattamente come fanno già tantissimi club che usano strumenti come le iscrizioni online di Golee: semplici, veloci, automatiche.
    Comunicazioni che funzionano davvero
    Niente più catene di messaggi, risposte perse o orari scritti su carta sparita.Con i sistemi digitali giusti, puoi:Inviare notifiche automatiche per ogni aggiornamentoCondividere i calendari in tempo realeGestire le variazioni senza dover chiamare 20 persone
I genitori ricevono tutto in tempo. I giocatori non hanno scuse. E tu dormi sonni tranquilli.È un sistema che non elimina l’organizzazione, ma ti libera dal micromanagement. E ti permette di concentrarti su ciò che conta: fare sport bene.Un esempio di questo famoso sistema? Il calendario di Golee. Una funzionalità che ti permette di gestire inviti, notifiche, presenze e assenze, tutto dall’app e dal gestionale.
    Conclusione: organizzare un torneo non deve essere una battaglia
    Ogni torneo è un’occasione per far crescere il club, coinvolgere la comunità e trasmettere passione. Ma se ogni edizione ti lascia esausto, allora non stai sbagliando tu: è lo strumento che non funziona più.Digitalizzare l’organizzazione dei tornei di tennis non è un lusso. È una scelta concreta per:* risparmiare tempo* ridurre gli errori* far vivere meglio lo sport a chi lo organizza e a chi lo gioca

    E la cosa bella? È già possibile. Lo stanno facendo centinaia di club in tutta Italia, anche i più piccoli, anche quelli che fino a ieri gestivano tutto su carta.Se vuoi vedere come stanno facendo, dai un’occhiata a come funziona la gestione semplificata di pagamenti e ricevute con Golee. LEGGI TUTTO

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    Cahill svela i segreti di Sinner: “Le piccole cose fanno la differenza, è la sua maturità che mi sorprende”. Il coach australiano: “Non si allena per battere Djokovic, vuole essere Jannik Sinner”

    Darren Cahill nella foto – Foto Getty Images

    Se Jannik Sinner è il giocatore che è oggi, lo deve anche e soprattutto a sé stesso e alla scelta di un team la cui alchimia ha reso possibile l’ascesa al trono della classifica mondiale. L’altoatesino è diventato un giocatore completo che, dopo aver vinto gli ultimi tre Grand Slam giocati sul cemento, giocherà la semifinale al Roland Garros, a riprova dei suoi miglioramenti grazie al lavoro con i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill.
    Proprio quest’ultimo ha rilasciato un’intervista approfondita in cui analizza tutti gli aspetti della crescita di Sinner, dalla tecnica alla mentalità, dalla gestione della pressione alle sfide future. Le parole del coach australiano offrono uno spaccato illuminante sul lavoro dietro le quinte che ha trasformato un giovane talento in un campione globale.
    “Quando Simone ha cominciato a lavorarci, era già tra i migliori, perché Riccardo Piatti aveva fatto un ottimo lavoro” ha esordito Cahill, riconoscendo il merito della base tecnica costruita dal precedente allenatore. “In ogni caso, quando si lavora con uno così giovane, c’è del lavoro specifico da fare in diverse aree del gioco. Simone lo ha aiutato a rafforzare il rovescio, il servizio, a migliorare le transizioni a rete. Credo che insieme, tutto il team, abbia reso Sinner un giocatore più completo.”
    Riguardo ai margini di miglioramento sulla terra battuta, Cahill è stato molto specifico: “Le piccole cose ti mancano un po’. Le reazioni istintive, la lettura del gioco, l’intuizione, un po’ di anticipo, il primo passo, la prima reazione, l’essere più rapido nell’entrare e uscire dagli angoli. Quindi tutte queste cose sono aree in cui possiamo vedere margini di miglioramento per il gioco di Jannik, e normalmente, quando inizi a giocare tante partite, entri in un ritmo e diventa tutto più automatico, più da robot.”
    “In questo momento invece deve pensare un po’ di più in quei momenti per spingersi oltre. Quindi, man mano che ogni partita passa, possiamo vederlo migliorare sempre di più. Se questo sarà sufficiente per vincere qui, non lo sappiamo, ma quello che abbiamo fatto è assicurarci che ogni giorno affrontiamo l’avversario che ha davanti, teniamo tutto molto semplice per lui.”Sul confronto con Djokovic in semifinale, Cahill ha mostrato grande fiducia: “Non c’è sfida più grande e dura che giocare contro Novak in semifinale in uno Slam. Ma è pronto, si è allenato per questo. In questo momento ha molta fiducia, e non vediamo l’ora. Quando si arriva al quinto set, ha comunque un buon record nei tornei dello Slam al momento. Quante partite di fila ha vinto negli Slam? Ne ha vinte 19 consecutivamente.”
    L’australiano ha poi analizzato lo stile di gioco fisico di Sinner: “Jannik gioca un tipo di tennis molto fisico. Il suo stile di gioco per tre ore equivale a quello di molti altri che giocano per cinque ore. Quindi ci aspettiamo che Jannik entri in campo e giochi il suo stile, rendendo la partita fisica sin dall’inizio.”
    Su Djokovic e l’età, Cahill è stato netto: “Ha appena battuto uno dei giocatori più forti del circuito ieri sera, ed è sembrato dannatamente in forma. Quindi non stiamo nemmeno prendendo in considerazione che l’età possa essere un fattore, dall’altra parte del campo.”
    Riguardo al dibattito sui “Big Two” con Alcaraz, Cahill ha mantenuto i piedi per terra: “La mia opinione è che, come allenatori, prima di tutto dobbiamo fare in modo che lui resti con i piedi per terra, che mantenga una buona prospettiva su ciò che sta cercando di ottenere ogni giorno. Le cose possono cambiare davvero molto in fretta nel tennis. Non si allena per competere contro Novak, o Alexander, o Carlos, o Medvedev, o altri. Vuole essere Jannik Sinner. Questo è il modo in cui vuole allenarsi, questo è il modo in cui vuole giocare.”Sull’aspetto mentale, fondamentale ai massimi livelli, Cahill ha spiegato: “La parte mentale gioca sicuramente un ruolo enorme a livello d’élite. Tutti sanno giocare bene, tutti colpiscono benissimo la palla. Ma i giocatori mentalmente più forti, quelli duri mentalmente, che riescono a scrollarsi di dosso un po’ di avversità, qualche problema durante il match, un fastidio fisico, magari un piccolo infortunio, oppure un momento di scarsa fiducia in una parte del loro gioco… quelli sono i campioni.”
    “E penso che Jannik lo abbia capito negli ultimi due anni: non tutte le giornate saranno perfette, ma devi trovare comunque il modo di vincere, anche quando non ti senti al meglio. E negli ultimi due anni lui ha fatto davvero un ottimo lavoro in questo senso.”
    Cahill ha poi rivelato la filosofia di allenamento del team: “Parliamo spesso della ‘regola dell’80/20′: lavori sull’80% dei tuoi punti di forza e sul 20% delle tue debolezze. Perché sono i punti forti che ti fanno vincere le partite, e vuoi che il tennis resti divertente. Questo cambia un po’ quando arrivi all’élite, nella top 10. Perché i migliori giocatori del mondo ti trovano le debolezze. I migliori lo sfrutteranno. Quindi, in realtà, abbiamo lavorato parecchio sulle aree più deboli del gioco di Jannik per rafforzarle.”
    La parte più toccante dell’intervista riguarda la personalità di Sinner: “Mi ha sorpreso molto il suo carattere fuori dal campo. Ha un senso dell’umorismo incredibile, è davvero una persona molto divertente, molto generosa, molto umile, come i suoi genitori. Prende il tennis molto seriamente, ma quando esce dal campo vuole divertirsi e godersi la vita. Sa che questo è uno sport, non la vita intera.”
    “Penso che sia anche per questo che ha gestito molto bene tutto quello che è successo negli ultimi 12 mesi, perché mette tutto nella giusta prospettiva, in modo incredibile. Quindi direi che la cosa che mi ha sorpreso di più è la sua maturità. Ha la testa sulle spalle, è stato cresciuto benissimo dai genitori, ha i piedi per terra e, pur godendosi la vita, sa dare il giusto peso alle cose.”Su Musetti e il tennis italiano, Cahill ha ammesso: “Se cinque anni fa mi avessero chiesto, forse avrei detto che Musetti avrebbe avuto un futuro migliore di Jannik, ma penso che entrambi abbiano un enorme potenziale, e stiamo iniziando a vedere un Lorenzo più maturo, più completo. Può vincere uno slam, può vincere un torneo importante? Assolutamente sì, assolutamente.”
    Infine, sulla rivalità con Alcaraz: “Li amo entrambi. Aspetto con curiosità la loro rivalità nei prossimi dieci anni. Il nostro lavoro come coach di Jannik è di continuare a farlo migliorare, così che quando scende in campo contro chiunque, non importa se sia Carlos o chiunque altro, possa avere la migliore chance di vincere.”
    Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Berrettini si separa da Ferrara: finisce dopo sei mesi la collaborazione

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – (foto Brigitte Grassotti)

    È durata poco la collaborazione tra Matteo Berrettini e Umberto Ferrara. Sei mesi fa il tennista italiano aveva unito le forze con l’ex fisioterapista di Jannik Sinner, lo stesso che faceva parte dello staff che avevo contaminato involontariamente il numero uno del mondo. Come era prevedibile, Sinner lo aveva licenziato e Berrettini gli aveva dato un’opportunità, ma dopo il nuovo infortunio agli Internazionali di Roma, hanno deciso di porre fine a questa avventura, secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport.La notizia della separazione è stata confermata dalla testata italiana, che ha specificato: “Ferrara e Berrettini hanno deciso di comune accordo di interrompere il rapporto di lavoro dopo gli Internazionali a Roma, quando il giocatore ex numero 6 al mondo ha dovuto ritirarsi per infortunio.”
    La storia di Umberto Ferrara è indissolubilmente legata al caso che ha coinvolto Jannik Sinner nella primavera del 2024. Questo episodio aveva portato alla positività di Sinner in due controlli antidoping, causando un terremoto mediatico che si era concluso con l’assoluzione del tennista ma anche con l’allontanamento di Ferrara dal team.L’ingaggio di Ferrara da parte di Berrettini era stato visto come un gesto di fiducia nei confronti del professionista, che aveva sempre goduto di ottima reputazione nel mondo del tennis prima dell’incidente con Sinner. Il romano aveva deciso di dare una seconda possibilità al fisioterapista, credendo nelle sue competenze tecniche e nella natura involontaria dell’errore commesso.
    Tuttavia, la collaborazione non ha portato i frutti sperati. Berrettini ha continuato a essere tormentato dai problemi fisici che hanno caratterizzato gli ultimi anni della sua carriera, culminati con il ritiro forzato durante gli Internazionali d’Italia a Roma. Questo episodio ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando alla decisione consensuale di interrompere il rapporto professionale.Per Berrettini, questa separazione rappresenta l’ennesimo cambiamento nel suo staff tecnico e medico, in una ricerca costante di soluzioni per i suoi persistenti problemi fisici. L’ex numero 6 del mondo sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua carriera, con infortuni ricorrenti che gli stanno impedendo di esprimere il suo miglior tennis e di competere costantemente ai massimi livelli.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Bublik dopo la sconfitta: “Sinner è in un’altra dimensione, chiedo scusa ai tifosi”

    Alexander Bublik nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Bublik ha lasciato il Roland Garros 2025 con l’amaro in bocca per la pesante sconfitta contro Jannik Sinner, ma anche con la consapevolezza di aver vissuto le due settimane più importanti della sua carriera Slam. Il kazako, alla sua prima volta ai quarti di finale di un Grande Slam, ha analizzato con lucidità e onestà la sua prestazione e il percorso che lo ha portato a questo traguardo storico.
    “Può darsi che abbia deluso un po’ oggi contro Sinner” ha esordito Bublik con sincerità. “Sono arrivato persino a chiedere scusa alla fine dell’incontro, per non aver potuto regalare ai tifosi un po’ più di spettacolo e competitivité.” Una dimostrazione di rispetto verso il pubblico che testimonia la maturità raggiunta dal giocatore kazako.Nonostante la delusione per la prestazione odierna, Bublik ha sottolineato l’importanza di questo Roland Garros: “Non sono state settimane facili, né fisicamente né mentalmente. Ho avuto il miglior risultato della mia vita in un Grande Slam e arrivare ai quarti di finale significa molto per me. È un traguardo. È una nuova pietra miliare che ho conquistato. Ho vinto un 250, un 500, e sono stato nella seconda settimana di uno Slam, ma non ero mai arrivato ai quarti di finale.”
    Le parole più significative di Bublik sono state riservate a Jannik Sinner, con un’analisi tecnica e umana del numero uno del mondo: “Ovviamente non è facile. Gioca molto veloce, con intelligenza. Finisce tutte le partite in meno di due ore, quindi fisicamente è al massimo livello, non è facile, come puoi vedere. Non sono l’unico a cui ha dato una batosta. Gli auguro molta fortuna. Si merita di essere dove si trova. Tutti stiamo aspettando la finale che stiamo aspettando.”Bublik ha poi aggiunto: “Quello che sta ottenendo pochissimi possono farlo. È in un’altra dimensione per quanto riguarda il tennis. Affrontarlo è un’esperienza molto positiva per me. Sono riuscito a fargli un po’ di male nel secondo set, quindi spero di poter usare questo nelle prossime volte che affronterò giocatori simili.”
    Interrogato sul suo eccellente rendimento sulla terra battuta, superficie storicamente non congeniale al suo stile di gioco, Bublik ha rivelato: “Ho cambiato il mio approccio. Sono arrivato senza aspettative, ma con aspettative. Ha avuto un impatto tremendo sul mio ranking. Torno nel top 50, che è dove credo di appartenere. Spero che questo sia solo l’inizio di una grande scalata, spero, verso il top 20.”Una delle riflessioni più interessanti ha riguardato l’importanza del sorteggio nei Grandi Slam: “Non ho avuto una mentalità diversa. È solo che questa settimana ho avuto un po’ di fortuna. Nel primo turno ho affrontato James Duckworth. È stato abbastanza semplice. Poi ho fatto la sorpresa contro Alex (De Miñaur), e poi ho affrontato di nuovo un giocatore fuori dalla top 100. Non credo di aver avuto molti sorteggi come questi.”
    Bublik ha poi spiegato la sua filosofia: “Superare un top 10 in un Grande Slam non è facile. Soprattutto quando non sei testa di serie. Anche se lo sei. Per esempio, sono stato testa di serie per tre anni di fila e non sono mai andato oltre il terzo turno. Per me, nei Grandi Slam sono un po’ più importanti; secondo me, il sorteggio è fondamentale.”Il kazako ha anche toccato aspetti più personali, parlando del difficile equilibrio tra tennis e vita familiare: “Non so, dipende dall’offerta. Se sacrifico l’essere in Europa in quel periodo… Perché sarò tre settimane in Australia, poi tre in Sud America, poi Indian Wells e Miami… non sarò molto a casa. Dipende da quello che mettono sul tavolo. Non è qualcosa che cerco perché quelle settimane mi richiedono molto come marito e come padre, che è anche importante per me.”
    Concludendo sulla possibilità di vincere un Grande Slam, Bublik ha mostrato la sua natura pragmatica: “Non mi sono mai posto come obiettivo vincere un Grande Slam. Non credo di aver mai pensato che fosse possibile o impossibile. Non l’ho mai voluto. Per me, il tennis è un viaggio. È parte della vita, una parte importante, ma arrivare ai quarti di finale è come avere trofei al muro. Come vincere un 250 o un 500.”“Se in futuro arriverò ad altri quarti di finale in altri Slam, sarà un altro traguardo. Se ci riuscirò, bene. Se no, non importa. Sì, mi piacerebbe vincere un Masters 1000, o una finale, per guardare al passato e pensare a come ci sono riuscito. Se nei prossimi 10 anni riuscirò a stare tra il 50° e il 60° posto al mondo, andrà bene.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Lehecka e l’ironia amara su Sinner: “Questa è la gioia per aver vinto un game”. Il ceco saluta il Roland Garros con una riflessione sui social che fotografa il dominio dell’azzurro

    Jiri Lehecka CZE, 2001.11.08 – Foto Getty Images

    Jiri Lehecka ha salutato il Roland Garros e la stagione sulla terra battuta con un post Instagram dall’aeroporto di Parigi che è destinato a rimanere nella memoria. Il tennista ceco, travolto da Jannik Sinner con il punteggio di 6-0, 6-1, 6-2, ha scelto l’ironia per commentare la prestazione del numero 1 al mondo, regalando una delle riflessioni più oneste e divertenti di questo torneo.
    “Questa foto riassume tutto il match di oggi. Pensate che abbia vinto una partita o un set? No, no, questa è la sensazione quando vinci un game contro Sinner al Roland Garros” ha scritto il 23enne ceco accompagnando le parole con una sua foto sorridente, probabilmente scattata nel momento in cui è riuscito a conquistare il primo game all’azzurro.Il post di Lehecka fotografa perfettamente la dimensione del dominio mostrato da Sinner sulla terra rossa parigina. In poco più di due ore, il numero 1 al mondo ha concesso al suo avversario appena tre game complessivi, dimostrando un livello di tennis semplicemente irraggiungibile per il ceco, pur sempre un giocatore di grande talento e esperienza.
    “Vittoria meritata Jannik, ti auguro la migliore fortuna per il resto del torneo” ha aggiunto Lehecka, dimostrando grande fair play e sportività nonostante la pesante sconfitta. Le parole del ceco testimoniano il rispetto che Sinner si è guadagnato nel circuito, non solo per i risultati ma anche per il modo in cui li ottiene.
    La riflessione di Lehecka offre uno spaccato autentico di cosa significhi affrontare un giocatore nel momento della sua maturità tennistica più alta. Il ceco, che pure aveva dimostrato di poter competere ad alti livelli raggiungendo il terzo turno di uno Slam, si è trovato completamente sopraffatto dal tennis espresso dall’azzurro.“Contento delle ultime due settimane di terra battuta e ora tutto concentrato sulla stagione su erba” ha concluso Lehecka, guardando già avanti e cercando di trarre gli aspetti positivi da un’esperienza comunque formativa. Il riferimento alle “ultime due settimane” lascia intendere che il ceco abbia disputato anche il torneo della settimana precedente, costruendo una buona forma che però non è bastata contro la superiorità dell’azzurro.
    Il post del ceco è diventato rapidamente virale sui social media, raccogliendo migliaia di like e commenti da parte di appassionati che hanno apprezzato sia l’ironia che l’onestà intellettuale del giocatore. In un mondo del tennis spesso caratterizzato da dichiarazioni di circostanza, la sincerità di Lehecka ha colpito per la sua genuinità.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rivoluzione americana sulla terra rossa: otto USA agli ottavi, record del secolo. Cinque donne e tre uomini sfatano il tabù della terra battuta: mai così tanti statunitensi nella seconda settimana parigina

    Ben Shelton USA, 2002.10.09 – Foto Patrick Boren

    Il Roland Garros 2025 sta assistendo a una vera e propria rivoluzione del tennis americano sulla terra rossa. Otto tennisti a stelle e strisce hanno raggiunto gli ottavi di finale, stabilendo il miglior record degli Stati Uniti nel torneo parigino di tutto il XXI secolo e sfatando definitivamente il mito che la terra battuta sia un “territorio comanche” per il tennis statunitense.
    Il contingente americano nella seconda settimana è composto da cinque donne e tre uomini, un risultato straordinario che testimonia la crescita del movimento tennistico USA anche sulla superficie più ostica per la tradizione tennistica americana.
    Le cinque americane agli ottavi sono:– Coco Gauff (testa di serie n.2) – La giovane campionessa continua la sua crescita esponenziale– Jessica Pegula (testa di serie n.3) – Conferma il suo momento positivo nel tennis mondiale– Madison Keys (testa di serie n.7) – Ritorna ai massimi livelli sulla terra parigina– Amanda Anisimova (testa di serie n.16) – Il talento che sta finalmente esprimendo il suo potenziale dopo una serie di problemi fisici– Hailey Baptiste – La sorpresa del torneo, prima volta agli ottavi in un Grande Slam
    Tra gli uomini, il trio americano è formato da:– Tommy Paul (testa di serie n.12) – Il veterano del gruppo continua la sua crescita costante– Ben Shelton (testa di serie n.13) – Il giovane talento conferma le aspettative– Frances Tiafoe (testa di serie n.15) – Ritorna nella seconda settimana di uno Slam
    Questo risultato rappresenta una vera e propria svolta storica per il tennis statunitense. Tradizionalmente, la terra battuta europea e in particolare quella del Roland Garros hanno sempre rappresentato la superficie più ostica per i giocatori americani, abituati ai campi in cemento veloci e al gioco aggressivo tipico della scuola tennistica USA.Il record precedente del XXI secolo apparteneva a edizioni nelle quali gli Stati Uniti erano riusciti a piazzare 6 tennisti agli ottavi, rendendo ancora più significativo il risultato di quest’anno. La presenza di otto americani nella seconda settimana dimostra non solo la profondità del movimento tennistico statunitense, ma anche la sua capacità di adattamento alle diverse superfici.
    Particolarmente significativa è la presenza di cinque donne americane, segno della straordinaria salute del tennis femminile USA. Da Gauff, ormai consolidata tra le prime al mondo, a Baptiste, autentica rivelazione di questo torneo, il gruppo dimostra come gli Stati Uniti abbiano saputo rinnovare e rivitalizzare la loro tradizione tennistica.Sul fronte maschile, il trio Paul-Shelton-Tiafoe rappresenta tre generazioni diverse del tennis americano, tutte capaci di esprimersi ad alto livello anche sulla terra rossa parigina, superficie che storicamente ha visto predominare europei e sudamericani.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Fils si ritira dal Roland Garros per una frattura da stress: “4-6 settimane di stop”

    Arthur Fils FRA, 2004.06.12 – Foto Getty Images

    Arthur Fils ha fatto chiarezza sulle sue condizioni fisiche dopo aver annunciato il ritiro dal Roland Garros 2025 attraverso i social media. Il tennista francese si è presentato alle installazioni del torneo parigino per spiegare personalmente i motivi che lo hanno portato a questa difficile decisione.Il giovane transalpino ha rivelato di aver sofferto di problemi alla schiena già da tempo: “Ho avuto alcuni problemi alla schiena da qualche tempo e sono peggiorati durante il match contro Munar. Mi sono sottoposto ad alcuni esami e i risultati non sono troppo buoni. Ho una frattura da stress, così abbiamo deciso con il team che era meglio fermarsi ora.”
    La tempistica dell’infortunio si è rivelata cruciale nella decisione di ritirarsi. Fils ha spiegato la logica dietro questa scelta: “Sono tra 4 e 6 settimane di stop. Se continuassi a giocare, dovrei fermarmi per un paio di mesi.” Una valutazione che ha portato lui e il suo staff a optare per la soluzione meno rischiosa per il futuro della sua carriera.Il match contro Jaume Munar è stato l’episodio che ha reso inevitabile la decisione. Fils ha raccontato come si sono svolti i fatti: “Contro Munar ho dato tutto, non potevo dare di più. Alla fine del secondo set ho sentito che la schiena non stava bene. Ho chiamato il medico e ho preso un antidolorifico, sono riuscito a vincere al quinto grazie al supporto del pubblico.”
    Nonostante la vittoria in cinque set contro lo spagnolo, il prezzo pagato dal punto di vista fisico si è rivelato troppo alto. Il dolore e i risultati degli esami medici hanno convinto Fils che proseguire sarebbe stato controproducente per il suo recupero.
    L’incertezza ora riguarda il resto della stagione su erba. Il francese ha ammesso i suoi dubbi: “Non so se questo significa che mi salterò tutta la stagione su erba. Devo consultarmi con i medici, dovrò saltare alcuni tornei.” L’obiettivo rimane quello di essere competitivi per i grandi appuntamenti: “Cercherò di arrivare bene a Wimbledon, ma non lo sappiamo ancora.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO